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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

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La Confindustria sul Sud
non “molla la presa”


Oreste PASTORE

Impegni e proposte comuni per lo sviluppo nel Manifesto per il Mezzogiorno


Le priorità: fiscalità di vantaggio, infrastrutture, ricerca e innovazione, sburocratizzazione e lotta al sommerso

Il quadro desolante offerto dallo scenario politico italiano in questi ultime settimane ci induce a porci il quesito: esistono ancora nel nostro Paese Soggetti in grado di determinare un serio livello di discussione sui reali problemi delle imprese, delle persone, delle famiglie? Chi è in grado oggi in Italia di proporre analisi e soluzioni alla deriva cui sembra avviato il nostro Paese? Tramontato - almeno in questa fase storica - il prestigio dei partiti, a questo ruolo si candida con sempre maggiore autorevolezza la nostra Confederazione che, ancor più significativamente negli ultimi anni, ha assunto il compito di indicare la strada a una Politica che non riesce a dare risposte e che non ha trovato (ancora?) uno sbocco risolutivo alla crisi della Prima Repubblica e, anzi, secondo alcuni analisti, si avvia ad una Terza Repubblica dai caratteri distintivi piuttosto oscuri. É lecito affermare che la qualità della proposta del Sistema Confindustriale, a livello nazionale e territoriale, è una delle poche e autorevoli pagine scritte in questi anni in favore della crescita civile ed economica dell'Italia. Moltissimi analisti concordano nel riconoscere alla Confindustria di Abete, Fossa, D'Amato e di Montezemolo, un ruolo guida in questi nostri anni bui. Ma torniamo all'attualità, per verificare quanto questo valga oggi. Solo qualche settimana fa, prima che i miasmi della avvelenatissima campagna elettorale piombataci addosso cominciassero a diffondersi e a pervadere quel poco di confronto sui contenuti avviatosi in previsione delle elezioni della primavera, il dibattito sul Mezzogiorno, da tempo scomparso dall'agenda del Governo, sembrava aver ripreso nuovo vigore, grazie agli effetti dell'iniziativa della Confindustria che, peraltro, non aveva mai "mollato la presa" sull'argomento. A Reggio Calabria, il 17 dicembre scorso, su iniziativa congiunta di Confindustria, CGIL, CISL, UIL e del Coordinamento dei Presidenti delle Regioni meridionali, è stata promossa, infatti, la convocazione degli "Stati Generali del Mezzogiorno", un'Assemblea pubblica che si è posta l'obiettivo di riportare l'attenzione sulle politiche per il rilancio del Sud, a partire dai contenuti e dalle proposte del Progetto Mezzogiorno, l'accordo firmato da 13 organizzazioni datoriali e dai sindacati confederali il 2 novembre 2004. Al termine dei lavori, è stato sottoscritto un Manifesto per il Mezzogiorno ("Insieme per lo sviluppo, cinque priorità per il Mezzogiorno") che contiene gli impegni e le proposte comuni. É una nuova, importante, iniziativa, che - come ricordato - fa seguito e riprende sia il Documento lanciato il 2 novembre 2004 che il programma di iniziative avviato con "Progetto Mezzogiorno" - gli Stati Generali dell'economia del Mezzogiorno, le due giorni tenutasi a Salerno il 3 e 4 febbraio 2005, per iniziativa del Presidente di Confindustria Salerno Andrea Prete. Già in quella occasione, il Vicepresidente di Confindustria Ettore Artioli, propose, prima in una sessione del Comitato Mezzogiorno, poi ai rappresentanti del Governo delle otto Regioni meridionali, l'elaborazione dei contenuti strategici del Documento, rafforzando e integrando così la proposta "di intenti" lanciata in novembre dalle 17 organizzazioni firmatarie. Si parlò di: fiscalità di vantaggio per le imprese che investono al Sud; riordino degli incentivi alle imprese; adeguamento della dotazione infrastrutturale meridionale; costruzione di un positivo rapporto tra banche e imprese; semplificazione amministrativa per l'attività d'impresa, specialmente nella fase di avvio dell'esercizio di attività economiche; consolidamento di normali condizioni di esercizio dell'attività d'impresa, dal punto di vista della sicurezza, della legalità e della lotta al sommerso, del funzionamento della giustizia civile e del diritto fallimentare; superamento dei punti di crisi, attraverso l'investimento nella ricerca e l'innovazione e la crescita dimensionale delle imprese; e, infine, sul tema delle politiche di coesione dell'UE, venne richiesto al Governo italiano di sostenere con decisione la proposta della Commissione Europea di fissare il tetto per le risorse proprie all'1,24% del PNL. Ora, a Reggio, i Governatori delle Regioni meridionali (presenti i Governatori di Campania, Antonio Bassolino, Abruzzo, Ottaviano Del Turco, Calabria, Agazio Loiero, Molise, Michele Iorio, Sardegna, Renato Soru e Sicilia, Salvatore Cuffaro, e l'assessore al Bilancio della Puglia, Francesco Saponaro) hanno prima condiviso nuovamente con il Presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, il Vicepresidente per il Mezzogiorno Ettore Artioli, il Vicepresidente Edoardo Garrone, firmatario del Manifesto, e i Presidenti regionali della Confindustria, Cristiana Coppola, Campania, Paolo Vacca, Molise, Gianni Mongelli, Puglia, Giuseppe Costanzo, Sicilia, Gianni Biggio, Sardegna e Gaetano Clavenna, vicepresidente di Confindustria Abruzzo, lo spirito e le necessità individuate dal Progetto Mezzogiorno; quindi, hanno ribadito alcune delle priorità (fiscalità di vantaggio; infrastrutture, logistica e turismo; nuova programmazione dei Fondi strutturali europei, sicurezza; ricerca e innovazione). Al termine della riunione è stata decisa la costituzione di alcuni tavoli di lavoro con le parti sociali sulle tematiche prioritarie, al fine di presentare a governo e Commissione europea proposte unitarie. Si è trattato di un momento ritenuto di segno estremamente positivo da tutti i protagonisti, i quali, nello stesso testo del "Manifesto" hanno sottolineato che <la fiducia nel Mezzogiorno non è solo, come ci ricorda sempre il Presidente della Repubblica, un dovere etico, ma anche una grande opportunità per l'intero Paese>. Artioli, ha rafforzato le comuni aspettative, parlando in un'intervista al settimanale "Il Mondo", di <un fervore che non si ricordava da lungo tempo>. Ma, poche righe più in là, realisticamente, rifletteva: <In Italia siamo sempre in campagna elettorale. Magari non basteranno i primi sei mesi del prossimo anno per risolvere tutte le situazioni politiche aperte….>. Ma è chiaro che la volontà, ormai affidata al prossimo Governo, è che il Mezzogiorno sia la chiave di volta per il rilancio del Paese.

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