CONFINDUSTRIA CAMPANIA
l’intervista A GUIDO TROMBETTI- l’italia ha un forte
bisogno di logica
l’intervista A RAIMONDO PASQUINO- salerno dinamica
nella ricerca applicata
l’intervENTO A FRANCESCO DE LONGIS -innovazione È competere
Brevetti: cosa sono
e cosa È possibile depositare
Xilopack: imballi da Oscar
Rummo: l’invenzione della pasta a Lenta Lavorazione
Edilizia, Vestrut: un sistema per grandi solai senza pilastri
Villa Massa: limoncello e altri prodotti “spiritosi” di alta qualitÀ
Estratti di innovazione alla Magaldi Ricerca & Brevetti
UniversitÀ di Salerno: innovazione nell’elettronica per le fonti rinnovabili
innovazione È competere
Francesco DE LONGIS
Vice Presidente Confindustria Campania
con delega alla Ricerca e all’Innovazione
Dagli ultimi studi degli economisti della Banca d'Italia risulta chiaro ed inconfutabile che le imprese italiane sono rimaste arretrate perché poco tecnologiche e quindi poco competitive. Queste carenze sono più evidenti, ovviamente, nelle piccole e medie imprese perché generalmente meno sensibili verso l'acquisizione di tecnologie di processo e verso la ricerca di nuovi materiali e quindi di nuovi prodotti. Infatti, non va trascurato un aspetto importantissimo e cioè che le piccole imprese non hanno e non possono avere al proprio interno un'organizzazione vocata alla ricerca e, pertanto, andrebbero studiate occasioni che favoriscano l'accesso all'innovazione attraverso una fase di accompagnamento. L'innovazione tecnologica deve essere intesa come innovazione di processo, innovazione di prodotto e innovazione organizzativa: quindi un intervento a 360°.
Non basta comprare tecnologia o computer per essere classificate imprese tecnologiche, ma occorre organizzare e specializzare il personale per gestire i vari processi per rendere sempre più competitive le nostre aziende in un mercato tanto globalizzato e specialistico, anche e soprattutto su prodotti cosiddetti tradizionali. Insomma è necessario acquisire risorse e competenze per incentivare e favorire l'ammodernamento del nostro apparato produttivo. Per quanto ciò premesso e atteso che il mondo produttivo meridionale è costituito da medie e piccole imprese industriali è necessario fare alcune considerazioni. In mercati così globalizzati è il "prodotto" che fa crescere una azienda e la rende visibile e competitiva. Le migliori risorse, le migliori capacità imprenditoriali ed organizzative devono essere rivolte all'innovazione di prodotto in quanto senza un prodotto innovativo l'azienda non potrà mai essere competitiva. Ed il prodotto va inteso non solo come manufatto, ma come il complesso di attività che l'impresa offre. Tuttavia, accanto ad uno sforzo costante e continuo di innovazione di prodotto, sia esso tecnologico sia esso tradizionale, è fondamentale la ricerca di nuovi processi. Per capire quanto sono necessari ed insostituibili i processi di innovazione bisogna che ci sia un radicale cambiamento delle menti che reggono il timone delle imprese. Più ampi sono apertura e coinvolgimento di tutte le energie presenti nell'azienda, a partire dagli addetti fino ad arrivare al management, più l'innovazione riesce a rendere l'impresa forte e pronta a vincere la sfida della concorrenza. Bisogna quindi puntare oltre che alla realizzazione e all'innovazione di "prodotti", anche alla specializzazione e formazione del personale aziendale. Nella convinzione che tante aziende campane sono già molto sensibili verso la ricerca e l'innovazione, sia di processo che di prodotto, e nella mia qualità di Vice Presidente di Confindustria Campania con delega alla Ricerca e innovazione, voglio qui sottolineare che il nostro sistema ha trasmesso all'Assessorato all'Università per la Ricerca e l'Innovazione Tecnologica, osservazioni riguardo al documento Saperi e Innovazione - tracce per una strategia di crescita competitiva 2007-2013 - atte a portare al centro delle problematiche le aziende industriali vero motore dell'economia regionale, dove cardine è il raggiungimento dell'obiettivo di trasferire i risultati della ricerca al mondo delle imprese. Sono fermamente convinto, infatti, che solo diventando leader in una economia della conoscenza è possibile competere ed aumentare il benessere collettivo.
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