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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
LUGLIO 2011
 
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Ambiente e rilancio economico Della Gatta: «Un tavolo Caserta-Napoli»

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Ambiente e rilancio economico Della Gatta: «Un tavolo Caserta-Napoli»

Il federalismo fiscale obbliga politici e opinione pubblica ad accettare la sfida della competizione tra territori. Opinioni a confronto in un Forum organizzato da Confindustria Caserta con Stefano Caldoro, Cristiana Coppola, Antonio Costato, Luca Antonini e Orazio Abbamonte

di Antonio Arricale


Cristiana Coppola, Andrea Covotta e Stefano Caldoro


Il federalismo fiscale può essere la soluzione per il Sud? Un dato è certo: la legge di riforma invita politici e opinione pubblica meridionale ad accettare la sfida della competizione tra territori.
Anche se permangono non poche riserve e perplessità: il federalismo, infatti, dovrebbe comportare almeno due caratteristiche fondamentali.
La prima, quella di abbassare la spesa pubblica improduttiva e, più in generale, gli sprechi; la seconda, il federalismo dovrebbe avvicinare chi governa a quanti devono poi giudicare attraverso il voto.
Di "Federalismo, imprese e Mezzogiorno" s'è parlato il 20 giugno scorso, in un convegno organizzato da Confindustria Caserta nella Sala convegni dell'associazione datoriale.
I lavori sono stati introdotti dalla relazione del presidente di Confindustria Caserta Antonio Della Gatta e sono proseguiti con gli interventi del professore Luca Antonini, presidente della Commissione Tecnica paritetica per l'Attuazione del Federalismo fiscale del Ministero dell'Economia e delle Finanze; di Antonio Costato, vice presidente di Confindustria con delega al Federalismo e alle autonomie; e il professore Orazio Abbamonte della direzione scientifica della rivista "Istituzioni e Imprese".
Moderati dal caporedattore del Tg2, Andrea Covotta, i lavori si sono conclusi con un dibattito tra Cristiana Coppola, vice presidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno e Stefano Caldoro, presidente della Giunta regionale della Campania.


In una fase delicata per l'attuazione della legge delega sul federalismo, con le relative polemiche anche per il trasferimento dei ministeri al Nord, vanno poste in modo improrogabile le basi per un rafforzamento delle opportunità di sviluppo dei territori. Di più: "Il federalismo fiscale può essere il detonatore di una nuova stagione di collaborazione per lo sviluppo e la crescita".
É la tesi di fondo rappresentata da Confindustria Caserta, che, in occasione del forum sulle questioni più particolari del decentramento amministrativo e fiscale, alla presenza del governatore Stefano Caldoro, ha proposto di attivare, tramite il coordinamento della Regione, un tavolo di raccordo tra le province di Napoli e di Caserta per affrontare problematiche comuni e urgenti quali l'ambiente e il rilancio dell'economia.
Potrebbe essere questa la piattaforma più utile anche per rinnovare l'accordo di programma per la realizzazione del nuovo policlinico di Caserta, come ha indicato il presidente degli industriali Antonio Della Gatta, e mettere a regime l'Interporto Sud Europa attraverso l'utilizzo dello scalo merci di Marcianise‑Maddaloni: «Interventi ha sottolineato con forza a costo zero».


Luca Antonini

«II coordinamento interistituzionale può consentire di convogliare su Caserta ha detto Della Gatta l'attenzione che merita a ristoro delle tante ferite subite dal suo territorio. Per fare un esempio concreto ha aggiunto il presidente degli industriali cito l'organizzazione dell'American Cup e la disponibilità di un'area interessante come il litorale domizio».
Ma torniamo al federalismo, focus della discussione. Il presidente della Regione si è soffermato con lucidità sui vantaggi e gli svantaggi della legge 42, riforma che può fare bene se ben applicata, ma che può risultare dannosa se contribuisce a moltiplicare centri di spesa improduttivi.
«La questione è più complessa ha detto il governatore Caldoro credo che in materia di federalismo non bisogna penalizzare il Sud solo perché parte da una situazione storica di difficoltà per le gestioni pregresse ne si possono adottare comportamenti vessatori verso chi sta portando avanti un'operazione di trasparenza».
La sfida è un'altra.
«Se il Sud ha aspettative e capacità di miglioramento più forti rispetto al Nord ha aggiunto Caldoro bisogna lavorare affinché questa capacità di crescita sia realizzata non solo in termini di soldi da spendere ma in una logica distributiva equa, in accordo con la comunità nazionale». In questo contesto non bisogna parlare perciò di un provvedimento che delude il Nord e terrorizza il Sud.
«La verità sta nel mezzo ha detto Luca Antonini si tratta di un progetto che andrà a regime entro il 2019, i primi risultati si potranno vedere solo alla fine di quest'anno. Restano prioritari due punti: portare avanti la razionalizzazione della spesa, come ha fatto Caldoro nel campo della Sanità, e armonizzare i bilanci. Due misure che saranno più credibili in presenza di un inventario di fine legislatura che precisi in modo ineludibile i debiti pregressi».
Federalismo, insomma, vissuto quale forma di collaborazione virtuosa, ma anche di sistema giusto, pure sul versante delle sanzioni. «Il primo obiettivo è impedire ulteriori danni all'economia ha detto Antonio Costato provvedendo alla quadratura dei conti, con 250 miliardi di spesa pubblica da ristrutturare, nei tre fondamentali capitoli di bilancio che sono l'amministrazione centrale, l'amministrazione locale e la spesa previdenziale».
A fronte di questo processo si è dimostrato ottimista il professore Orazio Abbamonte, secondo cui il federalismo significa migliori speranze per le pmi. Soprattutto se nel Sud si verificheranno, come ha sottolineato Cristiana Coppola, quattro condizioni: innalzare la qualità della pubblica amministrazione, elevare il fattore di trasparenza nel territorio, garantire la tenuta dei conti pubblici come in Regione e un rinnovamento dell'identità imprenditoriale.
Al dibattito, in conclusione, si sono aggiunte le voci dei parlamentari Stefano Graziano e Mario Landolfi. Per il deputato del Pd, «nel disegno federalista deve prevalere il criterio della solidarietà»; mentre, per il vice coordinatore campano del Pdl «per risolvere la vertenza Caserta è determinante il contributo che può garantire Napoli».



Hanno detto...

Stefano Caldoro
«Il Federalismo applicato secondo i principi della legge delega 42 fa crescere il Paese. Bisogna lavorare - ha aggiunto il presidente Caldoro - nella direzione che prevede la capacità di individuare e premiare le performance di miglioramento.
Le Regioni vanno premiate in base alla loro capacità di raggiungere gli obiettivi, di misurarsi su singole azioni virtuose.
La Campania - ha infine detto il presidente della Giunta regionale della Campania - ha avviato un percorso di rigore riconosciuto da tutti, che è precondizione per lo sviluppo.
Dunque, la Campania va premiata per la sua azione riformatrice e non punita».


Cristiana Coppola
«Il federalismo è uno strumento per aumentare la trasparenza della Pubblica amministrazione; che può avvicinare le esigenze di spesa ai bisogni reali dei cittadini; è un processo fondamentale nella tenuta dei conti pubblici».

Antonio Costato
«Il Federalismo alla fine si farà non perché lo vogliamo o meno, ma perché è l'unico strumento oggi possibile per riorganizzare la spesa pubblica.
La garanzia dell'implementazione della riforma, peraltro, è assicurata da quattro fattori: obiettivi di finanza pubblica; agenzie di rating; vigilanza degli istituti internazionali e dai mercati. Il federalismo comporterà amministrazione ed enti periferici responsabili e sani e di questo processo se ne avvantaggeranno anche le imprese.
Con il federalismo, infatti, non ci sarà più il rischio insolvenza, si assicurerà la tenuta del sistema e si renderanno anche certi i pagamenti della Pubblica Amministrazione».

Luca Antonini
«II federalismo fa uno strano effetto: delude al Nord, terrorizza al Sud.
Il problema è che, ormai, non c'è altra strada da percorrere. La situazione è nera. Stiamo ballando sul Titanic. I cecchini, ovvero il mercato con le sue dinamiche, sono pronti a colpire. Il federalismo fiscale che porterà risparmio delle risorse, trasparenza e armonizzazione dei bilanci. Il governatore Caldoro ha dovuto chiamare gli ispettori del Tesoro per capire, dopo sei mesi, che cosa ha ereditato nella Sanità dalla precedente amministrazione. La standardizzazione della spesa e, insieme all'armonizzazione della contabilità degli enti locali, la certificazione del bilancio alla fine di ogni mandato politico. Insomma, con l'introduzione del federalismo chi governa può essere giudicato sui risultati conseguiti e non sulla capacità di acquistare consensi ai danni della collettività».

Orazio Abbamonte
«Il Mezzogiorno ha perso l'opzione del federalismo con l'Unità d'Italia. Essere amministrato da un prefetto proveniente da Torino non è stato di certo il massimo, di sicuro non ha aiutato ad avvicinare i cittadini alle nuove istituzioni unitarie. Attenzione, però: il federalismo non può essere un semplice decentramento, deve invece essere un processo che sale dal basso. In questo senso, anche il sistema delle imprese ne trarrà vantaggi, perché il federalismo - correttamente applicato - finirà col valorizzare la dimensione locale del sistema produttivo».



Economia, Bankitalia lancia l'allarme: molte ombre e poche luci in provincia di Caserta

Molte ombre e poche luci. Come nel resto della Campania, anche se qui a Caserta il quadro economico sembra a tinte decisamente più cupe.
E - quel che è peggio - fa immaginare pochi spiragli di ripresa, in una prospettiva che si annuncia perciò drammatica.
É questo lo stato dell'economia in Terra di Lavoro, come emerge dal tradizionale studio annuale preparato dalla Banca d'Italia. Una relazione già presentata a Napoli, come da consuetudine, ma che quest'anno - per la prima volta - è stata illustrata anche a Caserta.
Il 20 giugno scorso, infatti, nella suggestione dello scenario del Belvedere di San Leucio, nei saloni della facoltà di Studi Politici "Jean Monnet" della Seconda Università sono state illustrate e commentate cifre e analisi della Banca d'Italia con riguardo al territorio regionale e più ancora a quello di Terra di Lavoro.
Dal Rapporto, in particolare, è emerso che la provincia di Caserta praticamente annaspa: è indietro rispetto a tutti i più importanti indicatori. E, tuttavia, non manca di peculiari potenzialità, che però non sfrutta come dovrebbe, a cominciare dal turismo.
E, soprattutto, non mostra di voler cogliere la sfida che arriva dai mercati nel mutato scenario economico internazionale. Insomma, è ancora ferma ad una ogica legata al meccanismo della spesa pubblica.
In questo senso, peraltro, particolarmente sferzante è stato l'intervento del professore Mario Mustilli, prorettore della Seconda Università, docente di Economia e profondo conoscitore del tessuto economico di Terra di Lavoro, il quale ha invocato più volte il coraggio da parte delle imprese, esortando tutti a non nascondersi dietro falsi problemi. Ad esempio, quello delle infrastrutture, in una provincia peraltro che è molto avanti su questo versante. Introdotto dal direttore della filiale di Caserta, Luigi Micco, il Rapporto è stato illustrato Giovanni Nuzzolino, della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede di Napoli dell'istituto. (Ade. Arr.)

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