IL CALCIO BUSINESS
NUOVE STRATEGIE AZIENDALI
INCENTIVI ALLE IMPRESE
POCHE RISORSE NELLA FINANZIARIA 2005
IL CALCIO BUSINESS
NUOVE STRATEGIE AZIENDALI
Il piano Della Valle e la gestione degli stadi per rivitalizzare l'azienda calcio
a cura di Raffaella Venerando
Antonio Sanges
Consigliere Segretario Ordine dei Dottori Commercialisti di Salerno a.sanges@commercialistisalerno.it
Il "Piano Della Valle" e la "gestione degli stadi" sono due nuove strategie aziendali da attivare a breve per vincere la sfida del calcio business e riportare il giusto equilibrio economico-finanziario per le società di calcio.
Azienda calcio al 30 giugno 2004
Alla data del 30 giugno 2004, il risultato netto di gestione delle società di calcio di serie A si è determinato in un valore negativo di 536 milioni di euro. (Fonte il sole24ore).
I valori di bilancio più significativi dei club di massima serie risultano essere i seguenti:
- ricavi 1.152.000 euro;
- costi 1.880.000 euro;
- riserve 847.000 euro;
- proventi straordinari 191.000 euro;
- debiti lordi 1.775.000 euro.
Sempre alla data "de quo" le perdite di esercizio di Inter, Milan, Juve, Roma e Lazio si sono quantificate in 320 milioni di euro. Al fine di trovare risposte concrete alla crisi, 12 società di serie A (Atalanta, Bologna, Brescia, Cagliari, Chievo, Fiorentina, Inter, Lecce, Livorno, Sampdoria, Palermo, Udinese) e 8 di serie B (Albinoleffe, Ascoli, Bari, Catania, Cesena, Piacenza, Treviso e Vicenza) stanno condividendo un nuovo progetto aziendale proposto dal Presidente della Fiorentina Della Valle.
Il Piano Della Valle si pone due tipi di obiettivi: uno da raggiungere nella stagione in corso 2004/2005 e un altro da conseguire a partire dal 2007(fonte Stageup). Per la stagione 2004-2005 il Piano Della Valle prevede l'incremento della percentuale di ricavi da assegnare alle società per le partite disputate in trasferta (la cosiddetta mutualità). Tale percentuale, su insistente richiesta delle società sostenitrici il Presidente Della Valle, dovrebbe passare dall'attuale 18% al 30%. Tale incremento porterebbe un sicuro vantaggio in termini economici alle società i cui ricavi si assestano su valori medi.
Un secondo obiettivo dovrà essere raggiunto entro il 2007, quando scadranno tutti i contratti delle società di serie A con Sky. Il Progetto Della Valle prevede per la Lega Calcio la riappropriazione dei diritti media del campionato di calcio, consentendo la possibilità di vendere liberamente tutti i diritti televisivi relativi al campionato di calcio. Attualmente tale nuova iniziativa è ostacolata dalla legge n. 78/1999, la quale attribuisce i diritti televisivi alle singole società (cosiddetti diritti soggettivi). La strategia Della Valle potrà essere realizzata solo attraverso l'emanazione di un'altra legge dello Stato che modifichi quanto previsto dalla 78/1999 e che permetta alla Lega di riappropriarsi dei diritti televisivi del campionato. In considerazione di quanto appena evidenziato, la Lega Calcio potrebbe decidere di vendere il "prodotto calcio" a più emittenti, determinando nuovi ricavi aziendali rispetto a quelli attuali. Altri obiettivi del Progetto Della Valle risultano essere i seguenti:
- Distribuzione ricavi da diritti televisivi: tutti i ricavi da diritti televisivi, ricalcando il modello inglese, andrebbero suddivisi come segue: 50% in parti uguali, 25% per le presenze in Pay TV, 25% per risultati sportivi.
- Criterio di mutualità per la serie B: oggi la serie B riceve, ogni anno, la minor somma fra i 200 miliardi delle vecchie lire e il 50% dei ricavi della Lega. La proposta Della Valle e dei suoi sostenitori, è di destinare alla serie B il 20% di tutti i ricavi della Lega Calcio, compresi quelli per un eventuale nuovo gioco a pronostico da lanciare e dei ricavi televisivi soggettivi.
- Provvidenze per la retrocessione: il progetto Della Valle prevede di assegnare, a ciascuna delle tre squadre che retrocedono in serie B, l'importo di 2,5 milioni di euro, al fine di compensare la perdita di ricavi, che in genere si assesta intorno al 60%, causati dal passaggio a una categoria inferiore.
- Giudizio di fiducia: tutte le cariche elettive della Lega e della Federcalcio, secondo il Piano, dovrebbero essere assoggettate al giudizio delle assemblee, le quali avrebbero l'onere di manifestare il loro giudizio di fiducia nei confronti degli organi dirigenziali. La manifesta sfiducia di almeno i 2/3 dell'assemblea determinerebbe la caduta di tutte le cariche dirigenziali.
- Diminuzioni della rosa dei calciatori: la rosa delle società dovrebbe prevedere solo 25 tesserati esclusi gli under 21 formati dal vivaio.
- Credito Sportivo: al fine di favorire la ristrutturazione e la costruzione degli stadi, dovranno
essere rafforzati i rapporti con l'istituzione.
- Tasse: Il piano prevede di esercitare maggiori pressioni sul Governo per ottenere una consistente riduzione del carico fiscale in generale e in particolare dell'Irap.
- Salari dei giocatori: il Piano Della Valle, infine, prevede un adeguamento dei salari dei giocatori, in base alle categorie di appartenenza. In tal modo si dovrebbe rendere più agevole la vendita di un giocatore di serie A alle serie minori.
La gestione degli stadi
Altra strategia aziendale per vincere la sfida del calcio business, riguarda la gestione diretta degli stadi da parte dei club. In tale ottica, la Federazione Italiana Giuoco Calcio grazie all'appoggio ottenuto dal Governo italiano ha candidato l'Italia per l'organizzazione dei prossimi campionati europei del 2012. La previsione di spesa per la costruzione e la ristrutturazione degli stadi è stata fissata in circa un miliardo di euro (fonte Italia Oggi). Gli studi di fattibilità dei progetti dei nuovi stadi italiani prendono a riferimento le strutture tedesche che ospiteranno i prossimi campionati del Mondo del 2006. Allo stato, la candidatura dell'Italia per l'organizzazione degli Europei 2012 ha riaperto il tema sulla gestione diretta degli stadi da parte dei club. Tra gli stadi nazionali, hanno bisogno di cure immediate il Delle Alpi di Torino, lo stadio Giglio di Reggio Emilia, il Renato Curi di Perugia e l'Olimpico di Roma. Il "modello di business" per la gestione diretta dello stadio prevede uno studio di fattibilità finalizzato alla verifica dei seguenti parametri valutativi:
- investimento medio 150 milioni di euro;
- capienza media posti 40.000-50.000 per club di massima serie e 25.000-30.000 per club di serie inferiore;
- volume d'affari previsto dai 10 ai 20 milioni di euro;
- bacino d'utenza: circa 500.000 abitanti;
- numero abbonati 70% della capienza (fonte ilSole24Ore).
Allo stato Inter, Milan, Juve, Lazio si stanno attivando per poter effettuare tale ambizioso progetto aziendale. In generale la gestione degli stadi da parte dei club potrebbe proiettare gli stessi a programmare nuove politiche di bilancio e ricercare una propria autonomia finanziaria e gestionale, sganciata totalmente dai ricavi tipici di gestione. La costruzione di uno stadio di proprietà dovrà essere finalizzato a creare il fulcro principale di tutte le attività sociali del club relativamente agli aspetti di gestione corrente quali: 1) luogo istituzionale per effettuare conferenze stampa di presentazione di atleti, sponsor istituzionali e tecnici; 2) svolgimento di attività commerciali legati al marchio societario.
Conclusioni
La sfida al "calcio business " è iniziata da tempo; per vincerla, i club dovranno investire in un management di alto profilo e diversificare i ricavi tipici di gestione con relativo abbattimento dei costi fissi. L'azienda calcio ha, inoltre, bisogno di una serie di iniziative esterne finalizzate a rivedere i modelli gestionali. Non tutti i club professionistici hanno, tuttavia, manifestato una propensione all'innovazione adeguata alla rapidità delle trasformazioni in atto. La maturità organizzativa di un sodalizio sportivo si misura, oggi, in base ad alcuni parametri fondamentali: attuazione di una programmazione per obiettivi; innovazione di prodotto e ricerca di nuovi mercati; creazioni di reti di alleanze e/o cooperazione con altri soggetti. Tra le parole chiave di questo nuovo modello organizzativo, figurano la specializzazione dei ruoli e la delega dei compiti, segnale di una divisione del lavoro efficiente e coordinata. Allo stato, le società di calcio hanno bisogno di un "management vincente" che quantifichi nuove aree di mercato e fonti d'introito. Il futuro del calcio nel nostro Paese dipenderà, quindi, dal modo in cui i dirigenti dei club sapranno accentuare il processo di professionalizzazione di tutti gli aspetti societari, innovando i propri canali di finanziamento, impostando un management commerciale che operi in sinergia con quello sportivo, coniugando le esigenze del bilancio con quelle della squadra. A questo punto ritorna utile ricordare lo slogan adottato dalla Juventus secondo il quale il pallone è rotondo e i bilanci devono essere quadrati.
La sfida al calcio business è iniziata, chi perde purtroppo dovrà partire dal Lodo Petrucci! |