ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2005
 
UNIONE DI AVELLINO - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

politiche di sviluppo per il turismo
le linee operative da seguire

IL TURISMO IN IRPINIA
RIVITALIZZARE I FLUSSI IN INGRESSO

PROBLEMA ENERGIA
il TAVOLO TECNICO CON L'ENEL

concertazione allargata
UN “TAVOLO” PER LO SVILUPPO

in ricordo di vittorio de santis
un imprenditore di riferimento

politiche di sviluppo per il turismo
le linee operative da seguire
Occorre una svolta decisiva e positiva al sistema economico irpino

di Filomena Labruna

Silvio Sarno
Presidente
Unione Industriali di Avellino

 

Il presidente Silvio Sarno spiega quali sono le linee operative da seguire per fare del turismo una risorsa in grado di imprimere una svolta positiva al sistema economico irpino, sotto il profilo produttivo e occupazionale.

Quali le valutazioni di base per analizzare il settore turistico e definire gli interventi indispensabili a farlo crescere?
Le tendenze demografiche costituiscono un primo spunto di riflessione. La provincia di Avellino sta subendo un calo della popolazione residente. Le rilevazioni Istat del 2001 parlano di una diminuzione, nell'ultimo decennio di oltre diecimila unità. Si tratta di un saldo netto perché alcune delle aree della provincia diminuiscono, altre invece presentano una tendenza positiva, ma di minore portata. La diminuzione demografica riguarda le aree più interne, mentre quelle al confine con la provincia di Napoli e Salerno, e in minima parte l'area del capoluogo, registrano un aumento.

Tutto questo cosa significa?
C'è un fenomeno di impoverimento demografico che non è spiegabile solo con la tendenza del mondo occidentale alla crescita zero, ma ha una sua ragione nella silente ripresa del fenomeno migratorio, soprattutto di giovani scolarizzati.

Un fenomeno preoccupante. Quale la riposta più adeguata?
Non ci può essere una risposta da parte di un singolo settore dell'economia, sia esso industria, agricoltura o terziario che possa da solo arrestare questa tendenza. La risposta è nella capacità dell'intero sistema economico, integrato in tutte le sue componenti, di opporre un'efficace politica di sviluppo che sappia offrire la vera speranza di una crescita diffusa. Una risposta, cioè, che sappia preservare la ricchezza delle nostre piccole comunità, portando occasioni di lavoro laddove c'è la domanda: con le industrie in Alta Irpinia, nelle aree del cratere, abbiamo seguito questa impostazione, anche se è stata oggetto di continue e spesso pretestuose polemiche.

Questo vi frena?
Affatto. La convinzione che le iniziative vadano portate laddove le comunità risiedono per preservarne l'integrità, ci spinge in ulteriori azioni per rafforzare l'apparato produttivo nelle aree interne: il protocollo aggiuntivo al Contratto d'area, firmato qualche giorno fa, segue questa indicazione.

In questo contesto quale l'importanza del settore turistico?
Fondamentale. É un comparto cui dare grande risalto. La valorizzazione del patrimonio abitativo e urbanistico dell'Irpinia funzionali ad una diffusa offerta turistica è, per esempio, una linea da verificare interamente nelle sue potenzialità.

Non è una valutazione un po' troppo ottimistica?
La mia fiducia nasce dai dati storici dell'andamento demografico: dal 1971 al 1991, quando cioè l'Irpinia ha saputo organizzare importanti programmi di sviluppo, la popolazione residente è aumentata, fermando l'emorragia provocata dall'emigrazione massiva che aveva caratterizzato i decenni precedenti. Quindi una risposta è possibile. Ieri era più incentrata sul manifatturiero, a ragion veduta, ritenuto settore economico trainante. Oggi bisogna prendere in esame tutto ciò che esiste di buono nei diversi settori integrati tra loro. L'emigrazione che, salvo le interruzioni e alcuni periodi di rallentamento, ha caratterizzato tutto il novecento, ha di fatto creato una popolazione di origine irpina nel mondo.

Esiste una stima precisa di questo fenomeno?
Non so di preciso quanti siano gli irpini che vivono altrove. Ma credo che stiamo parlando di un numero significativamente alto che costituisce certamente una massa critica da considerare quale target per specifiche azioni di promozione turistica. Nella mia inguaribile voglia di trasformare limiti in opportunità, individuo per esempio nel “turismo di ritorno", un'ipotesi di lavoro per allestire un'offerta specifica e per caratterizzare ulteriormente la vocazione recettiva turistica dell'Irpinia. Gli irpini all'estero o i figli degli irpini all'estero esprimono una domanda di soggiorno nella terra di origine, per recuperare le tradizioni delle proprie famiglie.

In questo caso la domanda è soddisfatta dalle attuali strutture ricettive?
No, proprio perché assume connotati peculiari nel momento in cui l'esigenza è vivere medi o lunghi periodi nell'ambito della comunità originaria, ripercorrendo strade della memoria, rivivendo sensazioni trasmesse, visitando i luoghi ricchi di storia e di tradizione del turismo religioso.

In questo quadro come bisogna operare?
Allestendo una rete di logistica, attivando un circuito di ospitalità a partire dalle abitazioni già disponibili nei centri storici, supportarla con un'organizzazione dei servizi, dotarla di animazione culturale e di accompagnamento. Edilizia, servizi, promozione, attività culturale, marketing: sono tutti aspetti da organizzare in un disegno per intercettare una domanda latente.

Come quantificare gli effetti di queste azioni?
Con simulazioni di piani di fattibilità. Credo che ci sia spazio anche nella futura programmazione regionale per il sostegno a programmi integrati di tale fattezza e se non ci sono spazi, è necessario crearli. Dal punto di vista qualitativo il turismo di ritorno è una grande occasione per una domanda professionalizzata di lavoro e di relazione, anche per gli altri settori economici. Nell'economia moderna gli strumenti di comunicazione hanno aperto strade prima inimmaginabili: si può da Calitri o da Carife lavorare con tutto il mondo. L'India, per esempio, si è avvantaggiata della possibilità di svolgere lavori per aziende europee o statunitensi senza che i propri giovani professionisti, dovessero muoversi dai luoghi di origine.

Quali i problemi da risolvere per raggiungere questi obiettivi?
Bisogna stabilire delle relazioni su cui impiantare le prospettive. Gli irpini che vivono nel mondo nei diversi luoghi di residenza spesso sono protagonisti di imprese economiche di successo e portatori di idee e di relazioni e possono essere interlocutori e promotori di interscambio con la gente che vive in Irpinia. Del resto la virtuosità dei meccanismi economici e sociali, se ha occasione di essere intercettata, sa trasformare semplici e limitate indicazioni iniziali, in percorsi di crescita inimmaginabili. Credo che vada recuperata l'originalità di un'impostazione semplice ed efficace che ha come obiettivo la valorizzazione di ciò che è già presente e che non riesce ad esprimersi nelle sue potenzialità. Tutto ciò vale anche a livello nazionale: bisogna individuare negli italiani nel mondo il tramite per relazioni funzionali all'internazionalizzazione del sistema produttivo del Paese e scegliere la strada più adeguata per attrarre maggiori investimenti internazionali in Italia.

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Aprile - 6.207 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it