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La nuova Presidenza
Unione, Partecipazione e RappresentativitÀ
L'ECONOMIA ITALIANA SI TRASFORMA
il dinamismo imprenditoriale di caserTA
mezzogiorno nuova frontiera
superare il rischio declino
IL rilancio economico
Accordo Unione-Sindacati
"CASA DI RE"
in mostra Un secolo di storia
mezzogiorno nuova frontiera
superare il rischio declino
Occorre potenziare le risorse storico-culturali per attrarre flussi turistici al Sud
di Daniela de Sanctis
 Ettore Artioli
Vice Presidente Confindustria
artioli@confindustriasicilia.it
Incontriamo Ettore Artioli, Vice Presidente di Confindustria con delega alle problematiche del Mezzogiorno, intervenuto lo scorso 17 dicembre all'Assemblea dell'Unione Industriali di Caserta in occasione dell'elezione del Presidente Carlo Cicala.
Dottor Artioli, pensa che il Mezzogiorno rappresenti
una priorità nel programma di Montezemolo?
Il Mezzogiorno rappresenta la "nuova frontiera" come ha recentemente dichiarato il Presidente Montezemolo: «l'Italia si svilupperà superando i rischi del declino, solo se si svilupperà il Mezzogiorno». Sui temi legati alle problematiche che riguardano il Sud del Paese abbiamo concluso il primo accordo importante della nuova Presidenza.
Fa riferimento al "Progetto Mezzogiorno"?
Indubbiamente. Abbiamo voluto partire dai punti di forza del Sud Italia per elaborare un progetto condiviso dalle principali organizzazioni imprenditoriali e sindacali; individuando gli strumenti e le modalità di intervento più adatte, cercando di enucleare le buone prassi e soprattutto il ruolo che ciascuna delle parti coinvolte può svolgere, per il raggiungimento di tutti gli obiettivi che ci siamo preposti.
In che modo?
Sappiamo che le regioni meridionali non valorizzano ancora abbastanza le proprie risorse più importanti, a cominciare da quelle naturali, ambientali e storico-culturali, potenziali fattori di creazione d'impresa, di attrazione di flussi turistici e infine di miglioramento della qualità della vita. É proprio su questi temi che punteremo il nostro impegno.
In questi anni il Mezzogiorno ha saputo migliorare
anche le proprie posizioni nell'export. è un segnale importante?
Un lieve miglioramento è innegabile, ma le produzioni tradizionali del Mezzogiorno, prima fra tutte quelle dell'industria agroalimentare e dell'artigianato, sono ancora poco presenti sui mercati nazionali e internazionali: il Mezzogiorno copre in generale il 10,7 % delle esportazioni nazionali, ma appena il 15% dell'export dell'industria alimentare del Paese, quando l'agricoltura meridionale produce oltre il 40% del prodotto di settore a livello nazionale. È importante valorizzare quelle produzioni tradizionali quantitativamente molto rilevanti, in grado di veicolare un'immagine dello stile di vita italiano, per aumentare l'appeal del Sud e attrarre così nuovi investimenti e capitali.
Quali condizioni occorre mettere in campo per raggiungere tale obiettivo?
Una fiscalità di vantaggio per le imprese che investono nel Sud, tema cruciale con l'allargamento dell'Ue, perché corriamo il rischio che quanto si è verificato in passato con l'Irlanda, possa ripetersi su vasta scala con i nuovi stati membri; il superamento delle carenze nella dotazione infrastrutturale e logistica, per valorizzare al meglio il posizionamento strategico del sud al centro del bacino del Mediterraneo e il pieno utilizzo delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, ancora relativamente poco diffuse nel Sud. |
