IL REFERENDUM SULLA RICERCA SCIENTIFICA
UNA SPIEGAZIONE RAGIONATa e non urlata
Chiarezza sul perchè è fondamentale
studiare le cellule staminali embrionali
a cura dell’Associazione Luca Coscioni
E' piuttosto difficile dire qualcosa di nuovo e qualcosa
che sia di buon senso in una condizione come quella che stiamo
vivendo in questi giorni. Guardando i giornali e i settimanali
si può vedere che su questo referendum non sta cadendo
un muro di silenzio, anzi si nota che effettivamente se ne
parla, ma che viene detto tutto e il contrario di tutto,
in un modo spesso urlato e non ragionato, e questo non aiuta
a fare chiarezza. Il rischio è quindi che le persone
non vadano a votare semplicemente perché non sanno
per che cosa votare e non sono in grado di farsi un'opinione.
Cercheremo dunque di fare chiarezza su questi argomenti,
in particolare sul primo quesito referendario, quello sulla
ricerca scientifica e l'uso degli embrioni per la ricerca. É verissimo
che si stanno facendo dei progressi con le cellule staminali
adulte: sono le uniche che finora in clinica hanno permesso
di curare molte malattie del sangue e anche, per esempio,
le grandi ustioni o le lesioni della cornea. Tutti si augurano
che si continui su questa linea di ricerca, ma questo non
vuol dire che quindi le cellule staminali embrionali non
servano a niente e che sia inutile studiarle, per il semplice
motivo che la stragrande maggioranza delle malattie genetiche
che colpiscono milioni di persone non hanno ancora una terapia
efficace senza sapere se domani o fra un anno funzioneranno
meglio per curare una certa malattia. É logico, è ovvio, è buon
senso comune che sia necessario studiarle. Il governo della
California ha stanziato bilioni di dollari per creare un
istituto che sarà diretto da Irvin Weizman proprio
per studiare questo tipo di cellule, quindi c'è qualcuno
nel mondo che pensa che questo argomento meriti uno studio
approfondito, anche se è vero che, a tutt'oggi, nessuno è mai
stato curato con le cellule staminali embrionali. Il fatto
che su scala planetaria in Italia non si possa lavorare sulle
cellule staminali embrionali non è che cambi in modo
drammatico lo scenario internazionale ed è inutile
che ci nascondiamo dietro un dito: la ricerca in Italia è in
serie B, quindi se si ritira una squadra dal campionato di
serie B non è che poi cambiano molto i vertici e lo
scudetto, ma è l'ennesimo peso che grava sulla dignità,
sulla libertà dei ricercatori italiani, che già ne
devono sopportare tante: mancanza di fondi, disattenzione
da parte dei media che spesso si trasforma in sensazionalismo,
presentandoli un giorno come dei sadici che seviziano animali
per conto delle multinazionali e il giorno dopo come santi
che sacrificano la loro vita nel tentativo di trovare cure
per malattie che oggi non ce l'hanno. Bisognerebbe cercare
di capire che i ricercatori sono delle persone che lavorano
come tutti gli altri e che cercano di fare bene il proprio
lavoro, un lavoro bellissimo per chi ha la fortuna di poterlo
fare, ma difficile e faticoso da svolgere oggi, in Italia,
soprattutto dopo l'approvazione di questa legge. Veniamo
al punto della questione che non riguarda la creazione di
embrioni per la ricerca, perché ce ne sono centinaia
di migliaia congelati in tutto il mondo vivi, sono vivi nel
congelatore ma non hanno possibilità di svilupparsi
per il semplicissimo motivo che i mammiferi non si possono
sviluppare al di fuori dell'utero della madre. Quegli embrioni
sono destinati a morire, sono concettualmente del tutto uguali
a una persona che si trova in uno stato di coma irreversibile,
in cui alcune funzioni vitali sono mantenute, ma in cui non
c'è più speranza di vita e quindi, come la
Chiesa accetta la donazione di un organo da un cadavere,
non si capisce perché non possa essere accettata la
ricerca su embrioni che sono senza speranza di divenire persona.
Non bisogna essere un grande embriologo per distinguere un
embrione capace di impiantarsi nell'utero da uno che invece
ha difetti di sviluppo che non darà mai origine a
una persona, ma da cui invece è possibile isolare
delle cellule staminali embrionali. Quindi perché si
vuole proibire questo? Se funzionano o non funzionano per
le malattie che vogliamo proporci di curare il discorso è finito
lì. Non c'è un tifo a favore delle staminali
embrionali o delle adulte. Il fronte cattolico non vuole
che siano studiate, lo ha detto chiaramente Bompiani: perché è una
strada scivolosa, qualora si dimostrasse che funzionano,
che queste cellule possano veramente funzionare per una malattia
o per un'altra, allora sorgerebbe un imperativo morale per
il medico: fornire al paziente la migliore cura possibile.
Ma non è finita qui, perché dopo questo step
ci sono ancora in corso una serie di tentativi di isolare
cellule staminali embrionali da fonti alternative all'embrione
e non è detto che non ci si possa riuscire. Il sacrificio
di un embrione eventuale è un ultimo step che va preso
con la massima serietà e con la massima considerazione,
non è che noi laici abbiamo un particolare desiderio
di utilizzare gli embrioni. Noi abbiamo il desiderio di usare
la migliore strategia possibile e se questo si può fare
evitando di usare gli embrioni ed evitando questa situazione
conflittuale che si va esacerbando ogni settimana di più,
siamo i primi a rallegrarcene, ma se invece non ci fosse
un'alternativa, allora diventa importante che si possa lavorare
con gli embrioni. Un punto banale che si dimentica è che
qualunque sia il diritto di un embrione di mammifero, di
uomo nella fattispecie, questo è comunque legato al
fatto di svilupparsi all'interno di un utero: se noi fossimo
pesci, una volta messi in acqua sarebbero affari nostri se
riuscissimo a svilupparci e a non essere mangiati da qualcun'altro.
Il problema invece è che un embrione di mammifero
non solo ha bisogno della madre, ma è in intimo contatto
con lei, è una cosa sola con lei e quindi non si può pensare
di enucleare il diritto dell'embrione da quello della madre
e da tutto questo processo, che parte in prima fase dalla
volontà della madre di accogliere dentro di sé un
bambino in potenza. Quando si dice: «É strumentale
pensare che una donna voglia fare un figlio solo per guarire
un altro malato», potrebbe essere considerato come
uno stupendo atto d'amore e non affatto strumentale. Così come
l'idea di selezionare - come è stato fatto nel caso
del bambino affetto da talassemia - un fratellino che sia
compatibile dal punto di vista immunologico è un atto
d'amore. Nella ricerca, anche sulle cellule staminali embrionali,
c'è comunque un atto di amore che è quello
di cercare di trovare una cura per chi oggi non ce l'ha.
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