RECUPERARE I DEFICIT INFRASTRUTTURALI
GLI INTERVENTI IRRINUNCIABILI
Pianificare strategie idonee
per seguire la via dello sviluppo
di
Antonio Lombardi
Presidente Associazione Costruttori Salernitani
info@costruttori.sa.it
L'inaugurazione
della nuova sede dell'ANCE Salerno, avvenuta il 7 dicembre
scorso, è coincisa con un'approfondita riflessione
sulle più scottanti tematiche che riguardano il rilancio
del Mezzogiorno, per svariate ragioni: innanzitutto per la
necessità, avvertita in maniera forte dall'intera
Associazione, di far sentire la nostra voce su tematiche
che incideranno in maniera marcata sulle future politiche
di sviluppo, anche a causa del dibattito politico per il
varo della nuova Legge Finanziaria. Mai come ora occorre
pianificare strategie idonee per creare i presupposti affinché al
Sud si investa per davvero e si elimini, in tal modo, un
handicap economico-infrastrutturale che si trascina ormai
da decenni. L'allargamento dell'Ue impone ulteriore celerità negli
interventi, giacché i nuovi paesi che hanno fatto
di recente ingresso in Europa, penso alla Lituania, alla
Lettonia, alla Polonia, all'Ungheria, presentano sistemi
fiscali ampiamente più competitivi del Mezzogiorno
d'Italia. In mancanza di una idonea politica di sviluppo,
e immaginiamo in particolare di interventi infrastrutturali
ma anche di una fiscalità di vantaggio che attiri
imprese italiane ed estere, ogni progetto per il Mezzogiorno è destinato
a rimanere nel novero delle promesse e delle buone intenzioni.
Il confronto intenzionalmente promosso in occasione dell'incontro
con le Autorità Istituzionali, rappresenta la nostra
volontà a voler ufficialmente assumere una posizione
forte e decisa che vuole concretizzarsi nella tangibile disponibilità della
classe imprenditoriale locale a svolgere un ruolo di primissimo
piano per progettare, promuovere e realizzare quegli interventi
infrastrutturali improcrastinabili, se davvero si vuole seguire
la strada dello sviluppo. È proprio di pochi giorni
fa il risultato di un'indagine dello "Studio Ambrosetti" che
ha confrontato i programmi di investimento con le vocazioni
dei territori. In termini di fabbisogno economico, il gap
infrastrutturale delle regioni meridionali vale 120 miliardi
di euro. Occorre pertanto convogliare tutti gli sforzi, ma
anche tutte le risorse finanziarie disponibili con Por, Pon,
legge obiettivo, accordi Stato-Regioni, su obiettivi strategici
fondamentali, evitando quella dispersione e polverizzazione
di interventi che, in un’ottica campanilista potrebbe
garantire a tutti gli enti modesti interventi, ma che finirebbe
per scontentare il Mezzogiorno e chi, da queste parti, dovrebbe
investire. Siamo dell'avviso che la classe imprenditoriale
salernitana, e il comparto delle costruzioni in particolare,
sia pronta a svolgere un ruolo di primissimo piano, concorrendo
attraverso gli strumenti citati non solo alla concreta realizzazione
delle opere, ma anche alla loro progettazione e al reperimento
delle eventuali ulteriori risorse finanziarie necessarie
per cantierizzarle. Attivi, propositivi e concreti: è questa
la disponibilità che vogliamo venga rimarcata affinché la
strada dello sviluppo non ci veda più in una posizione
defilata o addirittura del tutto estranea alle grandi tematiche
del dibattito. Vogliamo essere protagonisti, come del resto
merita e impone la valenza di un comparto che per l'economia
provinciale riveste un ruolo assolutamente fondamentale.
2815 imprese nel 2004, 40 mila addetti, un miliardo di euro
di lavori pubblici e privati appaltati nel 2004, sono cifre
che la dicono lunga sull'incidenza che il comparto ha nella
congiuntura economica provinciale. Al Ministro Maurizio Gasparri,
presente per l'occasione, abbiamo riproposto un altro argomento
di estrema valenza per lo sviluppo dell'hinterland salernitano,
che nelle ultime settimane è stato colpevolmente accantonato
ma che pure riveste, nell'era dell'information technology,
un ruolo di estrema importanza. Salerno doveva essere una
delle prime città totalmente cablate, con moderne
reti in fibra ottica, che avrebbero moltiplicato in maniera
esponenziale la velocità di trasmissione dei dati,
e non solo quella, garantendo a chi avesse voluto investire
in questo territorio un servizio opzionale di estremo interesse
e di grande valenza. Quel progetto è stato quasi completato
ma è sfumato ad un passo dal suo completamento, e
una rete da svariati miliardi di vecchie lire giace non solo
inutilizzata, ma addirittura inutilizzabile se non si realizzano
i pochi ulteriori interventi ancora necessari. Abbiamo chiesto
al Ministro un concreto interessamento a che quest'intervento
venga completato, come impone la ragionevolezza, e di supportare
concretamente il comune di Salerno nell'individuare percorsi
comuni di impegno che consentano il completamento dell'opera.
Questa provincia ha enormi potenzialità che ad oggi
non sono mai state sfruttate, ma soprattutto non sono mai
state in rete per uno sviluppo armonioso e sincrono del territorio.
Eppure, abbiamo un ateneo che svolge attività di studio
e ricerca ad altissimo livello. Abbiamo imprese che, ancorché sottodimensionate,
realizzano prodotti in molti casi ricercati in tutto il mondo.
Lo stesso comparto delle costruzioni ha raggiunto standard
di qualità, innovazione e ricerca, grazie anche alla
quotidiana simbiosi con l'Ateneo, inimmaginabili fino a qualche
anno fa. Voglio citare soltanto l'attività di studio
e di sperimentazione, nel centro storico di Salerno, del
Meg-Rid, un materiale altamente innovativo, che consentirà,
senza incrementi di spesa, il consolidamento dei centri storici
e dei siti monumentali, senza interventi demolitivi o invasivi
e preservando la conformazione architettonica delle strutture.
Abbiamo, inoltre, una vocazione turistica indiscussa con
un Parco nazionale dichiarato in molti suoi punti patrimonio
dell'umanità e una delle Costiere più belle
del mondo. Eppure, il turismo, qui, stenta a decollare, e
permangono handicap infrastrutturali che si trascinano da
decenni. Nell'entroterra il Parco del Cilento, lungi dal
rappresentare quell'opportunità di crescita e valorizzazione
del territorio, è ancora vissuto più come un
sistema di vincoli che come occasione di sviluppo, e l'agricoltura,
ove sopravvissuta, non è adeguatamente tutelata nonostante
l'esistenza di numerose produzioni tipiche locali, molte
delle quali anche con marchio di riconoscimento comunitario.
I deficit infrastrutturali, in molti casi seri e drammatici,
condizionano ogni opportunità di sviluppo e frenano,
o scoraggiano del tutto, insediamenti produttivi. Se, ad
esempio, per l'adeguamento della Salerno-Reggio Calabria
finalmente qualcosa s'è mosso, è altrettanto
vero che per il resto - aeroporto di Pontecagnano, vie del
mare, portualità turistica - siamo ancora alla fase
propositiva o al massimo progettuale, e nulla lascia presagire
un'imminente o prossima apertura dei cantieri. Anche la riqualificazione
edilizia deve rivestire un ruolo di assoluta importanza per
il degrado in cui ancora oggi versano vaste aree urbane e
numerosi centri storici. Se registriamo una criminalità dilagante
in località nevralgiche come la periferia napoletana, è anche
perché interi rioni versano in un degrado indicibile
e mancano di qualsiasi centro di aggregazione e socialità.
Logico che proprio in queste zone la criminalità riesca
a trovare terreno fertile per imporsi e attrarre nuova manovalanza.
Accanto alla mera disponibilità progettuale, tecnica
e finanziaria a perseguire i vari interventi, vogliamo avanzare
proposte concrete. L'auspicio è che queste idee incontrino
l'interesse e l'ascolto della classe politica che in troppe
circostanze, in passato, è davvero mancato. Abbiamo
salutato con entusiasmo il Masterplan, la "Piattaforma
Europea sul Mediterraneo", proposta dall'onorevole Vincenzo
De Luca per raccordare i piani di sviluppo e i progetti previsti
ai vari livelli istituzionali. Un raccordo armonico progettuale
rappresenta, per la Campania in modo particolare, una necessità impellente,
stante l'esiguità delle risorse finanziarie disponibili.
Concentrarle su pochi ma significativi obiettivi strategici
costituisce quindi una necessità assolutamente prioritaria
per evitare la polverizzazione degli sforzi e anche il protrarsi
all'infinito dei dibattiti e delle proposte, troppo spesso
condizionati più dal campanilismo politico che dalla
seria e concreta volontà di rilancio del territorio.
A testimonianza concreta ed evidente di questa nostra volontà progettuale,
propositiva e finanziaria, oggi vogliamo sottoporre all'attenzione
delle varie autorità politiche presenti, un progetto
al quale l'Associazione dei Costruttori Salernitani, pressata
dalle varie rappresentanze produttive che operano nell'entroterra,
ha lavorato per mesi e sul quale auspica si concentrino attenzioni
e sforzi delle varie amministrazioni preposte. Si tratta
di una nuova arteria stradale a scorrimento veloce, che mira
al potenziamento del corridoio infrastrutturale Salerno-Agropoli.
Un itinerario individuato in funzione delle esigenze di un
territorio, quale quello dell'entroterra cilentano e della
fascia costiera, che ad oggi registra e subisce notevoli
difficoltà di collegamento con il capoluogo, a causa
del tristemente noto congestionamento della statale 18. L'area
del Cilento è, ad oggi, del tutto priva di connessioni
valide con il sistema di trasporti provinciale e regionale,
ed è sostanzialmente estromessa dai grandi corridoi
infrastrutturali di livello extraregionale. Si tratta di
una situazione di estrema gravità, se si considera
che stride con le strategie di sviluppo fin qui adottate
(Patti territoriali, Contratti d'area, Parco Nazionale del
Cilento e del Vallo di Diano, nuovi insediamenti industriali),
per buona parte del Cilento, e che rischia di assumere proporzioni
ancor più allarmanti se finalmente approderanno a
risultati concreti i programmi di potenziamento delle vie
del mare e di completamento dell'aeroporto di Pontecagnano.
Le aree interessate dalla nuova arteria sono i comuni di
Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli. Ad oggi gli itinerari
alternativi sono rappresentati dalla tangenziale di Salerno,
tra il comune capoluogo e Pontecagnano Faiano, l'A3 da Pontecagnano
a Battipaglia e la strada statale 18 da Battipaglia ad Acropoli,
oppure dalla tangenziale di Salerno fino alla zona industriale
e da qui, lungo la statale 175 litoranea, fino ad Agropoli.
Alternative, insomma, tortuose che rallentano i collegamenti
e creano non poche difficoltà di carattere logistico
nel trasporto di persone e merci. Il Piano Provinciale dei
Trasporti e della Viabilità Extraurbana della Provincia
di Salerno non contempla ad oggi alcun intervento assimilabile
a quello che noi proponiamo. La Strada Provinciale Aversana,
che dovrebbe in parte decongestionare la strada statale litoranea
di certo non potrà fronteggiare le esigenze di mobilità che
abbiamo preso in esame, sia per le sue caratteristiche strutturali,
sia per la tipologia di traffico che la attraverserà;
l'Aversana, insomma, pur garantendo una più agevole
mobilità nei mesi estivi, non sopperirà, se
non in maniera estremamente marginale, alle esigenze di collegamenti
rapidi ed efficienti avvertito da tutto l'entroterra e dalla
costiera cilentana. Il nostro intervento progettuale prevede
anche la realizzazione di un collegamento tra l'autostrada
A30 e il tratto sud dell'A3 Salerno-Reggio Calabria con due
possibili alternative: realizzare il tracciato parzialmente
in galleria tra Intessano, San Mango, Pontecagnano e Battipaglia,
che avrebbe ovviamente una notevole incidenza sui costi,
oppure, in alternativa, ed è questa la proposta che
riteniamo sicuramente più percorribile, è possibile
realizzare un tracciato totalmente in superficie via nodo
di Salerno-Fratte, con carreggiata a tre corsie per ciascun
senso di marcia. Per realizzare questo intervento, che sosterremo
con tenacia in tutte le sedi preposte, occorre un investimento
che abbiamo quantificato in circa 88 milioni di euro. I volumi
quotidiani di traffico che abbiamo registrato lungo le tratte
interessate sono la prova lampante ed evidente che anche
ricorrendo al project financing, e quindi a capitali privati
per finanziare tutta o parte dell'opera, l'appetibilità,
l'economicità e la redditività dell'intervento
appaiono con grande evidenza.
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