Dizionario di Dottrina Sociale della Chiesa
(a cura di) Giampaolo Crepaldi ed Enrique Colom
Edizioni Las (Libreria Ateneo Salesiano)
Pagine 840
Prezzo: 35,00 euro
Interesserà non solo ai religiosi, ma anche agli studiosi laici il nuovo Dizionario di Dottrina Sociale della Chiesa, un imponente volume contenente le principali nozioni che riguardano l'insegnamento della Chiesa Cattolica in campo sociale. La pubblicazione è del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ed è pubblicata dalla Las-Libreria Ateneo Salesiano. La Dottrina Sociale nasce con la Chiesa stessa, le sue radici affondano difatti già nell'Antico Testamento. Da elemento della morale cristiana il magistero sociale si è poi evoluto fino alla cultura moderna, con l'obiettivo di promuovere e seminare nei solchi della civiltà quello che viene definito come un "umanesimo integrale, solidale, aperto alla Trascendenza". Nell'introduzione al Dizionario, Mario Toso, Rettore dell'Università Pontificia Salesiana, spiega che questo volume è stato scritto per «offrire, a fronte di un analfabetismo perdurante circa le categorie basilari della Dottrina Sociale della Chiesa, un sillabario comune». Uno strumento di consultazione, dunque, che si prefigge anche finalità divulgative, redatto com'è in uno stile piano e accessibile. Come si potrà vedere sfogliando il volume, sono innumerevoli i contributi che il Magistero della Chiesa ha elaborato in campi specifici: dagli Armamenti alla Pace, dalla Cooperazione allo Sviluppo, dal Debito estero all'Emigrazione, dalla Globalizzazione al Diritto al lavoro, dall'Ecologia alle Biotecnologie, dall'Amore alla Famiglia, dal Diritto alla Vita alle differenze di Genere, dal Profitto al Bene Comune. Il volume, quindi, tratta argomenti di grande attualità e fornisce una guida sicura per orientarsi verso l'ortodossia del magistero della Chiesa Cattolica, talvolta strumentalizzato e oggetto di fraintendimenti. Il Dizionario di Dottrina Sociale della Chiesa, come evidenzia nella prefazione il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: «L'obiettivo di questo dizionario è di aiutare il lettore ad acquisire una maggiore consapevolezza della responsabilità che incombe su ogni essere umano, specialmente sui cattolici, di realizzare un'azione sociale sempre più profonda ed efficiente, in consonanza con la piena verità sull'Uomo».
La visione scientifica del mondo
Bertrand Russell - Laterza
In una fresca ristampa, Laterza offre uno dei testi divulgativi del filosofo inglese più interessanti e forse meno noti per il suo contenuto. Russell ha scritto parecchi testi sul rapporto scienza-filosofia, ma questo libro è un lavoro molto diverso, perché in "La visione scientifica del mondo" Russell non scrive di filosofia della scienza, ma si lascia andare a riflessioni piuttosto pessimistiche sulla possibile predominanza della scienza nella vita dell'uomo. Il libro, (la seconda edizione qui tradotta è del 1949), non ha nulla a che vedere con il tema del pericolo nucleare e dunque anche in questo senso è diverso da altri libri divulgativi scritti dallo stesso Russell. È piuttosto un importante esempio di utopia negativa sulla società del futuro, quasi un testo di fantascienza scritto però non in come un romanzo ma in forma speculativa. Sarà forse per questo che fra i grandi autori di utopie negative del '900 (Orwell, Bradbury, Philip Dick) Russell non appare mai inserito, ma in effetti ciò che egli immagina in questo libro non è meno inquietante e futuribile di quanto pensato in "1984": il filosofo, partendo da un'analisi del metodo scientifico da Galilei a Einstein, e compiendo una breve rassegna dei risultati del progresso scientifico dalla rivoluzione astronomica a oggi, delinea l'immagine di una possibile società del tutto guidata e governata secondo criteri scientifici e quindi ragionata e modellata a tavolino. E le sue parole oggi mettono i brividi: «La prossima guerra mondiale se non finirà in parità darà la supremazia mondiale alla Russia o agli Stati Uniti. In questo modo nascerà un governo mondiale, in cui gli uomini con il loro potere supremo l'affideranno in gran parte a esperti di ogni ramo...Il governo, essendo un'oligarchia, istillerà il senso della sottomissione nella grande massa della popolazione, riservando l'iniziativa e l'esercizio del comando ai propri membri. Può darsi che inventi dei modi ingegnosi di celare il proprio potere, lasciando intatte le forme della democrazia, e dando la sensazione ai plutocrati e ai politici che queste forme sono sempre sotto il loro abile controllo». Pensando alle istituzioni non elettive che governano oggi i processi mondiali (Banca Mondiale, Consiglio di Sicurezza ONU, G8) viene da chiedersi: quella di Russell è la società di un possibile futuro, o è la società che dopo soli cinquant'anni noi stiamo già vivendo?
Cristianesimo e diritti umani nell’era della globalizzazione
 Un ricco ed articolato racconto dei diritti fondamentali dell'uomo, dall'origine biblica all'era della globalizzazione, è contenuto in un volume di Francesco Casale, docente di materie giuridiche e specialista in diritto ecclesiastico e canonico. La ricerca, edita da Edisud, è preceduta dalla prefazione di Giuseppe Acocella, vicepresidente del CNEL ed ordinario di etica sociale alla "Federico II". Il titolo dell'opera "Cristianesimo e diritti umani nell'era della globalizzazione" anticipa, già, al lettore il percorso di «un cammino storico e teorico che ha visto la Chiesa cattolica - osserva Acocella - capace di reinterpretare il suo ruolo nella modernità e la modernità stessa». La linea narrativa prescelta dall'autore è quella del metodo cronologico che consente una lettura storica delle varie fasi dell'idea di dignità dell'uomo: a partire dalla "imago dei", nell'Antico Testamento, e dal "filius in filio", nel Nuovo Testamento, alla sua mortificazione nei lager, gulag, foibe, pulizie etniche e genocidi di massa come portati dei totalitarismi del XX secolo. La ricognizione storica dei diritti fondamentali dell'uomo è articolata in cinque momenti. Il primo riguarda l'uomo nel creato è l'idea del diritto naturale e della persona delineata nella filosofia greca e nel diritto romano; il secondo comprende l'età medievale e quella moderna che segna la nascita di nuove istituzioni politiche, basate su istanze di democrazia e libertà; il terzo è dedicato alla dottrina sociale della Chiesa ed ai principali problemi umani connessi all'avvento del capitalismo e ai processi di industrializzazione della società; il quarto si occupa del fondamento filosofico dei diritti umani e dei contributi della Chiesa sul tema e sulla sua capacità propulsiva di sostenere specifiche iniziative in consessi e contesti internazionali; il quinto prende in considerazione prospettive nuove dei diritti umani, a partire dalla loro protezione e dalla evoluzione della legislazione internazionale alla prefigurazione di un diritto universale e dei relativi strumenti legislativi e giudiziari. Nello specifico, secondo l'autore, il "novum" nell'insegnamento sociale cattolico riguarda l'affermazione del «crimine di genocidio come un fatto sottratto ai cosiddetti affari interni di uno Stato», così come in un contesto senza barriere statali e/o nazionali si profilano nuovi interessi collettivi dell'umanità che reclamano strumenti di salvaguardia del diritto della persona alla salute, all'ambiente ed all'informazione. Per le problematiche in esso contenute, si tratta di un volume che, secondo Acocella, ha il merito di introdurre il tema del «contributo di laicità che una dottrina sociale di matrice religiosa, come quella della Chiesa cattolica, e in grado di apportare alla smarrita inquietudine del mondo contemporaneo ed alle sue domande sull'uomo».
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