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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

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Gli indirizzi programmatici

Bilancio delle attivitÀ e
prospettive

INPS
Gli indirizzi programmatici
Ce ne parla il Presidente Titti Covino
di Sergio vitale


Contrastare l’economia sommersa è la premessa per aumentare il livello di democrazia e di cittadinanza

Presidente quali sono le linee programmatiche del Comitato provinciale INPS per il prossimo triennio 2006-2008?
Per poter rispondere compiutamente a questa domanda occorre fare una premessa, breve ma necessaria, riportandoci a quanto affrontato dal CIV (Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'INPS) nel corso delle ultime consiliature, circa il ruolo e le funzioni dei Comitati Periferici, Provinciali e Regionali e, più in generale, sul tema della partecipazione delle parti sociali alla vita dell'INPS. Occorre ricordare, a questo proposito, che la legge 449/97 ha introdotto il sistema di separazione tra funzioni di indirizzo e di controllo da un lato, e gestione dall'altro, ma ha lasciato tanti vuoti generando ambiguità sul ruolo di organismi (i Comitati) non più gestionali e non ancora di indirizzo. Così a farne le spese sono risultati gli organismi territoriali che hanno, nei fatti, sempre più, perso il ruolo di organismi amministratori e non hanUUUno, di contro, internalizzato il ruolo di organismi di indirizzo e vigilanza. Questa la situazione oggi, questo il contesto generale entro cui occorre muoversi, auspicando un intervento del legislatore che acceleri e definisca il necessario processo di riordino. È un periodo di transizione, quindi, ma ciò non deve costituire un alibi per un disimpegno, né scelto né da subire. I Comitati devono partire da quella che è la natura stessa dell'Istituto, indicata dal CIV, come "cuore e sostanza dello Stato Sociale in Italia" e, quindi, concentrare la propria attività su argomenti di propria competenza, così come previsto dalle normative vigenti e procedere per "obiettivi", utilizzando gli spazi disponibili per raggiungere risultati verificabili in attesa del riordino del sistema duale da definire. In buona sostanza, si tratta di utilizzare gli spazi che le norme ci riservano, mettendo in pratica, a livello territoriale, un modello organizzativo che sia simmetrico a quello del CIV.

Ci traccia un bilancio delle attività svolte con la sua presidenza?
Siamo a più di un anno e mezzo dall'inizio del mandato affidatomi. Fare un bilancio, ora, è giusto e questa intervista mi dà l'opportunità di ripercorrere questi mesi di attività, sperando, nel contempo, di riportare fedelmente quella che è l'opinione in merito degli altri componenti del Comitato. Gran parte del lavoro svolto in questi mesi ha riguardato le materie di competenza, e cioè decidere sui ricorsi avverso provvedimenti dell'Istituto: pensioni sociali, prestazioni dell'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti di tutte le categorie di lavoratori, dipendenti ed autonomi, trattamenti di famiglia, prestazioni contro la disoccupazione involontaria, prestazioni economiche di malattia, di maternità, TFR, ecc.. In questo anno e mezzo il Comitato Provinciale è stato chiamato a pronunciarsi su circa 1000 ricorsi e bisogna dire, a tale proposito, che bassa, a nostro avviso, è stata la percentuale di accoglimento, in linea, pare, con quella che è stata la media nazionale. Ci siamo, comunque, più volte posti, rispetto alla questione, in maniera critica ed autocritica, ci siamo cioè interrogati, ferme restando le nostre prerogative ben definite, se, come e dove apportare modifiche al nostro comportamento, ai nostri criteri di valutazione, sulla base dell'istruttoria fatta dalla Sede e sulla base del parere già ben definito e poco rivedibile. Il tutto anche in considerazione dei risultati del contenzioso giudiziario, che ha visto molte volte l'INPS soccombente. Abbiamo chiesto alcuni dati, che in parte sono stati già prodotti dalla Sede, ma ora vanno analizzati ed aggregati per una lettura quanto più obiettiva possibile, al fine di rendere riconosciuti i diritti richiesti, in via amministrativa, in quanto fondati, prima ancora di ricorrere alla via giudiziaria, con inutile e dannoso aggravio di spese per l'Istituto e con riduzione dei tempi lunghissimi di attesa da parte del cittadino, del pensionato, dell'utente. Per quanto riguarda il resto, diciamo che il primo approccio con l'Istituto l'ho affrontato con l'entusiasmo e l'incoscienza del neofita ma, al tempo stesso, con la consapevolezza di dover tanto apprendere ed in fretta. L'inizio del mandato ha coinciso con l'emanazione delle linee indirizzo per il piano pluriennale 2004/2007 dell'INPS, approvate dal CIV proprio nel giugno scorso. Da qui le prime tracce di un possibile lavoro. Dalla lettura del documento ne ho tratto una immediata impressione positiva, per la straordinaria valenza politica dei contenuti e degli obiettivi, per il punto di equilibrio e di sintesi che traspariva rispetto ad un lavoro che aveva coinvolto, oltre al CIV, la Tecnostruttura e le parti sociali. Contestualmente, in altri documenti sempre del CIV, emergeva la questione dei Comitati Territoriali, Regionali e Provinciali, come questione attuale, ancora aperta, da risolvere. Era stata programmata, ricordo per ottobre, addirittura una apposita riunione che poi, più volte rinviata, non si è mai tenuta, eppure pareva dovesse essere importante e risolutiva. Così, in attesa di parole più chiare, ci siamo posti la necessità e l'esigenza di dover dare avvio ad una nostra attività per capire come contestualizzare, nella nostra realtà locale, quelle che erano le indicazioni di ordine generale previste dalle linee di indirizzo del piano triennale.
In questa direzione sono state proposte ed affrontate dal Comitato varie questioni, in particolare quelle relative alle prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, CIG), con riferimento alla necessità di superare punti di criticità, per garantire il miglioramento dell'erogazione insieme ad una maggiore funzionalità dell'Istituto. è stata avviata, inoltre, una riflessione, che ha trovato concorde e disponibile il Dirigente Sanitario della Sede, sulla opportunità di approfondire l'intera questione in materia di invalidità, sul terreno della prevenzione e della cura e della profilassi contro le malattie sociali. è stato previsto, su questo delicato argomento, un convegno pubblico, attese anche le ulteriori novità introdotte dal DL 203/05, che trasferisce all'INPS altre competenze in materia di invalidità civile, cecità, sordomutismo, handicap e disabilità, competenze, oggi, in capo al Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Ci siamo occupati dell'analisi e la verifica dell'andamento produttivo, che è, a tutti i livelli (Provinciale, Regionale, Nazionale), la cartina di tornasole rispetto all'efficacia e all'efficienza dell'Istituto. L'andamento del processo produttivo, infatti, è una fotografia della reale capacità dell'Istituto di rispondere alle richieste e alle aspettative dei suoi utenti. è prassi consolidata che, in queste occasioni, l'Istituto presenti al Comitato una serie di dati, cifre, percentuali, con commenti perlopiù positivi sui risultati. Bene. Abbiamo, allora, chiesto che le cifre siano per il futuro accompagnate dalle parole e da una relazione scritta. L'andamento produttivo non è solo una sequenza di dati, ma di fatti, importanti nel processo di comunicazione perché creano consenso e fiducia. L'esigenza da noi manifestata è stata quella di avere un documento più completo, sia per quanto riguarda i dati stessi, sia soprattutto per quanto riguarda le spiegazioni dei fenomeni, o meglio le cause, di eventuali ritardi, giacenze, flussi, ecc. Quindi, oltre alla necessità di valutare la quantità e la qualità delle prestazioni, occorre valorizzare, allo stesso modo, gli obiettivi raggiunti ed evidenziare le criticità, proponendo progetti per superarle. Non per ultimo, dovrebbe emergere la reale capacità dell'Istituto non solo di saper stare al passo con le innovazioni normative e di conseguenza con gli ulteriori compiti che gli vengono continuamente affidati, ma anche e soprattutto di avere tutte le carte in regola (competenze, professionalità, dislocazione territoriale, innovazione tecnologica, ecc.) per poter svolgere un ruolo propositivo e da protagonista nella riforma del nostro Stato Sociale in una dimensione più specificatamente di Wellfare locale. Questa modalità diversa di presentare se stessi ed il proprio modo di lavorare rappresenta, contemporaneamente, la pratica del governo condiviso come modalità di confronto, che rispetta i ruoli in gioco, e sono i primi passi verso la realizzazione di quello che è, o meglio sarà, il Bilancio Sociale dell'Istituto.

Quali le proposte e le attività che intendete metter in campo tenendo conto dello scenario economico del territorio?
Credo, semplicemente, che continueremo a lavorare nella direzione e con l'impostazione tracciata, sapendo che non mancheranno difficoltà, perplessità, resistenze, ma sappiamo, pure, di poter contare sulla collaborazione, disponibilità, comprensione, fiducia di tante straordinarie persone, impegnate quotidianamente in un lavoro complicato e di alto valore sociale, funzionari e dirigenti dell'INPS a cui dobbiamo anche dimostrare di avere un nostro progetto che vorremmo, però, poter condividere con loro. Occorre, inoltre, aprirsi all'esterno mettendo in agenda audizioni con Patronati, Associazioni di Categoria, Istituzioni, parti sociali. Così come crediamo siano maturi ormai i tempi per concordare e mettere tra le priorità un'iniziativa sulla lotta all'evasione contributiva, contro il lavoro nero. Non si può, oggi, non guardare al fenomeno del lavoro irregolare senza la consapevolezza che, in questi anni, esso sia purtroppo cresciuto, assecondando, così, un'idea di "sopravvivenza del tessuto produttivo" basata sulla mera riduzione del costo del lavoro; in un contesto dove maggiore povertà ed esclusione hanno favorito l'aumento di persone disponibili a lavorare in nero, come indicano anche le recenti rilevazioni Istat e come dicono i dati della nostra provincia. Il lavoro nero danneggia la parte sana del sistema produttivo ed è la causa maggiore di evasione fiscale e previdenziale. Contrastare l'economia sommersa è la premessa per aumentare il livello di democrazia e di cittadinanza. Per questo la lotta al sommerso all'illegalità diffusa necessita di interventi strutturali a 360 gradi, per estendere tutele e diritti a migliaia di cittadini nella nostra provincia, a milioni di persone in tutto il Paese.
Come viene impostato il rapporto con la Tecnostruttura ed in che modo la stessa trasforma gli indirizzi programmatici in interventi concreti per i cittadini ed il territorio?
A questo proposito, condivido quanto il Presidente del CIV Franco Lotito ha affermato nel corso della sua relazione in una delle ultime sessioni del CIV e cioè che sul tavolo di un prossimo incontro col Presidente e col Direttore Generale si dovrà mettere un ragionamento più strutturato sul piano della esigibilità riferita al diritto del CIV di vedere applicate le delibere che emana. Questo diritto oggi è nelle cose prima che nella norma, è nella certezza di un sistema di governance del quale le parti sociali si considerano legittime protagoniste e che non metteranno mai a disposizione.
La giusta centralità del ruolo delle parti sociali, il rilancio dei Comitati Territoriali che ne esalti la funzione di rappresentanza e di orientamento politico possono solo contribuire a conservare intatta la propria identità, la propria storia e a mantenere fede alla propria missione sociale nel rispetto del patto di solidarietà tra vecchie e nuove generazioni che fa la differenza su un piano anche etico tra Previdenza Pubblica e Privata.

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