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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
giugno 2005
 


ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

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INTERVENTI E OPERE SUL TERRITORIO
AL SUD IL PROJECT FINANCING NON DECOLLA
Pubblico e privato uniscono gli sforzi per una seria attività progettuale

di Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it




Il recente incontro all'ANCE Salerno sui lavori e sulle opere pubbliche che il Comune di Salerno intende appaltare in project financing, ha riproposto all'attenzione del mondo politico, sindacale, imprenditoriale e bancario, l'estrema valenza di questo strumento che, purtroppo, dati alla mano, stenta ancora a radicarsi nel Mezzogiorno e segnatamente in provincia di Salerno. Gli interventi messi a bando e realizzati in project financing sono al Sud una percentuale infinitesimale degli appalti, laddove invece questo strumento nel Nord Italia è divenuto preponderante, sopperendo in maniera considerevole alla diminuzione dei trasferimenti delle risorse pubbliche. Calo che soprattutto al Sud ha raggiunto proporzioni considerevoli costringendo svariate amministrazioni a rivedere le proprie strategie di intervento sul territorio ridisegnando anche le aliquote dei tributi locali. Eppure, nonostante questo contesto che almeno in apparenza dovrebbe preludere a una considerevole diffusione del project financing, nel Mezzogiorno le opere messe a bando sono ancora estremamente poche, e ancora meno quelle che sono state appaltate e completate: un dato rilevante, in negativo, se lo si accosta anche all'handicap infrastrutturale che proprio in questo contesto di fattiva e concreta apertura ai privati, potrebbe trovare se non una risoluzione, quanto meno un drastico ridimensionamento. V'è anche da dire che il contesto normativo non sempre detta disposizioni univoche, trasparenti e lapalissiane: leggi, regolamenti, circolari, si incrociano in un groviglio inestricabile di norme che spesso rende agli enti, come pure alle imprese, al sistema bancario e agli addetti ai lavori in senso lato, quanto mai difficoltoso districarsi nella disciplina di questo strumento altamente innovativo. Accanto a ciò occorre pure ribadire che la inusuale coesistenza tra pubblico e privato che questo strumento impone, spesso si presenta quanto mai difficoltosa: l'idea che l'ente possa e debba appaltare un'opera travalicando la mera realizzazione per affidarne anche la gestione, pur rimanendo la proprietà in capo all'ente appaltante, ispira ancora una grande diffidenza. Ne rappresentano una prova evidente quelle disposizioni limitative che, soprattutto nel Sud, nei bandi di gara impongono alle imprese condizioni e regole estremamente dissuasive e scoraggianti. Il confronto con il sindaco Mario De Biase, l'ingegnere capo dell'Ufficio Tecnico, Lorenzo Criscuolo, l'Assessore all'Urbanistica Domenico De Maio ha consentito di monitorare i vari interventi in cantiere nel Comune di Salerno, valutandone per ciascuno la concreta fattibilità e la reale convenienza per l'impresa. Un fatto di estrema valenza, se si considera che in tempi non remoti le difficoltà di dialogo preliminari alla pubblicazione dei bandi hanno portato alla predisposizione di bandi che, non a caso, non hanno incontrato l'interesse auspicato del mondo imprenditoriale. La grande rivoluzione politico-culturale che deve necessariamente preludere alla diffusione del project deve consistere proprio in una nuova accezione di questo strumento: pubblico e privato uniscono e raccordano i propri sforzi per cantierare lavori che, con le sole disponibilità finanziarie degli enti pubblici, non potrebbero mai essere messi a bando. Ma il pubblico deve entrare in questa nuova accezione del privato: deve "aprirsi" al mondo imprenditoriale nell'ottica di un rapporto di fattiva collaborazione, e non di contrapposizione. Perché se si impongono vincoli e balzelli incomprensibili o improponibili, nessuno si sentirà invogliato a investire sul territorio. La tutela del pubblico, insomma, pur legittima e auspicabile, va contemperata nella giusta misura con l'interesse del privato che investe. V'è anche da dire che questa rivoluzione politico-culturale deve interessare anche la fase preliminare alla predisposizione dei bandi: questo, probabilmente, costituisce lo step procedurale più difficoltoso. L'ente è chiamato a pianificare e valutare un intervento non più fermandosi all'aspetto architettonico, alle sue caratteristiche strutturali e funzionali, ma deve ampliare il proprio spazio di valutazione anche alla fattibilità economico-finanziaria e alla redditività. Aspetti del tutto nuovi, questi, per la pubblica amministrazione. Non è un caso che molti degli interventi messi a bando non abbiano trovato in passato interesse nelle imprese: segno tangibile ed evidente che proprio in questa propedeutica lo studio dell'ente è stato, se non del tutto manchevole, quanto meno carente. La diffusione del project financing, insomma, al di là delle intenzioni della pubblica amministrazione e della manifesta disponibilità delle imprese, necessita ancora di alcuni accorgimenti culturali ma anche procedurali affinché possa realmente tramutarsi in interventi e in opere sul territorio. Non a caso l'Ance Salerno ha potenziato negli ultimi mesi il proprio impegno su questo versante: da un lato pianificando programmi formativi rivolti a tecnici, operatori del settore e delle imprese, per intensificare la conoscenza tecnico-giuridica sul project financing; dall'altro incrementando le occasioni di scambio anche con l'Università degli Studi di Salerno proprio per un adeguato approfondimento delle diverse problematiche che possono porsi, nella pratica attuazione di una normativa certo non lapalissiana in tutte le sue disposizioni, sia per le imprese che per le stazioni appaltanti. In questa logica si inserisce la nostra attiva partecipazione all'Osservatorio provinciale sul Project Financing, una iniziativa di enorme valenza strategica per il territorio, che sarà indubbiamente in grado di fornire quelle risposte di cui tutti, sistema amministrativo e imprenditoriale, oggi necessitano. Un apporto di tecnici e studiosi quanto mai qualificati non potrà che incentivare la diffusione di questo strumento nel Mezzogiorno, e in particolare in provincia di Salerno. Ma il grosso del lavoro, che non può non coinvolgere la pubblica amministrazione, concerne proprio il rapporto tra pubblico e privato che continua a essere ritenuto da qualche funzionario eccessivamente zelante, ma anche da qualche pubblico amministratore, aprioristicamente conflittuale. Non si spiegano diversamente, altrimenti, tutte quelle disposizioni che tendono a "frenare" e "imbrigliare" l'imprenditore che pure, con le sue risorse, le sue energie finanziarie, il suo know-how, rende un'opera cantierabile. Un tangibile esempio lo abbiamo registrato, di recente, nella nuova normativa urbanistica regionale che disciplina anche le Società di Trasformazione Urbana. La norma nella sua originaria formulazione sancisce che il controllo sarà esclusivamente e aprioristicamente pubblico. Un "paletto" incomprensibile e fuori da qualsiasi logica di mercato che, non a caso, ha scatenato la reazione dell'intero sistema imprenditoriale. Chi investe vuole le dovute garanzie a che il suo capitale venga correttamente amministrato, che l'investimento sia remunerativo e che l'opera presenti adeguati margini di redditività: se questi elementi preliminari non sussistono, nessun imprenditore investirà "alla cieca". La norma, stando alle promesse pre-elettorali venute da più parti, sarà rivista e modificata in senso diametralmente opposto. L'auspicio è che, accanto alla revisione di questa normativa, si metta mano anche a quella ricca serie di lacci, lacciuoli e posizioni preconcette che frenano il project financing. Solo così si spianerà realmente la strada ad una attività progettuale e infrastrutturale che creerà realmente, nel Mezzogiorno, tutte le condizioni per un serio e immediato rilancio sociale, economico e produttivo.

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