IL BUSINESS ECOMAFIA
LA STRATEGIA DI CONTROLLO E CONTRASTO
È necessario alzare il livello
di attenzione su di un problema sottovalutato
a cura di Raffaella Venerando
Roberto Napoli
Direttore Dipartimento Provinciale Salerno ARPAC
on.robertonapoli@libero.it
Il 14 gennaio scorso, organizzato dall'Università degli
Studi di Salerno e dalla Questura di Salerno, si è tenuto
presso l'Ateneo salernitano un Seminario di aggiornamento
professionale per gli operatori della Polizia sul tema "Il
Business Ecomafia: la strategia di controllo e di contrasto".
Coordinati dalla professoressa Caterina Miraglia, Direttore
del Dipartimento di Studi Internazionali e dal professor
Andrea Castaldo, Ordinario di Diritto Penale sono intervenuti,
a parte il sottoscritto, Carlo Morselli, Questore di Salerno,
Luigi Mastrominico, Presidente del Tribunale di Salerno,
il Senatore Luigi Bobbio per la Commissione Antimafia, il
Senatore Vincenzo De Masi, Vice Presidente della Commissione
Parlamentare sul ciclo dei rifiuti, Antonio Laudati, Sostituto
Procuratore Nazionale Antimafia, Antonio Guerriero, Sostituto
Procuratore DDA di Napoli e Marco Naddeo della cattedra di
Diritto Penale. L'argomento è certamente attuale specie
alla luce delle recenti indagini della Magistratura che hanno
confermato la forte presenza della criminalità organizzata
nella gestione dei rifiuti, in particolare quelli tossici.
La Miraglia ha evidenziato la scarsa conoscenza da parte
dell'opinione pubblica del fenomeno dell'ecomafia e l'alta
redditività per la criminalità derivante dalla
gestione delle varie fasi del ciclo dei rifiuti. Mastrominico
ha definito la Campania un esempio di scuola di disastro
ambientale e ritiene che il sequestro di una cava abusiva
non risolva il problema perché è necessario
colpire i titolari dei patrimoni economici derivanti da tale
illecito traffico. Morselli ha rivolto un apprezzamento alla
forze di polizia e alle altre Istituzioni impegnate in prima
linea ribadendo un maggiore coordinamento e la necessità di
strumenti legislativi più efficaci per una azione
più incisiva. De Masi si è soffermato sull'abusivismo
edilizio e ha espresso la forte preoccupazione della prescrizione
dei reati ambientali se venissero ridotti i termini di prescrizione
e soprattutto sulla necessità di introdurre il mandato
di cattura europeo vista la rilevanza dei reati che interessano
non solo l'Europa, ma anche Paesi extraeuropei, come la recente
vicenda della nave Jolli Rossi, inabissata con rifiuti tossici,
ha dimostrato. Bobbio ha sviluppato un’ampia disamina
del fenomeno visto da Magistrato e da Componente della Commissione
Antimafia. Ritiene necessario superare la fase di Commissariamento
perché proprio nell'emergenza è più facile
l'infiltrazione di associazioni malavitose specie negli appalti
di servizio e nel trasporto dei rifiuti esprimendo anche
critiche sull'applicazione dell'art. 53 bis del decreto Ronchi,
perché non prevedendo l'associazione ma soltanto l'accertamento
del reato individuale rende più difficile agli inquirenti
colpire i malavitosi. Ho consegnato a tutti i relatori copia
del II Rapporto sull'Ambiente elaborato dall'Arpac e esposto
le attività che l'Agenzia ha effettuato dal 2001 a
oggi su incarico del Commissario per l'emergenza rifiuti
della Campania. La complessità della problematica
e la necessità di agire sull'intero territorio regionale,
onde fornire in tempi rapidi ogni dato e informazione utile
per il monitoraggio dello stato di emergenza e per supportare
gli interventi dei soggetti competenti, ha portato alla costituzione
del "Gruppo di Progetto Emergenza Rifiuti". Dopo
la prima attivazione del febbraio 2001, il Commissariato
di Governo ha emesso circa 100 provvedimenti con i quali
si richiedeva all'Area Tematica Emergenze Ambientali l'effettuazione
di controlli, censimenti, sopralluoghi tecnici finalizzati
all'espressione di pareri eccetera. Questo modus operandi
ha portato l'ARPAC allo sviluppo di un’esperienza unica
nel suo genere per l'intensità e la mole di lavoro
prodotto, nonché per la profonda conoscenza dell'intero
territorio regionale acquisita nel corso di pochi anni, tanto
da costituire oggi punto di riferimento nonché una
enorme banca dati informativa anche per altri organi di controllo
quali NOE, Polizia, Corpo Forestale, eccetera. In particolare,
si riporta nella Tabella il numero di sopralluoghi eseguiti
dal febbraio 2001 a dicembre 2003 per macro area di intervento
nell'ambito della sola matrice rifiuti. Nell'ambito di tutte
le attività sopra descritte frequente è stata
la collaborazione con i maggiori organi di polizia (NOE,
Carabinieri, Corpo Forestale) e con la magistratura. Inoltre,
in un particolare caso è stata sviluppata anche un'intensa
collaborazione con la Direzione Investigativa dell'Antimafia
di Napoli, a seguito della quale è stato fornito alla
stessa un dettagliato fascicolo di oltre 90 pagine. Un prezioso
contributo è stato dato anche nel corso dell'operazione "Re
Mida" che smascherò un traffico illecito di rifiuti
speciali pericolosi dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Toscana
verso alcuni impianti e cave del Casertano e del Napoletano.
I
Magistrati Laudati e Guerriero, per la loro esperienza diretta
nella DDA hanno sottolineato come il fenomeno sia sottovalutato
e che oltre alla mafia dei rifiuti oggi sono attive organizzazioni
criminali che controllano il traffico degli animali (zoomafia)
anche quelli provenienti da paesi esteri, le scommesse clandestine
sui combattimenti degli animali, il commercio di acqua (idromafia)
specie in Sicilia, Calabria e Basilicata, ma anche il furto
di frutta e ortaggi da campi minacciando i legittimi proprietari,
nonché il
commercio di prodotti dell'agricoltura. Hanno anche richiamato
la necessità di alzare l'attenzione per evitare che
vi siano collusioni con le Istituzioni. Per quanto riguarda
i rifiuti, tutti hanno ritenuto necessario il completamento
del ciclo integrato dei rifiuti costruendo i termovalorizzatori
sia per recuperare energia, ma soprattutto per evitare che
nascano ulteriori forme di criminalità sia per lo
stoccaggio dell'ecoballe (aree rese disponibili in possesso
di organizzazioni criminali) che per il trasporto dei rifiuti
in altre regioni o all'estero con ulteriori costi per i cittadini.
In particolare Bobbio ha evidenziato come ditte colluse con
la camorra che hanno causato danni ambientali, si siano poi
presentate con altri nomi per procedere alla bonifica di
tali siti: il danno seguito dalla beffa alle Istituzioni.
Il quadro che è venuto fuori presenta quindi aspetti
positivi rappresentati dall'attività di controllo
e vigilanza da parte dei diversi operatori, ma anche dalla
Regione e dal Commissariato per l'emergenza rifiuti e aspetti
negativi, rappresentati dalla necessità di completare
il ciclo integrato dei rifiuti riportando alla legalità ciò che
spesso è stato gestito dalla illegalità. É stata
sottolineata anche la necessità di una maggiore e
più capillare informazione ai cittadini, partendo
dalle scuole sulle attività degli impianti per il
trattamento dei rifiuti (discariche, siti di stoccaggio,
vagliatura, compostaggio, CDR, termovalorizzatori) per evitare
che nei cortei cui certamente partecipano cittadini in buona
fede si infiltrino, come è stato spesso accertato,
camorristi che hanno interesse a evitare che le attività vengano
svolte correttamente dagli enti pubblici, perché l'attivazione
definitiva di tutti i presidi sottrarrà ingenti guadagni
alle organizzazioni criminali. Tutti (cittadini e Istituzioni)
dobbiamo sentirci impegnati per riportare alla legalità risorse
ed eliminare dal nostro territorio rifiuti ingombranti con
danni all'economia e al turismo. I rifiuti sono una risorsa
e non possiamo permetterci di consegnare alla criminalità la
gestione di una ricchezza che può portare occupazione
e sviluppo.
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