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  Dicembre 2012

Articoli n° 4
MAGGIO 2005
 
TURISMO - Home Page
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Piccole e Medie Imprese TURISTICHE
DAL PRESENTE AL FUTURO
Il contributo del comparto alla crescita dell’occupazione e dell'innovazione

Ugo Picarelli
Presidente Gruppo Turismo - Assindustria Salerno
leadersas@tin.it



Il contributo diretto offerto dal turismo in termini di posti di lavoro è davvero notevole, se si pensa che ci sono otto milioni di persone direttamente impiegate nel comparto turistico dell'UE. Grazie alle importanti ricadute sull'occupazione nei servizi connessi, il turismo viene dunque considerato come una delle principali future fonti d'occupazione, soprattutto nelle regioni meno sviluppate e periferiche. Si calcola che i posti di lavoro nel settore dei viaggi e del turismo all'interno dell'UE aumenteranno di circa due milioni nel corso dei prossimi dieci anni. In termini strutturali, le piccole e medie imprese del turismo svolgono un ruolo fondamentale. Il turismo europeo è largamente caratterizzato dal predominio delle PMI, in cui più del 99% delle imprese ha meno di 250 dipendenti, e apporta un contributo considerevole al Prodotto Interno Lordo degli Stati membri. Nel 1997 le PMI del turismo erano il 7,4% del totale delle PMI in Europa e contribuivano per il 6,5% al fatturato globale delle piccole e medie imprese europee. Il turismo è una delle principali attività economiche a livello mondiale e ha ripercussioni di notevole portata su crescita economica, bilancia dei pagamenti, occupazione ed equilibri regionali a livello di singoli paesi e di regioni. Il turismo è costituito da una grande varietà di produttori, distributori e intermediari. Mentre in passato i limiti fra le diverse categorie del mercato erano ben chiari, l'integrazione verticale e orizzontale intervenuta nel comparto ha reso tali confini molto più sfumati. L'Europa accoglie quasi il 60% di tutto il turismo internazionale mondiale. Questa percentuale così elevata si spiega anche con la grande prossimità dei paesi europei, relativamente piccoli, il che incoraggia i viaggi intraeuropei. I tre quarti degli europei che lasciano il proprio paese viaggiano all'interno dell'Europa (turismo transfrontaliero). La crescita di visitatori registrata dalle mete alternative ha comportato una diminuzione della quota europea di arrivi internazionali. Malgrado sia quasi raddoppiata in termini assoluti nel periodo 1980-1998, quest'ultima è infatti diminuita di cinque punti percentuali passando dal 63% al 58%. L'OMT prevede 717 milioni di arrivi transfrontalieri di turisti in Europa entro il 2020, pari a un tasso annuo di crescita del 3%. Si ritiene che la crescita degli arrivi sarà maggiore in Europa centrale e orientale che in Europa occidentale. Nonostante le incertezze conseguenti all'11 settembre 2001, molti fattori contribuiranno ad accrescere il volume dei viaggi in futuro e la diversità sarà la caratteristica chiave di questi viaggiatori. Tale crescita sarà stimolata da numerosi elementi quali la maggiore ricchezza e l'innovazione, ad esempio nello sviluppo dei mezzi di trasporto con servizi di treni ad alta velocità o aeroplani di maggiori dimensioni tali da offrire nuove possibilità per un'ulteriore crescita del turismo. Sta nascendo una "nuova Europa", non solo fisicamente con l'allargamento dell'Unione Europea, ma anche attraverso l'intervento di nuove forze che stanno foggiando e modificando il continente, l'ambiente, la nostra maniera di vivere e lavorare. Sebbene il futuro sia incerto, è chiaro che i cambiamenti in corso nonché quelli a venire comporteranno nuove sfide strategiche e operative per tutte le imprese, comprese le PMI europee, che si troveranno a dover affrontare mercati più dinamici caratterizzati da una rapida evoluzione delle economie. Esiste un quadro di forze che in futuro modificheranno l'Europa e l'ambiente esterno. Tali forze possono raggrupparsi nel cosiddetto quadro STEEP, un acronimo che si riferisce alle forze di cambiamento Sociali, Tecnologiche, Econo-miche, Ambientali (Environmental) e Politiche. Esse agiscono tanto indipendentemente quanto in collaborazione per intensificare l'evoluzione in atto in Europa. Tutti questi fattori si ripercuotono sul turismo in misura maggiore o minore, e alcuni riguardano più in particolare determinati comparti. Esistono due tipi di indagine: quella settoriale (un lavoro d'ufficio che ha portato a una rassegna esauriente dei principali protagonisti di ciascuno dei vari comparti); quella sul campo (un'indagine cui hanno preso parte 3.850 PMI in tutto il SEE). È il risultato di un'autovalutazione della dirigenza delle piccole e medie imprese. Ecco cosa accade se si combinano i risultati di entrambe le indagini. Nel settore delle PMI l'importanza delle persone sembra essere stata eclissata dall'attenzione prestata a soddisfare il cliente. Poiché i consumatori diventeranno sempre più esigenti, la scarsa attenzione rivolta ai dipendenti visti in termini di risorse umane comporterà problemi di competenza e, a lungo andare, problemi di rendimento. Anche il cambiamento sociale e demografico induce a ottimizzare la forza lavoro. In gran parte d'Europa abbiamo assistito a un calo delle nascite nel corso degli ultimi tre decenni. Ne deriva una diminuzione della popolazione giovane, che tradizionalmente costituisce la principale fonte di mano d'opera per il settore alberghiero e della ristorazione, nonché una maggiore concorrenza da parte di altri settori per accaparrarsi le stesse persone. Se in futuro è prevista una maggiore diversità nei consumatori, anche il turismo deve prepararsi a una maggiore diversità della sua forza lavoro a tutti i livelli. Tenuto conto della scarsità di manodopera e di competenze professionali specifiche, nonché dell'affermarsi di nuovi valori e culture, il turismo europeo dovrà rivedere il proprio approccio alle risorse umane e sviluppare un diverso modello di attività, pensato in termini di capitale umano. Basti pensare che fino a oggi solo la metà delle PMI turistiche utilizza Internet nelle proprie attività quotidiane: ciò significa che tali PMI non hanno ancora compreso a sufficienza il valore che assumerà questa nuova tecnologia nel garantire il successo di un'impresa. Il finanziamento delle piattaforme necessarie non costituirà un ostacolo per le PMI dato che i principali operatori saranno propensi a effettuare investimenti in questo campo. A causa di una sempre maggiore concorrenza fra questi operatori principali è probabile che i prezzi dei prodotti turistici scenderanno e si farà un più forte ricorso alla tecnologia per ridurre i costi e continuare a mantenersi concorrenziali. I principali interessati e le più importanti imprese investiranno quindi in Internet per ridurre i costi di distribuzione (ad esempio, servizi di prenotazione, e-marketing, ecc.) e le PMI potranno beneficiare di tali investimenti. Proprio perchè i mercati dovranno essere più integrati e la comunicazione sarà facilitata da Internet, risulterà più agevole per le PMI beneficiare delle pratiche ottimali adottate dalle altre imprese.

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