Il Rating della REGIONE
Campania Ahi, ahi, ahi!
Stranamente soddisfatto l’Assessore
al Bilancio Anzalone
di Antonio Paravia
Direttore Costozero
magazine
antonio.paravia@assindustria.sa.it
L'autorevole
agenzia internazionale londinese Moody's ha diffuso nei giorni
scorsi il suo ultimo rapporto annuale sul rating della Campania.
L'analisi conferma un valore A3, praticamente “l’ultimo
posto” tra le venti regioni italiane. La valutazione
manifesta «...la fragilità del profilo socio-economico
della regione, la debolezza delle finanze e il debito che avanza...»,
e richiama l’attenzione sull'incredibile aumento della
spesa sanitaria. Quest’ultima offre servizi inadeguati
con lunghe liste d’attesa, che impongono a oltre il 50%
dei soggetti aggrediti da un tumore di curarsi fuori regione.
Ci ha sorpreso la reazione dell'Assessore al Bilancio Luigi
Anzalone, che stranamente soddisfatto, ha rimarcato i pochi
giudizi positivi, tralasciando tutte le pesanti criticità e,
in particolare, l’incontrollata situazione debitoria.
Gli abbiamo inviato, via e-mail, una richiesta di informazioni
e chiarimenti sull'argomento, senza ricevere risposta, così come
già avvenuto in passato. Chiarezza, trasparenza e tempestività sono
i principi a cui ci ispiriamo nelle società e negli
organismi dove abbiamo responsabilità. Peccato che il
Governo Regionale applichi criteri diametralmente opposti.
Ritornando al “primato negativo” conferitoci da
Moody's, manifestiamo la nostra forte preoccupazione anche
per le conseguenze dannose che la disamministrazione regionale
provoca alle imprese. Alla crisi congiunturale che il Paese
continua a scontare, si aggiunge la situazione della nostra
regione e dell’intero Meridione, ancora ben lontano dal
livello possibile di crescita, che sarebbe lecito attendersi
da un'area così ricca di risorse sottoutilizzate. Il
sistema produttivo da troppo tempo è costretto a fare
i conti con evidenti carenze. È intollerabile il consistente
divario, rispetto sia alla media nazionale che europea, nello
sviluppo delle infrastrutture materiali e, soprattutto, di
quelle "civili". Ci riferiamo a Scuola, Università,
Sanità, Sistema Giudiziario. In tale difficile contesto,
operano le nostre imprese che in questo periodo stanno già subendo
gli effetti complessi e perversi di Basilea 2. Infatti, le
banche stanno attribuendo alle nostre aziende i rating più bassi.
Ciò avviene non soltanto per la scarsa patrimonialità,
per le ridotte dimensioni e i limitati volumi d’affari,
ma anche per la valutazione dei crediti. Qui ritroviamo le
enormi responsabilità del Governo della Campania. Le
società, fornitrici di beni e servizi, che operano con
la Regione e con tutte le sue “diramazioni” (aziende
sanitarie locali, enti vari, società miste), vantano
crediti elevati e crescenti. Per queste, il giudizio del sistema
bancario è ancor più negativo, come se tali crediti
fossero, di fatto, scarsamente esigibili. Questa tipologia
di debitori conserva la prassi di pagamenti intollerabilmente
differiti, paralizzando così l'operato di moltissime
imprese, costrette a rilevanti esposizioni verso le banche,
che ne condizionano la crescita anche per il peso degli oneri
finanziari. Talvolta, tutto ciò, innesca meccanismi
di concussione e/o corruzione ambientale, che non sono contrastati
da chi ha la responsabilità politica per comprensibili
ragioni. Al riguardo non possiamo che riaffermare il nostro
giudizio fortemente critico verso il sistema giudiziario civile
e penale, che se è in crisi da tempo nel Paese, è in
stato comatoso nel Mezzogiorno e non garantisce il rispetto
delle obbligazioni. In favore delle aziende che lavorano, parzialmente
o totalmente, con amministrazioni pubbliche di siffatta qualità urliamo
la nostra rabbia e lanciamo un S.O.S.. Un tentativo, seppur
ancora in itinere, di fronteggiare la situazione descritta
lo si rileva da parte del Governo nazionale, che con la Finanziaria
2005 ha istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti un "Fondo
per i pagamenti dei debiti di fornitura", al quale, però,
non ha fatto seguito ancora il regolamento e quant’altro
necessario per renderlo operativo. Sul versante regionale,
invece, tutto tace. Ci sorge il sospetto che Bassolino intenda
risolvere il problema affidandosi alla fede cristiana degli
imprenditori, nella speranza che essi decidano, come recita
il “Pater Noster” di "rimettergli" i
suoi debiti e, quindi, di rinunciarvi. Ciò non è possibile!
Chiediamo agli aspiranti Governatori della Campania di prospettare
adeguate soluzioni, assumendo precisi impegni.
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