OPINIONE PUBBLICA
COSA PENSANO Gli italiani
Dallo tsunami alla legge antifumo:
le percezioni sui temi caldi
Enrico
Russo
Responsabile Area Sud Istituto Piepoli spa - Innovative Research
enricorusso@istitutopiepoli.it
Parte, con questo numero di Costozero, la collaborazione
con l'Istituto di ricerche di marketing e di opinione di
Nico-la Piepoli. I lavori che verranno pubblicati sono la
sintesi del monitoraggio
delle opinioni degli italiani che l'Istituto effettua con
cadenza settimanale per conto de “La
Stampa”. Si tratta, in sostanza, di ricerche quantitative
a campione con le quali si tende a verificare pri-ma di tutto
quali siano i "temi caldi" all'ordine del giorno
nella mente degli italiani; in seconda battuta le analisi,
supportate da tabelle e grafici, tendono a mostrare come
gli italiani si pongano, in termini di opinione, rispetto
a quei temi. Le ricerche, eseguite con metodologia CATI su
campioni di 500 casi, rappresentativi della popolazione italiana
adulta (maschi e femmine dai 18 anni in su), è segmentato
per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e
Ampiezza Centri, proporzionalmente all'universo della popolazione.
Tutti i sondaggi sono eseguiti secondo il codice deontologico
ESOMAR (European Society for Opinion and Marketing Research).
I risultati delle ricerche sono pubblicati sul sito www.agcom.it.
Lo Tsunami
Durante le settimane a cavallo tra il vecchio e il nuovo
anno, l'opinione degli italiani è stata ovviamente
colpita dall'immane tragedia del terremoto asiatico del 26
dicembre scorso. Dal punto di vista della penetrazione dell'evento
nella mente degli italiani, bisogna dire che la percezione
della gravità della catastrofe è stata in qualche
modo graduale. L'informazione del maremoto, infatti, si è posizionata
prepotentemente nella mente della gente a partire dalla seconda
settimana dall'evento piuttosto che nei giorni immediatamente
successivi. Evidente-mente, nel caso dello tsunami asiatico
- il quinto cataclisma in termini di magnitudo, ricordiamolo,
dal 1900 - si è verificato un meccanismo tipico dei
mass media, che ha dovuto mettere in moto la forza delle
immagini, la crescita esponenziale del numero ufficiale delle
vittime, l'effetto della copertura totale della catastrofe.
Solo a seguito dell'elaborazione mediatica in chiave internazionale
e pervasiva, lo tsunami si è materializzato in tutta
la sua forza distruttiva. Non a caso, è solo con il
passare dei giorni che sono via via arrivate alle redazioni
dei giornali e, soprattutto, dei telegiornali le immagini
amatoriali dell'onda che entra e devasta interi villaggi;
quelle satellitari che mostrano il prima e il dopo maremoto
dello stato delle coste; ancora di più, forse, le
immagini e i drammi personali di quanti hanno subito o scampato
il disastro. Al 3 gennaio 2005, nove italiani su dieci hanno
quindi avuto come pensiero dominante il maremoto: questa
cifra indica l'importanza eccezionale del fenomeno, anche
paragonato a tutti gli eventi rilevati da noi negli scorsi
anni con un'unica, non superata eccezione: la strage dei
bambini in Ossezia dello scorso settembre 2004. C'è poi
un altro evento che ha marginalmente colpito l'opinione pubblica
nel corso della settimana finita domenica 2 dicembre: l'aggressione
subita dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, colpito
da un cavalletto fotografico lanciatogli contro da un muratore
mantovano. In particolare, l'aggressione risulta essere stata
notata più dagli uomini che dalle donne, più a
nord e a sud del Paese che nelle zone centrali e più tra
coloro che hanno colore politico di centro destra. Un “vulnus” questo
che ha toccato, quindi, particolari settori della popolazione.
Di rilevanza sia mediatica sia sociale, in senso più ampio, è invece
l'ormai abituale messaggio di fine anno che il Presidente
Ciampi ha rivolto agli italiani a reti unificate. Questo
sesto messaggio del Presidente ha raccolto un'unanime approvazione,
esattamente come se fosse stato il primo dei messaggi presidenziali.
In particolare, è stato approvato il pensiero centrale,
per cui «le condizioni di successo del Sistema Italia
dipendono dall'agire concordemente come sistema: ciò vale
per le istituzioni, per gli imprenditori, per i lavoratori,
per l'intero corpo sociale». Quali le conseguenze in
termini politici del discorso di fine anno duemilaquattro
del Presidente Ciampi? Che la fiducia da parte dei cittadini
italiani in Ciampi è ancora aumentata, confermando
l'attuale Presidente come uno dei più amati in assoluto
in tutta la Storia Repubblicana, mentre chiunque si sia opposto
ai concetti espressi ha avuto una drastica riduzione nella
fiducia: è questo il caso del Ministro delle Riforme
Istituzionali Roberto Calderoli che, criticando il patriottismo
indotto nel discorso del Presidente, ha visto la sua fiducia
crollare a un minimo assoluto tra iMinistri.
Gli Italiani approvano la Legge Antifumo
La prima settimana del 2005 è ancora caratterizzata
dalle notizie sul maremoto in Asia: a partire da quei giorni
e fino alla settimana successiva, l'insieme delle informazioni
e delle polemiche sulla gestione degli aiuti coprono il 42%
della totalità degli eventi che hanno colpito gli
Italiani. Ma altre due notizie, questa volta nazionali, raggiungono
percentuali di attenzione considerevoli. La prima riguarda
il caso della bambina di 18 mesi morta per denutrizione e
maltrattamenti in un basso di Bari (29%). La notizia ha davvero
colpito l'opinione pubblica, venendo citata da quasi 1 italiano
su 3, forse perché si è abituati a pensare
al nostro Paese come regno del benessere e sorprende l'esistenza
di sacche di miseria e di abbrutimento umano come quelle
che questo fatto di cronaca ha prepotentemente portato alla
ribalta. La seconda notizia riguarda invece lo scontro fra
treni a Crevalcore: anche qui una stupefacente mancanza di
efficienza in una Italia arretrata rispetto agli altri Paesi
europei. È stata anche la settimana in cui è entrata
in vigore la cosiddetta legge antifumo, provvedimento del
quale si è parlato molto sui media e nelle famiglie.
L'88% degli italiani è favorevole a questa legge.
Il dato è sorprendente ed è un segnale del
grande livello di civiltà della popolazione, nonostante
il 28% degli intervistati si dichiari fumatore abituale.
Solo raramente si pensa che nei luoghi di lavoro “si
continuerà a fumare come prima”. Per il resto
o “si fumerà all'esterno” o “si
smetterà di fumare nell'orario di lavoro”. In
particolare, per quanto riguarda i locali pubblici, solo
l'8% degli intervistati “cercherà solo locali
in cui si possa fumare”, mentre per lo più o
non si cambierà atteggiamento o ci si adatterà evitando
di fumare. Da questo punto di vista, non pochi citano l'esempio
dei cinema, nei quali un tempo si fumava mentre oggi tutti,
tranquillamente, si sono abituati a non fumare. Anzi, il
bilancio in termini di propensione a frequentare i locali
pubblici (bar, ristoranti, pizzerie) tende a essere positivo:
contro un 6% di irriducibili fumatori che pensa che li frequenterà di
meno, c'è un 11% di clienti che invece, proprio grazie
alla prospettiva di trovare locali senza il fastidio del
fumo, pensa di frequentarli di più. La legge antifumo
dovrebbe dunque favorire gli stessi locali pubblici. Non
solo, ma perfino circa 1 italiano su 3 ritiene che questa
legge avrà influssi positivi sulle forze di Governo
che l'hanno introdotta. Tutto bene dunque? Apparentemente
sembra di sì: gli italiani apprezzano il Governo per
questa iniziativa e pensano in buona fede di adeguarsi senza
tanti problemi alle nuove norme. I dati del consumo di tabacco
ci dicono però che negli ultimi 10 anni, nonostante
i divieti di fumo che via via sono stati introdotti, ad esempio
nei cinema e sui mezzi di trasporto pubblici, sono rimasti
sostanzialmente invariati. Si fuma di meno in alcuni luoghi,
ma complessivamente si tende a fumare come prima. Riuscirà la
legge antifumo ad agire anche a livello profondo inducendo
una minor propensione al consumo del tabacco? Su questo interrogativo,
ancora, non è possibile dare una risposta.
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