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  Dicembre 2012

Articoli n° 1
Gennaio/febbraio 2005
 


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Unione di Caserta
La relazione del Presidente Carlo Cicala
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RECUPERARE I DEFICIT INFRASTRUTTURALI
GLI INTERVENTI IRRINUNCIABILI
Pianificare strategie idonee per seguire la via dello sviluppo

di Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it



L'inaugurazione della nuova sede dell'ANCE Salerno, avvenuta il 7 dicembre scorso, è coincisa con un'approfondita riflessione sulle più scottanti tematiche che riguardano il rilancio del Mezzogiorno, per svariate ragioni: innanzitutto per la necessità, avvertita in maniera forte dall'intera Associazione, di far sentire la nostra voce su tematiche che incideranno in maniera marcata sulle future politiche di sviluppo, anche a causa del dibattito politico per il varo della nuova Legge Finanziaria. Mai come ora occorre pianificare strategie idonee per creare i presupposti affinché al Sud si investa per davvero e si elimini, in tal modo, un handicap economico-infrastrutturale che si trascina ormai da decenni. L'allargamento dell'Ue impone ulteriore celerità negli interventi, giacché i nuovi paesi che hanno fatto di recente ingresso in Europa, penso alla Lituania, alla Lettonia, alla Polonia, all'Ungheria, presentano sistemi fiscali ampiamente più competitivi del Mezzogiorno d'Italia. In mancanza di una idonea politica di sviluppo, e immaginiamo in particolare di interventi infrastrutturali ma anche di una fiscalità di vantaggio che attiri imprese italiane ed estere, ogni progetto per il Mezzogiorno è destinato a rimanere nel novero delle promesse e delle buone intenzioni. Il confronto intenzionalmente promosso in occasione dell'incontro con le Autorità Istituzionali, rappresenta la nostra volontà a voler ufficialmente assumere una posizione forte e decisa che vuole concretizzarsi nella tangibile disponibilità della classe imprenditoriale locale a svolgere un ruolo di primissimo piano per progettare, promuovere e realizzare quegli interventi infrastrutturali improcrastinabili, se davvero si vuole seguire la strada dello sviluppo. È proprio di pochi giorni fa il risultato di un'indagine dello "Studio Ambrosetti" che ha confrontato i programmi di investimento con le vocazioni dei territori. In termini di fabbisogno economico, il gap infrastrutturale delle regioni meridionali vale 120 miliardi di euro. Occorre pertanto convogliare tutti gli sforzi, ma anche tutte le risorse finanziarie disponibili con Por, Pon, legge obiettivo, accordi Stato-Regioni, su obiettivi strategici fondamentali, evitando quella dispersione e polverizzazione di interventi che, in un’ottica campanilista potrebbe garantire a tutti gli enti modesti interventi, ma che finirebbe per scontentare il Mezzogiorno e chi, da queste parti, dovrebbe investire. Siamo dell'avviso che la classe imprenditoriale salernitana, e il comparto delle costruzioni in particolare, sia pronta a svolgere un ruolo di primissimo piano, concorrendo attraverso gli strumenti citati non solo alla concreta realizzazione delle opere, ma anche alla loro progettazione e al reperimento delle eventuali ulteriori risorse finanziarie necessarie per cantierizzarle. Attivi, propositivi e concreti: è questa la disponibilità che vogliamo venga rimarcata affinché la strada dello sviluppo non ci veda più in una posizione defilata o addirittura del tutto estranea alle grandi tematiche del dibattito. Vogliamo essere protagonisti, come del resto merita e impone la valenza di un comparto che per l'economia provinciale riveste un ruolo assolutamente fondamentale. 2815 imprese nel 2004, 40 mila addetti, un miliardo di euro di lavori pubblici e privati appaltati nel 2004, sono cifre che la dicono lunga sull'incidenza che il comparto ha nella congiuntura economica provinciale. Al Ministro Maurizio Gasparri, presente per l'occasione, abbiamo riproposto un altro argomento di estrema valenza per lo sviluppo dell'hinterland salernitano, che nelle ultime settimane è stato colpevolmente accantonato ma che pure riveste, nell'era dell'information technology, un ruolo di estrema importanza. Salerno doveva essere una delle prime città totalmente cablate, con moderne reti in fibra ottica, che avrebbero moltiplicato in maniera esponenziale la velocità di trasmissione dei dati, e non solo quella, garantendo a chi avesse voluto investire in questo territorio un servizio opzionale di estremo interesse e di grande valenza. Quel progetto è stato quasi completato ma è sfumato ad un passo dal suo completamento, e una rete da svariati miliardi di vecchie lire giace non solo inutilizzata, ma addirittura inutilizzabile se non si realizzano i pochi ulteriori interventi ancora necessari. Abbiamo chiesto al Ministro un concreto interessamento a che quest'intervento venga completato, come impone la ragionevolezza, e di supportare concretamente il comune di Salerno nell'individuare percorsi comuni di impegno che consentano il completamento dell'opera. Questa provincia ha enormi potenzialità che ad oggi non sono mai state sfruttate, ma soprattutto non sono mai state in rete per uno sviluppo armonioso e sincrono del territorio. Eppure, abbiamo un ateneo che svolge attività di studio e ricerca ad altissimo livello. Abbiamo imprese che, ancorché sottodimensionate, realizzano prodotti in molti casi ricercati in tutto il mondo. Lo stesso comparto delle costruzioni ha raggiunto standard di qualità, innovazione e ricerca, grazie anche alla quotidiana simbiosi con l'Ateneo, inimmaginabili fino a qualche anno fa. Voglio citare soltanto l'attività di studio e di sperimentazione, nel centro storico di Salerno, del Meg-Rid, un materiale altamente innovativo, che consentirà, senza incrementi di spesa, il consolidamento dei centri storici e dei siti monumentali, senza interventi demolitivi o invasivi e preservando la conformazione architettonica delle strutture. Abbiamo, inoltre, una vocazione turistica indiscussa con un Parco nazionale dichiarato in molti suoi punti patrimonio dell'umanità e una delle Costiere più belle del mondo. Eppure, il turismo, qui, stenta a decollare, e permangono handicap infrastrutturali che si trascinano da decenni. Nell'entroterra il Parco del Cilento, lungi dal rappresentare quell'opportunità di crescita e valorizzazione del territorio, è ancora vissuto più come un sistema di vincoli che come occasione di sviluppo, e l'agricoltura, ove sopravvissuta, non è adeguatamente tutelata nonostante l'esistenza di numerose produzioni tipiche locali, molte delle quali anche con marchio di riconoscimento comunitario. I deficit infrastrutturali, in molti casi seri e drammatici, condizionano ogni opportunità di sviluppo e frenano, o scoraggiano del tutto, insediamenti produttivi. Se, ad esempio, per l'adeguamento della Salerno-Reggio Calabria finalmente qualcosa s'è mosso, è altrettanto vero che per il resto - aeroporto di Pontecagnano, vie del mare, portualità turistica - siamo ancora alla fase propositiva o al massimo progettuale, e nulla lascia presagire un'imminente o prossima apertura dei cantieri. Anche la riqualificazione edilizia deve rivestire un ruolo di assoluta importanza per il degrado in cui ancora oggi versano vaste aree urbane e numerosi centri storici. Se registriamo una criminalità dilagante in località nevralgiche come la periferia napoletana, è anche perché interi rioni versano in un degrado indicibile e mancano di qualsiasi centro di aggregazione e socialità. Logico che proprio in queste zone la criminalità riesca a trovare terreno fertile per imporsi e attrarre nuova manovalanza. Accanto alla mera disponibilità progettuale, tecnica e finanziaria a perseguire i vari interventi, vogliamo avanzare proposte concrete. L'auspicio è che queste idee incontrino l'interesse e l'ascolto della classe politica che in troppe circostanze, in passato, è davvero mancato. Abbiamo salutato con entusiasmo il Masterplan, la "Piattaforma Europea sul Mediterraneo", proposta dall'onorevole Vincenzo De Luca per raccordare i piani di sviluppo e i progetti previsti ai vari livelli istituzionali. Un raccordo armonico progettuale rappresenta, per la Campania in modo particolare, una necessità impellente, stante l'esiguità delle risorse finanziarie disponibili. Concentrarle su pochi ma significativi obiettivi strategici costituisce quindi una necessità assolutamente prioritaria per evitare la polverizzazione degli sforzi e anche il protrarsi all'infinito dei dibattiti e delle proposte, troppo spesso condizionati più dal campanilismo politico che dalla seria e concreta volontà di rilancio del territorio. A testimonianza concreta ed evidente di questa nostra volontà progettuale, propositiva e finanziaria, oggi vogliamo sottoporre all'attenzione delle varie autorità politiche presenti, un progetto al quale l'Associazione dei Costruttori Salernitani, pressata dalle varie rappresentanze produttive che operano nell'entroterra, ha lavorato per mesi e sul quale auspica si concentrino attenzioni e sforzi delle varie amministrazioni preposte. Si tratta di una nuova arteria stradale a scorrimento veloce, che mira al potenziamento del corridoio infrastrutturale Salerno-Agropoli. Un itinerario individuato in funzione delle esigenze di un territorio, quale quello dell'entroterra cilentano e della fascia costiera, che ad oggi registra e subisce notevoli difficoltà di collegamento con il capoluogo, a causa del tristemente noto congestionamento della statale 18. L'area del Cilento è, ad oggi, del tutto priva di connessioni valide con il sistema di trasporti provinciale e regionale, ed è sostanzialmente estromessa dai grandi corridoi infrastrutturali di livello extraregionale. Si tratta di una situazione di estrema gravità, se si considera che stride con le strategie di sviluppo fin qui adottate (Patti territoriali, Contratti d'area, Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, nuovi insediamenti industriali), per buona parte del Cilento, e che rischia di assumere proporzioni ancor più allarmanti se finalmente approderanno a risultati concreti i programmi di potenziamento delle vie del mare e di completamento dell'aeroporto di Pontecagnano. Le aree interessate dalla nuova arteria sono i comuni di Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli. Ad oggi gli itinerari alternativi sono rappresentati dalla tangenziale di Salerno, tra il comune capoluogo e Pontecagnano Faiano, l'A3 da Pontecagnano a Battipaglia e la strada statale 18 da Battipaglia ad Acropoli, oppure dalla tangenziale di Salerno fino alla zona industriale e da qui, lungo la statale 175 litoranea, fino ad Agropoli. Alternative, insomma, tortuose che rallentano i collegamenti e creano non poche difficoltà di carattere logistico nel trasporto di persone e merci. Il Piano Provinciale dei Trasporti e della Viabilità Extraurbana della Provincia di Salerno non contempla ad oggi alcun intervento assimilabile a quello che noi proponiamo. La Strada Provinciale Aversana, che dovrebbe in parte decongestionare la strada statale litoranea di certo non potrà fronteggiare le esigenze di mobilità che abbiamo preso in esame, sia per le sue caratteristiche strutturali, sia per la tipologia di traffico che la attraverserà; l'Aversana, insomma, pur garantendo una più agevole mobilità nei mesi estivi, non sopperirà, se non in maniera estremamente marginale, alle esigenze di collegamenti rapidi ed efficienti avvertito da tutto l'entroterra e dalla costiera cilentana. Il nostro intervento progettuale prevede anche la realizzazione di un collegamento tra l'autostrada A30 e il tratto sud dell'A3 Salerno-Reggio Calabria con due possibili alternative: realizzare il tracciato parzialmente in galleria tra Intessano, San Mango, Pontecagnano e Battipaglia, che avrebbe ovviamente una notevole incidenza sui costi, oppure, in alternativa, ed è questa la proposta che riteniamo sicuramente più percorribile, è possibile realizzare un tracciato totalmente in superficie via nodo di Salerno-Fratte, con carreggiata a tre corsie per ciascun senso di marcia. Per realizzare questo intervento, che sosterremo con tenacia in tutte le sedi preposte, occorre un investimento che abbiamo quantificato in circa 88 milioni di euro. I volumi quotidiani di traffico che abbiamo registrato lungo le tratte interessate sono la prova lampante ed evidente che anche ricorrendo al project financing, e quindi a capitali privati per finanziare tutta o parte dell'opera, l'appetibilità, l'economicità e la redditività dell'intervento appaiono con grande evidenza.

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