L'Intervista - Antonio Valiante
L'Intervento - Pietro Cerrito
L'Intervista - Cristiana Coppola
L'Intervento - Giovanni Cotroneo
L'Intervento - Silvio Sarno
L'Intervento - Costanzo Jannotti Pecci
L'Intervento - Carlo Cicala
L'Intervento - Giovanni Lettieri
L'Intervento - Andrea Prete
L'Intervento - Giovanni Lettieri *
È positivo
che la Regione Campania abbia finalmente approvato per tempo
il bilancio preventivo dell'anno in corso. Per la prima volta
dopo decenni l'Ente si mette così in condizione di
poter avviare i suoi processi di spesa senza ritardi, con
i benefici che ne conseguono per la programmazione e la pianificazione
delle attività. Non positiva, in generale, è invece
la valutazione sui contenuti. La spesa corrente della Regione
Campania e quella per la sanità in particolare hanno
un'incidenza eccessiva. Il nuovo bilancio non affronta questo
problema in maniera adeguata. Si doveva intervenire più incisivamente
sulla struttura della spesa. Si è preferito, al contrario,
usare la solita tradizionale leva tributaria, recuperando
ulteriori risorse sia dai cittadini che dalle imprese.
Il confronto che, anche attraverso Confindustria Campania,
abbiamo attivato con l'Istituzione, ha consentito di ridurre
l'iniziale ipotesi di incremento dell'Irap. È rimasto
uno 0,3% in più che, purtroppo, contribuirà a
rendere meno competitivo il sistema produttivo locale, in
un'epoca dove, al contrario, l'utilizzo dello strumento fiscale
dovrebbe servire a creare i presupposti per rilanciare lo
sviluppo economico e sociale del territorio. Siamo consapevoli
che gli enti territoriali hanno dovuto subire con la finanziaria
tagli consistenti di risorse. È tuttavia francamente
incomprensibile che, su un bilancio di 12 miliardi, non si
sia riusciti a rinvenire altrimenti i circa 60 milioni di
euro addossati alle imprese con l'aumento dell'Irap. È singolare
altresì che, pur avendo i vertici regionali condiviso
la nostra richiesta di ottenere, con un'azione di pressing
su Bruxelles, una fiscalità compensativa (o di vantaggio)
per le regioni meridionali, decidano poi di innalzare i carichi
tributari su scala locale.
In ogni caso, ritengo si debba continuare la metodologia
del confronto con l'Istituzione regionale. Con lo spirito
giusto che ha caratterizzato il nostro intervento anche in
questa occasione. Non ci siamo limitati a dire dei no, ma
abbiamo presentato una serie di proposte alternative all'incremento
dell'aliquota. Siamo convinti che, alla lunga, incalzare
Regione ed Enti locali, costruttivamente e nel rispetto dei
reciproci ruoli, finirà per pagare.
*Presidente Unione Industriali Napoli |