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  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2005
 
SOS IMPRESA - Home Page
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BASILEA 2
UN APPROCCIO “CULTURALE”

IL DIRITTO ALLE FERIE
NUOVA REGOLAMENTAZIONE

ANCORA SOCIETÀ MISTE
UN MODELLO IN possibile EVOLUZIONE

BASILEA 2
UN APPROCCIO “CULTURALE”
Approfondire, e non sottovalutare, per evitare gravi rischi

Gennaro Stellato
Avvocato civilista

studiostellato@tiscalinet.it


Man mano che le scadenze previste dalla normativa, sinteticamente denominata Basilea 2, si avvicinano al momento di applicazione, si moltiplicano le iniziative e le direttive volte a far recepire alle aziende le numerose innovazioni. Nel contempo vengono immessi sul mercato schemi, metodologie e software per consentire a tutti di meglio capire i meccanismi e individuare le problematiche relative soprattutto all'esatta determinazione del proprio "rating". Ovviamente non è questa la sede più appropriata per accodarsi a questo tipo di iniziative; quello che invece appare prioritario è far capire agli imprenditori quello che, forse, fino ad oggi è sfuggito con particolare riferimento alla ratio della riforma. Quando si parla di approccio culturale non si intende una spiegazione sulle modalità di comprensione ed esecuzione delle nuove disposizioni, ma semplicemente un tentativo di inculcare letteralmente il principio che quello che deve cambiare, al di là dei singoli casi, è proprio la metabolizzazione del nuovo sistema sotto il profilo pratico dell'applicazione e soprattutto dei rapporti con gli istituti di credito. Per meglio comprendere, quindi occorre in primis precisare che la normativa cosiddetta Basilea 2 riguarda fondamentalmente gli istituti bancari. Questo vuol dire quindi che sono le banche a dover adeguare le proprie metodologie e procedure alle nuove direttive anche se, ovviamente, tutto questo viene poi a ricadere sull'impresa che richiede o cui viene erogato il credito. Può sembrare una sottigliezza ma non lo è. Mentre in precedenza le banche, attraverso i loro funzionari, avevano margini ampi di azione, oggi, incidendo la sofferenza direttamente sul loro patrimonio, possono muoversi in ambiti ben delimitati, se non addirittura ristretti. Cambiando completamente la prospettiva non vuol dire che le banche non erogheranno più crediti, ma più semplicemente che vi sarà maggiore prudenza nel farlo e, in particolare, la valutazione del cliente sarà più rigida e approfondita.
In sostanza, mentre oggi qualsiasi azienda si limita a inviare i bilanci all'istituto di riferimento senza ulteriori approfondimenti, domani, se non ora, il rapporto è destinato a cambiare totalmente. Per dare delle semplici indicazioni va detto che le informazioni che le imprese dovrebbero fornire per consentire la valutazione del merito creditizio sono le più ampie possibili. Esse vanno quindi dalle informazioni storiche che, addirittura, secondo modelli già approvati, riguardano anche le caratteristiche della proprietà aziendale richiedendo anche la presenza o assenza di eventuali eredi coinvolti nell'azienda. Si va, poi, alle caratteristiche organizzative e strutturali, ai rapporti con il sistema finanziario e bancario, alla valutazione dei rischi operativi, all'analisi del posizionamento competitivo dell'azienda e delle relazioni con il mercato. Inoltre, per quanto attiene ai predetti singoli aspetti, le informazioni vanno approfondite con risposte specifiche su tutte le problematiche. Ne consegue, quindi, che, cambiando completamente le modalità di raccolta dei dati, deve inevitabilmente cambiare il rapporto con l'Istituto. Questo comporta, pertanto, la necessità di nulla nascondere della situazione aziendale. Conseguen-temente dovrebbe costituire un forte stimolo alla razionalizzazione delle strutture e della gestione aziendale, a incentivare e creare un risk management. In sostanza l'azienda sarà vivisezionata e analizzata in tutte le sue componenti interne, ne sarà valutata la potenzialità sia sotto il profilo positivo che quello dei rischi, si guarderà soprattutto alla prospettiva sia in ottica finanziaria che industriale. Si può dire, senza timore di essere smentiti, che ogni azienda sarà rivoltata come un calzino e non sarà possibile pertanto nascondere o far passare situazioni che possono costituire rischi operativi per le banche. Sotto questo profilo, solo per continuare negli esempi pratici, si andrà a verificare l'esistenza di contenzioso fiscale e previdenziale o con i lavoratori, il rischio clienti, i provvedimenti giudiziari pendenti, le multe e ogni altro tipo di problematica paragiudiziaria che possa in qualche modo aumentare la classe di rischio dell'azienda. E ancora si potrà chiedere conto e, conseguentemente valutare, le motivazioni relative ad esempio all'uscita dalla società di manager con importanti funzioni; in sostanza, cioè, è come se l'azienda avesse una serie di sensori che si accendono a ogni anche piccola anomalia come spie di disagi potenziali. In sintesi l'azienda dovrà fornire tutti i dati, le informazioni e la documentazione richiesta dalle banche, assumere comportamenti che siano compatibili con la ratio dei modelli e in particolare: redditività adeguata, struttura finanziaria equilibrata, elevata qualità degli asset, adeguatezza e solidità della struttura amministrativa e dei controlli, buona posizione di mercato, controllo delle condizioni di rischiosità del business, corretto utilizzo delle risorse finanziarie, assenza di comportamenti devianti, capacità di programmazione e previsione. Per questo motivo, poi, occorre essere pronti nella predisposizione di bilanci e analisi individuando, sin d'ora, i punti deboli cercando di modificare le situazioni pericolose. In definitiva, anche per ritornare e completare il titolo dell'articolo, la rivoluzione deve essere culturale nel senso che occorrerà recepire in primis che l'imprenditore, anche privilegiando ovviamente l'attività dell'azienda, deve essere attento a tutti quei fattori che direttamente o indirettamente possono incidere sull'attività stessa condizionandola, modificandola o, addirittura, sottoponendola a rischi gravi. In sostanza l'azienda va configurata e portata avanti nel suo complesso. Tematiche industriali, logiche e scelte di mercato, previsioni finanziarie, definizione dei rapporti interni ed esterni devono procedere sempre di pari passo per avere benefici di carattere patrimoniale, imprimendo una svolta alle relazioni banca-impresa promovendo una vera e propria "credit culture". Il rischio, come sempre, è quello di sottovalutare o sperare nel solito rinvio: le conseguenze sono troppo importanti per evitare di porsi il problema da subito. Occorre fermarsi e capire attraverso le proprie strutture e consulenze dove siano le problematiche da affrontare e risolvere. Prefigu-rando il funzionamento dei modelli di rating organizzandosi soprattutto al fine di migliorare la capacità di produrre documentazione e informazioni ai fini della valutazione dell'affidabilità. Questo vuol dire anche che sarebbe opportuno che le imprese si orientassero sin da oggi in una direzione coerente con l'impianto di Basilea 2 al fine di non trovarsi spiazzate dopo. Attraverso i modelli in circolazione si potrà eseguire un check complessivo delle condizioni aziendali e decidere quindi in che modo, e in che settore, intervenire.
Così si sarà pronti per ogni sfida possibile perché solo attraverso una analisi anche in chiave prospettica sarà possibile essere pronti ad affrontare tutte le problematiche, con una gestione delle comunicazioni che, ovviamente, deve diventare uno strumento di pianificazione delle strategie d'impresa.

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