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  Dicembre 2012

Articoli n° 4
MAGGIO 2005
 
ricerca scientifica - Home Page
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REFERENDUM ABROGATIVO PER LA LEGGE 40/2004
ITALIANI CHIAMATI ALLE URNE IL 12 e 13 GIUGNO
Votando “SI” si difenderà la libertà di ricerca scientifica e di scelta di coppie, donne e malati

a cura dell’Associazione Luca Coscioni

Il prossimo 12-13 giugno gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum abrogativo la legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita. In due giornate elettorali si andrà a decidere su una battaglia che l'Associazione Luca Coscioni porta avanti da ormai quasi 3 anni: quella per la libertà di ricerca scientifica e in particolare per la ricerca sugli embrioni. Perché è così importante andare a vo-tare e votare sì?

1. Per la libertà di ricerca scientifica e la speranza di cura di milioni di malati
Medici e ricercatori ritengono che la ricerca sulle cellule staminali embrionali - oggi vietata dalla legge 40 - rappresenti una speranza di cura per malattie che colpiscono milioni di persone, come: Diabete, Infarto, Fibrosi cistica, Autismo, Sclerosi multipla, Parkinson, alcune forme di cancro, Sclerosi laterale amiotrofica, Alzheimer e altre. La ricerca potrebbe essere condotta sugli embrioni prodotti in soprannumero dai centri per la fecondazione assistita e destinati alla spazzatura. Per avere un bambino con la fecondazione in vitro, infatti, venivano fecondati più ovociti di quelli che sarebbero stati poi impiantati nell'utero della donna. Gli embrioni prodotti in soprannumero sono stati conservati per alcuni anni e poi, se non impiantati entro un termine certo, gettati via. La legge oggi vieta che questi embrioni siano usati per la ricerca e si preferisce che vengano destinati al lavandino piuttosto che usati per salvare milioni di malati.

2. Contro l'equiparazione tra concepito e persona
Equiparare i diritti del concepito a quelli di tutte le persone, come fa questa legge, significa dare per acquisito che un ovocita fecondato ai primissimi stadi di sviluppo (prima ancora dell'impianto nell'utero) sia una persona, la cui distruzione equivale alla soppressione di una vita umana. Tuttavia il nostro codice civile (articolo 1) regola l'acquisizione della capacità giuridica, vale a dire l'idoneità ad essere titolari di diritti e di obblighi, soltanto al momento della nascita. Inoltre, questa legge si pone in aperto contrasto con la legge sull'aborto: se il concepito ha gli stessi diritti del padre e la madre, è evidente che non è ammissibile che la donna possa ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza. Inoltre, se lo scopo della legge era difendere gli embrioni, occorreva proibire qualsiasi forma di fecondazione assistita. Limitare a 3 gli embrioni e rendere obbligatorio l'impianto significa sacrificarne comunque, nel migliore dei casi, 2 su 3. Affermare che l'embrione sia una persona non è nient'altro che un'opinione, rispettabile quanto le altre. Ma un'opinione non può essere imposta per legge a tutti, per di più con conseguenze dannose per la donna, per i malati e per l'avanzamento della ricerca medica.

3. Per consentire la diagnosi preimpianto
La diagnosi preimpianto consiste nell'effettuare su una cellula dell'embrione allo stadio di 6-8 cellule, cioè dopo tre giorni dalla fecondazione, un test genetico per verificare la presenza di malattie ereditarie. La legge 40 non proibisce la diagnosi preimpianto, ma costringendo la donna all'impianto di tutti e tre gli embrioni, anche se malati, di fatto la rende inutile. Inoltre la legge 40 impedisce di ricorrere alla fecondazione assistita alle coppie che, pur non essendo sterili, abbiano un'alta probabilità di trasmettere una malattia genetica. Questo divieto è tanto più assurdo, in quanto la legge sull'aborto consente alla donna di interrompere la gravidanza nel caso in cui, a seguito di un'amniocentesi, dovesse scoprire che l'embrione è portatore di una malattia genetica. Il paradosso è che quello che non viene consentito dopo poche ore di vita dell'embrione, è autorizzato dalla legge dopo qualche mese, in uno stadio più avanzato della gravidanza. Vietare la selezione degli embrioni a seguito della diagnosi preimpianto non significa salvare dalla morte gli embrioni portatori di malattie genetiche. Per molte coppie portatrici di malattie genetiche l'alternativa non è tra diagnosi preimpianto e far nascere un bambino malato. L'alternativa è tra la scelta dell'aborto terapeutico e la rinuncia ad avere un bambino. A quante persone "in potenza" questa legge impedirà di venire alla luce, obbligando queste coppie a rinunciare a mettere al mondo un figlio? Al contrario di quanto affermano i sostenitori della legge 40, la diagnosi preimpianto non ha nulla a che vedere con l'eugenetica. Mentre l'eugenetica è imposta dallo stato obbligatoriamente ai cittadini in nome dell'ideologia del miglioramento della specie, la diagnosi preimpianto è una libera scelta individuale.

4. Per la fecondazione eterologa
La fecondazione eterologa è l'unico rimedio possibile in caso di infertilità totale. Proibendola, la legge impedisce alle coppie completamente sterili di avere figli, ponendo in essere una discriminazione inaccettabile. Gli esclusi sarebbero, ad esempio, persone che a seguito di interventi chirurgici o trattamenti antitumorali sono diventate sterili, così come i portatori di gravi malattie trasmissibili. La paternità e la maternità, così come la vita, non possono essere ridotte a un dato meramente genetico. Non esiste alcuna evidenza scientifica della tesi secondo la quale i bambini nati da fecondazione eterologa sarebbero infelici o vittime di disturbi psicologici. Esistono anzi evidenze contrarie. Scegliere di affrontare i costi psicologici, fisici e finaziari della fecondazione eterologa, infatti, rappresenta per la coppia una decisione difficile e ragionata, e richiede uno sforzo di amore e di responsabilità se possibile maggiore di quello già necessario nel momento in cui si decide di mettere al mondo un figlio. L'unico effetto di questa legge è quello di impedire a migliaia di persone di avere figli, a migliaia di bambini di nascere e di introdurre per legge odiose discriminazioni, non da ultimo la discriminazione tra le coppie che potranno permettersi di andare all'estero per effettuare la fecondazione eterologa, e coppie che non potranno farlo.

5. Per la libertà di compiere un atto di amore
Che cosa pensereste di uno Stato che proibisse a una determinata categoria di persone di avere figli? É quello che avviene in Italia con la legge 40 sulla fecondazione assistita. La legge 40 rappresenta un grave passo indietro nel cammino verso una sessualità e una riproduzione libere e responsabili. Votando sì ai referendum non si difende il diritto alla fecondazione assistita. Si difende il diritto alla libertà di scelta e di coscienza, che include la libertà di procreare come, quando e quante volte lo desiderino gli individui. In uno Stato liberale per reprimere una libertà occorre che il suo esercizio provochi un danno alla libertà di un'altra persona. Mettere al mondo un figlio con la fecondazione assistita non è un'attività criminale. Mettere al mondo un figlio è un atto di amore.

Per saperne di più:
- Autori vari, "Speciale fecondazione assistita", Darwin bimestrale di scienze, n. 4, novembre-dicembre 2004
- Chiara Lalli, "Libertà procreativa", Liguori editore, 2004
- Demetrio Neri, "La bioetica in laboratorio", Laterza, 2004
- Chiara Valentini, "La fecondazione proibita", Feltrinelli, 2004
- aduc.staminali.it
- www.sierr.unina.it
- Sito internet dell'Associazione Luca Coscioni www.lucacoscioni.it
- Sito internet di azione referendaria www.4si.it

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