Il ristorante “del golfo” di Salerno
TRA TRADIZIONE E SPERIMENTAZIONE
Cucina fusion per uno dei locali
più antichi della città
Ferdinando
Cappuccio
Cultore di enogastronomia
ferdinando.cappuccio@banca.mps.it
Credo sia capitato a molti di avere ospiti stranieri, o di una regione
diversa dalla propria, a pranzo o a cena e, non volendo o potendo
accogliere in casa, ci si trova nella necessità di recarsi in un
ristorante nella speranza di fare "bella figura" e di non deludere
l'ospite. In questo caso cosa ci si aspetta di mangiare? La scelta è tra
i locali che fanno una cucina prettamente tipica e ristoranti che
presentano piatti innovativi, che - per essere validi - devono comunque
partire dal rispetto del territorio e delle tradizioni. Il difficile è,
dunque, trovare un ristorante che sappia sapientemente coniugare
entrambe le cucine. A Salerno, fortunatamente, un locale però c'è:
il Ristorante Del Golfo che, insieme al Vicolo Della Neve, è tra
i più antichi
della città. Nato negli anni '30 come "Taverna del Porto" e
sempre gestito dalla famiglia Ragone, fu ristrutturato nel '43 assumendo
il nome attuale. Fino al '96 si è sempre caratterizzato per ottime
elaborazioni culinarie tradizionali e per il pesce freschissimo.
Allorquando l'attuale proprietario Matteo, alle soglie della laurea
in ingegneria, per la morte del padre "Tanino" dovette proseguire
nella gestione, pian piano, affiancò alle vecchie caratteristiche
(non perse!) una costante innovazione. Ho vissuto in prima persona
molti degli sforzi del giovane proprietario; e così pian piano è scomparso
il buffet degli antipasti già pronti (cosa orribile!), è stata
stilata una validissima lista di vini (in questo momento conta oltre
200 etichette con alcuni "campani" di gran ricercatezza), in
seguito affiancata da una lista di distillati (con la presenza di ottimi
prodotti quali la grappa Berta Roccanivo e il rhum Zacapa centenario) sino
ad arrivare alla creazione, ancora in nuce, di pasticceria di propria elaborazione
che si affianca alla valida offerta di dolci di Mario Pantaleone.
Anche il locale è andato
progressivamente migliorando esteticamente (Matteo ha però in cantiere
successive rinnovazioni) mentre i tavoli si presentano ormai con
i giusti bicchieri e belle tovaglie.
Oggi il giovane proprietario sta raccogliendo il frutto della sua
perspicacia imprenditoriale, pur dovendo vincere una battaglia: molti non
avendolo frequentato da tempo, non conoscono le trasformazioni effettuate
e l'attuale valida offerta proposta.
Qualche sera fa organizzando una cena per importantissimi colleghi
di Siena ho potuto cogliere la loro soddisfazione in quanto hanno potuto,
pur non rinunziando alle specialità locali, gustare anche elaborazioni
più ricercate. Se oggi scorriamo la lista degli antipasti, possiamo
notare come l'offerta varia dal classico sauté di frutti di mare
di rara freschezza, all'innovativa parmigiana di alici, dove il pesce azzurro
del nostro golfo viene impanato e fritto per essere poi, combinato con
provola dei monti Lattari, infornato a mo della tradizionale parmigiana
di melanzane. Le stesse fritturine servite come pre-appetizer non solo
non sono surgelate (come purtroppo accade spesso!) ma hanno come base non
le comuni alghe bensì il più raro baccalà o i "cicinielli".
Inoltre tra gli antipasti vi invito ad assaggiare la sopressata di polpo
verace al limone. Se qualcuno ha avuto la sventura (sic!) di assaggiare
questo piatto in altri locali, potrà immediatamente cogliere la
differenza. Matteo, infatti, compra almeno quattro polpi freschi veraci,
li lessa, e poi li compatta in un telo di lino bianco; dopo averli legati
a mo’ di salame li mantiene una giornata in frigo. A questo punto
la sopressata è pronta e viene gustata, tagliata a fettine, con
olio extravergine e limone. È una preparazione lunga è di
qualità che condensa in se il gusto mediterraneo con profumi e sapori
ormai dimenticati. Tra i primi proposti la dicotomia tradizione-innovazione è sempre
presente, permettendo anche di far "percorrere" agli avventori
la trasformazione culinaria.
Così accanto ad un ottimo, classico, risotto alla pescatora, rigorosamente
in bianco e con frutti di mare sgusciati, ecco che si affiancano i cencioni
(pasta a mano che ricorda la corteccia) con crema di ceci e baccalà,
dove si dimostra come la cucina salernitana abbia in sé, retaggio
forse delle immigrazioni, anche caratteristiche "campagnole".
Provate questo piatto accoppiato magari con il vino Pietraincatenata di
Maffini e rimarrete colpiti dalla coesioni degli elementi, dove la crema
di ceci (innovazione) riesce ad ammorbidire il forte sapore del baccalà.
Tra i secondi, oltre il pescato giornaliero riproposto tradizionalmente
alla griglia, al forno, al sale, potrete provare la spigola di mare (quando
c'è) in crosta di pane, servita con pomodorini all'extravergine.
Il pesce fresco, condito con olio, menta e prezzemolo, viene ricoperto
da due dischi di pasta di pizza che consentono, come il sale, una cottura
al forno "nature". Al momento del servizio rialzando i dischi
di pizza il pesce, integro, ha assorbito gli odori e il sapore del condimento
pur mantenendo intatte le caratteristiche aromatiche e gustative derivanti
dalla sua freschezza.
Ancora potete scegliere un'orata di mare in crosta di patate, a dimostrazione
che il pesce si sposa magnificamente con il tubero, com'è dimostrato
dalla tradizione (totani e patate), pezzogna al forno con le patate...).
Il ristorante del golfo è uno dei pochi locali che presenta anche
una valida lista di formaggi; anche in quest'offerta si ripresenta costante
la presenza di prodotti tradizionali (come non far mangiare a ospiti la
mozzarella di bufala o il provolone del monaco!) accanto ad una di maggiore
ricercatezza (ubriaco del piave, Moro…). Vini da dessert di gran
pregio (Moscato d'Autunno di Paolo Saracco) fanno da accompagnamento ai
dolci, ben presentati con giuste decorazioni al cioccolato. Accanto alla
classica pastiera o all'innovativa Torta alla Strega di Mario Pantaleone
potrete richiedere un'ottima caprese preparata in casa o magnifiche zeppoline
calde (quando è possibile). Alla fine del percorso culinario tradizionale
o innovativo, avrete una soddisfazione: insieme con i vostri ospiti avrete
gustato elaborazioni di gran qualità che avranno ben rappresentato
la "seria" cucina della nostra città.
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