BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO AL SUD
FATTORI DI SUCCESSO E GOVERNANCE
Servizi migliori, più convenienti e orientamento all'interesse
del cliente
Giovanni
Giuliano
Consulente aziendale PRAGMA srl
pragma@pragmaonline.it
La costituzione di una banca di credito cooperativo nel Mezzogiorno d'Italia
può dare la corretta dimensione dei connotati innovativi dell'impresa
bancaria. Gli asset fondamentali per qualsiasi azienda, ma ancor di più per
quella bancaria - le cui attività si basano su processi informativi
e fiduciari - sono essenzialmente tre: patrimonio, persone e reputazione.
Per le banche la fiducia è il fondamento della propria attività, "la
materia prima", una sorta di genoma; la reputazione dipende dalle
qualità individuali e professionali delle persone, dai loro comportamenti
e valori. Il fatto che una moltitudine di persone radicate e attive su
un territorio circoscritto difficile, ma ricco e dinamico, quale quello
meridionale, sia in grado di catalizzarsi attorno a un progetto utile
per sue le ricadute sociali ed economiche è meritevole di analisi
per dedurne fattori critici di successo ed elementi di governance in particolare.
Il territorio meridionale è presidiato da banche di livello nazionale,
che corteggiano i clienti; cosa può rendere, allora, un progetto
di una Banca di Credito Cooperativo così interessante? Innanzitutto,
tornando ai tre elementi-base su elencati, la reputazione. Le Banche di
Credito Cooperativo (BCC), oggi, più che mai, hanno a livello nazionale
e internazionale una reputazione elevatissima: il potenziale cliente-socio
ritiene, infatti, che il gruppo, costituendo e/o costituito localmente,
condivida valori, codici etici e di comportamento, trasparenza, riservatezza
e competenza almeno pari a quelli di tutti coloro i quali da anni sono
attori e presenti nel "Sistema del Credito Cooperativo" (la
carta dei valori del credito cooperativo è solitamente il primo
documento che viene posto in visione del socio). Il socio-cliente, in
altri termini, presuppone, che un sistema che funzioni bene sia in grado
di curare da solo i propri mali, escludendo chi adotta comportamenti sbagliati.
Il sistema delle BCC viene percepito all'esterno come una comunità finanziaria
virtuosa in cui diventano di importanza fondamentale regole e prassi idonee
a disincentivare i comportamenti scorretti e a incoraggiare le pratiche
di buon governo delle imprese e delle persone. Le BCC, a dispetto della
loro dimensione territoriale, poi, presentano caratteri di innovazione
marcati e molto richiesti dalla clientela. Oggi le esigenze dei clienti
da soddisfare impongono tassativamente alle banche: a) velocità di
decisione e risposta da parte della Banca; b) stabilità, affidabilità,
professionalità e cortesia degli operatori; c) prezzo; d) qualità dei
servizi e capacità di seguire l'azienda la famiglia nella sua trasformazione;
e) tecnologia e competenze tecnologiche; f) consulenza. Le banche del
Sistema del Credito Cooperativo hanno nel proprio DNA di piccoli "giganti" tutti
i caratteri innovativi che la moderna banca deve possedere (su elencati).
Nel Sistema del Credito Cooperativo trova naturale applicazione il principio
di sussidiarietà, garanzia di attenzione al particolare con la
possibilità di generalizzare standardizzando servizi, in un'ottica
costante di qualità/customer satisfaction e di economicità (efficacia
ed efficienza). Se si pensa che in Connecticut, al Merlin Center (dove è attivo
dal 1995 un laboratorio di ricerca, in partnership con IBM, in cui è possibile
studiare i caratteri innovativi e futuristici dell'agenzia bancaria) la
banca del futuro è presentata come un luogo senza code allo sportello,
con impiegati che salutano per nome, in cui è possibile prendere
il caffè mentre su un video scorrono le ultime offerte in campo
di mutui, fondi, assicurazioni; si può ritenere che le BCC hanno
già un piede nel futuro! Analizziamo poi altri due aspetti, spesso
criticati delle BCC: il patrimonio e il sistema di governance. In quanto
al patrimonio, spesso esiguo rispetto ai competitors, va valutato in termini
di operatività: attraverso l'esternalizzazione (strategia di outsourcing)
dell'attività produttiva la Banca di Credito Cooperativo, spesso
riesce ad assicurare alla clientela locale un servizio di consulenza nella
ricerca e scelta dei prodotti/servizi più convenienti, soprattutto
di tipo specialistico. La banca restringe la gamma dei propri fornitori
a quelli di particolare eccellenza e assume spesso, quindi, la posizione
di mandatario in modo da poter dare alla clientela un'ampia possibilità di
scelta. Attraverso gli accordi distributivi con le società-prodotto
del Sistema del Credito Cooperativo con a capo l'ICCREA, la banca tende
a configurarsi, di fatto, come una sorta di istituto universale "virtuale" trovandosi,
rispetto alle banche che sono al tempo stesso produttori e distributori
dei propri prodotti, in una posizione di vantaggio competitivo, in quanto è in
grado di proporre i servizi migliori, più convenienti e di essere
sempre orientata all'interesse del cliente. Per difendere il posizionamento
nella distribuzione, la BCC mantiene, sovente, un'elevata reputazione
nella gestione delle relazioni di clientela. In tal modo essa è in
grado di fidelizzarla e di consolidare il proprio ruolo di venditore privilegiato
di servizi finanziari a livello territoriale. La Corporate Governance
delle BCC è un tema di recente rilevante interesse, poiché da
più parti si levano voci favorevoli all'abolizione del tetto azionario
di 50 mila euro per singola azione e della peculiarità rappresentata
dal voto capitario che determina, invece, le modalità di manifestazione
delle funzioni di indirizzo strategico e di coordinamento dei manager
preposti alla gestione operativa dalla proprietà. L'attuale status
giuridico appare, invero, garantire autonomia e indipendenza rispetto
al territorio con cui le banche stringono uno strettissimo legame. La
BCC è del tipo public company, essa non può perdere il connotato
derivatole dal voto capitario, vero strumento di democrazia economica,
in grado di massimizzare gli interessi degli stakeholder secondo la migliore
prassi per un organismo economico, fortemente radicato e dedicato ad una
comunità territoriale circoscritta, in cui il benessere economico
sociale collettivo è predominante rispetto alla massimizzazione
del profitto del singolo. La dimensione territoriale impone la diffusione
del valore aggiunto prodotto presso tutte le classi che hanno interessi
nel territorio e che trovano nella banca un motore di sviluppo economico
e sociale. Probabilmente, i soggetti/investitori cui sarebbe opportuno
dare la possibilità di aumentare al propria percentuale di possesso
azionario potrebbero essere quelle organizzazioni non profit, fondazioni
e onlus attive sul territorio, poiché indirettamente rappresenterebbero
partner stabili e amplificatori e moltiplicatori di benefici economico-sociali,
devolvendo gran parte dei profitti alla collettività di cui sono
parte e da cui sono partecipate. La governance così caratterizzata
(con piccole innovazioni che il mercato sta richiedendo che non smentirebbero
la cultura che è alla base della crescita ed evoluzione delle BCC)
non può e non deve essere modificata: è il segreto del successo
delle BCC poiché è garanzia di fiducia presso i risparmiatori,
di reputazione presso i soci-clienti ed è volano di patrimonializzazione.
Requisiti per la costituzione di una BCC
Per essere soci di una BCC è necessario risiedere, aver sede ovvero
operare con carattere di continuità nel territorio di competenza
della banca stessa. L'attuale legge bancaria offre la possibilità di
diventare socio agli esponenti di qualsiasi categoria professionale, eliminando
il vecchio vincolo che imponeva una base sociale composta per l'80% da agricoltori
e artigiani; fissa in 200 il numero minimo di soci per la costituzione di
una Banca di Credito Cooperativo e l'importo minimo di capitale sociale
in due milioni di euro; fa obbligo di erogare il credito "prevalentemente" a
favore dei soci.
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