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  Dicembre 2012

Articoli n° 3
APRILE 2005
 
TURISMO - Home Page
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TURISMO E INTERNAZIONALIZZAZIONE
VALORIZZARE L'IDENTITÀ DEI TERRITORI
La riqualificazione passa attraverso la qualità della vita della comunità ospitante

Tiziana Tirelli
Consulente di marketing e management turistico
tirellik@tiscali.it



Il turismo sembra il più internazionalizzato dei settori, ma a ben vedere non lo è. Soprattutto se non ci si limita a chiamare "internazionalizzazione" la presenza a Borse e fiere, workshop, educational tour, inspection visit eccetera. Tali prassi implicano uno scambio tra persone e imprese di paesi diversi, ma non hanno un approccio in grado di incidere in maniera significativa nell'evoluzione di un settore che già nell'estate 2004 ha mostrato tutta la sua vulnerabilità. Quale contributo può dare l'internazionalizzazione al turismo? Il Quadro Comunitario di Sostegno dell'UE per le Regioni obiettivo 1 (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) sottolinea come i collegamenti immateriali abbiano un forte potenziale di "rottura con gli andamenti tendenziali del passato" e riporta la "capacità di attrarre consumi turistici" tra le quattro variabili di rottura direttamente collegate ai processi di internazionalizzazione. All'interno di questo contesto, e a seguito del trasferimento di competenze Stato-Regioni in materia turistica dovuto alla riforma del Titolo V della Costituzione italiana, l'attrazione di consumi turistici internazionali passa attraverso la consapevolezza che sia necessario puntare sull'identità dei territori. Nell'ultima Conferenza sul Turismo di Genova (21 e 22 ottobre 2004) è emerso, infatti, che se da un lato la riforma del Titolo V ha attribuito alle Regioni l'esclusività della materia turistica, dall'altro si deve registrare un calo significativo dell'appeal della marca Italia rispetto agli altri mercati concorrenti. Ciò è dovuto anche alla scarsa incidenza delle azioni di promozione che si sono concentrate sulle singole specificità regionali, anziché sulla destinazione finale Italia, nonché a una generale inadeguatezza di fondi a disposizione. Due esempi: la Maison de la France, l'ente del turismo francese, coordina e valorizza tutte le azioni di promozione dei singoli territori, facendole convergere sulla destinazione Francia; nel 2004 il budget destinato alla promozione dall'Ente Nazionale Italiano per il Turismo ammonta a 25 milioni di euro, a 153 milioni quello destinato per lo stesso fine dall'omologo spagnolo Turespaña. Queste considerazioni sono il punto di partenza per una riflessione che vede l'applicazione delle prassi di internazionalizzazione ai singoli territori, partendo da una base comune di rispetto delle vocazioni locali e inserendole in un processo di marketing che valorizzi la marca Italia. La risposta sono le proposte di nicchia, in grado di personalizzare il prodotto turistico e di soddisfare i bisogni di un mercato in continua evoluzione. Un modello innovativo, che mette in discussione l'attuale prassi di promozione turistica: identificare un'idea/vocazione che sia realmente insita nel territorio e nella cultura locale e contemporaneamente individuare il numero dei potenziali consumatori; formare il "sistema ospitale locale", ovvero consentire una piena identificazione tra ciò che il territorio offre e ciò che gli operatori conoscono di esso. L'iniziativa dell'Assessorato al Turismo del Comune di Cabras è emblematica: ottanta imprenditori turistici locali trasformati in turisti per conoscere e divulgare correttamente i patrimoni ambientali, culturali ed enogastronomici del territorio in lingua italiana e inglese; implementare i prodotti turistici locali, agendo direttamente su metodologie comunicative e distributive che possano incidere sui comportamenti di acquisto del gruppo di persone precedentemente selezionato; stimolare la comunità locale non direttamente collegata al fenomeno turistico e creare le condizioni per una convivenza costruttiva (in caso di infrazione da parte di un turista straniero, i vigili austriaci posizionano sul parabrezza dell'auto l'elenco del punto informazioni più vicino dove i trasgressori si possono informare su dove sia consentito parcheggiare). Tale percorso, per quanto intuitivo, al momento non è ancora stato attuato nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia. L'offerta turistica del Sud Italia si è basata per lungo tempo sul fattore 4S(v. Philip Kotler, testi vari): sun, sand, sea, sex, ovvero divertimento sfrenato fine a se stesso. Oggi la domanda internazionale richiede un approccio diverso, basato sul fattore delle 3L (v. Josep Ejarque, “La destinazione turistica di successo”, Hoepli, Milano 2003): landscape (il turista va in una città non per vedere un singolo monumento ma per viverla, per trovare qualcosa di diverso dalla sua quotidianità); leisure (lo "star bene", il divertirsi); learning (l'approccio divulgativo ed emotivo). Le 3L, applicate al turismo del Sud Italia, consentirebbero una riqualificazione e una diversificazione dell'offerta. La valorizzazione turistica dei territori passa attraverso l'implementazione di un prodotto turistico nuovo, in grado di anticipare i bisogni dei potenziali consumatori internazionali che, oggi, chiedono: qualità della vita della comunità ospitante; offerta leisure (accezione più ampia del termine e comprensiva della vocazione del territorio); offerta culturale updated. La sfida della valorizzazione turistica all'interno dei processi di internazionalizzazione dei singoli territori ruota attorno all'identificazione di bisogni da soddisfare, soprattutto oggi che i Fondi Strutturali europei hanno finito di sostenere la nascita di strutture ricettive e di servizi rivolti alla "massa" (intesa come alto coefficiente di domanda turistica). I futuri orientamenti della Comunità Europea devono rappresentare un'opportunità per la riqualificazione del settore e delle destinazioni. Qualsiasi azione in campo turistico che risponda a canoni di internazionalizzazione e sostenibilità dovrà quindi prendere in considerazione gli aspetti citati, ai quali ritengo di poter aggiungere: l'attuazione di processi orientati alla qualità della vita e dell'ambiente; l'adozione di sistemi di gestione ambientale e certificazione di prodotto; la creazione di marchi di qualità turistica e, soprattutto, l'adozione di marchi di qualità ambientale che nel nostro Paese stentano a decollare. Ad esempio, Turespaña pur avendo 11 monumenti classificati Patrimonio dell'Umanità contro i 39 dell'Italia ha creato, per spingere l'offerta turistica culturale, un marchio che li accomuna, un sito web, e organizzato workshop itineranti. Questa politica ha comportato un aumento del 5,2% degli arrivi internazionali in Spagna rispetto all'Italia. A livello europeo, l'adozione di un marchio ecologico comunitario è rivolto al riconoscimento di crediti per i marchi ecologici già esistenti. Attraverso l'armonizzazione dei marchi, i processi di internazionalizzazione nel comparto dell'ecoturismo e del turismo sostenibile sarebbero sicuramente più incisivi e riproducibili. Un altro aspetto importantissimo è la formazione. Il turismo è definito un'industria people intensive, in quanto le risorse umane hanno un ruolo strategico. Pertanto, in un percorso di internazionalizzazione del turismo, lavorare sugli uomini, sul loro rispetto verso la diversità culturale diventerà sempre più un motivo classificante del comparto. Uno dei punti focali su cui concentrarsi diviene perciò la realtà locale del "paese", della "comunità", del territorio nella sua accezione più ampia. Un meccanismo di valorizzazione che deve passare attraverso l'integrazione fattori di attrazione-fattori di spinta e soprattutto sulla qualità della vita locale. Un complesso vitale fatto di persone, commerci, eventi, cultura, ambiente e sicurezza. L'animazione e la valorizzazione territoriale, inserita in un percorso di marketing mix di respiro internazionale, parte quindi da un'ottica di "villaggio che nasce dalle menti", dalla cultura dell'ospitalità e dal vissuto della gente del luogo, considerata fattore decisivo per il progresso della realtà presa in esame. Un approccio innovativo per le Regioni obiettivo 1 caratterizzato dallo spirito di squadra e dalla volontà di acquisire dall'esterno buone prassi.

Documento elaborato all'interno del Progetto operativo di assistenza tecnica per azioni di internazionalizzazione dell'economia e della cultura del Sud Italia (Regioni obiettivo 1), denominato "Italia Internazionale. Sei Regioni per cinque Continenti per conto dell'Unità Tecnica di Internazionalizzazione".

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