BASILEA 2
UN APPROCCIO “CULTURALE”
IL DIRITTO
ALLE FERIE
NUOVA REGOLAMENTAZIONE
ANCORA SOCIETÀ MISTE
UN MODELLO IN possibile EVOLUZIONE
BASILEA 2
UN APPROCCIO “CULTURALE”
Approfondire, e non sottovalutare,
per evitare gravi rischi
Gennaro Stellato
Avvocato civilista
studiostellato@tiscalinet.it
Man mano che le scadenze previste dalla normativa, sinteticamente
denominata Basilea 2, si avvicinano al momento di applicazione,
si moltiplicano le iniziative e le direttive volte a far recepire
alle aziende le numerose innovazioni. Nel contempo vengono immessi sul
mercato schemi, metodologie e software per consentire a tutti di meglio
capire i meccanismi e individuare le problematiche relative soprattutto
all'esatta determinazione del proprio "rating".
Ovviamente non è questa la sede più appropriata per accodarsi
a questo tipo di iniziative; quello che invece appare prioritario è far
capire agli imprenditori quello che, forse, fino ad oggi è sfuggito
con particolare riferimento alla ratio della riforma. Quando si
parla di approccio culturale non si intende una spiegazione sulle
modalità di
comprensione ed esecuzione delle nuove disposizioni, ma semplicemente
un tentativo di inculcare letteralmente il principio che quello
che deve cambiare, al di là dei singoli casi, è proprio
la metabolizzazione del nuovo sistema sotto il profilo pratico
dell'applicazione e soprattutto dei rapporti con gli istituti di credito.
Per meglio comprendere, quindi occorre in primis precisare che la normativa
cosiddetta Basilea 2 riguarda fondamentalmente gli istituti bancari.
Questo vuol dire quindi che sono le banche a dover adeguare le proprie
metodologie e procedure alle nuove direttive anche se, ovviamente, tutto
questo viene poi a ricadere sull'impresa che richiede o cui viene erogato
il credito. Può sembrare
una sottigliezza ma non lo è. Mentre in precedenza le banche,
attraverso i loro funzionari, avevano margini ampi di azione, oggi,
incidendo la sofferenza direttamente sul loro patrimonio, possono muoversi
in ambiti ben delimitati, se non addirittura ristretti. Cambiando completamente
la prospettiva non vuol dire che le banche non erogheranno più crediti,
ma più semplicemente che vi sarà maggiore prudenza nel
farlo e, in particolare, la valutazione del cliente sarà più rigida
e approfondita.
In sostanza, mentre oggi qualsiasi azienda si limita a inviare i
bilanci all'istituto di riferimento senza ulteriori approfondimenti, domani,
se non ora, il rapporto è destinato a cambiare totalmente. Per dare
delle semplici indicazioni va detto che le informazioni che le imprese
dovrebbero fornire per consentire la valutazione del merito creditizio
sono le più ampie possibili. Esse vanno quindi dalle informazioni
storiche che, addirittura, secondo modelli già approvati, riguardano
anche le caratteristiche della proprietà aziendale richiedendo anche
la presenza o assenza di eventuali eredi coinvolti nell'azienda. Si va,
poi, alle caratteristiche organizzative e strutturali, ai rapporti con
il sistema finanziario e bancario, alla valutazione dei rischi operativi,
all'analisi del posizionamento competitivo dell'azienda e delle relazioni
con il mercato. Inoltre, per quanto attiene ai predetti singoli aspetti,
le informazioni vanno approfondite con risposte specifiche su tutte le
problematiche. Ne consegue, quindi, che, cambiando completamente le modalità di
raccolta dei dati, deve inevitabilmente cambiare il rapporto con l'Istituto.
Questo comporta, pertanto, la necessità di nulla nascondere della
situazione aziendale. Conseguen-temente dovrebbe costituire un forte stimolo
alla razionalizzazione delle strutture e della gestione aziendale, a incentivare
e creare un risk management. In sostanza l'azienda sarà vivisezionata
e analizzata in tutte le sue componenti interne, ne sarà valutata
la potenzialità sia sotto il profilo positivo che quello dei rischi,
si guarderà soprattutto alla prospettiva sia in ottica finanziaria
che industriale. Si può dire, senza timore di essere smentiti, che
ogni azienda sarà rivoltata come un calzino e non sarà possibile
pertanto nascondere o far passare situazioni che possono costituire rischi
operativi per le banche. Sotto questo profilo, solo per continuare negli
esempi pratici, si andrà a verificare l'esistenza di contenzioso
fiscale e previdenziale o con i lavoratori, il rischio clienti, i provvedimenti
giudiziari pendenti, le multe e ogni altro tipo di problematica paragiudiziaria
che possa in qualche modo aumentare la classe di rischio dell'azienda.
E ancora si potrà chiedere conto e, conseguentemente valutare, le
motivazioni relative ad esempio all'uscita dalla società di manager
con importanti funzioni; in sostanza, cioè, è come se l'azienda
avesse una serie di sensori che si accendono a ogni anche piccola anomalia
come spie di disagi potenziali. In sintesi l'azienda dovrà fornire
tutti i dati, le informazioni e la documentazione richiesta dalle banche,
assumere comportamenti che siano compatibili con la ratio dei modelli e
in particolare: redditività adeguata, struttura finanziaria equilibrata,
elevata qualità degli asset, adeguatezza e solidità della
struttura amministrativa e dei controlli, buona posizione di mercato, controllo
delle condizioni di rischiosità del business, corretto utilizzo
delle risorse finanziarie, assenza di comportamenti devianti, capacità di
programmazione e previsione. Per questo motivo, poi, occorre essere pronti
nella predisposizione di bilanci e analisi individuando, sin d'ora, i punti
deboli cercando di modificare le situazioni pericolose. In definitiva,
anche per ritornare e completare il titolo dell'articolo, la rivoluzione
deve essere culturale nel senso che occorrerà recepire in primis
che l'imprenditore, anche privilegiando ovviamente l'attività dell'azienda,
deve essere attento a tutti quei fattori che direttamente o indirettamente
possono incidere sull'attività stessa condizionandola, modificandola
o, addirittura, sottoponendola a rischi gravi. In sostanza l'azienda va
configurata e portata avanti nel suo complesso. Tematiche industriali,
logiche e scelte di mercato, previsioni finanziarie, definizione dei rapporti
interni ed esterni devono procedere sempre di pari passo per avere benefici
di carattere patrimoniale, imprimendo una svolta alle relazioni banca-impresa
promovendo una vera e propria "credit culture". Il rischio, come
sempre, è quello di sottovalutare o sperare nel solito rinvio: le
conseguenze sono troppo importanti per evitare di porsi il problema da
subito. Occorre fermarsi e capire attraverso le proprie strutture e consulenze
dove siano le problematiche da affrontare e risolvere. Prefigu-rando il
funzionamento dei modelli di rating organizzandosi soprattutto al fine
di migliorare la capacità di produrre documentazione e informazioni
ai fini della valutazione dell'affidabilità. Questo vuol dire anche
che sarebbe opportuno che le imprese si orientassero sin da oggi in una
direzione coerente con l'impianto di Basilea 2 al fine di non trovarsi
spiazzate dopo. Attraverso i modelli in circolazione si potrà eseguire
un check complessivo delle condizioni aziendali e decidere quindi in che
modo, e in che settore, intervenire.
Così si sarà pronti per ogni sfida possibile perché solo
attraverso una analisi anche in chiave prospettica sarà possibile
essere pronti ad affrontare tutte le problematiche, con una gestione delle
comunicazioni che, ovviamente, deve diventare uno strumento di pianificazione
delle strategie d'impresa.
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