CONFINDUSTRIA CAMPANIA
l’intervista A GUIDO TROMBETTI- l’italia ha un forte
bisogno di logica
l’intervista A RAIMONDO PASQUINO- salerno dinamica
nella ricerca applicata
l’intervENTO A FRANCESCO DE LONGIS -innovazione È competere
Brevetti: cosa sono
e cosa È possibile depositare
Xilopack: imballi da Oscar
Rummo: l’invenzione della pasta a Lenta Lavorazione
Edilizia, Vestrut: un sistema per grandi solai senza pilastri
Villa Massa: limoncello e altri prodotti “spiritosi” di alta qualitÀ
Estratti di innovazione alla Magaldi Ricerca & Brevetti
UniversitÀ di Salerno: innovazione nell’elettronica per le fonti rinnovabili
salerno dinamica
nella ricerca applicata
di Raffaella Venerando
Raimondo PASQUINO
Rettore Università di Salerno
La ricerca scientifica oggi non è più considerata un bene di consumo di lusso quanto un importante e indispensabile investimento per il nostro Paese. In concreto però come siamo messi qui a Salerno?
Per quanto riguarda la ricerca applicata, l'Ateneo di Salerno raggiunge oggi punte di vera eccellenza grazie alle attività svolte con impegno dalle facoltà e dai settori scientifici. Ovviamente si riesce ad avere un ritorno in termini di competitività solo se dalla ricerca applicata si passa al trasferimento e all'innovazione tecnologica nel settore industriale specifico. In questo senso, Salerno è molto dinamica perché la nostra Università, partita come accademia umanistica, oggi annovera tutte le facoltà scientifiche, non da ultimo le nuove lauree in medicina e farmacia, e concorre in misura determinante alla produzione di ricerca applicata di elevata qualità.
Un indicatore significativo della capacità di innovare delle economie è rappresentato dal numero di brevetti depositati rispetto alla popolazione. Rispetto a questo, l'apporto fornito dall'attività di ricerca dell'Ateneo salernitano è soddisfacente?
La produzione brevettuale dell'ateneo salernitano abbraccia svariati campi: si va dai brevetti in chimica a quelli in farmacia, dalle invenzioni relative all'informatica fino a quelle in ingegneria meccanica, chimica alimentare ed elettronica, coprendo così tutti i settori di preminente interesse industriale.
Esistono difficoltà nel rapporto tra mondo accademico e imprese salernitane e nel concreto passaggio dalla ricerca universitaria all'innovazione tecnologica?
Il problema di fondo tra mondo accademico e sistema delle imprese rimane quello di sapersi cercare e integrare in maniera efficace. Spesso industria e università dialogano con profitto, ma talvolta, purtroppo, non riescono a farlo in modo soddisfacente. Le cause di tale mancata relazione sono addebitabili tanto alla ridotta dimensione delle imprese, che sembra non giustificare una attività di ricerca in collaborazione con l’Università, quanto ai docenti universitari che fino a qualche tempo fa disdegnavano il rapporto con l'industria, sottostimando il positivo risvolto di vedere realizzata, grazie alla relazione con l'impresa, la propria idea di ricerca. Su questo punto l'università sta recuperando, lavorando concretamente per fornire le giuste informazioni al mondo imprenditoriale mediante una banca dati.
Nel Sud Italia l'indice di istruzione è più basso perché le aspettative e le pretese di studenti, famiglia e contesto civile - in una parola la pressione sociale - sono più basse. Come si combatte questo male?
Si tratta di un problema culturale. Per troppo tempo abbiamo passato ai nostri giovani l'idea che era sufficiente frequentare l’università per conseguire un “titolo”. Oggi, invece, la situazione è cambiata. Occorrono, infatti, maggiore preparazione e contenuti costantemente aggiornati. Abbassare le tasse universitarie non serve all’università per attrarre più giovani; ciò che paga è insegnare loro che lo studio è una questione di massima serietà e impegno, non di sola difficoltà.
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