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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

INCHIESTA CAMPANIA - Home Page
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L'Intervista - Antonio Valiante

L'Intervento - Pietro Cerrito

L'Intervista - Cristiana Coppola

L'Intervento - Giovanni Cotroneo

L'Intervento - Silvio Sarno

L'Intervento - Costanzo Jannotti Pecci

L'Intervento - Carlo Cicala

L'Intervento - Giovanni Lettieri

L'Intervento - Andrea Prete


L'IntervISTA - CRISTIANA COPPOLA *
di Vito Salerno & Monica De Carluccio


Guardiamo al futuro. I fondi strutturali e gli strumenti di programmazione sono al centro del nuovo Bilancio preventivo regionale?
I fondi strutturali sono una magnifica e preziosa occasione di sviluppo ma comunque non sono l'unica. Devono essere l'opportunità per risolvere quei problemi atavici che attanagliano la nostra regione. Un dato certamente positivo che dobbiamo registrare è il buon incremento della spesa dei fondi comunitari nonché la nuova impostazione della programmazione 2007-2013 rivolta a concentrare su alcuni settori le risorse. Queste, infatti, non sono illimitate e vanno indirizzate su quei settori, come le infrastrutture, che sono strategici per altri comparti. In questa direzione l'azione dell'Assessorato ai Trasporti è senz'altro da considerarsi positiva, in particolare relativamente all'accordo di programma sottoscritto per il Piano Aeroportuale Regionale. Infine, riguardo a PIT, POR e così via, è indispensabile razionalizzare gli strumenti e renderli automatici, per evitare le distorsioni provocate dall'eccesso di negoziazione.
Guardiamo al presente: un suo commento sul Bilancio preventivo 2006 della Regione Campania.
Desideriamo esprimere innanzitutto il nostro compiacimento perché, per la prima volta, il documento contabile regionale è stato presentato alle parti sociali prima della scadenza dei termini. Da questo punto di vista siamo rimasti quindi soddisfatti anche per il fatto che tale evenienza ci ha consentito di svolgere una riflessione più ampia sullo sviluppo complessivo della nostra regione e di analizzarne le diverse componenti. D'altro canto, dobbiamo sottolineare che siamo di fronte ad un bilancio regionale finalizzato a contenere la spesa corrente per motivi di forza maggiore, a causa dei minori trasferimenti statali. In tal senso, e con la giustificazione di ripianare il debito sanitario, c'è stata la decisione, da noi molto contestata, dell'aumento dell'addizionale IRAP, che in una prima proposta era addirittura dello 0,50 e che successivamente si è concretizzato in uno 0,30. Tuttavia questa riduzione non ci ha soddisfatti, ci aspettavamo altre soluzioni, alternative, che noi stessi abbiamo proposto alla Regione, che però non sono state prese in considerazione, anche perché forse questo era il metodo più semplice e automatico per fare cassa, anche se gli introiti effettivi si avranno solo nel 2007 e non nel 2006. Era perciò una misura che in qualche modo poteva essere risparmiata al mondo delle imprese.
Durante l'iter di predisposizione del Documento come avete interagito con la Regione?
Siamo stati molto attenti ai vari passaggi interpretando appieno il metodo della concertazione, evitando di porci sul terreno dello scontro. Abbiamo elaborato soluzioni che non fossero demagogiche ma di sostanza, restando sempre aperti al dialogo. Non vorremmo però trovarci fra un anno con le stesse problematiche.
Lei è favorevole alla fiscalità di vantaggio?
Un'impresa quando decide di investire in un territorio o un'azienda locale, che ha progetti di investimento o di crescita delle proprie dimensioni, valuta una serie di fattori, uno di questi certamente è la fiscalità, oltre alle infrastrutture in generale, alla sicurezza, all'ambiente. É naturale che siamo favorevoli alla Fiscalità di vantaggio. Confindustria nazionale ha posto chiaramente la questione come una delle priorità per il Mezzogiorno. Se, però, a livello regionale si aumentano le imposte andiamo in una direzione esattamente contraria. Non possiamo, prima, batterci per la fiscalità di vantaggio, poi, accettare passivamente l'aumento delle imposte. Certo le Regioni non sono aiutate dalle decisioni del Governo centrale.
Il polso del mondo delle imprese campano.
Il sistema delle imprese, in particolare campano, sta attraversando una crisi congiunturale economica così grave che quelle aziende che oggi sono sul mercato hanno dimostrato tutta la loro forza e le loro capacità.
Ma cosa vogliono le imprese campane per poter competere?
Le nostre imprese sono una risorsa strategica per la Campania. Le aziende vanno incoraggiate e sostenute. Non chiediamo particolari concessioni, ma di non aggiungere altri ostacoli a quelli già esistenti, perché le aziende hanno bisogno che funzioni la macchina burocratica di tutti gli Enti sul territorio sia quella amministrativa sia finanziaria. Per fare un esempio, un contributo a fondo perduto del 30%-40% per un'azienda che realizza un investimento può essere molto. Ma può anche essere poco se tarda ad arrivare e soprattutto se poi mancano le risorse ordinarie di tipo bancario e se l'investimento viene realizzato in un contesto degradato, connotato da un appesantimento burocratico e dove i servizi sono carenti.

*Presidente Confindustria Campania

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