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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
gennaio/febbraio 2006
 

assafrica & mediterraneo - Home Page
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Mediterraneo e oriente sono i poli di crescita per le imprese


Vincenzo Boccia *

Ue e Italia devono impegnarsi per politiche innovative di cooperazione e integrazione socio-economica, nella logica del co-sviluppo


Il bacino del Mediterraneo deve diventare un centro di scambi commerciali e investimenti internazionali, attorno al quale ruotino e si aggreghino Europa, Africa e Medio Oriente

Abbiamo appena chiuso i bilanci dell'anno passato, aziendali e personali. Positivi o negativi che siano, essi sono però già il passato, laddove, viceversa, l'imprenditore deve pensare al futuro. Dietro di noi nel 2005 c'è l'Italia con crescita economica vicina allo zero, davanti a noi lo spostamento del baricentro del mondo verso Oriente, che sta diventando teatro di eventi con ripercussioni a caduta nel mondo globalizzato. Tutto ciò ci obbliga a liberarci da illusioni e dogmatismo, imponendoci una prova di crescita, possibilmente nell'ottica del superamento di quel male particolarissimo che affligge il Bel Paese almeno da cinque secoli. Già Guicciardini aveva, infatti, capito che il nostro è il Paese del "particulare", ipotizzando peraltro che ciò potesse risolversi conciliando la mancanza di senso dell'interesse collettivo con l'interesse dello Stato attraverso la chiave di un'etica laica. Ciascun imprenditore deve perciò pensare, nel quadro di una concorrenzialità sempre più spinta, in termini non solo individuali ma anche di Sistema-Paese, valutando le dinamiche economiche dei singoli Paesi e, soprattutto, quello delle aree geo-economico-politiche che si stanno formando.
Appare allora evidente che abbiamo due diverse opportunità - proprie dell'Italia e in particolare del Mezzogiorno in ragione della posizione geografica - l'una legata allo sviluppo degli scambi con i grandi Paesi emergenti dell'Asia e l'altra alla cooperazione tra Sponda nord e Sponda sud del Mediterraneo, per la creazione dell'area di libero scambio, processi che non necessariamente coincidono. Da un lato l'Italia, per la sua posizione, può bene infatti intercettare i nuovi flussi provenienti dalle rotte internazionali su cui viaggiano le merci dei Paesi asiatici interessati a penetrare in Europa attraverso Suez e il Mediterraneo. Tale prospettiva va peraltro seriamente valutata in tempi rapidi, pena la perdita di opportunità che non rimarranno aperte all'infinito, perché già si parla di rilancio delle rotte artiche e delle Vie della seta e delle spezie, con infrastrutture stradali o ferroviarie che passeranno in questo caso per via terrestre dai Balcani e dall'Est Europa. Dall'altro, la capacità di crescere dimostrata da molti Paesi sudmediterranei e l'apertura da essi manifestata nei confronti del sistema imprenditoriale italiano, con molte similitudini soprattutto in Nord Africa, perchè costituito principalmente da PMI. Sono questi ulteriori elementi che devono sollecitare le imprese italiane a giocare un ruolo da protagonista in tali mercati, rappresentando allo stesso tempo un volano per l'ulteriore crescita economica congiunta. Il monitoraggio su Mediterraneo e Medio Oriente portato avanti nel corso del 2005 da Assafrica & Mediterraneo ha confermato che i mercati dell'area rappresentano una grande occasione per il rilancio dell'attività e della competitività delle imprese italiane. Tuttavia, a parte l'abbattimento parziale delle tariffe in sede di Accordi di associazione con l’UE, in tema di integrazione Euro-Mediterranea finora non si è proceduto all'eliminazione delle barriere di carattere tecnico derivanti dalle differenze regolamentari né all'adozione di politiche comuni nel campo degli investimenti, della concorrenza, dei servizi. Non si è dunque innescato quel processo virtuoso di crescita e di integrazione produttiva di un Mercato Unico che l'Unione Europea ha invece indotto nei paesi del Centro e dell'Est Europa. Va quindi chiesto con forza all'Unione Europea e all'Italia l'assunzione di un serio impegno per politiche innovative di cooperazione e integrazione socio-economica, nella logica del co-sviluppo, come da tempo Assafrica & Mediterraneo sta sollecitando all'interno e all'esterno del sistema confederale. É perciò urgente intervenire in tempi rapidi, attraverso una lucida strategia industriale fatta di offerta di tecnologie industriali e partecipazione allo sviluppo, così da raccogliere le opportunità legate alla forte crescita dell'area mediterranea, allargata ai Paesi del Golfo, originata dalla spinta delle economie dei Paesi produttori di petrolio a seguito degli aumenti del prezzo del greggio degli ultimi due anni, che si è poi estesa anche a Egitto e Giordania e agli altri Paesi del Maghreb. Né è da sottovalutare la presenza anche in Africa subsahariana di grandi potenzialità di sviluppo, che potranno più facilmente rendersi disponibili grazie soprattutto alla decisione dell'Unione Europea di destinare all'Africa il 50% di tutti i nuovi finanziamenti previsti per i Paesi extra UE e alla maggiore apertura finanziaria dimostrata dalla Comunità internazionale, oltre al Piano per l'Africa del G8 e a quello della UE.
Anche in ragione del massiccio ingresso della Cina sui mercati mondiali, sembra ormai assestarsi la tendenza verso la formazione di tre aree regionali mondiali, il cui peso sarà diverso a seconda di quali e quanti saranno i Paesi che si aggregheranno attorno allo Stato o al gruppo di Stati capofila. La prima area appare essere quella delle Americhe attorno agli Stati Uniti, la seconda quella dell'Oriente attorno alla Cina, la terza quella dell'Europa ampliata ad Est e a Sud attorno all'Unione Europea (area tuttavia possibile ma non del tutto certa, alla luce della disaffezione manifestata recentemente da alcuni governi europei). Tutte le altre aree appaiono troppo piccole per resistere all'impatto della mondializzazione dell'economia. Alla luce di questo complesso scacchiere diventa allora centrale e fondamentale per le imprese italiane che il bacino del Mediterraneo torni ad avere un ruolo strategico dal punto di vista geo-economico, diventando un hub regionale centro di scambi commerciali e investimenti internazionali, attorno al quale ruotino e si aggreghino Europa, Africa e Medio Oriente.
É quanto porteremo avanti in "Progetto Mediterraneo", che si terrà a Palermo il 20 e 21 febbraio 2006, promosso da Confindustria con il supporto di Assafrica & Mediterraneo, in collaborazione con ICE, ABI, IPI, Ministeri degli Esteri e delle Attività Produttive e UMCE, la Confederazione delle Confindustrie sudmediterranee, allo scopo di promuovere la collaborazione imprenditoriale come motore dell'integrazione Nord-Sud e dell'Area di libero scambio del 2010.

*Presidente Assafrica & Mediterraneo - Confindustria

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