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  Dicembre 2012

Articoli n° 5
giugno 2005
 


ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

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una cultura industriale piÙ positiva
L'AMBIENTE É UN FATTORE DI COMPETITIvitÀ

TENDENZE E FATTORI DI CRESCITA Nei SERVIZI
ESTERNALIZZARE PER LA RIPRESA ECONOMICA

TENDENZE E FATTORI DI CRESCITA Nei SERVIZI
ESTERNALIZZARE PER LA RIPRESA ECONOMICA
Servizi come software del sistema produttivo e del territorio
di Vito Salerno & Monica De Carluccio

Rosario Carlo Noto La Diega
Presidente di FISE


L'industria dei servizi è un settore fondamentale per il nostro sistema produttivo. Con Rosario Carlo Noto La Diega, Presidente di FISE, la Federa-zione delle Imprese di Servizi, abbiamo definito il quadro attuale del comparto e le potenzialità per il futuro.

FISE negli ultimi anni ha dedicato grande attenzione al monitoraggio dell'industria italiana dei servizi, realizzando tre rapporti che ne approfondiscono la conoscenza e ne evidenziano le dinamiche. Presidente Noto La Diega, ci può fornire un quadro aggiornato del settore?
Oggi siamo consapevoli che il settore dei servizi in genere rappresenta il 66% del PIL. A mio parere si è anche affermata una cultura dei servizi, insieme alla consapevolezza di quanto i processi di esternalizzazione di queste attività possano dare un contributo fondamentale allo sviluppo e all'economia. Sappiamo, inoltre, che il sistema dei servizi è il sistema nervoso, il software del sistema produttivo e del territorio; sappiamo che i servizi all'impresa, alle infrastrutture e gli stessi servizi pubblici alla cittadinanza sono essenziali per lo sviluppo competitivo del Paese e per la qualità della vita, percepita e reale. Abbiamo acquisito la consapevolezza che attraverso progetti e interventi adeguati, in termini di servizi che possono essere offerti, si possono valorizzare gli edifici e gli spazi, si può trarre valore dal patrimonio immobiliare così come si può migliorare l'efficienza organizzativa e operativa del sistema industriale. Il sistema delle imprese deve rispondere a esigenze e domande sempre più articolate e complesse in un quadro di difficoltà finanziarie: per riuscirvi, sta attivando sinergie all'interno di una filiera produttiva e tra filiere produttive diverse, coniugando nell'offerta, prestazioni a elevato contenuto tecnologico con interventi operativi più tradizionali.

Parallelamente cosa sta accadendo sul fronte dei servizi?
Invero, il coordinamento tra catene del valore di aziende di servizi è un tema relativamente recente. Lo studio delle interrelazioni (verticali e orizzontali) si è consolidato piuttosto nel campo della produzione di beni, di aree strategiche aziendali oppure di distretti industriali, per favorirne il rilancio di competitività. Vice-versa, nel campo dei servizi, l'innovazione in ottica di ottimizzazione ha cominciato ad affermarsi da quando il mercato dei servizi viene considerato come "sistema di business" integrato, in funzione delle esigenze di soddisfazione della committenza e di obbligo di risultato. Centrale è diventata la capacità di essere efficaci e innovativi dal punto di vista del coordinamento e della gestione, al fine di interagire con la committenza, con i fornitori e con i sub fornitori, facendo riferimenti a progetti e a obiettivi e procedendo, in sostanza, al superamento della logica dell'appalto e del subappalto. Dunque, le strategie di filiera interaziendali cominciano a essere percepite dagli operatori come una fonte di vantaggi competitivi; va però tenuto presente che la loro attuazione nel nostro Paese sta richiedendo notevoli cambiamenti da parte di tutti gli attori, sia nel modo di impostare che di gestire i rapporti all'interno della filiera. Gli attori di una filiera "emergente", com'è certamente quella dei servizi, sono impegnati in un processo di trasformazione che ruota sostanzialmente attorno a tre variabili fondamentali: la capacità di sviluppare un atteggiamento di cooperazione e trasparenza; la condivisione di "linee guida" o "scelte di fondo" tra operatori e committenti, coerenti con le esigenze e le peculiarità di uno specifico segmento; l'elaborazione di formule contrattuali e meccanismi operativi volti a migliorare la gestione delle relazioni in ottica di partnership. Su queste variabili incidono, a loro volta, le innovazioni tecnologiche, finanziarie e di mercato, spesso interrelate: maggiore è l'apporto di capitali, tecnologie e know-how, più il ciclo diventa rapido.

Attraverso quali interventi FISE, che oggi rappresenta ben 15 categorie di servizi, intende proseguire il processo di coagulazione della filiera?
L'obiettivo dichiarato è sviluppare e sostenere un sistema imprenditoriale dei servizi integrati. Per semplificare, è possibile affermare che tutti gli interventi attuati dalla Federazione allo scopo di migliorare la qualità e l'articolazione della filiera dei servizi integrati sono stati effettuati per rispondere a: esigenze di sviluppo, ovvero esigenze di stimolo alla maturità e all'ampiezza della filiera; necessità di modelli di coordinamento e integrazione, ovvero di individuazione e promozione di buone prassi e parametri di riferimento condivisi tra operatori e tra questi e i committenti. Siamo partiti dalle nostre analisi, dal nostro know-how, convinti che le Piccole e Medie imprese, che caratterizzano il nostro sistema, se integrate, hanno capacità reali ed effettive di gestione delle attività e delle commesse, con conseguenze positive in termini di qualità e di economicità. Dal 2001 abbiamo innovato il CCNL, che era il contratto delle pulizie, e lo abbiamo trasformato nel contratto del multiservice e dei servizi integrati, cioè il contratto di riferimento per tutte le imprese, comprese le cooperative che sono andate "oltre le pulizie". Successiva-mente, nel 2003, abbiamo promosso l'Osservatorio sul Facility Management per dare alle imprese e alla committenza interessata l'opportunità di sfruttare una rete virtuale di interscambio e approfondimento legislativo e operativo: in tale contesto, in collaborazione con associazioni rappresentative del settore della sanità, sono state prodotte le Linee Guida per i sistemi di esecuzione e controllo dei servizi di igiene ambientale nei presidi sanitari e aziende ospedaliere, che stanno portando alla formulazione di un capitolato-tipo per il settore. Contemporaneamente, abbiamo contribuito a dare sedi adeguate di rappresentanza costituendo Assioma, l'Associazione Servizi Integrati a Organiz-zazione Manageriale Avanzata, per dare identità associativa a tutte quelle imprese che vedono il loro futuro industriale nella produzione integrata di servizi. Con Assioma, FISE ha voluto esprimere una proposta di crescita del mercato in termini competitivi e qualitativi, per contribuire alla diffusione di corrette politiche di esternalizzazione e alla crescita culturale e tecnico operativa del settore, anche nei confronti della committenza.

Quali altre azioni strategiche avete posto in essere?
In tal senso, abbiamo anche lavorato, registrando anche positivi successi, affinché si arrivasse al superamento dei fattori di compressione, soprattutto finanziaria: dai ritardi nei pagamenti da parte della committenza pubblica alle difficoltà di accesso al credito. Abbiamo lavorato in sede legislativa con le Pubbliche amministrazioni e con la Centrale acquisti dello Stato, CONSIP Spa, per migliorare la qualità della domanda di servizi da parte della committenza pubblica e perché i processi di aggregazione e di crescita dimensionale della domanda fossero coerenti con la capacità e con le potenzialità del nostro sistema impresa. Sono ambiti di intervento e di attività nei quali i successi ottenuti sono sotto gli occhi di tutti. Le prossime gare CONSIP, ci è stato già anticipato, terranno ampiamente conto di tutte le osservazioni svolte e della necessità di adeguata tutela del nostro patrimonio imprenditoriale, anche quando opera come subfornitore o subappaltatore. Abbiamo stipulato di recente, insieme alle altre parti sociali e con il Ministero della Difesa, un Protocollo per il ricorso da parte della stazione appaltante al criterio di aggiudicazione secondo l'offerta più vantaggiosa, con attenzione specifica al lavoro e alla sicurezza. In questo momento il mondo associativo deve impegnarsi a costruire sinergie con tutti i soggetti rappresentativi delle varie categorie di operatori che agiscono in questo mercato, in quanto portatori di diversi know-how. Per FISE, la scelta di partecipare a FIERASERVIZI, è strettamente legata alla necessità di confrontarci con soggetti con cui condividere l'obiettivo di consolidare una cultura "integrata", "trasversale", che proponga concetti, procedure e strumenti rivolti agli operatori interessati e a oggi non ancora adeguatamente sperimentati e collaudati.

Qual è il ruolo che nell'attuale e difficile contesto economico l'As-sociazione può svolgere nei confronti delle proprie associate?
Rinsaldare la membership. Fare sistema. Promuovere intersettorialità. Offrire alle imprese servizi che sviluppino aggregazione. Sono questi in sintesi i must della nostra Federazione. Oggi, come nel passato, la forza del vincolo associativo si esprime attraverso la partecipazione. É il traguardo di una moderna associazione, che incoraggi e prenda in esame la voce degli imprenditori per offrire servizi qualificati e competitivi anche nelle modalità di erogazione. Su questa base, abbiamo rinnovato la riflessione sui servizi, che sono una parte così essenziale dell'attività associativa. Il radicale mutamento degli scenari competitivi nei quali si muovono le imprese ha contribuito a ridefinire profondamente il ruolo del sistema associativo. Il primo passo è valorizzare e integrare le progettualità, le competenze tecnico-specialistiche che la Federazione mette a disposizione degli associati. Per compierlo, FISE ha riorganizzato la propria struttura, orientandola alla gestione dei progetti e rendendola flessibile ai programmi dei settori associati. Il secondo passo è fare arrivare a tutti un supporto adeguato. Vogliamo abbattere le barriere per agevolare la collaborazione tra struttura e imprese, grazie a una consulenza e un problem solving individualizzati. Per questo dobbiamo consolidare le reti di persone e ottimizzare i circuiti e le risorse che condividiamo con i nostri associati.

Quali sono le peculiarità del vostro settore e gli aspetti più complessi a esse legati?
Le attività di servizi delle imprese di riferimento FISE presentano alcune specificità: elevata intensità di lavoro, il cui costo incide eccessivamente sul fatturato aziendale; regime di operatività prevalentemente in appalto, spesso con amministrazioni pubbliche; generale tendenza all'incremento dell'occupazione, in particolare negli ultimi anni. Tali circostanze distinguono i nostri settori da altri comparti produttivi e legittimano le istanze di regolazione del mercato, per evitare da una parte fenomeni di dumping legati alle diverse incidenze nel costo del lavoro e dall'altra il consolidamento di posizioni oligopolistiche da parte di imprese non direttamente operative, ma con grandi capacità finanziarie. Il vantaggio per la committenza che ricorre alla gestione di servizi integrati è evidentemente duplice: realizzare economie di scala e concentrarsi sul proprio core business. Senza però prescindere dall'obiettivo fondamentale di assicurare adeguati standard qualitativi in settori di attività in cui spesso l'utente finale è il cittadino.

Il problema del ritardo nei pagamenti della P.A., come lei accennava, è particolarmente sentito soprattutto nel settore dei servizi e per le attività labour intensive, ma sembra aver trovato una soluzione nell'ultima Finanziaria. Qual è lo stato dell'arte?
Nell'ambito dell'UE, un fallimento su quattro è dovuto al ritardo nei pagamenti da parte della Pubbliche Amministrazioni; tali inadempienze della P.A. causano ogni anno perdite di crediti per 23,6 miliardi di euro e, secondo le stime della Commissione Europea, il problema porta alla perdita di 450.000 posti di lavoro l'anno. Si tratta di un problema di grande rilevanza, a lungo trascurato dalle istituzioni preposte. In special modo per PMI tale dinamica risulta drammaticamente asfissiante: se il cliente tarda a pagare, l'azienda entra in crisi di liquidità e non le resta che affidarsi alle banche, o difendersi accrescendo i volumi di fatturato a scapito della qualità. É paradossale che ciò si verifichi proprio con soggetti pubblici che dovrebbero comprendere la gravità delle conseguenze sull'economia locale. L'istituzione di un "Fondo per i pagamenti dei debiti di fornitura" presso la Cassa Depositi e Prestiti, previsto dalla Legge Finanziaria per il 2005, rappresenta solo un primo passo verso la soluzione del problema. Dalla previsione normativa restano ancora esclusi il comparto sanitario e quello locale. Inoltre, ad oggi siamo ancora in attesa di un'adeguata regolamentazione sul piano applicativo che trasformi in misure concrete quanto fino ad oggi solo formalmente riconosciuto.

La Federazione, negli ultimi anni, ha profuso molti sforzi nel favorire la liberalizzazione del mercato dei rifiuti urbani e per limitare i comportamenti a livello locale che contrastino con gli obiettivi di sviluppo del mercato in senso concorrenziale perseguiti a livello nazionale. Quali sono le principali criticità a suo avviso?
In sintesi, possiamo individuare tre punti nodali:
- "In house providing" e relativi limiti: la carenza di regolazioni e direttive specifiche determina frequentemente il ricorso all'affidamento diretto a un'unica società pubblica da parte di una pluralità ampia di enti locali, ciascuno dei quali detentore di quote minime, con un effetto a macchia d'olio che riduce progressivamente gli spazi di mercato.
- Partecipazione alle gare dei "monopolisti": se pure la più ampia partecipazione delle imprese, pubbliche o private o miste, alle procedure concorrenziali di affidamento di appalto dei servizi è coerente con l'ordinamento comunitario, non risultano misure efficaci per evitare le gravi distorsioni concorrenziali che sono connesse al potere di utilizzare le risorse, anche economiche, e le qualificazioni discendenti dal mercato "in house".
- Realizzazione degli Ambiti Terri-toriali Ottimali: un'eccessiva concentrazione della domanda, in termini di dimensioni aziendali e di qualificazioni richieste, determina restrizioni della concorrenza, come più volte l'Anti-trust ha rilevato e segnalato. Recenti analisi di mercato condotte dall'Asso-ciazione dimostrano invece come siano praticamente opportuni sub-bacini per la raccolta e il trasporto e come la non coincidenza tra gestore degli impianti di trattamento e gestori delle raccolte, anche differenziate, sia elemento di economicità e di apertura alla concorrenza, tanto più se in un quadro di regolazione assicurato dall'ente amministrativo di gestione dell'Ambito Ottimale.

Le sinergie tra operatori pubblici e privati che tipo di problematiche presentano e che prospettive aprono per i vostri settori?
Le esperienze di partnership tra pubblico e privato, nell'ambito dei servizi rappresentati da FISE, sono per lo più riconducibili alle società occupazionali costituite e promosse da Italia Lavoro e operanti in settori labour intensive, nonché alle società miste costituite nel settore dell'igiene ambientale. In linea di principio e di estrema sintesi, due sono i punti fondamentali: il primo è la necessità di adeguate iniziative per risolvere le situazioni di concorrenza sleale che si determinano quando società pubbliche operanti "in house", cioè in affidamento diretto ed esclusivamente per la P.A. che le ha costituite, entrano in una fase successiva nel mercato concorrenziale. Secondo punto: sarebbe opportuno definire in maniera più moderna le possibilità di sinergie tra soggetti pubblici e imprese private, permettendo partenariati di tipo societario e/o contrattuale su iniziative specifiche con criteri flessibili che consentano di valorizzare eventuali peculiarità del privato. In questo senso lo strumento del "Dialogo competitivo", previsto dalla nuova direttiva comunitaria n.18/03 sugli appalti pubblici, rappresenta un'interessante opportunità. Lo snodo delle partnership pubblico-privato resta, dunque, una questione molto delicata per il possibile rischio di monopoli e concentrazioni ma, se risolta, potrà essere un volano straordinario per dare efficacia all'azione della P.A. anche nella gestione dei servizi relativi ai patrimoni immobiliari pubblici.

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