CHéZ “NONNA SCEPPA”
IL GUSTO DELLE COSE SEMPLICI
Nel famoso locale di Paestum la qualità dei prodotti è l’essenza dell’ottima cucina
Ferdinando
Cappuccio
Cultore di enogastronomia
ferdinando.cappuccio@banca.mps.it
Certamente una delle mete turistiche più gradite della nostra provincia è Paestum. Il fascino dei templi e la bellezza paesaggistica, con un felice connubio mare-campagna, attirano ogni anno frotte di visitatori italiani e stranieri. Nell'ambito di una visita escursionistica, fonte d'attrattiva è anche il poter gustare prelibatezze culinarie in un ambiente sereno e ospitale. Tali caratteristiche sono certamente riscontrabili in "Nonna Sceppa", da anni il ristorante ai vertici delle indicazioni gastronomiche sia delle guide del settore, sia del "passaparola" degli avventori più esigenti.
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Raffaele Chiumiento, proprietario di “Nonna Sceppa” - Paestum |
Il locale, sorto alla fine degli anni '60 ad opera di Antonio Chiumiento e della moglie, trova le sue vere origini nel ventennio antecedente, quando la madre di Antonio, la mitica Sceppa, ospitava cacciatori e pescatori di anguille nella propria abitazione rurale, cucinando insieme al cacciato e al pescato degli ospiti, anche i propri prodotti dell'orto (asparagi, "vutarelle", carciofi…). Il ristorante, inizialmente composto da uno stanzone annesso alla casa rurale e dal pergolato antistante, crebbe piano piano grazie al successo di una cucina genuina e semplice (qualcuno ricorda ancora gli splendidi polli ruspanti, il baccalà e lo “stocco” cucinati dalla moglie di Antonio originaria dell'Agro Nocerino-Sarnese). La vera svolta si ebbe però a metà degli anni '80 quando i figli del proprietario, che subentrarono gradatamente nella gestione, cominciarono a costruire quello che oggi si presenta come un attrezzato e importante locale. Il motivo del successo dei fratelli Chiumiento, oggi come ieri, è però quello di non aver dimenticato le proprie radici, ben piantate nella cultura cilentana; così l'ospitalità risulta al centro dell'offerta e il rinnovamento nella cucina, pure indispensabile, trae continua linfa dalla tradizione. Il locale è spazioso e a prima vista può spaventare, ma attenzione: dal momento in cui varcherete il cancello d'ingresso ne scoprirete tutte le peculiarità positive. Non avrete innanzitutto problemi di parcheggio (cosa molto importante specie nell'alta stagione), poiché sotto un bel parco-giardino e in appositi posti auto, sarete guidati da un sorvegliante a posizionare comodamente la vostra autovettura. Non appena entrati sulla grande terrazza (in estate si mangia fuori) o nel luminoso salone, sarete ricevuti da uno dei proprietari che con grande cordialità (ecco che viene fuori la matrice cilentana) vi accompagnerà al tavolo ben apparecchiato con giusti bicchieri e soprattutto "comodo" (i tavoli sono, infatti, grandi e ben distanziati). Mentre assaggerete l'aperitivo offertovi, sarà portato il menù ampio e ben dettagliato, nonché l'enorme e assortita carta dei vini, frutto della passione e della competenza di Raffaele Chiumiento.
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Raffaele Chiumiento con alcuni suoi collaboratori |
Dopo un giusto intervallo, sarete avvicinati dai proprietari, non tanto per prendere la comanda, quanto piuttosto per tentare di capire i vostri gusti e le vostre esigenze, consigliandovi e proponendovi piatti anche extra menù. Appare immediatamente lampante che il cliente da "Nonna Sceppa" è in posizione di assoluta centralità; viene, infatti, capito, coccolato come se fosse un ospite di riguardo che viene a pranzo o a cena a casa d'amici. Così gli stranieri che si aspettano di provare le specialità locali potranno gustare le migliori mozzarelle della Piana del Sele, mentre i buongustai potranno vedere stuzzicate le fantasie gastronomiche da offerte particolari che spaziano dai cibi della tradizione (trippa, baccalà…), a quelli più ricercati (aragosta o astice vivi, piccole spigole di mare…). Nella mia ultima visita, pur tentato da una magnifica fritturina di sfizi (crocchette di patate fatte all'antica maniera, piccoli arancini di riso, pizzette fritte con una spruzzata di Parmigiano, mozzarelline di bufala impanate, polpettine di melanzane…), ho optato per un antipasto di splendidi gamberetti freschi appena scottati, contornati da tenerissimi carciofi conditi con olio extra vergine di oliva di gran sapore. È un piatto che dimostra come la qualità dei prodotti sia la vera essenza fondamentale della buona cucina. Ho proseguito assaporando un carpaccio di baccalà con puntarelle. Il sapore forte del pesce è stato attenuato magnificamente dalla verdura (quasi introvabile nelle nostre zone), creando un piatto di grande equilibrio gustativo. Pur attratto da tanti primi piatti invitanti come il risotto con carciofi, menta e zucchine, oppure le scarole e fagioli all'extra vergine, di antica prelibatezza, ho preferito gustare un'ottima pezzogna al sale. Questo tipo di cottura necessita di un'assoluta freschezza del pesce, in quanto serve a trasferire prepotentemente al gusto il sapore del mare. Il piatto presentatomi è stato talmente buono da non aver bisogno neanche di un filo d'olio per essere pienamente goduto! Non poteva però mancare il dolce e, preso dalla golosità, ho ordinato una cassata semplice con ricotta di bufala. E anche in questa elaborazione, al di là di un'ottima ed equilibrata preparazione, ciò che mi ha colpito è stata ancora una volta la materia prima; il sapore della ricotta era, infatti, sublime e mi ha riportato alla mente il ricordo di sapori ormai dimenticati. E i vini? Tralasciate i classici e approfittate della varietà in offerta per privilegiare delle vere e proprie "chicche" come il magnifico Fiano (non barricato!) di Marsella, vino amato anche dal mitico Don Alfonso di Sant'Agata sui due Golfi. Le mie voglie gastronomiche sono state quindi ben soddisfatte dalla visita a Nonna Sceppa e ho capito ancora una volta perché i confratelli francesi di Rouen della Confrérie des Compagnon Guste-vin de Normandie, ospitati da "I 20", ne hanno tanto decantato l'ospitalità e l'offerta enogastronomia goduta durante la loro visita a Paestum dell'anno scorso. Con tanti pseudo-innovatori della cucina, un tuffo nel mangiare bene in un periodo di eccessiva "afa" culinaria, spesso è indispensabile!
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