RAPPORTO AVELLINO 2005
LE CONDIZIONI PER LO SVILUPPO
INVESTIRE NEL NOSTRO FUTURO
LA POLITICA DI COESIONE 2007-2013
l’ALLARGAMENTO dell’ue A EST
un’OPPORTUNITà di tutoraggio
ITALPACK DI LACEDONIA
L'INNOVAZIONE SI TOCCA “CON MANO”
l’intuizione vincente del GRUPPO EISE
cercare e TROVARE NUOVI CLIENTI E AGENTI IN EUROPA
l’ALLARGAMENTO dell’ue A EST
un’OPPORTUNITà di tutoraggio
Il progetto è per un Sud che sia piattaforma logistica per i flussi commerciali
Maddalena Chiumiento
Ricerche & Studi s.r.l. ricerchestudi@confindustria.avellino.it
I dati Unioncamere sullo sviluppo dell'Irpinia segnano, purtroppo, un dato coerente con il resto del sistema Italia: la stagnazione economica. Un anno, il 2004, segnato dalla crescita zero del reddito procapite, dalla diminuzione della propensione al consumo e dalla crescente sfiducia verso la ripresa. Una provincia "ferma" in un Mezzogiorno ormai deputato a raccogliere i proclami della crescita dalle pagine dei quotidiani nazionali; si parla di zone franche, di incentivi fiscali, di sburocratizzazione, ma nella sostanza le politiche del Governo Centrale per il Sud sono deboli e pressoché inesistenti. La ritrovata omogeneità politica nell'area del Mezzogiorno e l'avvio del coordinamento permanente delle Regioni, lasciano presagire comunque una candidatura competitiva del sistema del Mezzogiorno nei prossimi scenari economici euromediterranei. Da un lato l'allargamento a Est con l'Europa a 25, dall'altro la liberalizzazione degli scambi commerciali con l'area del Maghreb nel 2010; un mercato enorme ma disomogeneo per cultura, politiche sociali, tipologia di consumi, dove fattore competitivo sarà l'instaurazione di alleanze fra aree. Il progetto è per un Mezzogiorno che sia piattaforma logistica per i flussi commerciali, ma occorre investire in infrastrutture e trasporti. A fronte dei collegamenti logistici internazionali sono necessari sistemi locali capaci di inserirsi competitivamente nei modelli economici mondiali che si configureranno. La provincia di Avellino deve dotarsi di un sistema infrastrutturale che le permetta di collegarsi efficientemente al corridoio n.5 (asse di collegamento Venezia-Trieste-Kiev-Paesi Balcani) per rafforzare la propria presenza in un'area in via di stabilizzazione, beneficiaria di cospicui stanziamenti da parte della Comunità Europea. L'allargamento a Est non deve, però, essere visto solo come l'apertura di un nuovo mercato di sbocco per i nostri prodotti, perché si rischia di fallire in termini di competitività dell'offerta. L'economia provinciale è un'economia tradizionale di tipo "labour intensive" i cui processi e la cui organizzazione si stanno modificando in virtù dell'ingresso sugli scenari mondiali di Paesi con un'altissima offerta della risorsa primaria per questo tipo di economia: la forza lavoro. Le opportunità offerte dai nuovi Stati Membri, quindi, devono essere ricercate nelle occasioni di investimento produttivo e finanziario e nel trasferimento di competenze manageriali e tecnologiche in Paesi in cui la necessità di allineamento all'economia europea si tradurrà in una richiesta di "tutoraggio". Fenomeni di spin-off d'impresa e di spill-over tecnologico e manageriale sembrano essere, con le dovute proporzioni, l'evoluzione naturale dei rapporti fra gli imprenditori irpini e le nuove classi dirigenti dell'Est Europa. L'esperienza della ricostruzione imprenditoriale post-sisma ha qualificato una classe imprenditoriale capace non solo di creare un indotto professionale e specializzato intorno agli investimenti delle multinazionali del settore metalmeccanico, ma anche di uscire dalle logiche del contoterzismo monocliente per proporsi con forza e capacità sul libero mercato. Una classe imprenditoriale che si sta riconvertendo, delocalizzando le produzioni a favore di attività di ricerca e innovazione di processo e prodotto. L'imprenditore irpino da coachee a coach. La proposta è lapalissiana.
|