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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2005
 
EDITORIALE - Home Page
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Il Rating della REGIONE
Campania Ahi, ahi, ahi!
Stranamente soddisfatto l’Assessore al Bilancio Anzalone

di Antonio Paravia
Direttore Costozero magazine

antonio.paravia@assindustria.sa.it 

L'autorevole agenzia internazionale londinese Moody's ha diffuso nei giorni scorsi il suo ultimo rapporto annuale sul rating della Campania. L'analisi conferma un valore A3, praticamente “l’ultimo posto” tra le venti regioni italiane. La valutazione manifesta «...la fragilità del profilo socio-economico della regione, la debolezza delle finanze e il debito che avanza...», e richiama l’attenzione sull'incredibile aumento della spesa sanitaria. Quest’ultima offre servizi inadeguati con lunghe liste d’attesa, che impongono a oltre il 50% dei soggetti aggrediti da un tumore di curarsi fuori regione. Ci ha sorpreso la reazione dell'Assessore al Bilancio Luigi Anzalone, che stranamente soddisfatto, ha rimarcato i pochi giudizi positivi, tralasciando tutte le pesanti criticità e, in particolare, l’incontrollata situazione debitoria. Gli abbiamo inviato, via e-mail, una richiesta di informazioni e chiarimenti sull'argomento, senza ricevere risposta, così come già avvenuto in passato. Chiarezza, trasparenza e tempestività sono i principi a cui ci ispiriamo nelle società e negli organismi dove abbiamo responsabilità. Peccato che il Governo Regionale applichi criteri diametralmente opposti. Ritornando al “primato negativo” conferitoci da Moody's, manifestiamo la nostra forte preoccupazione anche per le conseguenze dannose che la disamministrazione regionale provoca alle imprese. Alla crisi congiunturale che il Paese continua a scontare, si aggiunge la situazione della nostra regione e dell’intero Meridione, ancora ben lontano dal livello possibile di crescita, che sarebbe lecito attendersi da un'area così ricca di risorse sottoutilizzate. Il sistema produttivo da troppo tempo è costretto a fare i conti con evidenti carenze. È intollerabile il consistente divario, rispetto sia alla media nazionale che europea, nello sviluppo delle infrastrutture materiali e, soprattutto, di quelle "civili". Ci riferiamo a Scuola, Università, Sanità, Sistema Giudiziario. In tale difficile contesto, operano le nostre imprese che in questo periodo stanno già subendo gli effetti complessi e perversi di Basilea 2. Infatti, le banche stanno attribuendo alle nostre aziende i rating più bassi. Ciò avviene non soltanto per la scarsa patrimonialità, per le ridotte dimensioni e i limitati volumi d’affari, ma anche per la valutazione dei crediti. Qui ritroviamo le enormi responsabilità del Governo della Campania. Le società, fornitrici di beni e servizi, che operano con la Regione e con tutte le sue “diramazioni” (aziende sanitarie locali, enti vari, società miste), vantano crediti elevati e crescenti. Per queste, il giudizio del sistema bancario è ancor più negativo, come se tali crediti fossero, di fatto, scarsamente esigibili. Questa tipologia di debitori conserva la prassi di pagamenti intollerabilmente differiti, paralizzando così l'operato di moltissime imprese, costrette a rilevanti esposizioni verso le banche, che ne condizionano la crescita anche per il peso degli oneri finanziari. Talvolta, tutto ciò, innesca meccanismi di concussione e/o corruzione ambientale, che non sono contrastati da chi ha la responsabilità politica per comprensibili ragioni. Al riguardo non possiamo che riaffermare il nostro giudizio fortemente critico verso il sistema giudiziario civile e penale, che se è in crisi da tempo nel Paese, è in stato comatoso nel Mezzogiorno e non garantisce il rispetto delle obbligazioni. In favore delle aziende che lavorano, parzialmente o totalmente, con amministrazioni pubbliche di siffatta qualità urliamo la nostra rabbia e lanciamo un S.O.S.. Un tentativo, seppur ancora in itinere, di fronteggiare la situazione descritta lo si rileva da parte del Governo nazionale, che con la Finanziaria 2005 ha istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti un "Fondo per i pagamenti dei debiti di fornitura", al quale, però, non ha fatto seguito ancora il regolamento e quant’altro necessario per renderlo operativo. Sul versante regionale, invece, tutto tace. Ci sorge il sospetto che Bassolino intenda risolvere il problema affidandosi alla fede cristiana degli imprenditori, nella speranza che essi decidano, come recita il “Pater Noster” di "rimettergli" i suoi debiti e, quindi, di rinunciarvi. Ciò non è possibile! Chiediamo agli aspiranti Governatori della Campania di prospettare adeguate soluzioni, assumendo precisi impegni.

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