L'Intervista - Antonio Valiante
L'Intervento - Pietro Cerrito
L'Intervista - Cristiana Coppola
L'Intervento - Giovanni Cotroneo
L'Intervento - Silvio Sarno
L'Intervento - Costanzo Jannotti Pecci
L'Intervento - Carlo Cicala
L'Intervento - Giovanni Lettieri
L'Intervento - Andrea Prete
L'Intervista - antonio valiante*
di Raffaella Venerando & Monica De Carluccio
Onorevole Valiante, in che modo l'esigenza di rigore imposta
dai conti nazionali ha inciso sulla redazione del disegno
di legge regionale per il 2006?
La finanziaria nazionale ha ridotto i trasferimenti direttamente
attraverso l'adozione di norme che comportano perdite quantizzabili
in oltre 120 milioni di euro per la nostra Regione. Ultimo
appuntamento è stato, poi, l'introduzione dei nuovi
vincoli per il rispetto del patto di stabilità interno
che impone la riduzione del 3,8% del tetto di spesa corrente
e del 4,8% del tetto di spesa in conto capitale rispetto
a quello del 2004. Infine, proprio in corsa si è dovuto
modificare l'impostazione della programmazione 2006 per adeguarla
alle nuove disposizioni nazionali che imponevano di destinare
alla Sanità tutto il gettito delle addizionali (IRPEF
ed IRAP).
Quali sono le novità e gli aspetti più salienti
della strategia di sviluppo della nuova finanziaria regionale?
Il bilancio regionale di previsione per l'anno 2006 è incentrato
sul principio di trasparenza ed efficacia e comprende alcune
scelte di fondo che sono: a) riduzione della spesa corrente
al netto della spesa sanitaria e di quella per rimborsi prestiti
e mutui dell'11% rispetto al consuntivo 2004; b) aumento
delle spese di investimento di circa il 12% con sostegno
alla ricerca, alla cultura oltre che un forte sostegno alle
attività produttive turismo, beni culturali, agricoltura,
industria, artigianato); c) sostegno alle fasci deboli; d)
potenziamento dei servizi con una manovra "entrate/spese" che
punti a risanare i conti della sanità ed a migliorare
la qualità delle prestazioni; e) revisione dell'intero
sistema delle società partecipate per verificare la
produttività e l'efficienza, con conseguente riassetto;
f) ulteriore potenziamento del sistema dei trasporti e della
logistica, che rafforzi il ruolo della Campania quale piattaforma
dell'Europa Mediterranea; g) arricchimento dei percorsi scolastici
e formativi, anche con consistente sostegno al sistema universitario;
h) copertura dell'intero fondo-sponda del POR 2000/2006 al
fine di raggiungere entro il 2008 il totale utilizzo delle
risorse europee; i) la piena attuazione dell'art.118 della
Costituzione attuando entro i termini prefissati il trasferimento
di competenze e risorse per la gestione delle funzioni amministrative;
l) la piena attuazione del principio fondamentale circa la
scissione dei poteri fra politica e dirigenza attribuendo
a quest'ultima l'adozione di tutti gli atti di gestione precedentemente
in campo per le ispezioni normative regionali ad organi di
governo.
Pur riconoscendo una maggiore trasparenza
al budget previsionale campano per il 2006 rispetto ai precedenti,
oltretutto approvato nei tempi, non possiamo tuttavia approvare
le "leve
fiscali di svantaggio" presentate in esso. In che modo
possono, infatti, incrementi di tasse a carico del reddito
individuale (Irpef) e delle imprese (Irap) avere un effetto
positivo sullo sviluppo e la competitività della nostra
regione?
L'aver approvato il bilancio per la prima volta, entro la
fine dell'anno precedente all'esercizio interessato è positivo
anche per programmare in tempo l'utilizzo delle risorse e
per offrire ai centri di spesa (vedi sanità) dei tetti
ben definiti già dal 1° gennaio. Sui prelievi
fiscali aggiuntivi, come detto, c'è una scelta del
Governo centrale non modificabile da parte della Regione.
C'è però da tener presente che le previsioni
di investimento sono l'elemento su cui dovrà svilupparsi
nelle prossime settimane la concertazione tra Regioni, forze
produttive e forze sociali. Oltre, poi, all'applicazione
graduale dell'IRPEF, abbiamo tenuto fuori dagli incrementi
della sovrimposta IRAP le aziende che nascono nel prossimo
biennio e quelle già esistenti che prevedono degli
ampliamenti. Inoltre, non è di poco conto poter liberare
il bilancio regionale di un carico debitorio, quale quello
della sanità, che può dare maggiore fluidità alla
spesa e, quindi, anche agli investimenti. È appena
il caso di sottolineare, poi, che in particolare per l'IRPEF
la manovra rappresenta appena lo 0,11% del gettito complessivo
della Campania (circa 80 milioni di euro) e grava in modo
indolore per il contribuente, calcolabile in qualche decina
di euro annuo per redditi medio bassi e poco più per
le altre fasce.
Per le imprese, poi, l'aumento dell'Irap
si somma alla conferma dell'inasprimento dell'accisa sul
carburante, oltre ai costi già pesanti di energia
elettrica, trasporti e sicurezza. A queste svantaggiose condizioni,
non si rischia un aggravio del costo del lavoro e quindi
un ulteriore arresto dell'occupazione?
L'occupazione è un problema serio per la Campania
ed il Mezzogiorno. È necessario far crescere le iniziative
imprenditoriali. Per questo non abbiamo voluto togliere risorse
agli investimenti. Ci auguriamo che le politiche generali
del Paese guardino di più al Sud anche con una eventuale
fiscalità di vantaggio che può essere decisa
soltanto dal Governo. Aver applicato lo 0,30% di sovrimposta
IRAP a fronte del 4,25% del Governo è soltanto una
piccolissima aggiunta richiesta alla Regione quale condizione
non negoziabile per concorrere a coprire il debito della
sanità. Ritengo anch'io che sarebbe più utile
cercare altre entrate al posto dell'IRAP. Ma ciò spetta
al Governo. Tengo, però, a sottolineare che dall'aumento
dell'IRAP si sottraggono tutte le imprese che, investendo,
producano nuova occupazione.
Gli aumenti delle aliquote Irap e Irpef
sono destinati al risanamento del settore sanità. Quella intrapresa
a danno delle imprese era davvero l'unica strada percorribile
per ripianare il debito della sanità campana?
L'aumento di sovrimposta IRPEF ed IRAP è stato indicato
dalla finanziaria nazionale come l’unica fonte per
coprire il debito della sanità. È stata una
scelta obbligata. Originariamente si era ipotizzato la sola
IRPEF per finanziare la sanità, mentre l'IRAP finanziava
gli investimenti. In corsa abbiamo dovuto modificare il tiro,
destinando tutto alla sanità così come ci imponeva
la finanziaria nazionale, mitigandone comunque la portata
non applicando i massimali che invece ci venivano imposti.
Al di là degli aspetti più strettamente tecnici,
quale strategia emerge della manovra finanziaria della Regione
in relazione alla necessità di incentivare e sostenere
i percorsi di sviluppo economico e produttivo?
L'aumento delle spese di investimento e la riduzione della
spesa corrente sposta le risorse in favore di nuove iniziative
produttive. La macchina regionale, grazie alla semplificazione
di alcuni percorsi burocratici ha raggiunto numerosi obiettivi.
La Campania da fanalino di coda è diventata la prima
delle regioni meridionali nell'utilizzo dei fondi europei
con il riconoscimento della premialità su tutte e
quattro le misure del POR. Per completare questo percorso
abbiamo previsto nel bilancio 2006 l'utilizzo dell'intero
fondo sponda. Mettere insieme le risorse di diversa provenienza
e verificarne l'impiego efficace attraverso una sempre più efficiente
organizzazione della spesa con la costante concertazione
con le forze sociali e quelle produttive.
Programmazione negoziata, Pit, Pir:
si realizzerà un
coordinamento effettivo e operativo di questa tipologia di
strumenti o si continuerà ad assistere a sovrapposizioni
e dispersioni di risorse?
È già in atto un coordinamento di iniziative
e di soggetti che operano sul territorio. Anche questi strumenti
hanno fatto crescere la partecipazione dei vari soggetti,
istituzionali, economici, sociali, che rappresentano la complessità degli
interessi. In più si è avviato un forte processo
di valorizzazione delle potenzialità dei vari territori.
Siamo convinti che le azioni intraprese daranno a breve i
frutti sperati.
In conclusione: quali sono le parole chiave della Regione
Campania per rimettere in moto lo sviluppo in sintonia con
le vocazioni del territorio?
Si possono sintetizzare così: mettere in circuito
tutte le grandi risorse di cui dispone il nostro territorio:
beni ambientali, beni culturali, capacità di intrapresa;
arricchire rapidamente il ruolo di area europea nel Mediterraneo
sviluppando la grande recettività portuale, l'intermodalità e
l'infrastrutturazione necessaria a sviluppare questi ruoli;
far vivere una politica di sviluppo che non deturpi l'ambiente,
ma ne arricchisca la funzione di presupposto di crescita
della Regione Campania.
*Assessore al Bilancio Regione Campania |