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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2005
 
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ETICA & SICUREZZA
IL DILEMMA DELLA FECONDAZIONE ASSISTITA
Sul versante politico, accolte con favore le primarie, non senza perplessità

Enrico Russo
Responsabile Area Sud Istituto Piepoli spa - Innovative Research
enricorusso@istitutopiepoli.it

 

A partire dalla seconda metà di gennaio, gli italiani hanno cominciato a dedicare minore spazio mentale alla tragedia dello tsunami. L'attenzione, tuttavia, si è concentrata, per tre italiani su dieci, sui connazionali ancora dispersi. Tre eventi hanno invece occupato un poderoso spazio nelle riflessioni, tutti caratterizzati dalla presenza femminile: la donna rumena di 67 anni che ha partorito due gemelli, la donna che si è tolta la vita per aver perso tutto al Lotto e la donna uccisa dalla camorra a Napoli. Questi temi hanno riempito l'immaginario di più di un italiano su tre. Altri due problemi sono stati avvertiti come particolarmente rilevanti dall'Opinione: il primo di questi è stato la sicurezza sulla rete ferroviaria italiana. Per attirare l'attenzione su tale problema, i ferrovieri hanno indetto uno sciopero. A causa della rilevanza generale del tema della sicurezza rispetto ad altri scioperi indetti per questioni salariali, ben nove italiani su dieci hanno approvato lo sciopero. Non a caso, il problema della sicurezza della rete ferroviaria ha raggiunto un coefficiente di sensibilità pari al 98% della popolazione (v. grafico 1). È molto raro che si verifichi un così massiccio consenso: in questo caso, la rete ferroviaria assume il significato di un archetipo in termini di sicurezza. In generale, quanto è soddisfatta l'opinione pubblica di come è gestita la sicurezza sulle linee ferroviarie? L'indicatore di soddisfazione a metà gennaio risultava essere piuttosto basso: hanno prevalso gli italiani che non sono soddisfatti della sicurezza delle ferrovie. L'altro tema caldo è stato innescato dal dibattito sul referendum sulla procreazione assistita. La legge tende a favorire la procreazione in caso di sterilità di uno dei due aspiranti genitori. In ogni caso, gli italiani che conoscevano la legge, anche soltanto a grandi linee, erano poco meno della metà, mentre circa due terzi sapevano che nella tarda primavera si terrà il referendum. Come finirà il referendum? Si raggiungerà il quorum? Abbiamo a questo proposito posto delle domande prendendo spunto da una dichiarazione del Presidente Cossiga, favorevole all'astensione dal voto. In genere, le dichiarazioni che abbiamo raccolto sono di carattere perbenista: un italiano su cinque approva le dichiarazioni di Cossiga e quelli che dimostrano intenzione di andare a votare sono oltre il 70% (v. grafico 2). Ma quale sarà in realtà la situazione il giorno del voto? L'esame delle intenzioni di voto degli scorsi referendum fa pensare che probabilmente andrà a votare soltanto una parte di coloro che oggi si dichiarano disposti a votare: facendo due conti probabilistici, se il 70% delle persone si dichiara disponibile ad andare a votare oggi, è decisamente bassa la probabilità che si raggiungerà il quorum. Verso la fine di gennaio, un nuovo avvenimento luttuoso ha colpito l'opinione pubblica italiana: l'uccisione del maresciallo Simone Cola (l'evento più citato con il 52%), raggiunto da un proiettile infilantosi sotto l'ascella durante un'azione militare a bordo di un elicottero, proprio dove la protezione del giubbotto lascia un piccolo varco. Sembrerebbe un momento di tragica sfortuna, ma anche, secondo alcuni, una conseguenza della non adeguatezza degli elicotteri a disposizione. Più sfortuna o più responsabilità personali? La grande maggioranza degli italiani (72%) non ha dubbi e ritiene che la morte sia «casuale e dovuta alla sfortuna», contro solo un altro 23% che invece è dell'opinione che sia «conseguenza delle insufficienti misure di sicurezza». Ci sarebbe però da chiedersi se è lecito parlare di sfortuna riferendosi ad azioni di guerra. Sul versante politico, la questione delle primarie ha fatto parlare parecchio di sé. In linea di massima, la maggioranza degli italiani, anche se solo di un soffio (51%), è favorevole alle elezioni primarie dei candidati, contro un 35% di contrari e un 14% di agnostici. Anche specificando meglio le due posizioni, la maggioranza continua a essere favorevole: il 51% infatti le considera «uno strumento di democrazia, perché il candidato non viene scelto dall'alto ma dal basso», contro un 34% che invece le considera «poco attendibili, dal momento che a votare vanno solo i militanti più attivi» (v. grafico 3). In particolare, per i votanti di centro-destra lo scarto tra chi le considera uno strumento di democrazia e chi invece le ritiene inattendibili è molto più ravvicinato (44% contro 39%), mentre tra i votanti di centro-sinistra la prevalenza dei favorevoli è molto più netta (66% contro 28%). Come dire meglio un po' di demagogia e il rischio di una scarsa rappresentatività piuttosto che subire le solite scelte che vengono dall'alto: non a caso, tra i votanti di centro-sinistra ben il 39% ritiene che «in seguito al caso Nichi Vendola, il centro-sinistra ne sia uscito rafforzato», contro un 9% che invece pensa che si sia indebolito e un restante 52% che non vede differenze o è agnostico. Infine, il mese di febbraio si è aperto con tre eventi particolarmente capaci di colpire l'opinione pubblica: il primo, per certi versi sorprendente, è stata la "Giornata della memoria" (28%), che risulta dunque non un mero evento rituale, ma ancora, per fortuna, un momento di riflessione profonda e sentita da parte degli Italiani sulla tragedia dell'Olocausto. Il secondo è stato l'autostrada bloccata dalla neve in Calabria e le centinaia di automobilisti costretti per tre giorni a sopravvivere sui propri mezzi o in condizioni di emergenza (23%). Il terzo sono state le elezioni in Iraq, e la bella notizia di una percentuale di votanti decisamente superiore alle previsioni (20%). Seguono due altri eventi con una certa significatività: la donna in coma nell'ospedale di Genova, incinta di 5 mesi, e purtroppo deceduta senza che sia stato possibile salvare il nascituro (13%) e infine la sentenza del giudice milanese (7%) che ha messo in libertà alcuni islamici assolvendoli dall'accusa di terrorismo, facendo una distinzione sottile ma per certi versi storica, anche se non accettata a livello internazionale, tra "terrorismo" e "guerriglia". Per quanto riguarda l'autostrada bloccata al Sud, c'è stato un massiccio bombardamento di immagini televisive, con scene di maltempo, di neve e di automobilisti infreddoliti e disperati, fermi per tre notti sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Cosa ne pensano gli italiani? Il primo dato riguarda la gravità dell'accaduto: ben il 92% degli italiani considera grave «il fatto che centinaia di automobilisti e camionisti siano rimasti bloccati sulla A3». Nel 57% dei casi, dunque nella maggioranza ma non stragrande, si è d'accordo con «l'accusa della Protezione Civile al Ministero delle Infrastrutture per inadempienze, dichiarando che il Ministero era stato avvertito dell'eccezionalità del maltempo almeno tre giorni prima». Ma nello stesso tempo, paradossalmente, una maggioranza ancor più ampia (63%) è d'accordo anche con l'affermazione del Ministro Lunardi secondo la quale «la responsabilità è degli automobilisti, che si sono messi in viaggio senza catene e nonostante il divieto di circolazione, e dell'ANAS che non ha chiuso gli ingressi dell'autostrada». Ma allora, se hanno ragione entrambi, di chi sono le principali responsabilità? L'opinione pubblica italiana, ancora una volta, si è dimostrata equilibrata e non priva di buon senso: la maggioranza relativa è dell'idea che la responsabilità maggiore sia semplicemente dell'eccezionalità della nevicata (38%), contro un altro 29% che invece ritiene che sia dell'ANAS e dell'Ente Autostrade e un 20% che ritiene sia del Ministro. Conseguentemente il 64% degli intervistati non è d'accordo con la richiesta delle dimissioni di Lunardi, contro una minoranza (26%) che è d'accordo e un restante 10% di agnostici.
Il presente articolo è una sintesi del monitoraggio delle opinioni degli italiani che l’Istituto effettua con cadenza settimanale per conto de “La Stampa”. I sondaggi sono eseguiti secondo il codice deontologico ESOMAR. I risultati sono pubblicati su www.agcom.it.

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