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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2006
 


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Energia, costi piÙ ridotti per le piccole imprese

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UNIONE INDUSTRIALI
Energia, costi più ridotti per le piccole imprese


di Bruno BISOGNI

Il deficit campano calerà nei prossimi anni. Il Vice Presidente Brun spiega come l'Associazione partenopea aiuterà le aziende a ottenere efficienza, qualità e personalizzazione del servizio


Il deficit energetico della Campania, pari a circa l'80% del fabbisogno interno, è destinato a ridursi? Le prospettive indicano di sì. Tra la fine dell'anno prossimo e l'inizio del 2008 in Campania avverrà una grande trasformazione, qualcosa destinata a incidere strutturalmente sul territorio, anche se pochi ne parlano. Secondo le previsioni, da agosto 2007 diventerà operativa a Vigliena, nell'area orientale di Napoli, la Tirreno Power, un impianto aggiornato e tecnologicamente avanzato di produzione di energia elettrica. Una centrale a turbogas da 380 MWe, venti in più del passato, che tuttavia non “fumerà” più come quella storica già da decenni ubicata nell'area. Entro lo stesso anno (al massimo potrebbe slittare di qualche mese) un'altra centrale da 400 Mwe entrerà in funzione a Teverola, nel casertano. E non sarà finita qui. Negli anni immediatamente a venire altri impianti di produzione di energia elettrica ad elevato contenuto tecnologico e quindi energeticamente efficienti sono previsti a Orta di Atella e a Sparanise, sempre in provincia di Caserta, nonché a Salerno.
Sarà contemporaneamente dato impulso all'offerta di energia da fonti rinnovabili. Basti pensare che a febbraio 2006 risultavano presentate alla Regione Campania 136 istanze per altrettanti impianti di produzione di energia eolica che, se fossero tutte approvate, determinerebbero una maggiore offerta sul territorio, specie nell'avellinese e nel beneventano, per quasi 4 mila Mw. Per non parlare di altri fronti pur destinati a offrire apprezzabili contributi, dalle biomasse al biogas, al fotovoltaico, con minore quantità ma massima ecocompatibilità. Non tutto andrà in porto. Quello che è certo è che la disponibilità maggiore di energia, bene così prezioso, accanto alla parziale liberalizzazione avviata nel settore, provocherà diminuzione della dipendenza e porrà le premesse per una sensibile riduzione dei costi. É questa una delle priorità d'azione dell'Unione Industriali di Napoli per quanto concerne la delicatissima quanto strategica questione energetica. In tale direzione si sta da tempo impegnando il Vice Presidente all'Ambiente e all'Energia, Vittorio Brun. Nato a Napoli nel 1948, Vittorio Brun è Vice Presidente A.D. della Napoletanagas S.p.A., nonché Presidente di Acqua Campania, la Società del Gruppo Italgas che gestisce per conto della Regione Campania la grande adduzione dell'Acquedotto della Campania Occidentale. In questa intervista Brun accenna ad alcuni dei progetti e delle iniziative messe in campo in attuazione della sua delega.

L'Unione ha già da qualche anno promosso la costituzione di un consorzio per l'abbassamento delle tariffe energetiche inerenti l'attività d'impresa.
Certo, ma quel tipo d'approccio andava bene per la fase iniziale del processo di liberalizzazione. Nel prossimo futuro cambierà la struttura del mercato. Alla maggiore offerta corrisponderà una più ampia concorrenza. Il problema, quindi, prima ancora della riduzione dei costi, sarà quello di capire bene quale soluzione si attaglia alle caratteristiche della propria impresa: magari anche produrre energia per i propri bisogni.

Vuol dire che non occorrerà più aggregare la domanda delle imprese?
Affatto. L'imperativo se mai è di estendere la portata della nostra azione tendenzialmente a tutte le imprese, magari proponendo e promuovendo una federazione degli attuali consorzi per l'acquisto in comune di energia elettrica e gas con ovvia riduzione dei costi. Diversa sarebbe naturalmente la situazione per coloro cui convenisse l'autoproduzione. Per quanto ci riguarda, punteremo ad articolare e mirare l'opera di assistenza e consulenza dell'associazione, orientando l'imprenditore verso quelle proposte che meglio rispondono alle sue esigenze. Servono soluzioni personalizzate, che consentano di ottenere il massimo dell'efficienza energetica per quella determinata impresa con il minimo dei costi. Il valore aggiunto offerto dall'Unione Industriali, in questo quadro, consiste soprattutto nell'indirizzare adeguatamente le aziende in un ginepraio di offerte di obiettiva difficile valutazione per operatori di piccole dimensioni.

Anche per l'accelerazione in atto dello scenario...
Infatti si va verso un'offerta di energia differenziatissima sul piano commerciale ma anche sul tipo di tecnologia di produzione elettrica: dal repowering di Vigliena, agli aggiornati e potenziati impianti di produzione da fonti fossili delle altre nuove centrali campane; dall'eolico - che per i costi relativamente contenuti, in certe condizioni, può risultare un'ottima alternativa alle centrali tradizionali - alle altre fonti rinnovabili, nei limiti dell'apporto che possono garantire, comparando prezzi e qualità. Essendo tutti versanti in fase di evoluzione, è evidente l'esigenza di un monitoraggio e di una consulenza costante a vantaggio delle imprese.

Quindi, rispetto al mercato i filoni d'intervento per l'Unione...
Saranno fondamentalmente due. Promuoveremo aggregazioni di consorzi d'acquisto che consentano alle Pmi di affrontare il libero mercato con cognizione di causa e maggiori capacità contrattuali. Al tempo stesso continueremo a sollecitare un miglioramento della qualità e dell'affidabilità del servizio di energia elettrica.

L'Unione è attiva anche sotto il profilo del risparmio energetico.
Le imprese specializzate in risparmio energetico associate all'Unione di Napoli possono fornire un contributo al riguardo. É chiaro che la realizzazione di infrastrutture e impianti, come le grandi centrali a ciclo combinato, gli elettrodotti, o i rigassificatori, assicurano economie di scala e un uso più razionale dell'energia. Ma è opportuno anche diffondere la cogenerazione sul territorio, con centrali consortili private o miste, anche ad energie alternative, nelle aree industriali. A tal fine è molto importante che si dia impulso a una politica di incentivazione delle strutture produttive e di ricerca per la cogenerazione, sia da fonti rinnovabili che da quelle tradizionali. Così come è fondamentale agevolare quegli interventi che, a vario titolo, determinino risparmi energetici per le imprese, nonché la realizzazione di impianti per la produzione di colture dedicate di biodiesel, etolo o metanolo.

L'Unione Industriali di Napoli ha stipulato a suo tempo accordi con Enel Energia e con Sorgenia.
É per l'appunto uno degli strumenti con cui intendiamo venire incontro alle esigenze delle Pmi. Grazie a due intese siamo in grado di offrire agli associati proposte che aiutino a contenere la spesa energetica e un'ampia gamma di prodotti "su misura", aiutando il cliente dell'energia a passare dal mercato vincolato a quello libero.

Lei si occupa anche di ambiente. Una delega che acquisisce una rilevanza particolare in una città che ha aperte "partite" come quelle di Napoli est.
L'attenzione della politica del territorio alle numerose criticità campane è lunga: la bonifica del bacino del fiume Sarno come premessa alla fruizione della balneazione nel Golfo, il consolidamento delle difese contro le note criticità alluvionali pedemontane presenti dal casertano al salernitano. Ma l'estensione dei siti di interesse nazionale di bonifica - Bagnoli, Litorale Flegreo e agro aversano, Litorale Vesuviano e Napoli Orientale - polarizzano l'azione dell'Unione di Napoli per offrire assistenza tecnico-amministrativa alle associate e per creare i presupposti per un rilancio dello sviluppo di quelle vastissime aree. Un esempio è la nostra posizione sulle più recenti evoluzioni relative all'area orientale di Napoli. Per una riqualificazione complessiva, c'è bisogno di interventi di bonifica i cui costi e tempi non devono compromettere la tenuta di un apparato produttivo ancora consistente e da salvaguardare. Oltre a ciò che esiste bisogna pensare al futuro dell'area e quindi è molto positivo accrescerne la convenienza: se, anche attraverso la finanziaria 2007, si renderà possibile in prospettiva la realizzazione nell'area di una zona franca urbana, essa dovrà essere bonificata e sicura. Uno strumento utile, ma non sufficiente. Come ho avuto modo di sostenere proprio su queste colonne, servono altresì interventi di controllo e garanzia della sicurezza del territorio.

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