IL MADE IN IRPINIA Nel MONDO
le imprese si internazionalizzano
l'irpinia investe IN TURCHIA
IL SUCCESSO SUI MERCATI ESTERI
LE NUOVE STRATEGIE DI ESPANSIONE
L'ASSISTENZA DELL'UNIONE INDUSTRIALI
IL MADE IN IRPINIA Nel MONDO
le imprese si internazionalizzano
Cresce il numero di aziende in grado di affermarsi sui mercati esteri
Filomena
Labruna
Giornalista Pubblicista
labrunafilomena@interfree.it
Il made in Irpinia conquista il mondo. Sono tante le aziende che sono riuscite a scalare le classifiche della qualità sui mercati internazionali con prodotti di pregio. La presenza di grandi gruppi, come Fiat e Ferrero, ha contribuito nel tempo alla crescita dell'imprenditorialità locale che oggi è pronta a raccogliere sfide sempre più ambiziose. I dati confermano in Irpinia una propensione all'export che ha raggiunto l'11,8%, una cifra distante dal valore medio italiano che si aggira sul 22,8%, ma che è superiore a quella di tutte le altre province della Campania. Il comparto metalmeccanico, ovviamente, ha avuto e ha un ruolo determinante, con le aziende del gruppo Fiat e il loro indotto, l'Irisbus - Iveco di Flumeri, la Fma di Pratola Serra. Proprio recentemente si registra un riconoscimento giunto dal Giappone che colloca la Fiat - Fm Power, tra i primi mille stabilimenti di produzione industriale nel mondo. Si tratta del "Exellence Award", ossia il premio rilasciato dal Japan Institute of Plant Maintenance per l'eccellenza nei processi e nei sistemi di manutenzione degli impianti produttivi. L'annuncio è giunto nel corso del decennale della Fma. All'Irisbus, invece, l'accordo firmato tra Iveco e il gruppo cinese Cbc permette di rafforzare in modo significativo la presenza dell'azienda di Flumeri nel continente asiatico. Ma svolgono il loro ruolo sui mercati internazionali anche altre imprese come la Novofil di Umberto Petitto e l'Italcontainers di Renato Abate. Una menzione speciale va alla Pasell di Salvatore Amitrano, la prima piccola impresa italiana a insediarsi in Russia. L'azienda presieduta da Salvatore Amitrano ha realizzato una linea produttiva nell'area di Lipetzk, in collegamento con il polo industriale degli elettrodomestici della Merloni-Stinol. In crescita anche il settore informatico. Buoni i risultati raggiunti anche dalla Mitos di Avellino che realizza software per aziende e studi professionali italiani ed europei. Un'azienda giovanissima, nata nel 1999, entrata nel 2001 a far parte della Wolters Kluewer, leader mondiale nell'editoria economica e giuridica. Ma il made in Irpinia ha conquistato il mondo soprattutto nel settore eno-gastronomico. Soccorso Palmieri ha costituito in Cina una società per la commercializzazione del suo "Caffè Giusto", in cialde e miscele, torrefatto nello stabilimento di Nusco, già esportato in Russia, Ucraina, Francia e Inghilterra. L'Irpinia riesce a vendere cioccolato anche agli svizzeri. La Dg 3 di Ospedaletto d'Alpinolo destina all'estero il 70% della produzione. Non solo cioccolata, ma anche torroni alla nocciola e alla mandorla, pantorroni al limoncello. Autentiche golosità apprezzate non solo in Svizzera, ma anche in Giappone, Spagna, Germania, Francia, Russia e America. Altri imprenditori stanno seguendo la stessa strada, sfruttando i prodotti tipici, le castagne di Montella, le nocciole, i formaggi, i salumi di Mugnano del cardinale, il caciocavallo podolico di Montella, il pecorino e i tartufi neri di Bagnoli, il provolone del monaco di Ariano, la pancetta di Serino. E poi il pregiato olio, con Sabino Basso di Serino e i vini dove l'Irpinia vanta ben tre docg. E anche la concia tra alti e bassi, affronta il mercato internazionale. Recente l'accordo per la produzione di pelli all'ombra della Grande Muraglia. Gli imprenditori si preparano a mettere radici nella regione autonoma del Ningxia, nella Cina Nord occidentale. Ma le aziende conciarie raggiungono risultati apprezzabili in tutti gli appuntamenti moda internazionali. La storica conceria Albatros del cavaliere del lavoro Enrico Iuliano, la moderna "Tre Stelle" di Geppy Maffei e l'opificio "Patrizia" di Massimo De Piano, sono il simbolo di un settore pronto a cogliere nuove sfide e a superare i tanti ostacoli legati sia all'andamento del mercato che ai problemi della depurazione. Un discorso a parte va fatto per la Desmon, il marchio irpino più diffuso nel mondo. L'azienda di Corrado De Sanctis è la prima ad aver portato a termine, con un finanziamento da 600 mila euro, il progetto approvato nell'ambito del Contratto d'area del cratere. I frigoriferi realizzati nello stabilimento di Nusco, nato nel 1996, vengono utilizzati in America, Australia, Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Canada, Spagna. Il 65% della produzione è destinato ai mercati esteri, alle grandi catene alberghiere, attraverso decine di rivenditori e fornitori. Il management ha siglato un accordo di cooperazione anche in Turchia. Un'intesa con la Abt Metal, destinata a chiamarsi tra breve Desmon Turchia, che ha consentito all'azienda irpina di portare i suoi prodotti, ovviamente una linea di produzione non alta, in un mercato estremamente nazionalista come quello turco. Il presidente del cda, Corrado De Santis, con la moglie Federica Vozzella, valida e attivissima componente del cda, segue personalmente tutte le trattative per concludere accordi proficui che consentano allo stabilimento di produrre direttamente all'estero. E anche sotto il profilo occupazionale, la Desmon ha superato le previsioni presentate nell'ambito dell'iter che caratterizza l'attuazione dello strumento di programmazione negoziata. L'azienda aveva assicurato l'assunzione di 41 persone, ma nel giro di un anno il numero è lievitato fino a raggiungere gli 85 addetti. L'importanza di inserirsi sempre con maggiore incisività nei contesti internazionali viene sottolineata dal Presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Avellino, Silvio Sarno, secondo cui lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia è legato anche ad obiettivi come la creazione del libero scambio nel Mediterraneo e la realizzazione dei grandi corridoi di comunicazione. «Ho potuto verificare - afferma Sarno - quale componente di una missione in Tunisia, come i vantaggi di alcuni Paesi del Mediterraneo siano coincidenti con le nostre strategie di crescita». «Non parlo della delocalizzazione di attività - spiega il Presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Avellino - ma di acquisizione di un ruolo di guida dei processi dai quali si possono ipotizzare occasioni per l'ulteriore sviluppo delle imprese delle aree meridionali. Dall'Europa ci vengono dei vincoli, ma anche delle opportunità che bisogna individuare e cogliere. Non si spiega, altrimenti, come la Germania, affidandosi alle esportazioni, la Francia alla domanda interna, cresceranno più dell'Italia». Sarno dichiara che alcune specifiche responsabilità sono del governo nazionale, chiamato a rimodernare le strutture funzionali, aprire spazi di mercato, ridare centralità al Mezzogiorno, stabilire regole certe.
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