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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

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I sistemi di Enterprise
Resource Planning

Vittorio PARAVIA*

L’efficienza dei processi aziendali È subordinata alla crescita di competenze tecnologiche


Oggigiorno si sente sempre più spesso parlare della necessità per le imprese di migliorare i propri livelli di competitività per affrontare le sfide poste dalla globalizzazione e dalla comparsa, sul mercato mondiale, di nuovi e agguerriti concorrenti (si pensi alla Cina). In un simile contesto le nostre imprese si trovano a fronteggiare la concorrenza di paesi nei quali il costo del lavoro è notevolmente più basso; l'unico modo per sopravvivere consiste nel migliorare i propri livelli di efficienza. Uno degli strumenti a tal fine utilizzabili è costituito dall'Information & Communication Technology che, grazie alla razionalizzazione e standardizzazione dei processi aziendali (in senso lato), può contribuire notevolmente alla riduzione dei costi medi dei prodotti.
In effetti, negli ultimi anni molte imprese hanno perseguito questa strada attraverso l'introduzione dei cosiddetti sistemi ERP (Enterprise Resource Planning), ossia di software gestionali, modulari e integrati, in grado di razionalizzare e soddisfare le esigenze informative dell'azienda, con una conseguente riduzione dei costi delle varie funzioni e una maggiore efficacia delle strategie e delle politiche aziendali. Ciò ha richiesto ingenti investimenti che, non limitandosi all'acquisto e all'implementazione dei nuovi sistemi, hanno coinvolto la struttura e l'organizzazione aziendale a tutti i livelli: ammodernamento di macchine e impianti produttivi, ristrutturazione e razionalizzazione degli spazi fisici, riorganizzazione dei canali di approvvigionamento e di distribuzione, formazione del personale, introduzione in azienda di nuove figure professionali. Nonostante ciò, il divario di competenze tecnologiche tra produttori, implementatori e utilizzatori finali, comporta l'impossibilità per le imprese di beneficiare a pieno dei potenziali vantaggi che l'introduzione di un sistema ERP è in grado di generare in termini di maggiore efficienza/efficacia dei processi aziendali, dando luogo a un fenomeno noto nella letteratura economico-aziendale come "skill shortage o skill gap". Ciò ha costituito l'oggetto del progetto "MAGIS - Ricerca sulle dinamiche di introduzione delle innovazioni tecnologiche nel sistema imprenditoriale campano" (cofinanziato dal M.I.U.R), che il LISIL (Laboratorio per l'Innovazione e lo Sviluppo Imprenditoriale Locale) della Fondazione Antonio Genovesi Salerno ha condotto a partire dal settembre 2004.

Forte della propria esperienza, il Laboratorio si è impegnato su un tema attuale e "di frontiera", cercando di stimolare un proficuo dibattito sulle esigenze di miglioramento della competitività del nostro sistema imprenditoriale, anche e soprattutto attraverso il maggior ricorso agli strumenti che le nuove tecnologie rendono disponibili. Sulla base delle informazioni desunte da questionari somministrati a un panel di produttori, distributori e utilizzatori finali di sistemi ERP, il Gruppo di ricerca del LISIL, coordinato dal professor Sergio Barile, ha riscontato empiricamente l'accentuato divario ancora esistente fra il livello di competenze tecnologiche delle suddette categorie che impedisce il pieno dispiegarsi degli effetti positivi sulla competitività delle imprese che tali sistemi potrebbero potenzialmente garantire. In particolare, per la corretta ed efficace implementazione di un sistema ERP risulta strategica la fase preliminare di mappatura ed eventuale riorganizzazione dei processi aziendali (BPR - Business Process Reengineering) da parte delle imprese di consulenza: a ben vedere, un sistema ERP non è che la formalizzazione e la codifica in linguaggio informatico delle procedure aziendali. Dalla ricerca emerge, purtroppo, che la percentuale di clienti, per i quali i produttori e i distributori di sistemi ERP svolgono tale fase, si aggira intorno al 30% (si veda il grafico a lato). Ciò rappresenta un indubbio elemento di criticità e uno dei principali ostacoli alla piena diffusione e utilizzazione di questi sistemi.
Dal lato degli utilizzatori finali va, invece, rilevata una scarsa consapevolezza delle potenzialità e funzionalità degli stessi, nonché una certa resistenza al cambiamento del "modo di lavorare" che la loro introduzione comporta. Il progetto MAGIS, proprio per i presupposti su cui si fonda, prevedeva nella sua parte finale anche la sperimentazione di percorsi formativi a supporto delle tre categorie, tali da contribuire ad attenuare il divario tecnologico esistente. Questa parte del progetto è stata articolata in due momenti:
- il Corso in Governo delle Risorse Informatiche e Tecnologiche nelle PMI, riservato ai distributori ERP e il cui programma, per le motivazioni sopra esposte, è stato finalizzato a trasferire ai partecipanti le competenze necessarie all'analisi e al soddisfacimento dei fabbisogni riorganizzativi di un potenziale utilizzatore;
- un ciclo di workshop sui sistemi ERP, nei quali i produttori sono intervenuti come relatori e che hanno costituito un utile momento di incontro e dibattito con le imprese utilizzatrici.
Certo, resta ancora da fare molto sul piano della formazione in questo settore strategico della nostra economia, ma il progetto MAGIS ha costituito un prezioso strumento di sperimentazione che la SDOA cercherà di capitalizzare e valorizzare nel prossimo futuro.
I risultati della ricerca sono stati discussi nel convegno "Information & Communication Technology: occasione di sviluppo della competitività delle imprese campane" tenutosi presso la Sala Conferenze della SDOA, lo scorso 11 gennaio. I relativi materiali sono disponibili sul portale del progetto raggiungibile al link www.progettomagis.com.

*Presidente Fondazione Antonio Genovesi - SDOA - sdoa@sdoa.it

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