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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2005
 
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“PATTI CHIARI” è AMICIZIA LUNGA?
primi problemi per questa nuova realtÀ

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“PATTI CHIARI” è AMICIZIA LUNGA?
primi problemi per questa nuova realtÀ
Una ambiziosa iniziativa forse presentata con troppa enfasi

Gennaro Stellato
Avvocato civilista

studiostellato@tiscalinet.it


Si avvia ormai verso il quindicesimo mese di vita "Patti Chiari", e, con i primi passi da adulto, cominciano a sorgere problemi di stabilità. Partiamo però dall'inizio spiegando, per chi non ne fosse a conoscenza, cosa sia l'iniziativa "Patti Chiari". Si tratta in sostanza di un consorzio voluto fortemente, soprattutto dall'Abi, attraverso il quale si tende alla realizzazione di un progetto volto a riscrivere completamente il rapporto fra banche e clienti. Il tutto nato anche da indagini demoscopiche che delineavano la scarsissima fiducia degli italiani nelle banche. In particolare si lamentava la poca chiarezza delle condizioni sui conti correnti, la mancanza di comunicazione, la nebulosità delle condizioni contrattuali e la mediocre qualità del servizio. Tale dato si accentuava poi nel settore imprenditoriale con particolare riferimento alle procedure di erogazione del credito. Come ha scritto la stessa Abi, l'impressione era in sostanza quella di «dipendere dal potere discrezionale del singolo funzionario o direttore, con la conseguente percezione del Sistema bancario come un meccanismo orientato unicamente all'autoprotezione, privo di qualsiasi logica di partnership». Dalla valutazione di tale vox populi è derivata allora l'esigenza di creare un progetto volto essenzialmente a colmare il solco creatosi. Nel settembre del 2003 è nato dunque il nuovo consorzio composto da 182 banche rappresentanti l'86% dell'intero sistema bancario. L'obiettivo era quello di «instaurare tra banche e società una relazione basata sui valori della chiarezza della correttezza e della fiducia mettendo a disposizione dei cittadini degli strumenti informativi chiari e, soprattutto, offrire la possibilità di comparare in modo semplice e veloce i diversi prodotti bancari». Dalla costituzione del consorzio sono poi nate una serie di iniziative sui vari aspetti del mondo del credito che dovrebbero essere finalizzate essenzialmente a dare finalmente certezze al cliente della banca e, conseguentemente, fiducia attraverso, in modo particolare, una reale trasparenza delle informazioni con meccanismi predeterminati, soggetti a monitoraggio continuo. Tanto affinché il singolo Istituto possa poi valersi di una sorta di marchio doc garantito da tutor. Senza entrare nel merito delle procedure interne va ricordato che l'iniziativa è partita individuando otto particolari settori di intervento ed esattamente:
- per i servizi: 1) "Faro": un modo di sapere, via telefono o internet, dove si trovi lo sportello automatico più vicino della propria banca; 2) conti correnti a confronto: attraverso una scheda semplice si indicano tutte le caratteristiche e i prezzi del prodotto conto corrente confrontandolo con varie offerte; 3) servizio bancario di base: un prodotto molto semplice con un pacchetto esenziale rivolto a chi non ha esigenze particolari; 4) disponibilità assegni: il cliente della banca è posto nella condizione di conoscere con precisione i tempi reali di disponibilità sul proprio conto delle somme versate con assegni;
- per il credito: 1) criteri generali di valutazione e tempi medi di risposta: il tutto per rendere trasparenti i criteri di valutazione della capacità di credito delle piccole e medie imprese al fine di consentire un dialogo sincero sulla richiesta di finanziamento offrendo una comparazione sui tempi medi di risposta;
- per il risparmio: 1) obbligazioni a basso rischio e obbligazioni bancarie strutturate: strumenti volti a dare, soprattutto ai piccoli investitori il modo di scegliere fra titoli a basso rischio capendo anche la terminologia tecnica.
Queste, in sintesi, le iniziative legate alla nascita del consorzio, che sono state ampiamente pubblicizzate in tutti i modi possibili cercando adesioni sia negli istituti bancari e sia fra i clienti nell'ottica di miglioramento del rapporto. Certamente si tratta dei primi passi di una iniziativa che va comunque salutata in modo positivo attesa la notoria diffidenza se non sfiducia che caratterizza da sempre il rapporto banca-cliente. Sarà necessario verificare nel tempo se queste iniziative possono trovano oggettivo riscontro nella realtà e, soprattutto, se sarà possibile allargare il campo di applicazione inserendo altri settori. Tuttavia vanno evidenziate alcune problematiche che, purtroppo, nascono anche dal fatto che, in materia bancaria, si è ormai cristallizzata una situazione strana che vede l'accavallarsi di vari strumenti e istituti legislativi che spesso si scontrano, se non addirittura si contraddicono, fra loro. In considerazione appunto del consorzio "Patti Chiari" e delle iniziative connesse già illustrate va evidenziata una sorta di anomalia nascente fra la predetta iniziativa e la normativa sul C.A.I., ovvero la Centrale d'Allarme Interbancaria. La questione riguarda l'iniziativa certamente più importante relativa alla certezza per il cliente di disporre delle somme versate a mezzo assegno con particolare riferimento ai concetti di disponibilità economica e non stornabilità. I due punti vanno chiariti proprio nell'ottica di cui si diceva in precedenza: il primo sta a significare i termini oltre i quali la somma versata sarà disponibile sul conto per le proprie operazioni sapendo però che la stessa potrebbe essere stornata per il mancato buon fine del titolo, la seconda comporta invece la certezza dei tempi, decorsi i quali le somme versate saranno disponibili in modo irreversibile. Questo vuol dire in pratica che, superato il termine di non stornabilità, il cliente potrà disporre della somma anche se successivamente l'assegno non dovesse andare a buon fine. Il termine che il consorzio Patti Chiari ha inizialmente indicato è di otto giorni, ma dovrebbe scendere a sette. I problemi che potrebbero sorgere derivano essenzialmente dalle ben note modalità di incasso, dagli accordi interbancari, dalla normativa C.A.I. che impone termini precisi per la segnalazione dell'impagato. L'Abi ha ritenuto di individuare il termine ultimo di non stornabilità in sette giorni lavorativi, successivi alla data di negoziazione, anche se le singole banche aderenti potrebbero scegliere un tempo minore, fatti salvi ovviamente i casi di forza maggiore. Il problema sollevato attiene appunto al fatto che il predetto termine potrebbe anche non essere sempre sicuro con le ovvie incertezze che ne conseguirebbero. Da un lato, quindi, è estremamente apprezzabile lo sforzo degli Istituti bancari di porsi sul mercato in modo finalmente chiaro; dall'altro, va evidenziato che gli intenti si possono scontrare con una sovrapposizione legislativa che ha creato una gabbia di controlli incrociati che, seppure obbligatoriamente adeguati a principi di stampo europeo, finiscono per ingessare tutto il sistema. Lo sforzo delle banche, anche attraverso una pressione sul sistema politico, dovrebbe essere finalizzato a creare un sistema chiaro e leggero che dia garanzie sui tempi e modi di gestione dei rapporti con la clientela. Il giudizio su "Patti Chiari" resta sospeso sino a quando sarà possibile dare risposte certe ai tanti problemi che possono nascere in virtù delle contraddizioni prima evidenziate. Quello che è auspicabile, invece, è che la gamma delle iniziative proposte dal consorzio possa allargarsi a un numero sempre maggiore di servizi, soprattutto nei confronti delle imprese il cui rapporto con le banche tende spesso alla burrasca. Se si riuscisse a considerare la banca, come è auspicio dell'Abi, in termini di partnership, sarebbe forse il più grande successo ottenuto dall'intero sistema creditizio.

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