ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 1
Gennaio/febbraio 2005
 


Inserto
Unione di Caserta
La relazione del Presidente Carlo Cicala
scarica l'inserto 90 Kb
assafrica & mediterraneo - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

COMPETERE PER CRESCERE
PER IL BUON PARTENaRIATO INDUSTRIALE
Concorrenza e internazionalizzazione occasioni di sviluppo

Vincenzo Boccia
Presidente Assafrica & Mediterraneo
presidenza@assafrica.it

 

Si parla molto d'internazionalizzazione delle imprese, in un moltiplicarsi disordinato di voci che, anziché armonizzarsi in un coro in cui le varie sezioni si fondono, finiscono invece per essere un aggregato fastidioso e fragoroso di rumori di sottofondo da cui allontanarsi. É passato solo un anno da quando abbiamo cominciato a declinare sulle pagine di Costozero il discorso sull'internazionalizzazione delle imprese italiane nell'area del Mediterraneo, dell'Africa e del Medio Oriente, zona geografica di attività di Assafrica & Mediterraneo. Eppure, il contesto in cui le imprese italiane si trovano a operare è profondamente cambiato. L'accelerazione della globalizzazione dell'economia, dei trasporti, delle comunicazioni, della finanza, della scienza e di ogni attività umana e, sempre più, della politica, impone un ripensamento dell'agire di ogni cittadino e soprattutto di ogni imprenditore, che nella globalizzazione deve non solo vivere ma soprattutto far sopravvivere la propria azienda. Sopravvivenza sempre più difficile, in quanto la globalizzazione e l'abolizione in corso di tutte le barriere tariffarie e non tariffarie nell'ambito del WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commer-cio, impone una competizione globale e una sempre più violenta concorrenza senza frontiere che specie le piccole e medie imprese, che sono il tessuto produttivo dell'Italia, hanno grandi difficoltà a sostenere. La situazione è ulteriormente aggravata in questo momento - e per il prossimo futuro - dalla fortissima svalutazione del dollaro e di tutte le monete a esso legate, in particolare quella cinese, che negli ultimi due anni ha superato il 40% rispetto all'euro e che molti economisti prevedono in ulteriore aumento nei prossimi anni. La criticità strutturale della situazione è appena accennata dai dati relativi alla quota italiana sull'export mondiale, che nel periodo 1996-2003 è scesa dal 4,3 al 3,4%, a prezzi costanti, e dal 4,7 al 3,8% del totale, a prezzi correnti. La situazione viene però mitigata, nel breve termine, dalla natura dei mercati di destinazione specie delle PMI, il cui export è indirizzato per più della metà verso i Paesi dell'Unione Europea e, solo a congrua distanza, verso Europa orientale, Nord America e Asia orientale. Anche in queste aree però la concorrenza dei prodotti americani e cinesi (o, sempre più, americani prodotti in Cina), in relazione alla forte svalutazione del dollaro farà perdere rapidamente quote di mercato alle imprese europee, e in particolare a quelle italiane, che sono di dimensione media molto più piccola di quelle degli altri Paesi di Eurolandia. Di fronte a questa situazione, occorre certamente riposizionare i propri prodotti e servizi ma anche trovare rapidamente nuovi mercati e nuove localizzazioni produttive per far sopravvivere nei prossimi decenni le nostre aziende. Cina, Russia, India: ciascuno può scegliere, a seconda dei mercati emergenti che vuole conquistare e della tipologia delle proprie produzioni. Personalmente credo però che i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente prima e dell'Africa poi, siano il bacino di sviluppo naturale specie delle piccole e medie imprese italiane. Lo credo non tanto perché come Presidente di Assafrica & Mediterraneo, l'Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane presenti o interessate allo sviluppo nei settanta Paesi dell'Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, ormai da 25 anni conosciamo e supportiamo le aziende su questi mercati. Lo credo, invece, soprattutto come imprenditore italiano, che in questi mercati naviga e ha percepito che la globalizzazione sta realizzandosi attraverso la creazione di macro-regioni commerciali, economiche e, in tendenza, politiche, di cui la nostra naturale è quella che, intorno all'Europa, raggruppa tutti i paesi ad essa legati sia per vicinanza geografica che per legami storici e culturali. In quest'ambito, due grandi processi politico-economici in tempi strettissimi ci costringeranno a considerare nuovi e ulteriori scenari economici, allorquando il nostro Sistema-Paese sembra ancora non aver compreso, a cinque anni dal termine finale, l'esplosività della zona euro-mediterranea di libero scambio del 2010. Da un lato infatti c'è la nuova Politica Europea di Vicinato e il relativo strumento finanziario unico che ne rappresenta una delle maggiori novità, che sostituirà tutti gli altri strumenti finanziari attualmente in vigore (MEDA, TACIS, PHARE, ecc); dall'altro quella del Medio Oriente Allargato, promossa dal G8 ma nata in realtà a seguito di una iniziativa statunitense di supporto alla forte azione di penetration market degli Stati Uniti sull'area. Ambedue modificheranno in modo sensibile i rapporti dell'Unione Europea - e quindi le dinamiche economiche del nostro Mercato Unico - con i Paesi limitrofi. Non a caso il Ministero degli Esteri italiano ha espresso forte interesse al riequilibrio verso Sud di una policy europea che è nata essenzialmente mirata nei confronti dei paesi vicini dell'Est e non a caso ne stiamo seguendo l'evoluzione, insieme a quella del Grande Medio Oriente Allargato, nell'ambito del quale Assafrica & Mediterraneo rappresenta, attraverso un Membro del Comitato Esecutivo, il Sistema imprenditoriale italiano, obbligati a confrontarci severamente, per difendere gli interessi delle imprese del nostro Paese operanti nell'area, con le difficoltà legate a eleganti espressioni di un linguaggio diplomatico internazionale, che in realtà sottende una forte volontà protezionistica della presenza commerciale americana nell'area. In questo contesto dobbiamo deciderci ad ammettere che le imprese europee da troppo tempo sono abituate a operare al riparo della competizione, all'interno della risposta dei governi nazionali che di fronte alla globalizzazione hanno reagito negli anni scorsi dapprima con il protezionismo e poi con la creazione di macroaree prima commerciali e poi economiche - e in tendenza politiche -, di cui il Mercato unico europeo ne è esempio. In questo quadro, la nostra capacità di penetrazione e consolidamento delle nostre nicchie di mercato non può continuare a essere affidata alla capacità di un numero circoscritto, anche se in costante aumento, di imprenditori preveggenti, molti dei quali sono in Assafrica & Mediterraneo fin dalla sua costituzione nel 1980. Il nodo centrale, per riprendere un'acuta considerazione di un nostro associato, peraltro attento autore degli editoriali di Costozero sarà, come accade del resto nel nostro Mezzogiorno, colmare non solo i deficit infrastrutturali del nostro Paese, ma soprattutto il gap comunicativo, attraverso la chiarezza e l'affidabilità delle informazioni da dare a chi rischia i propri soldi, evitando che troppe sirene distolgano i marinai dal loro cammino. Entra quindi in gioco il nostro Sistema delle imprese, in cui ruoli diversi e complementari spettano a Confindustria, l'organizzazione centrale e alle Associazioni. Toccherà quindi a Confindustria, come ha scritto il Presidente confederale in un suo contributo per Assafrica & Mediterraneo, operare per la circolazione delle informazioni sul nostro modo di lavorare, il management e il funzionamento delle nostre imprese, facilitando così le collaborazioni con gli operatori esteri. Spetta, invece, a noi di Assafrica & Mediterraneo lavorare, specie per le piccole e medie aziende, per l'informazione e la formazione imprenditoriale e soprattutto per il rafforzamento del partenariato industriale attraverso accordi, joint-venture, trasferimento tecnologico e organizzativo, aumentando le occasioni di incontro e la ricerca di partner: temi che Assafrica & Mediterraneo sta sviluppando fortemente in questi ultimi mesi e che saranno la nostra principale priorità nei prossimi anni. Solo così sarà possibile operare un mutamento della cultura d'impresa attuale, per portare le nostre aziende a lavorare, con quella genialità che ci contraddistingue e che ha permesso a un Paese, stremato dalla Seconda guerra mondiale, di risollevarsi e diventare esportatore non solo di beni e servizi ma sopratutto di modelli imprenditoriali. Per portare il nostro tessuto imprenditoriale ad operare, cioè, in regime di forte concorrenza internazionale: perché la concorrenza non è solo una difficoltà da governare ma è anche crescita e occasione di sviluppo.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Gennaio/Febbraio - 6.100 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it