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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
Gennaio/febbraio 2005
 


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La relazione del Presidente Carlo Cicala
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IL BUSINESS ECOMAFIA
LA STRATEGIA DI CONTROLLO E CONTRASTO
È necessario alzare il livello di attenzione su di un problema sottovalutato

a cura di Raffaella Venerando

Roberto Napoli
Direttore Dipartimento Provinciale Salerno ARPAC
on.robertonapoli@libero.it

 

Il 14 gennaio scorso, organizzato dall'Università degli Studi di Salerno e dalla Questura di Salerno, si è tenuto presso l'Ateneo salernitano un Seminario di aggiornamento professionale per gli operatori della Polizia sul tema "Il Business Ecomafia: la strategia di controllo e di contrasto". Coordinati dalla professoressa Caterina Miraglia, Direttore del Dipartimento di Studi Internazionali e dal professor Andrea Castaldo, Ordinario di Diritto Penale sono intervenuti, a parte il sottoscritto, Carlo Morselli, Questore di Salerno, Luigi Mastrominico, Presidente del Tribunale di Salerno, il Senatore Luigi Bobbio per la Commissione Antimafia, il Senatore Vincenzo De Masi, Vice Presidente della Commissione Parlamentare sul ciclo dei rifiuti, Antonio Laudati, Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia, Antonio Guerriero, Sostituto Procuratore DDA di Napoli e Marco Naddeo della cattedra di Diritto Penale. L'argomento è certamente attuale specie alla luce delle recenti indagini della Magistratura che hanno confermato la forte presenza della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti, in particolare quelli tossici. La Miraglia ha evidenziato la scarsa conoscenza da parte dell'opinione pubblica del fenomeno dell'ecomafia e l'alta redditività per la criminalità derivante dalla gestione delle varie fasi del ciclo dei rifiuti. Mastrominico ha definito la Campania un esempio di scuola di disastro ambientale e ritiene che il sequestro di una cava abusiva non risolva il problema perché è necessario colpire i titolari dei patrimoni economici derivanti da tale illecito traffico. Morselli ha rivolto un apprezzamento alla forze di polizia e alle altre Istituzioni impegnate in prima linea ribadendo un maggiore coordinamento e la necessità di strumenti legislativi più efficaci per una azione più incisiva. De Masi si è soffermato sull'abusivismo edilizio e ha espresso la forte preoccupazione della prescrizione dei reati ambientali se venissero ridotti i termini di prescrizione e soprattutto sulla necessità di introdurre il mandato di cattura europeo vista la rilevanza dei reati che interessano non solo l'Europa, ma anche Paesi extraeuropei, come la recente vicenda della nave Jolli Rossi, inabissata con rifiuti tossici, ha dimostrato. Bobbio ha sviluppato un’ampia disamina del fenomeno visto da Magistrato e da Componente della Commissione Antimafia. Ritiene necessario superare la fase di Commissariamento perché proprio nell'emergenza è più facile l'infiltrazione di associazioni malavitose specie negli appalti di servizio e nel trasporto dei rifiuti esprimendo anche critiche sull'applicazione dell'art. 53 bis del decreto Ronchi, perché non prevedendo l'associazione ma soltanto l'accertamento del reato individuale rende più difficile agli inquirenti colpire i malavitosi. Ho consegnato a tutti i relatori copia del II Rapporto sull'Ambiente elaborato dall'Arpac e esposto le attività che l'Agenzia ha effettuato dal 2001 a oggi su incarico del Commissario per l'emergenza rifiuti della Campania. La complessità della problematica e la necessità di agire sull'intero territorio regionale, onde fornire in tempi rapidi ogni dato e informazione utile per il monitoraggio dello stato di emergenza e per supportare gli interventi dei soggetti competenti, ha portato alla costituzione del "Gruppo di Progetto Emergenza Rifiuti". Dopo la prima attivazione del febbraio 2001, il Commissariato di Governo ha emesso circa 100 provvedimenti con i quali si richiedeva all'Area Tematica Emergenze Ambientali l'effettuazione di controlli, censimenti, sopralluoghi tecnici finalizzati all'espressione di pareri eccetera. Questo modus operandi ha portato l'ARPAC allo sviluppo di un’esperienza unica nel suo genere per l'intensità e la mole di lavoro prodotto, nonché per la profonda conoscenza dell'intero territorio regionale acquisita nel corso di pochi anni, tanto da costituire oggi punto di riferimento nonché una enorme banca dati informativa anche per altri organi di controllo quali NOE, Polizia, Corpo Forestale, eccetera. In particolare, si riporta nella Tabella il numero di sopralluoghi eseguiti dal febbraio 2001 a dicembre 2003 per macro area di intervento nell'ambito della sola matrice rifiuti. Nell'ambito di tutte le attività sopra descritte frequente è stata la collaborazione con i maggiori organi di polizia (NOE, Carabinieri, Corpo Forestale) e con la magistratura. Inoltre, in un particolare caso è stata sviluppata anche un'intensa collaborazione con la Direzione Investigativa dell'Antimafia di Napoli, a seguito della quale è stato fornito alla stessa un dettagliato fascicolo di oltre 90 pagine. Un prezioso contributo è stato dato anche nel corso dell'operazione "Re Mida" che smascherò un traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Toscana verso alcuni impianti e cave del Casertano e del Napoletano.
I Magistrati Laudati e Guerriero, per la loro esperienza diretta nella DDA hanno sottolineato come il fenomeno sia sottovalutato e che oltre alla mafia dei rifiuti oggi sono attive organizzazioni criminali che controllano il traffico degli animali (zoomafia) anche quelli provenienti da paesi esteri, le scommesse clandestine sui combattimenti degli animali, il commercio di acqua (idromafia) specie in Sicilia, Calabria e Basilicata, ma anche il furto di frutta e ortaggi da campi minacciando i legittimi proprietari, nonché il commercio di prodotti dell'agricoltura. Hanno anche richiamato la necessità di alzare l'attenzione per evitare che vi siano collusioni con le Istituzioni. Per quanto riguarda i rifiuti, tutti hanno ritenuto necessario il completamento del ciclo integrato dei rifiuti costruendo i termovalorizzatori sia per recuperare energia, ma soprattutto per evitare che nascano ulteriori forme di criminalità sia per lo stoccaggio dell'ecoballe (aree rese disponibili in possesso di organizzazioni criminali) che per il trasporto dei rifiuti in altre regioni o all'estero con ulteriori costi per i cittadini. In particolare Bobbio ha evidenziato come ditte colluse con la camorra che hanno causato danni ambientali, si siano poi presentate con altri nomi per procedere alla bonifica di tali siti: il danno seguito dalla beffa alle Istituzioni. Il quadro che è venuto fuori presenta quindi aspetti positivi rappresentati dall'attività di controllo e vigilanza da parte dei diversi operatori, ma anche dalla Regione e dal Commissariato per l'emergenza rifiuti e aspetti negativi, rappresentati dalla necessità di completare il ciclo integrato dei rifiuti riportando alla legalità ciò che spesso è stato gestito dalla illegalità. É stata sottolineata anche la necessità di una maggiore e più capillare informazione ai cittadini, partendo dalle scuole sulle attività degli impianti per il trattamento dei rifiuti (discariche, siti di stoccaggio, vagliatura, compostaggio, CDR, termovalorizzatori) per evitare che nei cortei cui certamente partecipano cittadini in buona fede si infiltrino, come è stato spesso accertato, camorristi che hanno interesse a evitare che le attività vengano svolte correttamente dagli enti pubblici, perché l'attivazione definitiva di tutti i presidi sottrarrà ingenti guadagni alle organizzazioni criminali. Tutti (cittadini e Istituzioni) dobbiamo sentirci impegnati per riportare alla legalità risorse ed eliminare dal nostro territorio rifiuti ingombranti con danni all'economia e al turismo. I rifiuti sono una risorsa e non possiamo permetterci di consegnare alla criminalità la gestione di una ricchezza che può portare occupazione e sviluppo.

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