Gli indirizzi programmatici
Bilancio delle attivitÀ e
prospettive
INPS
Gli indirizzi programmatici
Ce ne parla il Presidente
Titti Covino
di Sergio vitale
Contrastare l’economia sommersa è la premessa per aumentare il
livello di democrazia e di cittadinanza
Presidente quali sono le linee programmatiche del Comitato
provinciale INPS per il prossimo triennio 2006-2008?
Per poter rispondere compiutamente a questa domanda occorre fare una premessa,
breve ma necessaria, riportandoci a quanto affrontato dal CIV (Consiglio di
Indirizzo e Vigilanza dell'INPS) nel corso delle ultime consiliature, circa
il ruolo e le funzioni dei Comitati Periferici, Provinciali e Regionali e,
più in generale, sul tema della partecipazione delle parti sociali alla
vita dell'INPS. Occorre ricordare, a questo proposito, che la legge 449/97
ha introdotto il sistema di separazione tra funzioni di indirizzo e di controllo
da un lato, e gestione dall'altro, ma ha lasciato tanti vuoti generando ambiguità sul
ruolo di organismi (i Comitati) non più gestionali e non ancora di indirizzo.
Così a farne le spese sono risultati gli organismi territoriali che
hanno, nei fatti, sempre più, perso il ruolo di organismi amministratori
e non hanUUUno, di contro, internalizzato il ruolo di organismi di indirizzo
e vigilanza. Questa la situazione oggi, questo il contesto generale entro cui
occorre muoversi, auspicando un intervento del legislatore che acceleri e definisca
il necessario processo di riordino. È un periodo di transizione, quindi,
ma ciò non deve costituire un alibi per un disimpegno, né scelto
né da subire. I Comitati devono partire da quella che è la natura
stessa dell'Istituto, indicata dal CIV, come "cuore e sostanza dello Stato
Sociale in Italia" e, quindi, concentrare la propria attività su
argomenti di propria competenza, così come previsto dalle normative
vigenti e procedere per "obiettivi", utilizzando gli spazi disponibili
per raggiungere risultati verificabili in attesa del riordino del sistema duale
da definire. In buona sostanza, si tratta di utilizzare gli spazi che le norme
ci riservano, mettendo in pratica, a livello territoriale, un modello organizzativo
che sia simmetrico a quello del CIV.
Ci traccia un bilancio delle attività svolte con
la sua presidenza?
Siamo a più di un anno e mezzo dall'inizio del mandato affidatomi. Fare
un bilancio, ora, è giusto e questa intervista mi dà l'opportunità di
ripercorrere questi mesi di attività, sperando, nel contempo, di riportare
fedelmente quella che è l'opinione in merito degli altri componenti
del Comitato. Gran parte del lavoro svolto in questi mesi ha riguardato le
materie di competenza, e cioè decidere sui ricorsi avverso provvedimenti
dell'Istituto: pensioni sociali, prestazioni dell'assicurazione obbligatoria
per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti di tutte le categorie
di lavoratori, dipendenti ed autonomi, trattamenti di famiglia, prestazioni
contro la disoccupazione involontaria, prestazioni economiche di malattia,
di maternità, TFR, ecc.. In questo anno e mezzo il Comitato Provinciale è stato
chiamato a pronunciarsi su circa 1000 ricorsi e bisogna dire, a tale proposito,
che bassa, a nostro avviso, è stata la percentuale di accoglimento,
in linea, pare, con quella che è stata la media nazionale. Ci siamo,
comunque, più volte posti, rispetto alla questione, in maniera critica
ed autocritica, ci siamo cioè interrogati, ferme restando le nostre
prerogative ben definite, se, come e dove apportare modifiche al nostro comportamento,
ai nostri criteri di valutazione, sulla base dell'istruttoria fatta dalla Sede
e sulla base del parere già ben definito e poco rivedibile. Il tutto
anche in considerazione dei risultati del contenzioso giudiziario, che ha visto
molte volte l'INPS soccombente. Abbiamo chiesto alcuni dati, che in parte sono
stati già prodotti dalla Sede, ma ora vanno analizzati ed aggregati
per una lettura quanto più obiettiva possibile, al fine di rendere riconosciuti
i diritti richiesti, in via amministrativa, in quanto fondati, prima ancora
di ricorrere alla via giudiziaria, con inutile e dannoso aggravio di spese
per l'Istituto e con riduzione dei tempi lunghissimi di attesa da parte del
cittadino, del pensionato, dell'utente. Per quanto riguarda il resto, diciamo
che il primo approccio con l'Istituto l'ho affrontato con l'entusiasmo e l'incoscienza
del neofita ma, al tempo stesso, con la consapevolezza di dover tanto apprendere
ed in fretta. L'inizio del mandato ha coinciso con l'emanazione delle linee
indirizzo per il piano pluriennale 2004/2007 dell'INPS, approvate dal CIV proprio
nel giugno scorso. Da qui le prime tracce di un possibile lavoro. Dalla lettura
del documento ne ho tratto una immediata impressione positiva, per la straordinaria
valenza politica dei contenuti e degli obiettivi, per il punto di equilibrio
e di sintesi che traspariva rispetto ad un lavoro che aveva coinvolto, oltre
al CIV, la Tecnostruttura e le parti sociali. Contestualmente, in altri documenti
sempre del CIV, emergeva la questione dei Comitati Territoriali, Regionali
e Provinciali, come questione attuale, ancora aperta, da risolvere. Era stata
programmata, ricordo per ottobre, addirittura una apposita riunione che poi,
più volte rinviata, non si è mai tenuta, eppure pareva dovesse
essere importante e risolutiva. Così, in attesa di parole più chiare,
ci siamo posti la necessità e l'esigenza di dover dare avvio ad una
nostra attività per capire come contestualizzare, nella nostra realtà locale,
quelle che erano le indicazioni di ordine generale previste dalle linee di
indirizzo del piano triennale.
In questa direzione sono state proposte ed affrontate dal Comitato varie questioni,
in particolare quelle relative alle prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione,
CIG), con riferimento alla necessità di superare punti di criticità,
per garantire il miglioramento dell'erogazione insieme ad una maggiore funzionalità dell'Istituto. è stata
avviata, inoltre, una riflessione, che ha trovato concorde e disponibile il
Dirigente Sanitario della Sede, sulla opportunità di approfondire l'intera
questione in materia di invalidità, sul terreno della prevenzione e
della cura e della profilassi contro le malattie sociali. è stato previsto,
su questo delicato argomento, un convegno pubblico, attese anche le ulteriori
novità introdotte dal DL 203/05, che trasferisce all'INPS altre competenze
in materia di invalidità civile, cecità, sordomutismo, handicap
e disabilità, competenze, oggi, in capo al Ministero dell'Economia e
delle Finanze.
Ci siamo occupati dell'analisi e la verifica dell'andamento produttivo, che è,
a tutti i livelli (Provinciale, Regionale, Nazionale), la cartina di tornasole
rispetto all'efficacia e all'efficienza dell'Istituto. L'andamento del processo
produttivo, infatti, è una fotografia della reale capacità dell'Istituto
di rispondere alle richieste e alle aspettative dei suoi utenti. è prassi
consolidata che, in queste occasioni, l'Istituto presenti al Comitato una serie
di dati, cifre, percentuali, con commenti perlopiù positivi sui risultati.
Bene. Abbiamo, allora, chiesto che le cifre siano per il futuro accompagnate
dalle parole e da una relazione scritta. L'andamento produttivo non è solo
una sequenza di dati, ma di fatti, importanti nel processo di comunicazione
perché creano consenso e fiducia. L'esigenza da noi manifestata è stata
quella di avere un documento più completo, sia per quanto riguarda i
dati stessi, sia soprattutto per quanto riguarda le spiegazioni dei fenomeni,
o meglio le cause, di eventuali ritardi, giacenze, flussi, ecc. Quindi, oltre
alla necessità di valutare la quantità e la qualità delle
prestazioni, occorre valorizzare, allo stesso modo, gli obiettivi raggiunti
ed evidenziare le criticità, proponendo progetti per superarle. Non
per ultimo, dovrebbe emergere la reale capacità dell'Istituto non solo
di saper stare al passo con le innovazioni normative e di conseguenza con gli
ulteriori compiti che gli vengono continuamente affidati, ma anche e soprattutto
di avere tutte le carte in regola (competenze, professionalità, dislocazione
territoriale, innovazione tecnologica, ecc.) per poter svolgere un ruolo propositivo
e da protagonista nella riforma del nostro Stato Sociale in una dimensione
più specificatamente di Wellfare locale. Questa modalità diversa
di presentare se stessi ed il proprio modo di lavorare rappresenta, contemporaneamente,
la pratica del governo condiviso come modalità di confronto, che rispetta
i ruoli in gioco, e sono i primi passi verso la realizzazione di quello che è,
o meglio sarà, il Bilancio Sociale dell'Istituto.
Quali le proposte e le attività che intendete metter
in campo tenendo conto dello scenario economico del territorio?
Credo, semplicemente, che continueremo a lavorare nella direzione e con l'impostazione
tracciata, sapendo che non mancheranno difficoltà, perplessità,
resistenze, ma sappiamo, pure, di poter contare sulla collaborazione, disponibilità,
comprensione, fiducia di tante straordinarie persone, impegnate quotidianamente
in un lavoro complicato e di alto valore sociale, funzionari e dirigenti dell'INPS
a cui dobbiamo anche dimostrare di avere un nostro progetto che vorremmo, però,
poter condividere con loro. Occorre, inoltre, aprirsi all'esterno mettendo
in agenda audizioni con Patronati, Associazioni di Categoria, Istituzioni,
parti sociali. Così come crediamo siano maturi ormai i tempi per concordare
e mettere tra le priorità un'iniziativa sulla lotta all'evasione contributiva,
contro il lavoro nero. Non si può, oggi, non guardare al fenomeno del
lavoro irregolare senza la consapevolezza che, in questi anni, esso sia purtroppo
cresciuto, assecondando, così, un'idea di "sopravvivenza del tessuto
produttivo" basata sulla mera riduzione del costo del lavoro; in un contesto
dove maggiore povertà ed esclusione hanno favorito l'aumento di persone
disponibili a lavorare in nero, come indicano anche le recenti rilevazioni
Istat e come dicono i dati della nostra provincia. Il lavoro nero danneggia
la parte sana del sistema produttivo ed è la causa maggiore di evasione
fiscale e previdenziale. Contrastare l'economia sommersa è la premessa
per aumentare il livello di democrazia e di cittadinanza. Per questo la lotta
al sommerso all'illegalità diffusa necessita di interventi strutturali
a 360 gradi, per estendere tutele e diritti a migliaia di cittadini nella nostra
provincia, a milioni di persone in tutto il Paese.
Come viene impostato il rapporto con la Tecnostruttura ed in che modo la stessa
trasforma gli indirizzi programmatici in interventi concreti per i cittadini
ed il territorio?
A questo proposito, condivido quanto il Presidente del CIV Franco Lotito ha
affermato nel corso della sua relazione in una delle ultime sessioni del CIV
e cioè che sul tavolo di un prossimo incontro col Presidente e col Direttore
Generale si dovrà mettere un ragionamento più strutturato sul
piano della esigibilità riferita al diritto del CIV di vedere applicate
le delibere che emana. Questo diritto oggi è nelle cose prima che nella
norma, è nella certezza di un sistema di governance del quale le parti
sociali si considerano legittime protagoniste e che non metteranno mai a disposizione.
La giusta centralità del ruolo delle parti sociali, il rilancio dei
Comitati Territoriali che ne esalti la funzione di rappresentanza e di orientamento
politico possono solo contribuire a conservare intatta la propria identità,
la propria storia e a mantenere fede alla propria missione sociale nel rispetto
del patto di solidarietà tra vecchie e nuove generazioni che fa la differenza
su un piano anche etico tra Previdenza Pubblica e Privata.
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