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  Dicembre 2012

Articoli n° 2
MARZO 2005
 
EDILIZIA INDUSTRIALE - Home Page
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a cura di Raffaella Venerando

ARCHITETTURA PENSATA
LA SANA COSTRUZIONE

Bioarchitettura, bioedilizia e tecnologie a supporto dell'ambiente

Stefano Castelli Gattinara
Architetto - Studio Castelli Gattinara
studio-architettura@castelli-gattinara.it


Gli interventi su questa rivista sono rivolti a sensibilizzare e incuriosire i lettori su eventi, tecnologie e modi diversi di percepire e affrontare la stessa problematica in ambito architettonico. L'articolo di questo mese rientra in questo filone, occupandosi di metodologie alternative nell'ideare, realizzare, gestire e dismettere il manufatto architettonico. É prassi comune identificare il termine "bio" con ”ricercato”, dedicato ad una èlite e, di conseguenza, costoso. Certamente questo può valere per altri campi, basti pensare a quello legato all'agricoltura, ma nell'architettura "bio" dev'essere inteso come un sostantivo più affine al modo di pensare, di concepire che alla realizzazione finale. Nel campo dell'architettura, possiamo affermare che il decalogo per la "sana" costruzione è stato scritto dal buonsenso sin dai primi insediamenti abitativi nella storia dell'uomo. La scelta del posto, la collocazione e l'esposizione dell'abitazione, la tecnologia costruttiva, il benessere interno in contrasto con le condizioni climatiche, sono solo una parte di ciò che possiamo leggere e ritrovare analizzando in modo attento le costruzioni che formarono i primi nuclei abitati. Sfortunatamente, come spesso accade, la storia dell'uomo e l'evoluzione del suo vivere quotidiano, è contraddistinta da perdite di benessere corporeo a vantaggio di un apparente aumento della qualità di vita. Ci ritroviamo oggi nella situazione che, per riequilibrare il bisogno del benessere corporeo, spirituale e mentale, siamo costretti a ricercare e riscoprire quelli che possiamo identificare come "sapori di un tempo". Purtroppo, anche nel campo dell'architettura, non viene coltivata culturalmente la sensibilizzazione ad aspetti alternativi dell'affrontare le problematiche. L'iter formativo di tutti gli addetti ai lavori, non prevede corsi obbligatori su metodologie di vivere sano. Si confida nella curiosità e nella volontà dei singoli. Questi si ritroveranno a dover combattere per poter affrontare e mettere in opera prassi rivolte esclusivamente a perseguire l'obiettivo di conferire un valore aggiunto alle nostre abitazioni e, quindi, di ricaduta su noi stessi. Parallelamente a questo, e per fortuna, ci sono degli architetti che progettano solo ed esclusivamente ragionando con i principi della bioarchitettura. I grandi committenti hanno identificato nella bioarchitettura il mezzo per ottenere comfort ambientale, abitativo, lavorativo e, non ultimo, risparmio nell'impiego di energia. L'architettura di oggi, pur ritenendosi avanzata, è difficilmente amabile: è davvero al servizio dell'uomo? Lo aiuta veramente o è solo un'arma impropria? William Morris definì l'architettura come «ciò che abbraccia la considerazione di tutto l'ambiente fisico che circonda la vita umana». Questo accadeva nel 1881, a distanza di cento anni Tadao Ando scrive «l'architettura è lo strumento che consente all'uomo di sentire la presenza della natura». Da ciò discende che l'architettura può essere pensata ed esercitata come lo strumento essenziale per la conservazione dell'uomo e della natura. La natura, dopo tutto, è simbolo di libertà.Tutto questo preambolo è servito per far capire che l'architettura pensata non può che essere bioarchitettura, nel senso più ampio del termine. Che poi questa sia supportata da professionalità, tecnologie e materiali idonei, diviene un elemento marginale ma di completamento. Accorgimenti semplici atti ad ottimizzare l'impiego di fonti energetiche o non rinnovabili, come ad esempio lo studio della naturale ventilazione estiva e invernale all'interno degli edifici, ci consente un risparmio non solo economico, ma soprattutto sociale. L'80% di tutto ciò che nel mondo è quotidianamente prodotto e confezionato, viene gettato dopo essere stato usato una volta sola. Scienziati americani hanno verificato, nel corso di un restauro secondo i criteri di bioarchitettura di un piccolo grattacielo vicino Chicago, che i consumi energetici potevano essere abbattuti in maniera eccezionale. Il fabbisogno di energia elettrica nelle ore di punta è sceso del 76%, il consumo annuo del 72%. Altro esempio interessante è l'edificio sede della banca International Nederlanden Group ad Amsterdam dove sinergie tra forma, architettura, tecnologie, luce del giorno hanno prodotto questi risultati: la precedente centrale bancaria consumava 4,8 gigajoule mq/anno, il nuovo edificio ne consuma oggi solo 0,4, quindi il 92% in meno. Architettura pensata, è l'accostamento che ho ritenuto più idoneo per identificare un campo d'azione vastissimo ma, nello stesso tempo, ben delimitato; va di pari passo con il ciclo di vita di un manufatto, sia esso architettonico o di qualsiasi natura. Quindi si tratta di acquisire un metodo, un processo di analisi e di sintesi, che, applicato, non può che dare risultati. Nel caso specifico la bioarchitettura comprende e influenza: la scelta dell'area, la collocazione sul lotto quindi l'esposizione, la ventilazione naturale, la selezione dei materiali e delle tecnologie di costruzione, il controllo dell'inquinamento indoor e outdoor, il comfort ambientale e abitativo, la gestione e la manutenzione nel tempo dei parametri accettabili, la dismissione alla fine del ciclo di vita utile del manufatto, lo smaltimento, il riutilizzo e il reimpiego dei materiali e dei componenti dismessi (sempre più materiali riciclati trovano impiego ottimale nelle nuove costruzioni o sostituiscono quelli ricadenti nelle categorie "non rinnovabili"). Nell'ottica di suscitare curiosità non ho volutamente approfondito l'argomento anche per non sminuire una tematica molto ampia che merita attenzione. Chi volesse ulteriori informazioni può rivolgersi ai numerosi enti e associazioni che operano in questo campo o, contattandomi via mail chiedere interventi e consigli specifici.

 

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