RAPPORTO AVELLINO 2005
LE CONDIZIONI PER LO SVILUPPO
INVESTIRE NEL NOSTRO FUTURO
LA POLITICA DI COESIONE 2007-2013
l’ALLARGAMENTO dell’ue A EST
un’OPPORTUNITà di tutoraggio
ITALPACK DI LACEDONIA
L'INNOVAZIONE SI TOCCA “CON MANO”
l’intuizione vincente del GRUPPO EISE
cercare e TROVARE NUOVI CLIENTI E AGENTI IN EUROPA
RAPPORTO AVELLINO 2005
LE CONDIZIONI PER LO SVILUPPO
Con politiche istituzionali corrette in Irpinia si può andare avanti e crescere
di Filomena Labruna
Il momento congiunturale è difficile, ma l'Irpinia ha tutte le potenzialità adeguate per uscire dalla crisi. I problemi ci sono, il "Rapporto Avellino 2005", presentato alla Camera di Commercio il nove maggio, nel corso della Giornata dell'Economia, li individua e li analizza dettagliatamente. Ma esistono anche le condizioni per creare lo sviluppo. Un messaggio che giunge anche dal segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani, intervenuto ad Avellino martedì dieci maggio, che afferma: «Le difficoltà generali si ripercuotono a livello locale. Ma in Irpinia la situazione non è così drammatica. Le infrastrutture sono buone e i problemi di legalità non sono rilevanti. Il tessuto delle piccole e medie imprese è sano, le produzioni tipiche di qualità. Con politiche istituzionali corrette si può andare avanti e crescere». Per quanto riguarda l'apparato imprenditoriale i dati testimoniano che in Irpinia c'è voglia di fare impresa. Nel 2004, infatti, sono state 2932 le nuove iscrizioni a fronte di 2.290 che hanno cessato l'attività. Il saldo netto è di 642 aziende: sono nate due nuove imprese al giorno. Una forte natalità imprenditoriale accentuata in tutta la Campania. Fa riflettere, però, il fatto che il 72,3% delle aziende è costituito da ditte individuali. Un dato che spinge il presidente della C.C.I.A.A. di Avellino Costantino Capone a chiedersi se si tratti di imprese che producono reddito e ricchezza o più semplicemente di forme di autoimpiego. Il quadro però non appare incoraggiante: anche se il numero delle imprese si moltiplica, non crescono occupazione e Pil. In un anno si sono persi cinquemila posti di lavoro. Paradossalmente cala il numero delle persone in cerca di occupazione, -17%, con il conseguente calo della disoccupazione. Quali le cause alla base di questo fenomeno? Dall'analisi dell'ente camerale emergono tre ragioni: la ripresa dei flussi migratori, l'invecchiamento della popolazione e lo scoraggiamento dei giovani. Per quanto riguarda il Pil, Avellino ha una crescita pari a zero ed è l'unica provincia del Sud a mostrare un arretramento. Incoraggianti, invece, i dati dell'export: nel 2004 il valore delle esportazioni è cresciuto del 27%. Ma si è trattato di un parziale recupero delle precedenti perdite che avevano caratterizzato i due anni precedenti. Per quanto riguarda la tecnologia in provincia di Avellino il 38% dei prodotti esportati è ad alto contenuto tecnologico. L'indice di dotazione infrastrutturale è del 65,8%. Se il numero di strade è più che adeguato, la rete per la telematica e la telefonia appare carente e insufficiente, così come i servizi finanziari. Superiore alla media campana la presenza di strutture culturali e ricettive, in linea con il dato del Sud le strutture sanitarie, deficitarie le strutture destinate all'istruzione e all'alta formazione. Infine il credito. Cresce del 3% l'ammontare dei depositi in provincia. Ma aumentano le sofferenze bancarie che passano dal 7,7 al 9%. Nonostante la buona solvibilità del tessuto produttivo gli impieghi crescono a un ritmo dell'1% contro il 10% di media in Campania.
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