ETICA & SICUREZZA
IL DILEMMA DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA
Sul versante politico, accolte
con favore le primarie, non senza perplessità
Enrico
Russo
Responsabile Area Sud Istituto Piepoli spa - Innovative Research
enricorusso@istitutopiepoli.it
A
partire dalla seconda metà di gennaio, gli italiani
hanno cominciato a dedicare minore spazio mentale alla tragedia
dello tsunami. L'attenzione, tuttavia, si è concentrata,
per tre italiani su dieci, sui connazionali ancora dispersi.
Tre eventi hanno invece occupato un poderoso spazio nelle
riflessioni, tutti caratterizzati dalla presenza femminile:
la donna rumena di 67 anni che ha partorito due gemelli,
la donna che si è tolta la vita per aver perso tutto
al Lotto e la donna uccisa dalla camorra a Napoli. Questi
temi hanno riempito l'immaginario di più di un italiano
su tre. Altri due problemi sono stati avvertiti come particolarmente
rilevanti dall'Opinione: il primo di questi è stato
la sicurezza sulla rete ferroviaria italiana. Per attirare
l'attenzione su tale problema, i ferrovieri hanno indetto
uno sciopero. A causa della rilevanza generale del tema della
sicurezza rispetto ad altri scioperi indetti per questioni
salariali, ben nove italiani su dieci hanno approvato lo
sciopero. Non a caso, il problema della sicurezza della rete
ferroviaria ha raggiunto un coefficiente di sensibilità pari
al 98% della popolazione (v. grafico 1). È molto raro
che si verifichi un così massiccio consenso: in questo
caso, la rete ferroviaria assume il significato di un archetipo
in termini di sicurezza. In generale, quanto è soddisfatta
l'opinione pubblica di come è gestita la sicurezza
sulle linee ferroviarie? L'indicatore di soddisfazione a
metà gennaio risultava essere piuttosto basso: hanno
prevalso gli italiani che non sono soddisfatti della sicurezza
delle ferrovie. L'altro tema caldo è stato innescato
dal dibattito sul referendum sulla procreazione assistita.
La legge tende a favorire la procreazione in caso di sterilità di
uno dei due aspiranti genitori. In ogni caso, gli italiani
che conoscevano la legge, anche soltanto a grandi linee,
erano poco meno della metà, mentre circa due terzi
sapevano che nella tarda primavera si terrà il referendum.
Come finirà il referendum? Si raggiungerà il
quorum? Abbiamo a questo proposito posto delle domande prendendo
spunto da una dichiarazione del Presidente Cossiga, favorevole
all'astensione dal voto. In genere, le dichiarazioni che
abbiamo raccolto sono di carattere perbenista: un italiano
su cinque approva le dichiarazioni di Cossiga e quelli che
dimostrano intenzione di andare a votare sono oltre il 70%
(v. grafico 2). Ma quale sarà in realtà la
situazione il giorno del voto? L'esame delle intenzioni di
voto degli scorsi referendum fa pensare che probabilmente
andrà a votare soltanto una parte di coloro che oggi
si dichiarano disposti a votare: facendo due conti probabilistici,
se il 70% delle persone si dichiara disponibile ad andare
a votare oggi, è decisamente bassa la probabilità che
si raggiungerà il quorum. Verso la fine di gennaio,
un nuovo avvenimento luttuoso ha colpito l'opinione pubblica
italiana: l'uccisione del maresciallo Simone Cola (l'evento
più citato con il 52%), raggiunto da un proiettile
infilantosi sotto l'ascella durante un'azione militare a
bordo di un elicottero, proprio dove la protezione del giubbotto
lascia un piccolo varco. Sembrerebbe un momento di tragica
sfortuna, ma anche, secondo alcuni, una conseguenza della
non adeguatezza degli elicotteri a disposizione. Più sfortuna
o più responsabilità personali? La grande maggioranza
degli italiani (72%) non ha dubbi e ritiene che la morte
sia «casuale e dovuta alla sfortuna», contro
solo un altro 23% che invece è dell'opinione che sia «conseguenza
delle insufficienti misure di sicurezza». Ci sarebbe
però da chiedersi se è lecito parlare di sfortuna
riferendosi ad azioni di guerra. Sul versante politico, la
questione delle primarie ha fatto parlare parecchio di sé.
In linea di massima, la maggioranza degli italiani, anche
se solo di un soffio (51%), è favorevole alle elezioni
primarie dei candidati, contro un 35% di contrari e un 14%
di agnostici. Anche specificando meglio le due posizioni,
la maggioranza continua a essere favorevole: il 51% infatti
le considera «uno strumento di democrazia, perché il
candidato non viene scelto dall'alto ma dal basso»,
contro un 34% che invece le considera «poco attendibili,
dal momento che a votare vanno solo i militanti più attivi» (v.
grafico 3). In particolare, per i votanti di centro-destra
lo scarto tra chi le considera uno strumento di democrazia
e chi invece le ritiene inattendibili è molto più ravvicinato
(44% contro 39%), mentre tra i votanti di centro-sinistra
la prevalenza dei favorevoli è molto più netta
(66% contro 28%). Come dire meglio un po' di demagogia e
il rischio di una scarsa rappresentatività piuttosto
che subire le solite scelte che vengono dall'alto: non a
caso, tra i votanti di centro-sinistra ben il 39% ritiene
che «in seguito al caso Nichi Vendola, il centro-sinistra
ne sia uscito rafforzato», contro un 9% che invece
pensa che si sia indebolito e un restante 52% che non vede
differenze o è agnostico. Infine, il mese di febbraio
si è aperto con tre eventi particolarmente capaci
di colpire l'opinione pubblica: il primo, per certi versi
sorprendente, è stata la "Giornata della memoria" (28%),
che risulta dunque non un mero evento rituale, ma ancora,
per fortuna, un momento di riflessione profonda e sentita
da parte degli Italiani sulla tragedia dell'Olocausto. Il
secondo è stato l'autostrada bloccata dalla neve in
Calabria e le centinaia di automobilisti costretti per tre
giorni a sopravvivere sui propri mezzi o in condizioni di
emergenza (23%). Il terzo sono state le elezioni in Iraq,
e la bella notizia di una percentuale di votanti decisamente
superiore alle previsioni (20%). Seguono due altri eventi
con una certa significatività: la donna in coma nell'ospedale
di Genova, incinta di 5 mesi, e purtroppo deceduta senza
che sia stato possibile salvare il nascituro (13%) e infine
la sentenza del giudice milanese (7%) che ha messo in libertà alcuni
islamici assolvendoli dall'accusa di terrorismo, facendo
una distinzione sottile ma per certi versi storica, anche
se non accettata a livello internazionale, tra "terrorismo" e "guerriglia".
Per quanto riguarda l'autostrada bloccata al Sud, c'è stato
un massiccio bombardamento di immagini televisive, con scene
di maltempo, di neve e di automobilisti infreddoliti e disperati,
fermi per tre notti sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Cosa ne pensano gli italiani? Il primo dato riguarda la gravità dell'accaduto:
ben il 92% degli italiani considera grave «il fatto
che centinaia di automobilisti e camionisti siano rimasti
bloccati sulla A3». Nel 57% dei casi, dunque nella
maggioranza ma non stragrande, si è d'accordo con «l'accusa
della Protezione Civile al Ministero delle Infrastrutture
per inadempienze, dichiarando che il Ministero era stato
avvertito dell'eccezionalità del maltempo almeno tre
giorni prima». Ma nello stesso tempo, paradossalmente,
una maggioranza ancor più ampia (63%) è d'accordo
anche con l'affermazione del Ministro Lunardi secondo la
quale «la responsabilità è degli automobilisti,
che si sono messi in viaggio senza catene e nonostante il
divieto di circolazione, e dell'ANAS che non ha chiuso gli
ingressi dell'autostrada». Ma allora, se hanno ragione
entrambi, di chi sono le principali responsabilità?
L'opinione pubblica italiana, ancora una volta, si è dimostrata
equilibrata e non priva di buon senso: la maggioranza relativa è dell'idea
che la responsabilità maggiore sia semplicemente dell'eccezionalità della
nevicata (38%), contro un altro 29% che invece ritiene che
sia dell'ANAS e dell'Ente Autostrade e un 20% che ritiene
sia del Ministro. Conseguentemente il 64% degli intervistati
non è d'accordo con la richiesta delle dimissioni
di Lunardi, contro una minoranza (26%) che è d'accordo
e un restante 10% di agnostici.
Il presente articolo è una sintesi del monitoraggio
delle opinioni degli italiani che l’Istituto effettua
con cadenza settimanale per conto de “La Stampa”.
I sondaggi sono eseguiti secondo il codice deontologico ESOMAR.
I risultati sono pubblicati su www.agcom.it.
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