FINANZIAMENTi europei di PRO€INVEST
CONNESSIONE EUROPA-AFRICA
Strumenti di assistenza al settore
privato nei Paesi ACP e opportunità di partenariato
a cura di Ely Szajkowicz - Responsabile Informazione e Comunicazione
Assafrica e Mediterraneo
Il Seminario "Strumenti comunitari di assistenza
al settore privato nei Paesi ACP e opportunità di
partenariato", organizzato a Roma lo scorso 23 febbraio
2005 da Mondimpresa con la partecipazione di Assafrica & Mediterraneo,
ha permesso alle imprese italiane di incontrare i vertici
di Pro€Invest, il Programma dell'Unione Europea per
la promozione degli investimenti nei Paesi ACP (Africa, Caraibi,
Pacifico). Nel 2003 e 2004 Pro€Invest, la cui Unità di
gestione è in seno al CDE-Centre for the Development
of Entreprise, della cui rete europea fa parte anche l'ICE,
si è concentrato sui settori del turismo nei Caraibi
e Pacifico, del legno in Africa centrale e del cuoio in Africa
australe e dell'Est. Nel 2005 si concentrerà su trasporti
e servizi pubblici (in particolare energia e acqua), infrastrutture,
tecnologie dell'informazione in Africa dell'Ovest, Africa
Centrale, Africa dell'Est e Caraibi. A tali settori viene
dedicata una crescente attenzione da parte delle istituzioni
finanziarie internazionali e degli investitori del settore
privato, in relazione alla priorità ad essi attribuita
dal NEPAD-New Partnership for African Development, il programma
di sviluppo del Continente africano.
Ferruccio
Sarti
Vice Presidente
Comitato Scientifico Assafrica & Mediterraneo
info@assafrica.it
Dobbiamo chiederci le ragioni della scarsa presenza delle imprese italiane
in Africa e prospettare le priorità e le azioni specifiche realizzabili
in un orizzonte temporale adeguato, per un nostro più incisivo ruolo
nell'area. L'incontro di Roma dei vertici del Programma comunitario Pro€Invest
con le imprese, che ha visto tra l'altro la partecipazione del Ministero
delle Attività Produttive, del Ministero degli Esteri e di Assafrica & Mediterraneo,
porta a riflettere una volta di più sulla tuttora scarsa propensione
di gran parte delle piccole e medie imprese italiane ad operare in Africa
subsahariana, che pure sta subendo una profonda evoluzione che la ricolloca
tra i mercati di naturale interesse per le imprese italiane. La reticenza
delle imprese a operare in Africa subsahariana deriva da cause complesse,
collegate alle loro dimensioni ma anche dalla difficoltà di avere
corrette informazioni sulla situazione politica e di sicurezza dei vari
paesi, di individuare interessanti opportunità e affidabili controparti
e di essere sostenute con garanzie e aiuti finanziari adeguati. Negli anni
Sessanta gli italiani credevano allo sviluppo dell'Africa: in tale epoca,
infatti, le imprese italiane hanno costruito gran parte delle strade dell'Africa
nera, importanti dighe (Kariba e Inga), grandi centrali idroelettriche,
oleodotti, elettrodotti, impianti industriali, raffinerie, impianti petroliferi,
reti di distribuzione di idrocarburi. Con il degradarsi delle situazioni
politiche e sociali nell'area le imprese italiane si sono man mano ritirate,
indirizzandosi verso altre zone che presentavano più immediate prospettive,
quali paesi asiatici e paesi dell'Europa Orientale. I governi italiani
che si sono susseguiti hanno inoltre ridotto i finanziamenti: gli aiuti
alla cooperazione, gli incentivi pubblici alle imprese per investimenti
diretti a creare società e progetti misti sono stati indirizzati
prioritariamente verso altre aree. Il disinteresse delle aziende, l'insicurezza
creata dai conflitti nell'area africana, la mancanza di strutture pubbliche,
il disordine amministrativo, le obiettive difficoltà per le piccole
e medie imprese ad operare in paesi che presentano talvolta rischi e difficoltà logistiche
hanno sempre più allontanato l'Italia dall'Africa subsahariana. Il quadro delle relazioni economiche tra l'Italia e l'Africa presenta peraltro
nell'ultimo decennio aspetti contrastanti da vari punti di vista: se gli
scambi commerciali sono rimasti a livelli insoddisfacenti e gli investimenti
diretti di imprese italiane nei paesi dell'area sono sostanzialmente inesistenti,
sono però nate, con un moto spontaneo che è andato sempre
più ampliandosi, centinaia di organizzazioni umanitarie e di volontariato,
che sembrano destinate a sostituire l'azione dei poteri pubblici e delle
imprese nell'area, che hanno realizzato programmi di aiuto a livello nazionale,
ma anche progetti regionali, comunali, di gruppi privati, con la presenza
di migliaia di italiani, laici e religiosi. L'impegno della società civile
non può tuttavia sostituire l'azione del Governo e il contributo
operativo e finanziario delle imprese, fattori indispensabili per creare
le premesse per lo sviluppo politico, economico e sociale dei paesi africani.
Sono quindi condivisibili le iniziative del Governo sul piano internazionale,
quali l'impegno all'annullamento del debito e la destinazione dello 0,39%
del PIL allo sviluppo dei paesi più poveri, il Piano di e-government
per l'informatizzazione e la digitalizzazione delle amministrazioni dei
PVS. Sul piano interno assume particolare rilievo il Piano per l'Africa,
iniziativa del Ministero delle Attività Produttive, cui partecipano
le associazioni imprenditoriali, tra cui Assafrica & Mediterraneo.
L'iniziativa è diretta a definire una nuova politica d'intervento
per l'Africa subsahariana e a creare le condizioni per permettere alle
imprese di incrementare le loro partecipazioni e le loro iniziative nell'area
e per le quali l'Associazione è pronta a recepire le istanze delle
aziende italiane. Un dato emerge con particolare evidenza: nell'ambito
dei programmi dell'Unione Europea il ruolo e la presenza delle imprese,
ed anche delle istituzioni pubbliche italiane, nelle gare d'appalto per
l'Africa subsahariana dell'Unione Europea, della Banca Europea per gli
Investimenti, della Banca Mondiale e della Banca Africana di Sviluppo sono
assolutamente sottodimensionate rispetto ai contributi nazionali dell'Italia
al bilancio dell'Unione ed in particolare alla quota al Fondo Europeo di
Sviluppo, cui il nostro paese partecipa con il 12,5% (da 300 a 400 milioni
di euro l'anno). In questo quadro è d'obbligo notare che le nostre
relazioni economiche sono assolutamente inadeguate per un mercato di più di
500 milioni di persone se si considera, fra l'altro, che circa il 60% degli
scambi è realizzato con la Repubblica Sudafricana e con la Nigeria
e che gli investimenti diretti italiani, che raggiungono appena 10-20 milioni
di euro l'anno, confermano il valore irrilevante dei flussi finanziari
verso tale area, destinati principalmente al Sudafrica. Un maggiore utilizzo
del FINMED, il "Fondo Mediterraneo" di Venture capital gestito
dalla SIMEST ed esteso a tutti i paesi dell'Africa porterebbe verso il
riequilibrio della presenza delle imprese nell'Africa subsahariana. Quote
e forme di intervento della SIMEST e costo delle operazioni costituiscono
incentivi interessanti e sarebbe quindi auspicabile il ridimensionamento
del livello delle garanzie a carico delle imprese, che reputano altresì che
le garanzie SACE per la protezione degli investimenti e l'assicurazione
dei crediti riguardanti operazioni con i paesi africani siano insufficienti
e molto onerose. Negli ultimi dieci anni l'interscambio complessivo tra
l'Italia e i paesi dell'Africa subsahariana si è assestato su valori
di circa 7.000 milioni di euro, con modeste variazioni delle esportazioni
(circa 3.000 milioni di euro) e delle importazioni (circa 4.000 milioni
di euro). La bilancia commerciale ha sempre chiuso quindi con un saldo
negativo superiore a 1 miliardo di euro. Nei primi nove mesi del 2004 le
esportazioni italiane hanno segnato una crescita del 9,5%, rispetto allo
stesso periodo del 2003, con un importo di 2.437 milioni di euro. Nello
stesso periodo le importazioni (3.107 milioni di euro) sono aumentate del
5,4% e gli scambi si sono riportati così al livello del 2002, con
un saldo negativo per l'Italia di 670 milioni di euro anche nei primi nove
mesi del 2004. La sproporzione tra il contributo finanziario dell'Italia
e il ritorno per le imprese del nostro Paese suggerisce dunque l'opportunità e
la necessità di assistere e sostenere le imprese nella partecipazione
alle gare e con iniziative di informazione e di formazione riguardanti
le procedure e i contatti con Istituzioni dei paesi africani preposte alla
realizzazione dei progetti e con le Delegazioni dell'Unione Europa che
operano localmente. Sviluppare un'azione di marketing strategico verso
quelle aree regionali che, di volta in volta, presentano situazioni politiche
accettabili e prospettive di sviluppo promettenti, inserendosi nei progetti
nazionali e in quelli d'integrazione regionale, è possibile ed è altrettanto
possibile adottare misure specifiche e mezzi finanziari adeguati a sostenere
e a garantire la presenza organizzata in Africa degli imprenditori italiani
che intendono realizzare società miste e investimenti diretti con
partecipazioni di controllo, trasferendo il modello di management dei nostri
distretti produttivi. Assafrica & Mediterraneo, tramite il Business
Council Europa-Africa-Mediterraneo-BCEAM (che raggruppa le Associazioni
delle imprese europee del settore privato per l'Africa) ha un proprio rappresentante
nel Consiglio di Amministrazione del CDE e sta fortemente orientando la
propria azione a supporto del partenariato imprenditoriale, una linea di
politica di sviluppo delle imprese che sta assumendo sempre più carattere
di centralità per l'intero Sistema-paese.
Paolo
Baldan
Coordinatore Iniziative Partenariato Pro€Invest Management
Unit
pba@proinvest-eu.org
Pro€Invest è un Programma dell'Unione Europea e del Gruppo
degli Stati ACP (Africa, Caraibi, Pacifico) per la promozione degli investimenti
e il trasferimento delle tecnologie nei paesi ACP. Quest'obiettivo viene
raggiunto con un approccio bidimensionale: sostenere le organizzazioni
intermediarie e professionali e sviluppare il partenariato tra imprese.
La sua implementazione è affidata ad una Unità di gestione
in seno al CDE-Centre for the Development of Entreprise, sotto la supervisione
di Europe Aid-Cooperation Office della Commissione Europea. Pro€Invest
ha un budget di 110 milioni di euro per un periodo di 7 anni ed è finanziato
dal Fondo Europeo di Sviluppo.
Tipo di Intervento ed Eleggibilità
L'approccio bi-dimensionale:
a) Rafforzare il quadro istituzionale per l'impresa. Pro€Invest supporta
e rafforza il lavoro delle organizzazioni professionali (Camere di commercio
e industria, Federazioni imprenditoriali), agenzie di promozione degli
investimenti, istituzioni finanziarie e associazioni dei consulenti dei
paesi ACP il cui primario obiettivo sia il miglioramento del contesto per
gli investimenti. Pro€Invest può, dietro richiesta e a costi
condivisi, fornire supporto al loro sviluppo e all'ottimizzazione delle
loro competenze. Il Programma prevede per le organizzazioni intermediarie
le seguenti attività:
- analizzare le necessità e i bisogni delle organizzazioni intermediarie
pre-identificate;
- sollecitare o supportare il dialogo tra il settore privato e le
autorità nazionali e regionali per l'elaborazione e l'implementazione
delle misure per la promozione degli investimenti;
- sviluppare e proporre servizi idonei a rispondere alle necessità delle
imprese in funzione della promozione degli investimenti;
- fornire assistenza tecnica e fondi per il supporto delle iniziative
di partenariato e promozione degli investimenti;
- facilitare l'accesso e fornire formazione per le più recenti tecnologie
dell'informazione e mettere in opera sistemi di informazione per la gestione
dei progetti degli eventi business-to-business.
b) Supportare lo sviluppo dei settori-chiave.
Il Programma Pro€Invest favorisce la promozione degli investimenti
e il partenariato imprenditoriale Nord-Sud e Sud-Sud nei settori chiave
per la crescita economica. Pro€Invest attribuisce risorse per l'identificazione
di quei settori a più alto potenziale per lo sviluppo dei paesi
ACP e la realizzazione del partenariato; attraverso varie iniziative mette
in contatto i potenziali partners seguendone il follow-up per le imprese.
Nel campo della promozione degli investimenti l'attività di Pro€Invest
prevede la realizzazione di studi strategici regionali per l'identificazione
dei settori chiave per la crescita; la realizzazione di studi per settore
e sotto-settore per l'identificazione di potenziali partners e loro know-how
tecnologico; la promozione della cooperazione tra imprese attraverso l'organizzazione
di incontri imprenditoriali settoriali per il raggiungimento di accordi
di investimento e cooperazione tra imprese con iniziative adeguate ai mercati
specifici; assistenza tecnica ai progetti derivanti dalle iniziative Pro€Invest
di partenariato.
Come beneficiare dell'azione di Pro€Invest
Su richiesta delle organizzazioni intermediarie e delle imprese e
a costi condivisi: il contributo di Pro€Invest non può superare
i 2/3 dei costi eleggibili del progetto proposto. Le richieste vanno indirizzate
all'Unità di Gestione di Pro€Invest a Bruxelles.
Per contatti:
PRO€INVEST Management Unit - CDE
Centre for the Development of Enterprise - Avenue Herrmann-Debroux
52 - B-1160 Brussels, Belgium
Tel.: +3226791850/1 - Fax: +3226751870
infos@proinvest-eu.org |