L'Intervista - Antonio Valiante
L'Intervento - Pietro Cerrito
L'Intervista - Cristiana Coppola
L'Intervento - Giovanni Cotroneo
L'Intervento - Silvio Sarno
L'Intervento - Costanzo Jannotti Pecci
L'Intervento - Carlo Cicala
L'Intervento - Giovanni Lettieri
L'Intervento - Andrea Prete
L'IntervISTA - CRISTIANA COPPOLA *
di Vito Salerno & Monica
De Carluccio
Guardiamo
al futuro. I fondi strutturali e gli strumenti di programmazione
sono al centro del nuovo Bilancio preventivo regionale?
I fondi strutturali sono una magnifica e preziosa occasione
di sviluppo ma comunque non sono l'unica. Devono essere l'opportunità per
risolvere quei problemi atavici che attanagliano la nostra
regione. Un dato certamente positivo che dobbiamo registrare è il
buon incremento della spesa dei fondi comunitari nonché la
nuova impostazione della programmazione 2007-2013 rivolta
a concentrare su alcuni settori le risorse. Queste, infatti,
non sono illimitate e vanno indirizzate su quei settori,
come le infrastrutture, che sono strategici per altri comparti.
In questa direzione l'azione dell'Assessorato ai Trasporti è senz'altro
da considerarsi positiva, in particolare relativamente all'accordo
di programma sottoscritto per il Piano Aeroportuale Regionale.
Infine, riguardo a PIT, POR e così via, è indispensabile
razionalizzare gli strumenti e renderli automatici, per evitare
le distorsioni provocate dall'eccesso di negoziazione.
Guardiamo al presente: un suo commento sul Bilancio preventivo
2006 della Regione Campania.
Desideriamo esprimere innanzitutto il nostro compiacimento
perché, per la prima volta, il documento contabile
regionale è stato presentato alle parti sociali prima
della scadenza dei termini. Da questo punto di vista siamo
rimasti quindi soddisfatti anche per il fatto che tale evenienza
ci ha consentito di svolgere una riflessione più ampia
sullo sviluppo complessivo della nostra regione e di analizzarne
le diverse componenti. D'altro canto, dobbiamo sottolineare
che siamo di fronte ad un bilancio regionale finalizzato
a contenere la spesa corrente per motivi di forza maggiore,
a causa dei minori trasferimenti statali. In tal senso, e
con la giustificazione di ripianare il debito sanitario,
c'è stata la decisione, da noi molto contestata, dell'aumento
dell'addizionale IRAP, che in una prima proposta era addirittura
dello 0,50 e che successivamente si è concretizzato
in uno 0,30. Tuttavia questa riduzione non ci ha soddisfatti,
ci aspettavamo altre soluzioni, alternative, che noi stessi
abbiamo proposto alla Regione, che però non sono state
prese in considerazione, anche perché forse questo
era il metodo più semplice e automatico per fare cassa,
anche se gli introiti effettivi si avranno solo nel 2007
e non nel 2006. Era perciò una misura che in qualche
modo poteva essere risparmiata al mondo delle imprese.
Durante l'iter di predisposizione del Documento come avete
interagito con la Regione?
Siamo stati molto attenti ai vari passaggi interpretando
appieno il metodo della concertazione, evitando di porci
sul terreno dello scontro. Abbiamo elaborato soluzioni che
non fossero demagogiche ma di sostanza, restando sempre aperti
al dialogo. Non vorremmo però trovarci fra un anno
con le stesse problematiche.
Lei è favorevole alla fiscalità di vantaggio?
Un'impresa quando decide di investire in un territorio o
un'azienda locale, che ha progetti di investimento o di crescita
delle proprie dimensioni, valuta una serie di fattori, uno
di questi certamente è la fiscalità, oltre
alle infrastrutture in generale, alla sicurezza, all'ambiente. É naturale
che siamo favorevoli alla Fiscalità di vantaggio.
Confindustria nazionale ha posto chiaramente la questione
come una delle priorità per il Mezzogiorno. Se, però,
a livello regionale si aumentano le imposte andiamo in una
direzione esattamente contraria. Non possiamo, prima, batterci
per la fiscalità di vantaggio, poi, accettare passivamente
l'aumento delle imposte. Certo le Regioni non sono aiutate
dalle decisioni del Governo centrale.
Il polso del mondo delle imprese campano.
Il sistema delle imprese, in particolare campano, sta attraversando
una crisi congiunturale economica così grave che quelle
aziende che oggi sono sul mercato hanno dimostrato tutta
la loro forza e le loro capacità.
Ma cosa vogliono le imprese campane per poter competere?
Le nostre imprese sono una risorsa strategica per la Campania.
Le aziende vanno incoraggiate e sostenute. Non chiediamo
particolari concessioni, ma di non aggiungere altri ostacoli
a quelli già esistenti, perché le aziende hanno
bisogno che funzioni la macchina burocratica di tutti gli
Enti sul territorio sia quella amministrativa sia finanziaria.
Per fare un esempio, un contributo a fondo perduto del 30%-40%
per un'azienda che realizza un investimento può essere
molto. Ma può anche essere poco se tarda ad arrivare
e soprattutto se poi mancano le risorse ordinarie di tipo
bancario e se l'investimento viene realizzato in un contesto
degradato, connotato da un appesantimento burocratico e dove
i servizi sono carenti.
*Presidente Confindustria Campania
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