ILLEGALE L’IRAP
Del sinistro VISCO
L’UE BOCCIA LA più illogica e INIQUA tassa
In Campania è servita a
finanziare anche gli sperperi del malgoverno regionale
di Antonio Paravia
Direttore Costozero
magazine
a.paravia@assindustria.sa.it
Vincenzo
Visco e Romano Prodi il 1° gennaio 1998 diedero alla luce
l’IRAP, la più illogica e iniqua tassa che le
imprese italiane abbiano mai subito. Nel mentre il centro-sinistra
del tempo affermava di voler promuovere lo sviluppo economico
e l’occupazione, fu partorita questa ulteriore imposizione
fiscale, che ha danneggiato fortemente le industrie, contribuendo
a limitarne la crescita. I sistemi di calcolo di questa imposta
hanno penalizzato, in particolar modo, le aziende manifatturiere
e di servizi. Infatti, tra gli altri, il costo del lavoro ha
inciso pesantemente nei conteggi e molte società hanno
dovuto pagare cifre assurde, che hanno spesso prodotto bilanci
in perdita. Inoltre, abbiamo sperimentato, personalmente, che
per alcune tipologie di imprese, l’incidenza della pressione
fiscale, grazie all’IRAP, ha superato il 70%. Da imprenditori
avremmo dovuto mobilitarci contro questo inconcepibile prelievo,
che ha consentito il continuum della disamministrazione del
Paese, favorendo gli sperperi e le rendite di posizione. Lo
stile confindustriale, invece, ci ha imposto solo timide proteste
e ha lasciato a una Banca la giusta e doverosa reazione. Nel
1999 è stata la Popolare di Cremona a richiedere alla
locale Agenzia delle Entrate la restituzione dell'IRAP versata
per le annualità '98-'99, ritenendola assimilabile all'IVA.
La questione è poi giunta alla Corte di Giustizia Europea
dove l’avvocato generale Francis Jacobs il 17 marzo scorso
ha presentato le sue conclusioni «...l’IRAP è vietata
dalla normativa europea...». Attendiamo ora la sentenza,
che ne decreterà la scomparsa. E allora dopo i Premier “Dracula” (Prodi,
D’Alema e Amato), nel 2001 a Parma Berlusconi dichiarò che
non avrebbe succhiato sangue alle imprese oltre misura (IRAP).
Sarà stato l’11 settembre e tutto ciò che
ne è conseguito a impedire la realizzazione di questi
buoni propositi? Se sì, non possiamo affermarlo con
certezza. Registriamo, inoltre, che il Premier “Imprenditore”,
pur rispettando parte del suo contratto con gli italiani, ha
sospeso con effetto retroattivo i benefici del credito d’imposta,
giocando così un gran brutto scherzo alle aziende. Delusi
per tale ingiustificata decisione, restiamo in attesa dell’impegno
preso giorni fa a Bari di abolire l’IRAP, soluzione a
breve obbligata da Bruxelles. Il Premier “Imprenditore” con
l’aiuto del Ministro Siniscalco saprà pareggiare
i conti senza trasformarsi in vampiro? Riflettiamo sulle debolezze
del nostro sistema associativo verso tutti i Governi ed evitiamo
pure i vecchi eccessi di concertazione, tanto fumosi quanto
inutili. Impegni-amoci di più e meglio per le nostre
irrinunciabili ragioni di impresa e attività lobbystiche.
Faccia-molo in modo chiaro, trasparente, diretto e tempestivo.
Non guardiamo poi al solo governo nazionale, che ha ereditato
deficit mai esattamente determinati. Confrontiamoci assiduamente,
e per quanto possibile seriamente, con la Regione Campania,
che in uno a quella siciliana primeggia per inefficienze e
sperperi. Da tempo li denunciamo con forza con scarsi risultati.
Molti imprenditori trovano più ragionevole avere buoni
rapporti personali con gli esponenti del governo regionale
e con i loro numerosissimi e costosi entourage, piuttosto che
fare azioni di pressing in direzione di un recupero di una
ancora possibile buona amministrazione. Non abbiamo abbastanza
spazio per riepilogare qui di seguito le tante tragiche e irrisolte
problematiche campane, mentre ne avremmo a sufficienza per
elencare le positività dello scadente (anche nel senso
che sta per scadere) Governo Bassolino. Non entriamo nel merito
delle questioni, che peraltro sono state trattate superficialmente
in campagna elettorale. Questa si è caratterizzata per
l’assenza di contenuti e per la forte litigiosità non
tra le contrapposte coalizioni, ma all’interno degli
stessi schieramenti, dei singoli partiti, delle loro correnti
e dei tanti spifferi. Auspichiamo un grande rinnovamento nella
composizione del Consiglio Regionale, che ha operato poco e
male. Auguriamo a chi vincerà le elezioni di poter contare
sull’azione positiva di tutti i Consiglieri, anche di
minoranza. Basta con i partiti personali sempre pronti ai ricatti.
Meritiamo amministratori capaci ed efficienti e non possiamo
subire ulteriori accise e addizionali IRPEF. Da imprenditori
e cittadini non siamo più disponibili a farci succhiare
altro sangue inutilmente.
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