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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
giugno 2005
 


ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

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A cura dell'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno - Area Comunicazione

PORTUALITÀ VERO MOTORE DEL SUD
UNA REALTÀ IN PIENO SVILUPPO
SRM analizza lo stato del settore portuale meridionale

Francesco Saverio Coppola
Direttore dell'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno
segreteria@srmezzogiorno.it

 

L'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno ha realizzato la ricerca dal titolo "Le vie del mare: lo sviluppo del sistema portuale meridionale nel contesto internazionale", delineando in particolare lo stato di attuazione del sistema portuale meridionale. Protagonisti della ricerca i porti di Napoli, Salerno, Gioia Tauro, Taranto e Bari. Il lavoro è stato presentato il 9 giugno a Roma presso la sede dell'ABI e sarà presentato a Napoli il prossimo 27 giugno nel corso di un convegno cui saranno chiamati a relazionare alcune delle principali associazioni di categoria del settore di livello nazionale e internazionale - Assoporti, Confitarma, FITA, ESPO - le autorità portuali ed esponenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Regione Campania. Per quanto riguarda il porto di Salerno, la ricerca evidenzia una realtà che sta attraversando un periodo di sviluppo perché ha saputo cogliere le opportunità di un mutato e più favorevole contesto competitivo, sebbene la sua operatività sia caratterizzata dalla carenza di spazi. La chiave del successo del porto è basata sul consolidato rapporto sinergico esistente tra gli operatori privati e quelli portuali che ha consentito allo scalo di migliorare le proprie performance, in termini assoluti e in rapporto ai porti vicini. La rinnovata centralità del Mediterraneo, dovuta sia all'incremento dei traffici con i nuovi mercati dell'Est sia al fenomeno del gigantismo navale che ha reso inaccessibile per molte navi di nuova generazione l'attraversamento del canale di Panama, ha comportato un aumento del traffico per i porti del Mezzogiorno. Salerno ha anche beneficiato del successo di Gioia Tauro che ha attivato una serie di collegamenti con navi feeder creando un network che consente lo sviluppo di tutti i regional port; grazie a tali collegamenti il porto è attualmente messo in relazione praticamente con tutto il mondo. L'incremento dei traffici dello scalo è dovuto anche al vero e proprio boom che hanno avuto le autostrade del mare che toccano Salerno. Attualmente la Grimaldi ha fissato due collegamenti settimanali con 2 navi che collegano Salerno con Tunisi e Valencia, e l'operatore Caronte & Tourist prevede invece collegamenti con Messina e Catania.

Le navi per i traffici commerciali e turistici hanno ormai raggiunto percentuali di riempimento maggiori rispetto alle stime che, qualche anno fa, gli armatori consideravano ottimali a regime. Lo sviluppo repentino di questo tipo di collegamenti ha inizialmente creato alcuni problemi per il porto che aveva una natura esclusivamente commerciale, e quindi è stato indispensabile riconvertire le infrastrutture per accogliere i passeggeri e la merce accompagnata. Al riguardo sono state previste diverse iniziative nel progetto di variante al Piano Regolatore Portuale, già approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sul quale attualmente sono in corso valutazioni di impatto ambientale. Il progetto concerne in generale la razionalizzazione delle strutture esistenti nel porto lasciando immutato il bacino portuale e ottimizzando le banchine già esistenti adeguandone lunghezza, larghezza e profondità, al fine di consentire l'attracco delle nuove navi di dimensioni maggiori. Per realizzare l'ormeggio di navi RO RO è previsto l'allungamento del molo di Ponente che, attualmente ha una funzione esclusivamente perimetrica, consentendo così di liberare aree preziose perché questi traffici si svolgano su altre banchine. In attesa che il nuovo Piano Regolatore Portuale sia approvato, per ovviare alla carenza di ormeggi destinati alle autostrade del mare e far fronte alla crescente domanda, è stato approvato il progetto di allungare il molo di Ponente utilizzando dei sistemi di attracco mobili denominati briccole che, proprio per queste caratteristiche, non rientrano nella pianificazione da approvare ai sensi della legge 84/94. Nell'ambito della strategia di consolidamento e ottimizzazione delle infrastrutture esistenti il progetto di nuovo Piano Regolatore Portuale prevede anche diversi interventi che possono essere distinti in quelli inerenti l'interno porto e quelli l'esterno porto, riguardanti la riqualificazione del collegamento porto-città e porto-collegamenti viari e ferroviari. É previsto un intervento sul Molo Manfredi destinato al traffico da crociera perché attualmente non è ottimizzato, in quanto non sufficientemente infrastrutturato. Tra le priorità dell'Autorità Portuale rientrano anche gli investimenti in tecnologia: in questa fattispecie sono compresi anche gli interventi per la security che riguardano prevalentemente l'informatizzazione del porto. Per quanto riguarda gli interventi inerenti l'esterno porto, dalla Rfi Spa (la società che gestisce la rete ferroviaria italiana) è giunto il parere favorevole sullo studio di fattibilità relativo al tratto di strada ferrata in tunnel, che dovrà congiungere il porto con la stazione di Salerno: l'opera è stata già inserita nell'elenco dei grandi progetti infrastrutturali della Legge Obiettivo. Per i collegamenti stradali il Comu-ne di Salerno e l'Autorità Portuale hanno firmato un protocollo d'intesa per un concorso internazionale che, nell'ambito del Piano Regolatore Portuale, favorisca il generarsi di progetti finalizzati al superamento delle criticità di collegamento attualmente esistenti, dovute alla posizione di un porto stretto dal centro storico ad est e ovest e dal promontorio alle spalle. Per quanto concerne i finanziamenti per la realizzazione delle infrastrutture, nell'arco di tempo dal quale è stata costituita l'Autorità Portuale non ci sono stati mai particolari criticità. Gli stanziamenti provenienti dalla misura 6.1 del POR, dalla Legge Obiettivo, dalla legge 413, dalla 166 e dal bilancio del Ministero sono stati sufficienti a coprire tutte le opere previste nel POT. Sarà probabilmente necessario programmare maggiori risorse per opere più imponenti, quali ad esempio quelle che scaturiranno dal concorso internazionale per il miglioramento del collegamento del porto con la rete viaria. In quest'ambito, anche l'Autorità Portuale di Salerno ritiene importante ottenere l'autonomia finanziaria che, se riconosciuta, consentirebbe di eliminare una serie di problemi operativi. Un budget specifico assegnato al porto, da gestire con entrate proprie di cui rendicontare al Ministero l'utilizzo, contribuirebbe a ridurre i tempi necessari all'autorizzazione e al successivo finanziamento delle opere interne all'area portuale. In sintesi, è emerso che la strategia vincente del porto di Salerno è basata sulla flessibilità garantita dagli accordi tra gli operatori portuali che hanno da sempre lavorato nell'interesse del porto. Sussiste una forte integrazione tra tutti i soggetti che operano nello scalo salernitano e un coordinamento tra le parti che sono alla base del successo. Salerno rappresenta uno dei pochi casi in cui i terminalisti privati hanno avuto il "coraggio" di investire il proprio capitale: una delle conseguenze è ad esempio che a Salerno si utilizza il software "Cosmos", lo stesso impiegato a Rotterdam, finalizzato a ottimizzare lo stoccaggio dei container. Si è dimostrata una strategia vincente anche quella di non effettuare delle scelte infrastrutturali irreversibili che potessero vincolare il porto soltanto a una certa tipologia di traffico; la flessibilità operativa ne ha consentito una crescita costante e proporzionale a quella dei traffici. Questa politica, infatti, è finalizzata a superare la più grave carenza del porto che è rappresentata dalla mancanza di spazi che ancora nel breve termine rischia di soffocare lo scalo: attualmente infatti gli indici di utilizzazione delle superfici dell'area portuale sono particolarmente elevati e, in assenza di opportuni provvedimenti, la situazione è destinata a peggiorare nel tempo con inevitabili ricadute sulle condizioni di sicurezza ed efficienza. Particolarmente problematici per l'Autorità Portuale risultano dunque anche i vincoli di natura politica e ambientale che ritardano la realizzazione delle infrastrutture terrestri e marittime.

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