I sistemi di Enterprise
Resource Planning
Vittorio
PARAVIA*
L’efficienza dei processi aziendali È subordinata alla crescita
di competenze
tecnologiche
Oggigiorno si sente sempre più spesso parlare
della necessità per le imprese di migliorare i propri livelli di competitività per
affrontare le sfide poste dalla globalizzazione e dalla comparsa, sul mercato
mondiale, di nuovi e agguerriti concorrenti (si pensi alla Cina). In un simile
contesto le nostre imprese si trovano a fronteggiare la concorrenza di paesi
nei quali il costo del lavoro è notevolmente più basso; l'unico
modo per sopravvivere consiste nel migliorare i propri livelli di efficienza.
Uno degli strumenti a tal fine utilizzabili è costituito dall'Information & Communication
Technology che, grazie alla razionalizzazione e standardizzazione dei processi
aziendali (in senso lato), può contribuire notevolmente alla riduzione
dei costi medi dei prodotti.
In effetti, negli ultimi anni molte imprese hanno perseguito questa strada attraverso
l'introduzione dei cosiddetti sistemi ERP (Enterprise Resource Planning), ossia
di software gestionali, modulari e integrati, in grado di razionalizzare e soddisfare
le esigenze informative dell'azienda, con una conseguente riduzione dei costi
delle varie funzioni e una maggiore efficacia delle strategie e delle politiche
aziendali. Ciò ha richiesto ingenti investimenti che, non limitandosi
all'acquisto e all'implementazione dei nuovi sistemi, hanno coinvolto la struttura
e l'organizzazione aziendale a tutti i livelli: ammodernamento di macchine e
impianti produttivi, ristrutturazione e razionalizzazione degli spazi fisici,
riorganizzazione dei canali di approvvigionamento e di distribuzione, formazione
del personale, introduzione in azienda di nuove figure professionali. Nonostante
ciò, il divario di competenze tecnologiche tra produttori, implementatori
e utilizzatori finali, comporta l'impossibilità per le imprese di beneficiare
a pieno dei potenziali vantaggi che l'introduzione di un sistema ERP è in
grado di generare in termini di maggiore efficienza/efficacia dei processi aziendali,
dando luogo a un fenomeno noto nella letteratura economico-aziendale come "skill
shortage o skill gap". Ciò ha costituito l'oggetto del progetto "MAGIS
- Ricerca sulle dinamiche di introduzione delle innovazioni tecnologiche nel
sistema imprenditoriale campano" (cofinanziato dal M.I.U.R), che il LISIL
(Laboratorio per l'Innovazione e lo Sviluppo Imprenditoriale Locale) della Fondazione
Antonio Genovesi Salerno ha condotto a partire dal settembre 2004.
Forte della propria esperienza, il Laboratorio si è impegnato su un tema
attuale e "di frontiera", cercando di stimolare un proficuo dibattito
sulle esigenze di miglioramento della competitività del nostro sistema
imprenditoriale, anche e soprattutto attraverso il maggior ricorso agli strumenti
che le nuove tecnologie rendono disponibili. Sulla base delle informazioni desunte
da questionari somministrati a un panel di produttori, distributori e utilizzatori
finali di sistemi ERP, il Gruppo di ricerca del LISIL, coordinato dal professor
Sergio Barile, ha riscontato empiricamente l'accentuato divario ancora esistente
fra il livello di competenze tecnologiche delle suddette categorie che impedisce
il pieno dispiegarsi degli effetti positivi sulla competitività delle
imprese che tali sistemi potrebbero potenzialmente garantire. In particolare,
per la corretta ed efficace implementazione di un sistema ERP risulta strategica
la fase preliminare di mappatura ed eventuale riorganizzazione dei processi aziendali
(BPR - Business Process Reengineering) da parte delle imprese di consulenza:
a ben vedere, un sistema ERP non è che la formalizzazione e la codifica
in linguaggio informatico delle procedure aziendali. Dalla ricerca emerge, purtroppo,
che la percentuale di clienti, per i quali i produttori e i distributori di sistemi
ERP svolgono tale fase, si aggira intorno al 30% (si veda il grafico a lato).
Ciò rappresenta un indubbio elemento di criticità e uno dei principali
ostacoli alla piena diffusione e utilizzazione di questi sistemi.
Dal lato degli utilizzatori finali va, invece, rilevata una scarsa consapevolezza
delle potenzialità e funzionalità degli stessi, nonché una
certa resistenza al cambiamento del "modo di lavorare" che la loro
introduzione comporta. Il progetto MAGIS, proprio per i presupposti su cui si
fonda, prevedeva nella sua parte finale anche la sperimentazione di percorsi
formativi a supporto delle tre categorie, tali da contribuire ad attenuare il
divario tecnologico esistente. Questa parte del progetto è stata articolata
in due momenti:
- il Corso in Governo delle Risorse Informatiche e Tecnologiche nelle PMI, riservato
ai distributori ERP e il cui programma, per le motivazioni sopra esposte, è stato
finalizzato a trasferire ai partecipanti le competenze necessarie all'analisi
e al soddisfacimento dei fabbisogni riorganizzativi di un potenziale utilizzatore;
- un ciclo di workshop sui sistemi ERP, nei quali i produttori sono intervenuti
come relatori e che hanno costituito un utile momento di incontro e dibattito
con le imprese utilizzatrici.
Certo, resta ancora da fare molto sul piano della formazione in questo settore
strategico della nostra economia, ma il progetto MAGIS ha costituito un prezioso
strumento di sperimentazione che la SDOA cercherà di capitalizzare e valorizzare
nel prossimo futuro.
I risultati della ricerca sono stati discussi nel convegno "Information & Communication
Technology: occasione di sviluppo della competitività delle imprese campane" tenutosi
presso la Sala Conferenze della SDOA, lo scorso 11 gennaio. I relativi materiali
sono disponibili sul portale del progetto raggiungibile al link www.progettomagis.com.
*Presidente Fondazione Antonio Genovesi - SDOA - sdoa@sdoa.it |