PROGETTO MEZZOGIORNO
Tra riforme strutturali e di contesto
Ripartire attraverso il dialogo
costruttivo
Andrea
Prete
Presidente Assindustria Salerno
andrea.prete@assindustria.sa.it
Da anni nel Mezzogiorno la voglia di fare impresa si scontra
con inefficienze burocratiche e inadeguate dotazioni strutturali e
infrastrutturali, cui si è cercato in parte di sopperire con
interventi tampone, mai realmente radicali e risolutivi. Se, pertanto,
oggi l'intero Sistema Paese vive un momento particolarmente difficile,
nel Mezzogiorno la situazione è aggravata da problematiche non
risolte, cui peraltro se ne sono aggiunte di nuove. Gli "sforzi" per
sottrarre queste economie alla trappola del sottosviluppo agendo sugli
incentivi "a pioggia", parcellizzati e erogati in assenza
di coordinamento, si sono rivelati fallimentari. Quelle che, fino a
ieri, hanno funzionato in qualche modo come particolari forme di sostegno
e, dunque, di "vantaggio competitivo" per le aree meno sviluppate
dell'Italia, ossia una serie di incentivi fiscali e di sovvenzioni
alle imprese, oggi vanno scomparendo e, unitamente ad esse, gli ultimi
vantaggi ad investire, operare e produrre nel Sud. L'ingresso in Europa
e la moneta unica non hanno favorito certo la capacità del meridione
di partecipare allo sviluppo economico, penalizzandolo anzi ulteriormente.
Il posizionamento strategico al centro del bacino del Mediterraneo
stenta a produrre privilegi, mortificato dalla insufficiente dotazione
infrastrutturale. Pur disponendo del capitale umano necessario, numeroso
e qualificato, le regioni del Mezzogiorno non sono riuscite finora
a fare di questo un punto di forza. La competizione si va spostando
sempre più sull'innovazione e, con essa, sulle opportunità offerte
dalle nuove tecnologie, ma, anche in questo caso, il Sud non mostra
performances vincenti, in quanto una percentuale ancora troppo limitata
del PIL viene investita in ricerca. Tale sconcertante panorama ha finito
per adombrare l'immagine complessiva del nostro Paese. La necessità di
intervenire in maniera decisa, pertanto, trova le sue primarie ragioni
proprio nell'analisi di tale scenario. Su questo, dunque, «i
protagonisti dell'economia e del lavoro» hanno concentrato particolare
attenzione, elaborando il "Progetto Mezzogior-no", documento
programmatico sottoscritto il 2 novembre 2004 da Cgil, Cisl, Uil, Confindustria
e altre dodici Associazioni di rappresentanza d'impresa, per la prima
volta realmente insieme «per lo sviluppo del Mezzogiorno».
L'intero Sistema Paese prova a ripartire dal Sud, e lo fa attraverso
il dialogo costruttivo, centrato su argomenti primari e imprescindibili.
Il 17 dicembre, presso la nostra Associazione, abbiamo voluto rinnovare
l'impegno preso sul nazionale con le forze sindacali locali. Nei giorni
successivi, analoghi incontri nelle altre province hanno avuto la stessa
finalità. La nostra Confindustria Campania ha agito in maniera
similare con OO.SS. regionali.
A Salerno, l'esigenza di una riflessione congiunta sullo stato della
nostra economia e la volontà di individuare soluzioni condivise
partono da più lontano, con gli "Stati generali dell'economia
Salernitana". Giusto un anno fa, infatti, fummo promotori di questa
iniziativa, che coinvolse tutte le rappresentanze economiche, sociali
e istituzionali su strategie di sviluppo dell'area salernitana. In
quella occasione, presentammo alcune idee progettuali, molte delle
quali oggi stanno diventando cantieri, grazie al confronto costruttivo
con le istituzioni regionali e locali e al concorso decisivo delle
forze intellettuali del territorio. In particolare, la necessità di
rafforzare l'attrezzatura infrastrutturale e le potenzialità di
offerta logistica e localizzativa, è all'origine del progetto
di "Piattaforma logistica integrata nel comune di Mercato San
Severino". L'iniziativa "Impresa Chiama Impresa", è invece
finalizzata ad attrarre investimenti, puntando sulle specificità produttive,
culturali e ambientali. Rientra nella logica del marketing territoriale,
ossia promozione di un contesto, delle sue caratteristiche e risorse,
quantitative e qualitative, al fine di attirare interesse e accrescere
l'attrattività dell'area. Aspetto rilevante in tale ambito è il
concetto di competitività di un luogo, che deriva dalla capacità degli
attori del territorio di garantire e offrire servizi esclusivi e caratterizzanti,
ad alto valore aggiunto. Sugli stessi principi, si fondano le altre
proposte, illustrate e discusse in quell'occasione e che sono in fase
avanzata di elaborazione. Non a caso, l'evento fu titolato "Una
Provincia di Qualità", per sottolineare la volontà di
rendere Salerno punto nevralgico di rinascita economica.
Il confronto e la condivisione sembrano oggi - e ce lo auguriamo -
divenuti la metodologia d'azione privilegiata dalle forze locali.
É proprio dall'esigenza di coordinare al meglio gli interventi
e di evitare sprechi di risorse, che nasce la "Cabina di Regia",
voluta e promossa dalla Provincia di Salerno e che coinvolge, oltre
ad Assindustria, le Organizzazioni Sindacali, il Comune capoluogo,
la CCIAA e l'Università di Salerno. Tale "organo" avrà anche
la prioritaria funzione di supportare il completamento delle opere
significative già in itinere e sostenere nuovi progetti in grado
di favorire una tangibile crescita del contesto provinciale.
In tale ambito, siamo promotori, insieme al Comitato Mezzogiorno di
Confindustria, di un'iniziativa di respiro più ampio, allargata
all'intero territorio meridionale, con l'adesione dei Presidenti di
Giunta delle Regioni del Sud. Gli "Stati generali" dell'economia
meridionale, nascono proprio dalla volontà di generare una sorta
di "patto per lo sviluppo", approfondendo le tematiche richiamate
nel "Progetto Mezzogiorno". In questo, si evidenzia come «una
serie di condizioni di contesto sono in grado di migliorare, accelerare,
e in alcuni casi rendere possibili le iniziative indicate nell'Accordo»,
tra cui compaiono fiscalità, incentivi alle imprese, politica
infrastrutturale, rapporto banche-imprese, ricerca e innovazione, semplificazione
amministrativa, cultura dello sviluppo, nuove politiche di coesione.
Una delle fondamentali sfide sarà certamente la capacità di
superare i limiti puntando su questi elementi, alla base del recupero
di competitività per i nostri territori. Nell'ambito di una
riformata politica per il Mezzogiorno, riteniamo, che non possa essere
sottovalutata l'idea di ricostituire una banca, o una rete di banche,
interamente dedicate all'accompagnamento e alla valorizzazione dei
progetti virtuosi - imprenditoriali e infrastrutturali - che nascono
dal territorio e sul territorio.
A tal proposito, evidenziamo l'opportunità di riconsiderare
il ruolo di una Cassa Depositi e Prestiti che, anche con una rinnovata
partecipazione a Società Finanziarie Regionali, possa assolvere
a funzioni di compartecipazione del rischio di impresa e di progetto,
nonché di sostegno alla realizzazione degli indispensabili investimenti
sui principali settori infrastrutturali. Da un equilibrato mix di Fondo
di Rotazione, Fondi strutturali e Fondi Ordinari per le aree sottoutilizzate
può derivare un potente volano per la spesa di investimento,
purché si agisca in una direzione totalmente opposta a quella
che oggi sembra prevalere, caratterizzata da una eccessiva parcellizzazione
delle risorse. Sollecitiamo una decisa accelerazione di quel complesso
di buone pratiche che, da subito, è possibile attivare, facendo
riferimento, ad esempio, all'impostazione delle risorse comunitarie
2007-2013, pur senza perdere di vista l'utilizzo di quelle ancora disponibili
relative al 2000-2006.
Bisogna, allora, ragionare insieme per definire e avviare ulteriori
azioni concrete, finalizzate al rafforzamento degli stock infrastrutturali
nelle aree ad alta intensità e potenzialità produttiva,
qual è quella salernitana.
L'integrazione tra i sistemi produttivi del Nord e del Sud può diventare
una componente essenziale delle politiche di coesione, purché si
attivi un circuito che riesca a combinare efficacemente offerta territoriale
e domanda di investimento, interna e internazionale. Salerno è un
punto di osservazione eccellente della realtà meridionale. É da
qui che, verosimilmente, si può partire per vincere questa sfida.
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