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  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2005
 
assafrica & mediterraneo - Home Page
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FINANZIAMENTi europei di PRO€INVEST
CONNESSIONE EUROPA-AFRICA
Strumenti di assistenza al settore privato nei Paesi ACP e opportunità di partenariato

a cura di Ely Szajkowicz - Responsabile Informazione e Comunicazione Assafrica e Mediterraneo

Il Seminario "Strumenti comunitari di assistenza al settore privato nei Paesi ACP e opportunità di partenariato", organizzato a Roma lo scorso 23 febbraio 2005 da Mondimpresa con la partecipazione di Assafrica & Mediterraneo, ha permesso alle imprese italiane di incontrare i vertici di Pro€Invest, il Programma dell'Unione Europea per la promozione degli investimenti nei Paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico). Nel 2003 e 2004 Pro€Invest, la cui Unità di gestione è in seno al CDE-Centre for the Development of Entreprise, della cui rete europea fa parte anche l'ICE, si è concentrato sui settori del turismo nei Caraibi e Pacifico, del legno in Africa centrale e del cuoio in Africa australe e dell'Est. Nel 2005 si concentrerà su trasporti e servizi pubblici (in particolare energia e acqua), infrastrutture, tecnologie dell'informazione in Africa dell'Ovest, Africa Centrale, Africa dell'Est e Caraibi. A tali settori viene dedicata una crescente attenzione da parte delle istituzioni finanziarie internazionali e degli investitori del settore privato, in relazione alla priorità ad essi attribuita dal NEPAD-New Partnership for African Development, il programma di sviluppo del Continente africano.

Ferruccio Sarti
Vice Presidente
Comitato Scientifico Assafrica & Mediterraneo
info@assafrica.it

Dobbiamo chiederci le ragioni della scarsa presenza delle imprese italiane in Africa e prospettare le priorità e le azioni specifiche realizzabili in un orizzonte temporale adeguato, per un nostro più incisivo ruolo nell'area. L'incontro di Roma dei vertici del Programma comunitario Pro€Invest con le imprese, che ha visto tra l'altro la partecipazione del Ministero delle Attività Produttive, del Ministero degli Esteri e di Assafrica & Mediterraneo, porta a riflettere una volta di più sulla tuttora scarsa propensione di gran parte delle piccole e medie imprese italiane ad operare in Africa subsahariana, che pure sta subendo una profonda evoluzione che la ricolloca tra i mercati di naturale interesse per le imprese italiane. La reticenza delle imprese a operare in Africa subsahariana deriva da cause complesse, collegate alle loro dimensioni ma anche dalla difficoltà di avere corrette informazioni sulla situazione politica e di sicurezza dei vari paesi, di individuare interessanti opportunità e affidabili controparti e di essere sostenute con garanzie e aiuti finanziari adeguati. Negli anni Sessanta gli italiani credevano allo sviluppo dell'Africa: in tale epoca, infatti, le imprese italiane hanno costruito gran parte delle strade dell'Africa nera, importanti dighe (Kariba e Inga), grandi centrali idroelettriche, oleodotti, elettrodotti, impianti industriali, raffinerie, impianti petroliferi, reti di distribuzione di idrocarburi. Con il degradarsi delle situazioni politiche e sociali nell'area le imprese italiane si sono man mano ritirate, indirizzandosi verso altre zone che presentavano più immediate prospettive, quali paesi asiatici e paesi dell'Europa Orientale. I governi italiani che si sono susseguiti hanno inoltre ridotto i finanziamenti: gli aiuti alla cooperazione, gli incentivi pubblici alle imprese per investimenti diretti a creare società e progetti misti sono stati indirizzati prioritariamente verso altre aree. Il disinteresse delle aziende, l'insicurezza creata dai conflitti nell'area africana, la mancanza di strutture pubbliche, il disordine amministrativo, le obiettive difficoltà per le piccole e medie imprese ad operare in paesi che presentano talvolta rischi e difficoltà logistiche hanno sempre più allontanato l'Italia dall'Africa subsahariana. Il quadro delle relazioni economiche tra l'Italia e l'Africa presenta peraltro nell'ultimo decennio aspetti contrastanti da vari punti di vista: se gli scambi commerciali sono rimasti a livelli insoddisfacenti e gli investimenti diretti di imprese italiane nei paesi dell'area sono sostanzialmente inesistenti, sono però nate, con un moto spontaneo che è andato sempre più ampliandosi, centinaia di organizzazioni umanitarie e di volontariato, che sembrano destinate a sostituire l'azione dei poteri pubblici e delle imprese nell'area, che hanno realizzato programmi di aiuto a livello nazionale, ma anche progetti regionali, comunali, di gruppi privati, con la presenza di migliaia di italiani, laici e religiosi. L'impegno della società civile non può tuttavia sostituire l'azione del Governo e il contributo operativo e finanziario delle imprese, fattori indispensabili per creare le premesse per lo sviluppo politico, economico e sociale dei paesi africani. Sono quindi condivisibili le iniziative del Governo sul piano internazionale, quali l'impegno all'annullamento del debito e la destinazione dello 0,39% del PIL allo sviluppo dei paesi più poveri, il Piano di e-government per l'informatizzazione e la digitalizzazione delle amministrazioni dei PVS. Sul piano interno assume particolare rilievo il Piano per l'Africa, iniziativa del Ministero delle Attività Produttive, cui partecipano le associazioni imprenditoriali, tra cui Assafrica & Mediterraneo. L'iniziativa è diretta a definire una nuova politica d'intervento per l'Africa subsahariana e a creare le condizioni per permettere alle imprese di incrementare le loro partecipazioni e le loro iniziative nell'area e per le quali l'Associazione è pronta a recepire le istanze delle aziende italiane. Un dato emerge con particolare evidenza: nell'ambito dei programmi dell'Unione Europea il ruolo e la presenza delle imprese, ed anche delle istituzioni pubbliche italiane, nelle gare d'appalto per l'Africa subsahariana dell'Unione Europea, della Banca Europea per gli Investimenti, della Banca Mondiale e della Banca Africana di Sviluppo sono assolutamente sottodimensionate rispetto ai contributi nazionali dell'Italia al bilancio dell'Unione ed in particolare alla quota al Fondo Europeo di Sviluppo, cui il nostro paese partecipa con il 12,5% (da 300 a 400 milioni di euro l'anno). In questo quadro è d'obbligo notare che le nostre relazioni economiche sono assolutamente inadeguate per un mercato di più di 500 milioni di persone se si considera, fra l'altro, che circa il 60% degli scambi è realizzato con la Repubblica Sudafricana e con la Nigeria e che gli investimenti diretti italiani, che raggiungono appena 10-20 milioni di euro l'anno, confermano il valore irrilevante dei flussi finanziari verso tale area, destinati principalmente al Sudafrica. Un maggiore utilizzo del FINMED, il "Fondo Mediterraneo" di Venture capital gestito dalla SIMEST ed esteso a tutti i paesi dell'Africa porterebbe verso il riequilibrio della presenza delle imprese nell'Africa subsahariana. Quote e forme di intervento della SIMEST e costo delle operazioni costituiscono incentivi interessanti e sarebbe quindi auspicabile il ridimensionamento del livello delle garanzie a carico delle imprese, che reputano altresì che le garanzie SACE per la protezione degli investimenti e l'assicurazione dei crediti riguardanti operazioni con i paesi africani siano insufficienti e molto onerose. Negli ultimi dieci anni l'interscambio complessivo tra l'Italia e i paesi dell'Africa subsahariana si è assestato su valori di circa 7.000 milioni di euro, con modeste variazioni delle esportazioni (circa 3.000 milioni di euro) e delle importazioni (circa 4.000 milioni di euro). La bilancia commerciale ha sempre chiuso quindi con un saldo negativo superiore a 1 miliardo di euro. Nei primi nove mesi del 2004 le esportazioni italiane hanno segnato una crescita del 9,5%, rispetto allo stesso periodo del 2003, con un importo di 2.437 milioni di euro. Nello stesso periodo le importazioni (3.107 milioni di euro) sono aumentate del 5,4% e gli scambi si sono riportati così al livello del 2002, con un saldo negativo per l'Italia di 670 milioni di euro anche nei primi nove mesi del 2004. La sproporzione tra il contributo finanziario dell'Italia e il ritorno per le imprese del nostro Paese suggerisce dunque l'opportunità e la necessità di assistere e sostenere le imprese nella partecipazione alle gare e con iniziative di informazione e di formazione riguardanti le procedure e i contatti con Istituzioni dei paesi africani preposte alla realizzazione dei progetti e con le Delegazioni dell'Unione Europa che operano localmente. Sviluppare un'azione di marketing strategico verso quelle aree regionali che, di volta in volta, presentano situazioni politiche accettabili e prospettive di sviluppo promettenti, inserendosi nei progetti nazionali e in quelli d'integrazione regionale, è possibile ed è altrettanto possibile adottare misure specifiche e mezzi finanziari adeguati a sostenere e a garantire la presenza organizzata in Africa degli imprenditori italiani che intendono realizzare società miste e investimenti diretti con partecipazioni di controllo, trasferendo il modello di management dei nostri distretti produttivi. Assafrica & Mediterraneo, tramite il Business Council Europa-Africa-Mediterraneo-BCEAM (che raggruppa le Associazioni delle imprese europee del settore privato per l'Africa) ha un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione del CDE e sta fortemente orientando la propria azione a supporto del partenariato imprenditoriale, una linea di politica di sviluppo delle imprese che sta assumendo sempre più carattere di centralità per l'intero Sistema-paese.

Paolo Baldan
Coordinatore Iniziative Partenariato Pro€Invest Management Unit
pba@proinvest-eu.org




Pro€Invest è un Programma dell'Unione Europea e del Gruppo degli Stati ACP (Africa, Caraibi, Pacifico) per la promozione degli investimenti e il trasferimento delle tecnologie nei paesi ACP. Quest'obiettivo viene raggiunto con un approccio bidimensionale: sostenere le organizzazioni intermediarie e professionali e sviluppare il partenariato tra imprese. La sua implementazione è affidata ad una Unità di gestione in seno al CDE-Centre for the Development of Entreprise, sotto la supervisione di Europe Aid-Cooperation Office della Commissione Europea. Pro€Invest ha un budget di 110 milioni di euro per un periodo di 7 anni ed è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo.
Tipo di Intervento ed Eleggibilità
L'approccio bi-dimensionale:
a) Rafforzare il quadro istituzionale per l'impresa. Pro€Invest supporta e rafforza il lavoro delle organizzazioni professionali (Camere di commercio e industria, Federazioni imprenditoriali), agenzie di promozione degli investimenti, istituzioni finanziarie e associazioni dei consulenti dei paesi ACP il cui primario obiettivo sia il miglioramento del contesto per gli investimenti. Pro€Invest può, dietro richiesta e a costi condivisi, fornire supporto al loro sviluppo e all'ottimizzazione delle loro competenze. Il Programma prevede per le organizzazioni intermediarie le seguenti attività:
- analizzare le necessità e i bisogni delle organizzazioni intermediarie pre-identificate;
- sollecitare o supportare il dialogo tra il settore privato e le autorità nazionali e regionali per l'elaborazione e l'implementazione delle misure per la promozione degli investimenti;
- sviluppare e proporre servizi idonei a rispondere alle necessità delle imprese in funzione della promozione degli investimenti;
- fornire assistenza tecnica e fondi per il supporto delle iniziative di partenariato e promozione degli investimenti;
- facilitare l'accesso e fornire formazione per le più recenti tecnologie dell'informazione e mettere in opera sistemi di informazione per la gestione dei progetti degli eventi business-to-business.
b) Supportare lo sviluppo dei settori-chiave.
Il Programma Pro€Invest favorisce la promozione degli investimenti e il partenariato imprenditoriale Nord-Sud e Sud-Sud nei settori chiave per la crescita economica. Pro€Invest attribuisce risorse per l'identificazione di quei settori a più alto potenziale per lo sviluppo dei paesi ACP e la realizzazione del partenariato; attraverso varie iniziative mette in contatto i potenziali partners seguendone il follow-up per le imprese. Nel campo della promozione degli investimenti l'attività di Pro€Invest prevede la realizzazione di studi strategici regionali per l'identificazione dei settori chiave per la crescita; la realizzazione di studi per settore e sotto-settore per l'identificazione di potenziali partners e loro know-how tecnologico; la promozione della cooperazione tra imprese attraverso l'organizzazione di incontri imprenditoriali settoriali per il raggiungimento di accordi di investimento e cooperazione tra imprese con iniziative adeguate ai mercati specifici; assistenza tecnica ai progetti derivanti dalle iniziative Pro€Invest di partenariato.
Come beneficiare dell'azione di Pro€Invest
Su richiesta delle organizzazioni intermediarie e delle imprese e a costi condivisi: il contributo di Pro€Invest non può superare i 2/3 dei costi eleggibili del progetto proposto. Le richieste vanno indirizzate all'Unità di Gestione di Pro€Invest a Bruxelles.

Per contatti:
PRO€INVEST Management Unit - CDE
Centre for the Development of Enterprise - Avenue Herrmann-Debroux 52 - B-1160 Brussels, Belgium
Tel.: +3226791850/1 - Fax: +3226751870
infos@proinvest-eu.org

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