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  Dicembre 2012

Articoli n° 4
MAGGIO 2005
 
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l'ecodesign
TRASFORMARE IL VECCHIO IN NUOVO

Rame, alluminio, vetro e carta riutilizzati per un futuro sostenibile

Stefano Castelli Gattinara
Architetto - Studio Castelli Gattinara
studio-architettura@castelli-gattinara.it


Il riutilizzo di materiali, di vecchie parti di oggetti, non è sicuramente un'operazione nuova, innovativa. La "pop art", in questo, è maestra. Gli artisti, a essa afferenti, passavano molto tempo nei luoghi di dismissione, nelle discariche a "raccattare" componenti di oggetti diversi per farli, poi, rivivere nelle sculture, nei quadri e in ogni altra espressione artistica. In questa sede, quello che si vuole affrontare è un diverso modo di recupero dei materiali, che prevede una fase di trasformazione dei vecchi oggetti in nuovi, pronti per essere ricollocati sul mercato. Questa trasformazione, nella gran parte dei casi, rigenera le materie prime per ottenere quelle denominate "materie prime seconde".
La metodologia che prevede l'uso di "materie prime seconde" nella produzione di oggetti ha dato origine a un fenomeno denominato "ecodesign". Questa metodologia, naturalmente, ha dato l'input affinché nei prodotti comuni vi sia uno studio attento dei materiali, del loro assemblaggio e dell'eventuale processo inverso, quindi di tutto il ciclo di vita del prodotto stesso. Naturalmente il design sostenibile, o ecodesign, deve seguire regole ben precise, sfruttare risorse rinnovabili, eliminare sostanze tossiche e pericolose e utilizzare materiali facilmente reperibili, per avere contemporaneamente tutela dell'ambiente e sostenibilità economica.

Ricicletta - bicicletta con telaio realizzato per il 50% in alluminio secondario

Così, sul mercato, si trovano biciclette nate dall'assemblaggio di componenti di frigoriferi dismessi o mobili realizzati con parti di aerei in disuso. Alla base di questi oggetti non vi è il gusto pop ma la possibilità di un futuro sostenibile. Il "design ecologico" mette d'accordo i designer, che vedono i propri lavori vivere una seconda esistenza, e le aziende, che non disperdono nulla di ciò che hanno prodotto in passato. I materiali che si prestano di più per l'impiego nell'ecodesign sono quelli che presentano, dopo il processo di trasformazione, meno impurità. Tra questi possiamo citare il rame, l'alluminio, il vetro e la carta. Altri materiali vengono utilizzati, come ad esempio la plastica, ma per impieghi secondari o solo per sfruttarne la componente estetica. Naturalmente, la sensibilità e le conoscenze del designer, che lavora in collegamento con l'azienda, risultano indispensabili per una gestione corretta sia dei materiali, sia di tutto il processo tecnico gestionale. Questa tecnica di produrre ha avuto un ampio riscontro, soprattutto legata ad oggetti "usa e getta" o nelle sperimentazioni. La normativa sul riciclo obbliga i produttori a prevedere le tecniche e le modalità di dismissione e di recupero delle componenti degli oggetti. Molte aziende produttrici, quindi, per dare una risposta alla normativa vigente, hanno inglobato nuove figure professionali, deputate alla gestione di questo processo in simbiosi con i designer. Un esempio, già accennato, lo si trova nell'Azienda Merloni. I frigoriferi Ariston, una volta cessata l'attività nelle cucine di tutto il mondo, ritornano a far parlare di sé sotto forma di biciclette ecologiche, o meglio di "riciclette", realizzate in alluminio riciclato. Le "riciclette" hanno un telaio in tubolare di alluminio del peso di circa 3 kg e un aspetto assolutamente gradevole. In questo modo Ariston anticipa i tempi sulla nuova normativa 2005 WEEE, che imporrà ai produttori di provvedere al finanziamento del recupero e riciclaggio dei propri prodotti. Un altro interessante esempio è dato da una cucina interamente realizzata col cartone.

Cucina in Cartone - Comieco e Marco Capellini, 2004

Questo è il risultato di un progetto realizzato da Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica), in collaborazione con Capellini design & consulting, Matrec (Material Recycling) e con il supporto tecnico di Tetra Pack e Merloni Elettrodomestici. Si tratta di una cucina modulare con un design semplice e originale. Cucina completa di piano cottura e forno elettrici, lavello, rubinetto, cassettiere e sportelli rigorosamente in cartone. É composta da due moduli ciascuno dei quali ha un peso di circa 12 kg. É realizzata con una struttura facile da assemblare e da smontare. Per la realizzazione della cucina sono stati utilizzati principalmente fogli di cartone ondulato a doppia e tripla onda, supportati internamente da quattro tubolari sempre in cartone. Il quantitativo di cartone impiegato risulta l'equivalente in peso di 70 quotidiani. Per il fissaggio delle parti è stata utilizzata colla e graffette metalliche. Per rendere il piano di lavoro impermeabile, lavabile e igienico al contatto con gli alimenti, é stato utilizzato un foglio di poliaccoppiato Tetra Pack. Il design è di Marco Capellini, ecodesigner non nuovo a questo tipo di progetti. Il progetto nasce per soddisfare diverse situazioni e ambientazioni come, ad esempio fiere, manifestazioni o strutture abitative temporanee in cui la cucina viene utilizzata per un breve periodo. Sfruttando le caratteristiche del cartone, e in modo particolare la sua leggerezza, è stata progettata una cucina easy in tutti i sensi, a basso costo, leggera da trasportare e facile da assemblare. È stata curata anche la forma, lavorando molto sulle curve. L'aspetto più interessante di questo progetto sta nel team che si è creato. Da un lato il progettista, Marco Capellini, che si occupa di ecodesign e, per scelta, collabora con consorzi e imprese, in questo caso Merloni che ha finanziato il progetto; dall'altra una azienda esperta di materiali, la Matrec, prima banca dati italiana di ecodesign. Il principale obiettivo della Matrec è creare uno strumento tecnico nazionale di riferimento, a diffusione pubblica e gratuita, sui temi dell'ecodesign e del riciclo.

The Sky-Boot - Nordica spa e Marco Capellini, 1994

Matrec si rivolge alle Pubbliche Amministrazioni per l'acquisto di prodotti realizzati con materiale riciclato, alle imprese per lo sviluppo di prodotti a ridotto impatto ambientale, ai designer per utilizzare i criteri del Design for Environment (progettazione per l'ambiente) nella progettazione, per ottenere tutte le informazioni necessarie sulle caratteristiche dei materiali riciclati e sugli strumenti di analisi del ciclo di vita del prodotto. Sembra opportuno concludere con un esempio che ha vinto il Compasso d'Oro nel 1995, si tratta di "The sky-boot", scarponi da sci progettati proprio da Marco Capellini in collaborazione con Nordica S.p.A.. Il prodotto è stato premiato perché elabora una concezione del progetto come strumento cognitivo e operativo in un contesto che non comprende solo la produzione ma anche il disassemblaggio e il reimpiego del materiale riciclato, sulla base delle tipologie di materiali e della loro compatibilità in fase di riciclo. É stata compiuta un'analisi del ciclo di vita del prodotto dal punto di vista sia ambientale, sia economico. Attraverso l'individuazione di scenari sulla dismissione del prodotto, sono state ottenute significative indicazioni per il re-design. Questo ha riguardato il sistema di aggancio delle leve allo scarpone e il design di queste ultime, realizzate in alluminio, che oltre a rendere visivamente l'aspetto dello scarpone più tecnico e sicuro, garantisce la possibilità di riciclo senza alcuna difficoltà. Di esempi simili se ne potrebbero elencare molti altri, sintomatico è il fatto che ricerca e soluzioni interessanti possono avvenire soltanto grazie a grandi e affermate aziende che decidono di finanziare e promuovere e produrre questa tipologia di progetti. Il tema del riciclo, infatti, non è più solo una questione di scelte ma deve divenire, sempre di più il liet-motiv delle strategie progettuali e produttive. Verso quest'obiettivo, fortunatamente, si sta movendo anche il quadro normativo.

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