L'Intervista - Antonio Valiante
L'Intervento - Pietro Cerrito
L'Intervista - Cristiana Coppola
L'Intervento - Giovanni Cotroneo
L'Intervento - Silvio Sarno
L'Intervento - Costanzo Jannotti Pecci
L'Intervento - Carlo Cicala
L'Intervento - Giovanni Lettieri
L'Intervento - Andrea Prete
L'Intervento- costanzo jannotti
pecci *
Dalla
Finanziaria regionale 2006 risultano pochi elementi innovativi
in quanto fortemente limitata dalle regole nazionali vigenti
(e da quelle in via di approvazione) in tema di finanza regionale.
Minori trasferimenti dallo Stato hanno, purtroppo, comportato
scelte a livello regionale che pesano sui cittadini e sulle
imprese.
Nel 2006 la manovra finanziaria campana ha continuato la
linea di restrizione condizionata particolarmente dalla spesa
sanitaria. Essa tuttavia si è prefissa di intervenire
in tema di infrastrutture, sviluppo economico, formazione,
ricerca, servizi sociali e cofinanziamenti comunitari.
Bisogna constatare che le entrate tributarie in rapporto
al Pil nazionale sono aumentate progressivamente dal 1990
ad oggi di circa 4 punti percentuali. In parte questo andamento è attribuibile
all'introduzione dal 1998 dell'Irap e alla corrispondente
eliminazione di alcune forme di contribuzione sociale. A
pochi giorni dall'approvazione definitiva da parte della
Giunta Regionale del bilancio per l'esercizio finanziario
2006, come imprenditore e rappresentate della Categoria a
livello provinciale, l'incremento dell'Irap dello 0,3% rappresenta
un dato di fatto poco incoraggiante. Questo soprattutto alla
luce delle azioni di "pressing" sulla Regione e
dei diversi tavoli di dialogo avviati per tempo per cercare
strade alternative. Trovo, infatti, contraddittorio affermare
che occorra rilanciare il sistema produttivo e poi, nei fatti,
condizionarlo pesantemente, minandone le capacità di
sopravvivenza. Non si possono trattare le imprese come mucche
da mungere a piacimento o peggio come l'asino di Buridano
che morì quando sembrava essersi abituato a una dieta
estrema. Se è vero che il provvedimento adottato dalla
Regione Campania appare un passaggio obbligato per rispondere
al dettato della Finanziaria Nazionale che prevede che <in
presenza di un buco nella Sanità va portata al massimo
l'addizionale regionale Irap e Irpef>, è anche
vero che questo buco è presente da tempo ed è andato
ad aumentare di anno in anno. Pertanto interventi mirati
al risanamento di disavanzi di gestioni, che si sono incrementati
senza sosta nell'ultimo triennio (nel 2005 la spesa sanitaria
assorbiva già il 70% delle risorse della Regione),
erano necessari e, soprattutto, andavano immaginati e studiati
per evitare il danno che l'attuale provvedimento provocherà al
sistema economico e produttivo del territorio.
Il nostro Sistema ha più volte suggerito che l'unico
e ineludibile strumento da adottare era quello del reinserimento
dei ticket sanitari che avrebbero avuto un effetto deterrente
sugli sprechi; una decisione che avrebbe, inoltre, colpito
solo quella parte della popolazione con un reddito adeguato.
Un suggerimento non accolto; infatti, l'aumento delle addizionali
Irap e Irpef è rimasto nella finanziaria regionale.
L'Irap, tuttavia, è stato incrementato dello 0,3%
a fronte dello 0,5% inizialmente previsto, ma esso avrà sicuramente
ripercussioni negative per le aziende. Mi riferisco sia alle
attività già presenti, sia alle imprese che
avevano previsto insediamenti dall'estero, perché l'aumento
dell'Irap si accompagna a situazioni di contesto già molto
difficili. Questa è solo una delle nostre preoccupazioni,
perché come ha più volte rimarcato la Presidente
di Confindustria Campania Cristiana Coppola, non vorremmo
trovarci il prossimo anno con nuovi aumenti. Vorrei ribadire
che per scongiurare questi rischi che condizionerebbero il
sistema delle imprese occorre una coraggiosa politica di
contenimento dei costi tagliando quegli sprechi che erano
e sono presenti. Cito tra tutti quelli degli Enti Territoriali
(Columbus day) e delle Società a partecipazione Regionale.
L'incremento dell'Irap, tra l'altro, ci è apparso
assolutamente in controtendenza con gli orientamenti comunitari
che prevedono a breve una sentenza della corte di Giustizia
che bocci l'Irap.
Ma questa è un'altra storia, per ora c'è solo
la certezza di dover sopravvivere con questo ulteriore aggravio
di costi per le nostre imprese.
*Presidente Confindustria Benevento
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