ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 5
giugno 2005
 


ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

Io voto 4 volte sì

scarica l'inserto 90 Kb
punti di vista - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

Punti di vista

Piero Fassino
Segretario Nazionale dei DS
   
Giovanni Alemanno
Ministro delle Politiche Agricole e Forestali

di Vito Salerno & Raffaella Venerando

Una scala di priorità per il Sud.
Piero Fassino: «Sono quattro le priorità. Primo, sostenere fortemente le imprese del Mezzogiorno favorendo sia la specializzazione tecnologica sia l'afflusso di nuovi investimenti attraverso politiche di agevolazioni fiscali, di crediti d'imposta, di incentivi, di sostegno al sistema delle imprese. Secondo, occorre una concentrazione di una forte quota di investimenti pubblici per superare il gap infrastrutturale che nel Mezzogiorno è più acuto rispetto al resto d'Italia. Terzo, un piano straordinario per i giovani con un forte investimento in formazione, sapere, conoscenze, scuola e università per favorire così l'avvio al lavoro di un numero più ampio di giovani qui dove i livelli di inoccupazione sono più alti. Quarto, una valorizzazione forte dell'ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico artistico culturale facendo di un turismo moderno e sviluppato una leva, insieme all'industria e ai servizi, di rinascita del Mezzogiorno. Sono quattro assi sui quali si può costruire una politica che rimetta il Sud al centro dell'agenda politica dopo che con il governo di centro destra di questi anni è stato abbandonato».
Giovanni Alemanno: «In questo ultimo anno di Governo dedicheremo al Sud la massima attenzione per ripristinare la fiducia e ridare smalto all'economia. Ma non è vero che non ci sia stata una politica a favore del Mezzogiorno perché invece il Governo ha fatto moltissime cose in questi quattro anni, anche se non sono state comunicate con chiarezza. Ora non dobbiamo commettere lo stesso errore e per fare arrivare il messaggio della discontinuità è importante l'unità di azione e di intenti e la fine delle polemiche. È proprio il Mezzogiorno una delle priorità indicate nel programma del nuovo Governo. I temi sul tavolo sono: l'impresa e la famiglia. Su questi dobbiamo concentrarci e realizzare un'azione comune nella prospettiva di un rilancio del Sud e di una riconquista del suo consenso. Il Mezzogiorno possiede i migliori imprenditori; non dobbiamo dimenticare che è molto più difficile essere imprenditori al sud che al nord. Chi riesce a fare impresa al sud è quasi un eroe, vuol dire che è riuscito a vincere difficoltà di contesto molto forti. Si tratta di valorizzare questi talenti e di immaginare lo sviluppo del Mezzogiorno non come importazione di modelli che vengono dal nord ma come un modello di sviluppo che sia veramente originale, differenziato e complementare rispetto a quello del settentrione. Ma soprattutto dobbiamo studiare un piano che tenga conto che la sfida deve nascere dal territorio. L'imprenditoria soprattutto, in particolare quella agroalimentare, deve crescere rispettando le vocazioni del Mezzogiorno».
Quale politica fiscale per sostenere la crescita.
Piero Fassino: «Una politica che sostenga con crediti di imposta, fondati su automatismi e non su intermediazione politica, e agevolazioni fiscali che aiutino le imprese, soprattutto quelle che fanno scelte di qualità. Penso alle aziende che hanno una più alta quota per le esportazioni, che investono di più in ricerca e innovazione per specializzare tecnologicamente le produzioni, che assumono giovani o stabilizzano i contratti rendendoli a tempo indeterminato, a quelle che affrontano il tema dell'inoccupazione femminile, che fanno emergere attività sommerse».
Giovanni Alemanno: «Saranno adottati tutti gli strumenti di fiscalità differenziata compatibili con l'UE, inseriti nel decreto competitività. La fiscalità differenziata deve essere il principale vantaggio competitivo da offrire al Mezzogiorno. La possibilità di ridurre l'Irap mediante nuove assunzioni permetterà alle aziende di risparmiare fino a centomila euro. Il che significa azzerare quasi del tutto l'imposta regionale sulle attività produttive. Nella prossima finanziaria poi saranno completati alcuni importanti processi economici legati al Mezzogiorno. Dobbiamo reintrodurre gli incentivi automatici per le imprese, alle quali è riservata un'attenzione particolare, ed entrare nella dinamica dei settori e dei distretti produttivi che possono trainare il Paese. Al collega delle Attività Produttive spetta invece il compito di sollecitare le società pubbliche, come Eni ed Enel, a investire nel Mezzogiorno il 30% delle risorse, perché finora non lo hanno fatto. Il Sud ha bisogno di mezzi finanziari freschi e di investimenti. A tal fine c'è bisogno di concentrare tutte le risorse disponibili: insieme al Ministro Micciché abbiamo calcolato che ci sono a disposizione 22 miliardi di euro che rischiano di essere scarsamente utilizzati per carenze progettuali. Dobbiamo invece farne un uso tempestivo per un rilancio dell'economia locale in grande stile».
Il suo giudizio sul decreto per la competitività.
Piero Fassino: «È un provvedimento modesto per l'entità delle risorse finanziarie che lo sostengono. Quattro miliardi di euro in quattro anni per l'apparato industriale del sesto Paese del mondo è poca cosa. In gran parte sono misure congiunturali che non incidono strutturalmente e l'impressione è che non siano da sole sufficienti. È necessario che queste misure siano accompagnate da una vera politica industriale che per ora non si è vista».
Giovanni Alemanno: «Il provvedimento sulla competitività segna una svolta per il Paese. Con questo decreto il Governo ha dato un segnale forte proprio al Sud. Fermo restando che le risorse destinate alla competitività devono essere aumentate, e stiamo già ragionando su come farlo, il provvedimento viene incontro alle esigenze del Mezzogiorno: basti pensare alla fiscalità differenziata. La legge sulla competitività permette di ritornare alla politica industriale di settore, ai distretti, ridefinendo anche il ruolo del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Ritengo importante la trasformazione del Cipe in comitato per lo sviluppo per il ritorno a una politica industriale nel Paese, assente dal 1992, i tempi di Tangentopoli».
Il prossimo 12-13 giugno ci sarà il referendum sulla fecondazione assistita. Una sua riflessione.
Piero Fassino: «È un referendum importante perché con i quattro quesiti che saranno sottoposti ai votanti si cerca di migliorare la legge 40/2004 su questioni di grande interesse per i cittadini. In primo luogo, consentire la fecondazione assistita a coppie che pur non essendo sterili sono però affette da malattie che possono essere ereditariamente trasmissibili. Con la nostra proposta di modifica della legge si tutela la salute dei bambini e dei nascituri, li si mette al riparo da possibili malattie ereditarie. Secondo, garantire che si possano usare per la ricerca gli embrioni non utilizzati per la fecondazione assistita, per consentire di arrivare alla cura di malattie come l'Alzheimer, il Parkinson e il cancro. È quindi interesse della società che la ricerca non sia inibita nella sua possibilità di curare le malattie. In terzo luogo, con il referendum si chiede che le pratiche di fecondazione assistita siano meno invasive per le donne, tese a salvaguardare la loro salute. Infine, la possibilità ove vi sia la sterilità assoluta dell'uomo di ricorrere alla fecondazione eterologa utilizzando, a certe condizioni, anche un seme maschile esterno alla coppia per avere un bambino. Sono quattro proposte per migliorare nettamente la legge in vigore che vanno nella direzione di tutelare la coppia, la donna, il bambino, di corrispondere al desiderio di diventare genitori, di garantire alla scienza di poter ricercare. Sono questioni di buon senso e di civiltà; non intendiamo fare nessuna guerra ideologica o di religione perché il referendum non mette contro chi è credente con chi non lo è».
Giovanni Alemanno: «Voglio precisare che i temi sulla vita non sono negoziabili nella dialettica politica. Personalmente considero questo referendum uno strumento improprio perché propone ai cittadini quesiti altamente complessi e perché si riferisce a un valore indiscutibile: quello della vita. Alleanza Nazionale ha scelto di lasciare libertà di coscienza e io rispetto la decisione dei partiti considerando la particolare delicatezza di questi temi che non ammettono schematizzazione né politica né tanto meno partitica. In questo ambito, e solo in questo, si colloca la personale decisione di impegnarmi per l'astensionismo attivo contro il referendum sulla legge 40/2004, promuovendo insieme all'associazione culturale "Area" dei comitati chiamati "Militanti per la vita", che si sono riuniti in una manifestazione nazionale, a Roma, il 27 maggio scorso. Il non raggiungimento del quorum, inoltre, lascerà la porta aperta per un nuovo e più meditato intervento parlamentare che migliori la valenza di questa legge, che ha comunque colmato un vuoto legislativo ed è un importante intervento parlamentare di una vasta maggioranza.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Giugno -5.927 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it