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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

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L’impatto degli incentivi
regionali sulle imprese

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L’impatto degli incentivi
regionali sulle imprese

Paolo TRACI*

La riforma Bassanini ha attribuito alle
Regioni la gestione di strumenti agevolativi destinati alle PMI

L'impegno della nostra Regione deve essere senz'altro profuso per ottimizzare i tempi di accesso alle agevolazioni e snellire i relativi iter burocratici

Con la riforma Bassanini è stato avviato il processo di trasferimento delle competenze in materia di politica industriale alle Regioni. Il sostegno pubblico alle imprese ha così assunto una funzione nuova, confermata e ampliata dalla riforma del Titolo V della Costituzione, che rafforza tali enti quali attori principali della crescita economica del loro territorio.
Ispirata a logiche di sussidiarietà e semplificazione amministrativa, la riforma ha attribuito alle Regioni la gestione di importanti strumenti agevolativi destinati soprattutto alle imprese di piccole e medie dimensioni.
Si tratta delle cosiddette "leggi regionalizzate", tra cui: L.1329/65 (incentivi per l'acquisto o il leasing di macchinari), L. 598/94 (incentivi per l'innovazione tecnologica e la tutela ambientale), L. 341/95 e 266/97 (incentivi automatici per macchinari e impianti), L. 140/97 (incentivi automatici per ricerca e sviluppo precompetitivo).
Nell'ambito del processo di decentramento, questi strumenti di politica industriale sono stati attuati o ricorrendo a regole "tradizionali" (ossia quelle già definite a livello centrale), o inventando nuovi meccanismi di funzionamento. Così diverse Regioni hanno provveduto a modificare i regolamenti per la concessione degli incentivi alle imprese, affidando a Mediocredito Centrale (MCC) la gestione degli interventi. Per quanto di nostro interesse, la Regione Campania ha istituito il 15 novembre 2001 il "Nuovo regime di agevolazione a favore delle PMI locali", strumento che comprende le Leggi 1329/65, 341/95, 266/97, 598/94, art. 11. Dopo quasi un anno, la Giunta regionale ha definito criteri, procedure e modalità di attuazione del suddetto regime, consentendo alle imprese interessate la prenotazione delle risorse disponibili. Si tratta del primo caso in Italia di meccanismo di incentivazione, lanciato da un'Amministrazione regionale, che riunisce in un unico strumento diverse leggi di agevolazione.
Nonostante gli obiettivi di maggiore efficacia e semplificazione che l'Amministrazione ha inteso perseguire con questa nuova formulazione, il regime ha presentato, e presenta, diverse criticità:
- tempi piuttosto brevi concessi per la presentazione delle domande da parte delle imprese;
- incentivazione di investimenti di dimensione ridotta, prevedendo un limite finanziario pari ad un milione di euro;
- tempi di realizzazione degli investimenti piuttosto stringenti.
Il dato più preoccupante è che alla data odierna siamo ancora in attesa delle graduatorie del bando dello scorso aprile 2005. Infatti, sebbene l'art. 5 "Modalità e procedure per la prenotazione delle agevolazioni", c. 5, del bando prevedesse tempi precisi per le fasi successive alla presentazione delle istanze, in particolare riguardo alla prenotazione delle risorse sulla base della posizione assunta in graduatoria, nessun aggiornamento è stato comunicato dall'Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania. E questa è una situazione chiaramente inaccettabile: le imprese ottemperano nei modi e tempi indicati, mentre l'Amministrazione regionale disattende le sue stesse norme. Il decentramento degli incentivi potrebbe rappresentare una grande opportunità per le Regioni, che hanno facoltà di modificare il funzionamento di leggi esistenti sulla base delle loro specifiche esigenze di sviluppo ma, affinché, questo accada è fondamentale la certezza dei tempi ed il rispetto delle regole.
Considerati gli elementi sin qui analizzati, l'impegno della nostra Regione deve essere senz'altro profuso per ottimizzare i tempi di accesso alle agevolazioni e snellire i relativi iter burocratici. Altrimenti tutto sarà non solo inutile ma addirittura peggiorativo, prevalendo "l'effetto blocco" degli investimenti, prima in attesa della presentazione del bando, poi in attesa dei risultati.
Le risorse, trasferite alle Regioni attraverso il meccanismo dei fondi unici regionali, nel periodo 2000-2004, ammontano complessivamente a circa 3,2 miliardi di euro.
Nel complesso, gli interventi hanno agevolato circa 438.000 domande, per investimenti pari a 38 miliardi di euro.
Gli strumenti per i quali si registrano gli importi più elevati sono la legge 1329/65 ("Sabatini"), con oltre 700 milioni di euro di agevolazioni concesse, la legge 140/97 (incentivi automatici per la ricerca e l'innovazione), con quasi 600 milioni di euro e la legge 949/52 (investimenti produttivi delle imprese artigiane) con 470 milioni di euro.
La distribuzione delle agevolazioni si differenzia tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno: nelle Regioni settentrionali prevalgono i contributi concessi tramite la legge 140/97 (23,6%; 2,7% nel Mezzogiorno); nel Mezzogiorno gli importi più elevati riguardano la legge 1329/65 (38,4% - oltre 300 milioni di Euro, con un indice di preferenza piuttosto altro espresso dalla Regione Campania), la legge 266/97 (Incentivi automatici PMI) (16,9%) e la legge 949/52 (15,7%). Bisogna riflettere anche su questo ultimo dato, dove si tocca con mano la differenza che esiste fra nord e sud relativamente agli investimenti innovativi e tecnologicamente avanzati. Se si aggiunge che nei fatti, la legge Sabatini, uno degli strumenti più usati, è stata di fatto depotenziata e relegata al solo comparto zootecnico, si comprende come dal 2000 al 2005, abbiamo assistito nelle nostre aree a un massiccio calo degli investimenti, che acuisce il divario fra le due economie del paese, anche alla luce della diversa tipologia. Come PMI non ci stancheremo di confrontarci e evidenziare come nei fatti la situazione relativa alla competitività delle nostre aree sia assolutamente insufficiente a recuperare il tempo perduto, e che alle tante dichiarazioni, vanno fatti seguire atti amministrativi e fatti concreti, altrimenti il declino sarà davvero inarrestabile.
*Presidente Piccola Industria
Confindustria Salerno

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