IL GRUPPO GIOVANI CONTRO LA CAMORRA
UN IMPEGNO COMUNE PER LA LEGALITÀ
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TRA IDEE E PROGETTI INNOVATIVI
IL GRUPPO GIOVANI CONTRO LA CAMORRA
UN IMPEGNO COMUNE PER LA LEGALITÀ
Una giornata di riflessione e di invito al rispetto delle regole in ogni ambiente
di Filomena Labruna
Istituzioni, imprenditori, studenti, insegnanti, forze dell'ordine, una sola voce, un impegno comune per il rispetto della legalità. In una sala gremita, l'auditorium dell'Itis di Avellino, si affrontano temi delicati e attuali, come i rischi legati alle infiltrazioni camorristiche, ai fenomeni estorsivi e malavitosi. L'Osservatorio sulla camorra e l'illegalità ha fatto tappa in Irpinia martedì 20 aprile. Una mattinata di lavoro proficuo, di confronto serrato, un'iniziativa ben riuscita, grazie alla collaborazione del Gruppo Giovani dell'Unione degli Industriali di Avellino. Il presidente Salvatore Amitrano ha accolto prontamente l'invito dell'Osservatorio che in pochi mesi di vita ha ampliato il suo raggio di azione e la sua attività, attraverso decine di adesioni da parte di enti, singoli cittadini, istituzioni. Amitrano ha organizzato nei dettagli la manifestazione, coinvolgendo i giovani e mettendo a disposizione le risorse umane e professionali della struttura associativa di via Palatucci. La proiezione del film di Roberto Faenza "Alla luce del sole", la storia del parroco di Palermo, don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel giorno del suo compleanno, il 15 settembre del 1993, ha rappresentato uno dei momenti più toccanti della giornata. Le immagini talvolta violente, hanno commosso i giovani, spingendoli a riflettere sulle sfide che attendono chi lotta contro la criminalità organizzata. Il film sulla storia di don Puglisi è stato visto con attenzione, in profondo silenzio. Il parroco di Palermo riuscì a costruire un centro di accoglienza nel rione Brancaccio e, coadiuvato da un gruppetto di volontari, giorno dopo giorno raccolse dalla strada e dalla perdizione decine di piccoli innocenti. Inevitabilmente il suo percorso lo portò a entrare in conflitto con gli interessi del potere mafioso, che da decenni dominava la vita quotidiana del quartiere. Sono gli anni delle stragi di Capaci e di via d'Amelio, dove nello spazio di pochi mesi perdono la vita i giudici Falcone e Borsellino insieme a tanti altri. Proprio gli stessi clan che organizzano le stragi si trovano di fronte a un prete indomabile, a un parroco che insegna ai ragazzi a credere in un mondo diverso, a non sottostare alla sopraffazione. Lo avvertono: bruciano le case dei suoi collaboratori, incendiano la chiesa; lo minacciano, cercano di fare il vuoto attorno a lui, ma la sua fede non cede alle intimidazioni. E allora per "toglierlo di mezzo" non resta che la strada della viltà estrema. Il parroco di Palermo fu assassinato il 15 settembre 1993, il giorno del suo compleanno. Una storia che ha offerto numerosi spunti di riflessione. Il presidente dell'Unione degli Industriali di Avellino Silvio Sarno esprime la sua posizione di condanna della criminalità. Una posizione ferma e determinata, pur operando in una provincia in cui apparentemente non c'è l'esplosione del fenomeno camorristico, ma dove comunque non mancano gravi e pericolosi segnali che portano a rivedere l'immagine di Avellino come provincia tranquilla, oasi felice nel panorama campano. Silvio Sarno parla al cuore dei giovani e si racconta, ricordando la sua partecipazione alle iniziative anti-camorra organizzate quando frequentava l'Istituto Tecnico per Geometri. Confessa che allora aveva soltanto una percezione superficiale del fenomeno. «In seguito - spiega a una platea di studenti che lo ascolta con grande interesse - ho imparato sulla mia pelle cosa significa la camorra perché ne sono stato direttamente vittima». Una rivelazione accolta in un silenzio quasi irreale. Il presidente dell'Unione degli Industriali, subentrato al padre Nicola ai vertici dell'Irpinia calcestruzzi, è un imprenditore affermato, solido. La sua azienda è un colosso dell'edilizia. Parla, dunque, con consapevolezza dei rischi reali di un fenomeno più invasivo di quanto si possa immaginare. «Al Sud - sostiene - l'illegalità è stratificata. Noi siamo abituati alla mancanza di regole a partire dai comportamenti quotidiani come il parcheggiare in doppia fila, non mettere la cintura di sicurezza». Si rivolge ai giovani, sollecitandoli a essere sempre attenti e vigili a non cadere in tranelli, rischiando di diventare parte di un vivaio di manovalanza criminale. Li invita a operare anche nel proprio piccolo, all'insegna della legalità e della correttezza. Al dibattito hanno preso parte anche il sindaco di Avellino Giuseppe Galasso, il sostituto procuratore Modestino Roca, oltre al presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Salvatore Amitrano e al presidente dell'Osservatorio Giorgio Fiore. Grande la partecipazione degli studenti che hanno posto domande soprattutto alle forze dell'ordine rappresentate dal maggiore del reparto operativo dei carabinieri Francesco Merolla, dal capitano della Guardia di Finanza Giovanni Giove e dal vice questore aggiunto Giovanni Trabunella. Forte il messaggio trasmesso ai giovani, invitati al rispetto delle regole, in ogni ambiente, a cominciare proprio da quello scolastico. Ma tutti, soprattutto gli imprenditori, sono stati sollecitati a essere reattivi, a non piegarsi alla violenza, a liberarsi dalla spirale della delinquenza. «L'omertà - ha sottolineato il sostituto procuratore Modestino Roca - è un alleato della criminalità organizzata. É necessario che tutti si ribellino, che mai prevalga l'indifferenza rispetto a qualunque tipo di reato, anche il più piccolo». Il quadro che emerge della provincia irpina è in chiaroscuro. Un territorio cioè caratterizzato da una realtà economica imprenditoriale particolarmente attiva e vitale, che si è sviluppata in maniera notevole sotto il profilo industriale. Ma dove c'è benessere, la criminalità organizzata punta la sua attenzione. E così è avvenuto anche in Irpinia, dove negli ultimi anni sono aumentati gli episodi legati all'infiltrazione della camorra. Il sostituto procuratore Modestino Roca, comunque, si dichiara fiducioso, partendo dalla cronaca recente caratterizzata da coraggiose operazioni con cui sono stati sgominati clan storici, che risultavano ben radicati in alcune zone della provincia. E attualmente sono in corso indagini accurate per sradicare sul nascere altri potenti sodalizi criminali. Salvatore Amitrano, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori si racconta, porta la sua esperienza fatta di momenti difficili, ma sempre caratterizzati da una difesa strenua della legalità. Amitrano riconosce che gli imprenditori per investire devono trovare condizioni favorevoli e spesso questo non accade proprio a causa dell'illegalità. L'impegno espresso dai rappresentanti delle forze dell'ordine che hanno garantito l'attuazione di servizi sempre più capillari ed efficienti, è stato accolto con favore. Poi i rappresentanti dei carabinieri e della polizia hanno lanciato un appello, chiedendo la collaborazione della gente, sottolineandone l'importanza, come strumento indispensabile a raggiungere risultati concreti. Il sindaco Galasso si rivolge direttamente ai giovani e li invita a essere responsabili, a non farsi allettare da percorsi apparentemente semplici, ma che nascondono in realtà insidie e tranelli e che portano a comportamenti illegali. La manifestazione si inserisce in un percorso di sensibilizzazione voluto dall'Osser-vatorio, che farà tappa anche a Napoli, Caserta, Bari, Lecce, Foggia. «Si tratta di iniziative importanti - conclude Amitrano - perché l'educazione alla legalità deve cominciare tra i banchi di scuola. Abbiamo voluto offrire un'occasione di riflessione e confronto sui temi della criminalità organizzata, portando come esempio le storie di preti di frontiera impegnati nei quartieri a rischio in progetti di rinascita culturale e sociale e le nostre storie, fatte di lavoro quotidiano e ordinario, ma anche di rischi e pericoli».
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