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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2006
 


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Quando il consumo di carta diventa ecocompatibile

 Massimo MEDUGNO

L’Italia, da importatrice di carta da macero, grazie
a efficaci politiche ambientali, si sta trasformando
in un Paese autosufficiente e, addirittura, esportatore


Qualche mese fa ho ricevuto una telefonata di un operatore del Marocco che aveva intenzione di esportare carta da macero in Italia. Mentre riflettevo sulle concrete possibilità e sulle opportunità logistiche in materia, mi sono reso conto (una volta di più) che il Mediterraneo non ha mai rappresentato una frontiera, neanche nel lontano Alto Medioevo, e che oggi può diventare addirittura un'autostrada. Neanche in quei secoli, infatti, le correnti di traffico tra le due sponde del Mediterraneo si sono mai interrotte: un segno eloquente è, ad esempio, il rapporto di cambio tra il contenuto in argento del soldo carolingio e il dirham d'argento e d'oro dei domini del califfato. Il Mediterraneo è fondamentale anche per il viaggio intrapreso dalla "invenzione della carta" nella sua marcia di avvicinamento dalla Cina verso l'Europa.
Gli storici della carta di Amalfi e Fabriano, inconciliabili nello stabilire a chi spetta il primato in Italia, sono concordi nel sostenere che furono gli arabi a introdurre la produzione della carta in Occidente. Ma la carta prodotta in Italia, che gradualmente si diffonde in tutto l'Occidente, era di una qualità di gran lunga superiore a quella portata nella penisola italiana qualche tempo prima. Era più forte e resisteva meglio all'umidità.
La carta viene fatta con gli stracci che sono considerati dei materiali estremamente preziosi e già nel XIV secolo esistono severe prescrizioni nella raccolta e nella vendita degli stracci. Il Senato di Venezia nel 1366 vieta l'esportazione degli stracci. Indubbiamente il consumo di carta è strettamente connesso con lo sviluppo economico di un Paese. A parte il consumo delle carte da scrivere, per giornali e periodici, va considerato che con la carta si fabbricano imballaggi di trasporto per movimentare le merci e proteggere i prodotti destinati al consumatore, ci sono le carte "tissue" per le case e le comunità e che diverse sono le carte speciali utilizzate nel settore alimentare, dei rivestimenti, nelle etichette, nel settore automobilistico e così via. A fronte di un consumo pro-capite medio in Europa di 210 kg/abitante (Cina 46,3; Stati Uniti 314) le statistiche FAO ci riportano il Sud Africa con 48 kg, "insidiato" nel primato da Swaziland e Mauritius. Dei 3,5 milioni di tonnellate di carta di export italiano, il 3,8% è stato esportato in Africa (Tunisia, Egitto e Sud Africa) e il 7,3 in Asia (tra cui Israele, Arabia Saudita e così via).
Non è neanche pensabile uno sviluppo che non sia anche sostenibile e, da alcuni decenni, la legislazione ambientale italiana e europea prevede una specifica normativa per la gestione per i rifiuti. In particolare, dal 1994 ad oggi (data di pubblicazione della prima direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio) sono stati previsti precisi obiettivi per il riciclo e il recupero degli imballaggi (vedi tabella).


In questo ambito, secondo i più recenti dati 2005, l'Italia ha già raggiunto un tasso di riciclo del 66% per quanto riguarda i rifiuti di imballaggio in carta. Ma le politiche di riciclo della carta non riguardano solo gli imballaggi. Dei circa 5,5 milioni di tonnellate di carta riciclate ogni anno, circa 2,4 provengono dalle raccolte urbane: quindi una quota corrispondente di rifiuti urbani non viene più smaltita in discarica. In capo a dieci anni, l'Italia, da Paese importatore di carta da macero, grazie a efficaci politiche ambientali, si sta trasformando in un Paese che raccoglie e che esporta. I consumi più elevati si registrano nel comparti dell'imballaggio che costituisce l'85% del consumo nazionale. Il tasso di utilizzo (rapporto tra il consumo di macero e la produzione cartaria) è pari a circa il 55%: ciò significa che ogni 100 chili di carta prodotta, 55 sono realizzati impiegando macero. L'Italia, dopo Germania e Francia, è il terzo consumatore europeo.
Lo sviluppo della raccolta ha determinato un nuovo record storico (raccolta apparente di carta da macero/consumo apparente di carte e cartoni): nel 2005 ha raggiunto il 50,2% (48,8% nel 2004). Import ed export di prodotti di carta, import ed export di carta già usata, ma anche politiche ambientali che determinano la raccolta di quest'ultima, il riciclo nel Paese di raccolta o in altri Paesi, comunitari o meno. Situazioni, quest'ultime, regolamentate nell'Unione Europea per tener conto delle esigenze ambientali e di quelle di competitività. Così il Regolamento UE n. 1013/2006 relativo alle spedizioni dei rifiuti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 12 luglio 2006 (che entrerà in vigore il 12 luglio 2007) prevede che i rifiuti (e le materie prime secondarie) esportati in Europa e fuori vengano avviati a recupero secondo condizioni uniformi di riciclo: a certe condizioni e qualora queste non fossero conformi a quelle del paese di spedizione, è prevista la possibilità di opporsi alla spedizione. Ecco dunque che i temi dell'ambiente e della competitività diventano l'uno parte dell'altro, inscindibilmente connessi.

Vice Direttore Generale Assocarta

Assocarta è l'Associazione nazionale dei produttori di carta, cartoni e paste per carta, aderente a Confindustria. I suoi soci coprono oltre l'85% della produzione italiana del settore. L'Associazione ha lo scopo di coordinare e promuovere gli interessi di ogni settore dell'industria cartaria in cui operino le imprese associate, e di tutelarli a livello nazionale ed europeo. L'industria italiana della carta e del cartone è una realtà composta da oltre 160 imprese, con circa 200 stabilimenti e 24.000 addetti diretti e altrettanti nell'indotto, con un fatturato globale di oltre 7,2 miliardi di Euro nel 2004. (www.assocarta.it)
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