L’INEFFICiENTE E
DIABOLICA giuSTIZIA
PROMOVEATUR UT AMOVEATUR
Celebrate tra inutili polemiche
le deleterie inaugurazioni dell’Anno Giudiziario
di Antonio Paravia
Direttore Costozero
magazine
antonio.paravia@assindustria.sa.it
Da
molti anni affermiamo che le inaugurazioni dell’Anno
Giudiziario possono rappresentare delle azioni di marketing
criminale. Infatti, i dati che vengono forniti dai procuratori
generali sono sempre peggiorativi e confermano il fallimento
del pianeta Giustizia. Chi stesse valutando di compiere un
reato penale, apprenderebbe che ha oltre l’80% delle
possibilità di farla franca. Analogamente, chi non volesse
rispettare un’obbligazione, verrebbe a sapere di poter
rinviare sine die i suoi doveri, grazie ai tempi ultradecennali
dei processi civili. Questa situazione contribuisce pesantemente
alla perdita di competitività e credibilità del
Paese e si aggrava sempre più tra sterili proteste e
pericolose polemiche. Un caso fra tanti. Sabato 15 gennaio
scorso abbiamo partecipato alla rituale manifestazione della
Corte di Appello di Salerno. Un giornalista ci aveva informati
che tale evento sarebbe stato di “fuoco” perchè,
tra gli altri, avrebbero preso la parola due famosi procuratori
aggiunti della Procura della Repubblica, che in precedenza
avevano presentato denunce al CSM contro il loro Capo. Entrambi
avrebbero continuato la querelle, polemizzando fortemente con
il CSM, che nei giorni precedenti, a larga maggioranza, li
aveva, di fatto, sconfessati. A questo “avviso di burrasca” si
aggiungevano le notizie della stampa circa la ripetizione della
inutile esibizione del testo della Costituzione da parte di
alcuni magistrati. A questo punto, pur nolenti, non potevamo
disertare l’avvenimento. Ci siamo recati sul posto anche
noi con un testo in mano. Si trattava del supplemento del settimanale
Panorama, più precisamente il primo volume della serie
Diabolik. Abbiamo pensato che in tale disastrato mondo occorresse
un po’ di ironia per compensare, in quel giorno, le fin
troppe uscite dai binari di uomini che, per i ruoli di responsabilità loro
affidati, dovrebbero essere, innanzitutto, prudenti ed equilibrati.
Il nostro arrivo con Diabolik ben in vista non è passato
inosservato. Ne abbiamo spiegato le ragioni, precisando che
non si trattava di una provocazione. Nel frattempo si svolgevano
i lavori. Dopo la puntuale e tragica relazione del Procuratore
Generale Vincenzo Verderosa, che, tra l’altro, ha definito
la «...giustizia come una nave senza nocchiero in gran
tempesta...», hanno parlato avvocati, magistrati e il
rappresentante del Ministero. Nel momento in cui quest’ultimo
ha iniziato il suo intervento una decina di giudici ha abbandonato
l’aula, reiterando una sterile protesta. Poteva finire
qui, ma noi non siamo tedeschi. In Germania, agli organi di
informazione è fatto divieto di rendere noto, perfino,
il nome dei giudici. Da noi, invece, vengono spesso pubblicati
a dispense gli atti secretati, forse per favorire la visibilità degli
inquirenti. E così abbiamo ascoltato i proclami del
Procuratore aggiunto Luciano Santoro, che con una foga da sessantottino,
ha lanciato gravi accuse verso tutto il sistema giudiziario,
di cui è stato ed è esponente di rilievo. A una
garbata interruzione del Procuratore Generale, che lo invitava
alla moderazione, il Santoro ha fulminato questi con dure parole
e un fiero sguardo da “rivoluzionario”. Per il
clima rovente creatosi, il successivo intervento dell’altro
Procuratore aggiunto Michelangelo Russo è stato più ecumenico
rispetto alle attese. Un suo collega, però, vociferava
che tale ecumenismo derivava dalle frequentazioni con il Cardinale
di Napoli Michele Giordano e, soprattutto, dagli esiti del
relativo processo. Così è finita l’inaugurazione
dell’Anno Giudiziario del Distretto di Salerno. Giorni
fa abbiamo appreso che il CSM ha nominato l’apparente “sovversivo” Luciano
Santoro Presidente del Tribunale di Sala Consilina (SA). Ci
chiediamo se lo ha fatto per il suo essere equilibrato, diligente,
professionale e laborioso (nuovi criteri di valutazione) o
per eventuali motivi di sopravvenuta incompatibilità ambientale
a causa del risultato delle sue denunce. Veleni nei Tribunali
e in incremento i giudici “fondamentalisti islamici”,
fermiamoci qui altrimenti corriamo il rischio di deragliare
anche noi. La riforma del sistema giustizia è rifiutata,
per opposte ragioni, dalla magistratura e dall’avvocatura
più politicizzata. Ciampi ha rinviato la legge al Parlamento.
L’economia del Paese è frenata da questo sistema
giudiziario inefficiente e diabolico. Auspichiamo intese tra
i tanti magistrati e avvocati, responsabili e capaci, per fornire
proposte chiare e condivise ai parlamentari, che ora hanno
nuovamente in discussione la riforma.
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