una cultura industriale
piÙ positiva
L'AMBIENTE É UN FATTORE DI COMPETITIvitÀ
TENDENZE E FATTORI
DI CRESCITA Nei SERVIZI
ESTERNALIZZARE PER LA RIPRESA ECONOMICA
TENDENZE E FATTORI DI CRESCITA Nei SERVIZI
ESTERNALIZZARE PER LA RIPRESA ECONOMICA
Servizi come software del sistema
produttivo e del territorio
di Vito Salerno & Monica De Carluccio
Rosario
Carlo Noto La Diega
Presidente di FISE
L'industria dei servizi è un settore fondamentale per il nostro
sistema produttivo. Con Rosario Carlo Noto La Diega, Presidente di FISE,
la Federa-zione delle Imprese di Servizi, abbiamo definito il quadro attuale
del comparto e le potenzialità per il futuro.
FISE negli ultimi anni ha dedicato grande attenzione
al monitoraggio dell'industria italiana dei servizi, realizzando tre
rapporti che ne approfondiscono la conoscenza e ne evidenziano le dinamiche.
Presidente Noto La Diega, ci può fornire un quadro aggiornato
del settore?
Oggi siamo consapevoli che il settore dei servizi in genere rappresenta
il 66% del PIL. A mio parere si è anche affermata una cultura dei
servizi, insieme alla consapevolezza di quanto i processi di esternalizzazione
di queste attività possano dare un contributo fondamentale allo
sviluppo e all'economia. Sappiamo, inoltre, che il sistema dei servizi è il
sistema nervoso, il software del sistema produttivo e del territorio; sappiamo
che i servizi all'impresa, alle infrastrutture e gli stessi servizi pubblici
alla cittadinanza sono essenziali per lo sviluppo competitivo del Paese
e per la qualità della vita, percepita e reale. Abbiamo acquisito
la consapevolezza che attraverso progetti e interventi adeguati, in termini
di servizi che possono essere offerti, si possono valorizzare gli edifici
e gli spazi, si può trarre valore dal patrimonio immobiliare così come
si può migliorare l'efficienza organizzativa e operativa del sistema
industriale. Il sistema delle imprese deve rispondere a esigenze e domande
sempre più articolate e complesse in un quadro di difficoltà finanziarie:
per riuscirvi, sta attivando sinergie all'interno di una filiera produttiva
e tra filiere produttive diverse, coniugando nell'offerta, prestazioni
a elevato contenuto tecnologico con interventi operativi più tradizionali.
Parallelamente cosa sta accadendo sul fronte dei servizi?
Invero, il coordinamento tra catene del valore di aziende di servizi è un
tema relativamente recente. Lo studio delle interrelazioni (verticali e
orizzontali) si è consolidato piuttosto nel campo della produzione
di beni, di aree strategiche aziendali oppure di distretti industriali,
per favorirne il rilancio di competitività. Vice-versa, nel campo
dei servizi, l'innovazione in ottica di ottimizzazione ha cominciato ad
affermarsi da quando il mercato dei servizi viene considerato come "sistema
di business" integrato, in funzione delle esigenze di soddisfazione
della committenza e di obbligo di risultato. Centrale è diventata
la capacità di essere efficaci e innovativi dal punto di vista del
coordinamento e della gestione, al fine di interagire con la committenza,
con i fornitori e con i sub fornitori, facendo riferimenti a progetti e
a obiettivi e procedendo, in sostanza, al superamento della logica dell'appalto
e del subappalto. Dunque, le strategie di filiera interaziendali cominciano
a essere percepite dagli operatori come una fonte di vantaggi competitivi;
va però tenuto presente che la loro attuazione nel nostro Paese
sta richiedendo notevoli cambiamenti da parte di tutti gli attori, sia
nel modo di impostare che di gestire i rapporti all'interno della filiera.
Gli attori di una filiera "emergente", com'è certamente
quella dei servizi, sono impegnati in un processo di trasformazione che
ruota sostanzialmente attorno a tre variabili fondamentali: la capacità di
sviluppare un atteggiamento di cooperazione e trasparenza; la condivisione
di "linee guida" o "scelte di fondo" tra operatori
e committenti, coerenti con le esigenze e le peculiarità di uno
specifico segmento; l'elaborazione di formule contrattuali e meccanismi
operativi volti a migliorare la gestione delle relazioni in ottica di partnership.
Su queste variabili incidono, a loro volta, le innovazioni tecnologiche,
finanziarie e di mercato, spesso interrelate: maggiore è l'apporto
di capitali, tecnologie e know-how, più il ciclo diventa rapido.
Attraverso quali interventi FISE, che oggi rappresenta ben 15 categorie
di servizi, intende proseguire il processo di coagulazione della filiera?
L'obiettivo dichiarato è sviluppare e sostenere un sistema imprenditoriale
dei servizi integrati. Per semplificare, è possibile affermare che
tutti gli interventi attuati dalla Federazione allo scopo di migliorare
la qualità e l'articolazione della filiera dei servizi integrati
sono stati effettuati per rispondere a: esigenze di sviluppo, ovvero esigenze
di stimolo alla maturità e all'ampiezza della filiera; necessità di
modelli di coordinamento e integrazione, ovvero di individuazione e promozione
di buone prassi e parametri di riferimento condivisi tra operatori e tra
questi e i committenti. Siamo partiti dalle nostre analisi, dal nostro
know-how, convinti che le Piccole e Medie imprese, che caratterizzano il
nostro sistema, se integrate, hanno capacità reali ed effettive
di gestione delle attività e delle commesse, con conseguenze positive
in termini di qualità e di economicità. Dal 2001 abbiamo
innovato il CCNL, che era il contratto delle pulizie, e lo abbiamo trasformato
nel contratto del multiservice e dei servizi integrati, cioè il
contratto di riferimento per tutte le imprese, comprese le cooperative
che sono andate "oltre le pulizie". Successiva-mente, nel 2003,
abbiamo promosso l'Osservatorio sul Facility Management per dare alle imprese
e alla committenza interessata l'opportunità di sfruttare una rete
virtuale di interscambio e approfondimento legislativo e operativo: in
tale contesto, in collaborazione con associazioni rappresentative del settore
della sanità, sono state prodotte le Linee Guida per i sistemi di
esecuzione e controllo dei servizi di igiene ambientale nei presidi sanitari
e aziende ospedaliere, che stanno portando alla formulazione di un capitolato-tipo
per il settore. Contemporaneamente, abbiamo contribuito a dare sedi adeguate
di rappresentanza costituendo Assioma, l'Associazione Servizi Integrati
a Organiz-zazione Manageriale Avanzata, per dare identità associativa
a tutte quelle imprese che vedono il loro futuro industriale nella produzione
integrata di servizi. Con Assioma, FISE ha voluto esprimere una proposta
di crescita del mercato in termini competitivi e qualitativi, per contribuire
alla diffusione di corrette politiche di esternalizzazione e alla crescita
culturale e tecnico operativa del settore, anche nei confronti della committenza.
Quali altre azioni strategiche avete posto in essere?
In tal senso, abbiamo anche lavorato, registrando anche positivi successi,
affinché si arrivasse al superamento dei fattori di compressione,
soprattutto finanziaria: dai ritardi nei pagamenti da parte della committenza
pubblica alle difficoltà di accesso al credito. Abbiamo lavorato
in sede legislativa con le Pubbliche amministrazioni e con la Centrale
acquisti dello Stato, CONSIP Spa, per migliorare la qualità della
domanda di servizi da parte della committenza pubblica e perché i
processi di aggregazione e di crescita dimensionale della domanda fossero
coerenti con la capacità e con le potenzialità del nostro
sistema impresa. Sono ambiti di intervento e di attività nei quali
i successi ottenuti sono sotto gli occhi di tutti. Le prossime gare CONSIP,
ci è stato già anticipato, terranno ampiamente conto di tutte
le osservazioni svolte e della necessità di adeguata tutela del
nostro patrimonio imprenditoriale, anche quando opera come subfornitore
o subappaltatore. Abbiamo stipulato di recente, insieme alle altre parti
sociali e con il Ministero della Difesa, un Protocollo per il ricorso da
parte della stazione appaltante al criterio di aggiudicazione secondo l'offerta
più vantaggiosa, con attenzione specifica al lavoro e alla sicurezza.
In questo momento il mondo associativo deve impegnarsi a costruire sinergie
con tutti i soggetti rappresentativi delle varie categorie di operatori
che agiscono in questo mercato, in quanto portatori di diversi know-how.
Per FISE, la scelta di partecipare a FIERASERVIZI, è strettamente
legata alla necessità di confrontarci con soggetti con cui condividere
l'obiettivo di consolidare una cultura "integrata", "trasversale",
che proponga concetti, procedure e strumenti rivolti agli operatori interessati
e a oggi non ancora adeguatamente sperimentati e collaudati.
Qual è il ruolo che nell'attuale e difficile contesto economico
l'As-sociazione può svolgere nei confronti delle proprie associate?
Rinsaldare la membership. Fare sistema. Promuovere intersettorialità.
Offrire alle imprese servizi che sviluppino aggregazione. Sono questi in
sintesi i must della nostra Federazione. Oggi, come nel passato, la forza
del vincolo associativo si esprime attraverso la partecipazione. É il
traguardo di una moderna associazione, che incoraggi e prenda in esame
la voce degli imprenditori per offrire servizi qualificati e competitivi
anche nelle modalità di erogazione. Su questa base, abbiamo rinnovato
la riflessione sui servizi, che sono una parte così essenziale dell'attività associativa.
Il radicale mutamento degli scenari competitivi nei quali si muovono le
imprese ha contribuito a ridefinire profondamente il ruolo del sistema
associativo. Il primo passo è valorizzare e integrare le progettualità,
le competenze tecnico-specialistiche che la Federazione mette a disposizione
degli associati. Per compierlo, FISE ha riorganizzato la propria struttura,
orientandola alla gestione dei progetti e rendendola flessibile ai programmi
dei settori associati. Il secondo passo è fare arrivare a tutti
un supporto adeguato. Vogliamo abbattere le barriere per agevolare la collaborazione
tra struttura e imprese, grazie a una consulenza e un problem solving individualizzati.
Per questo dobbiamo consolidare le reti di persone e ottimizzare i circuiti
e le risorse che condividiamo con i nostri associati.
Quali sono le peculiarità del vostro settore e gli aspetti più complessi
a esse legati?
Le attività di servizi delle imprese di riferimento FISE presentano
alcune specificità: elevata intensità di lavoro, il cui costo
incide eccessivamente sul fatturato aziendale; regime di operatività prevalentemente
in appalto, spesso con amministrazioni pubbliche; generale tendenza all'incremento
dell'occupazione, in particolare negli ultimi anni. Tali circostanze distinguono
i nostri settori da altri comparti produttivi e legittimano le istanze
di regolazione del mercato, per evitare da una parte fenomeni di dumping
legati alle diverse incidenze nel costo del lavoro e dall'altra il consolidamento
di posizioni oligopolistiche da parte di imprese non direttamente operative,
ma con grandi capacità finanziarie. Il vantaggio per la committenza
che ricorre alla gestione di servizi integrati è evidentemente duplice:
realizzare economie di scala e concentrarsi sul proprio core business.
Senza però prescindere dall'obiettivo fondamentale di assicurare
adeguati standard qualitativi in settori di attività in cui spesso
l'utente finale è il cittadino.
Il problema del ritardo nei pagamenti della P.A.,
come lei accennava, è particolarmente
sentito soprattutto nel settore dei servizi e per le attività labour
intensive, ma sembra aver trovato una soluzione nell'ultima Finanziaria.
Qual è lo stato dell'arte?
Nell'ambito dell'UE, un fallimento su quattro è dovuto al ritardo
nei pagamenti da parte della Pubbliche Amministrazioni; tali inadempienze
della P.A. causano ogni anno perdite di crediti per 23,6 miliardi di euro
e, secondo le stime della Commissione Europea, il problema porta alla perdita
di 450.000 posti di lavoro l'anno. Si tratta di un problema di grande rilevanza,
a lungo trascurato dalle istituzioni preposte. In special modo per PMI
tale dinamica risulta drammaticamente asfissiante: se il cliente tarda
a pagare, l'azienda entra in crisi di liquidità e non le resta che
affidarsi alle banche, o difendersi accrescendo i volumi di fatturato a
scapito della qualità. É paradossale che ciò si verifichi
proprio con soggetti pubblici che dovrebbero comprendere la gravità delle
conseguenze sull'economia locale. L'istituzione di un "Fondo per i
pagamenti dei debiti di fornitura" presso la Cassa Depositi e Prestiti,
previsto dalla Legge Finanziaria per il 2005, rappresenta solo un primo
passo verso la soluzione del problema. Dalla previsione normativa restano
ancora esclusi il comparto sanitario e quello locale. Inoltre, ad oggi
siamo ancora in attesa di un'adeguata regolamentazione sul piano applicativo
che trasformi in misure concrete quanto fino ad oggi solo formalmente riconosciuto.
La Federazione, negli ultimi anni, ha profuso molti
sforzi nel favorire la liberalizzazione del mercato dei rifiuti urbani
e per limitare i comportamenti a livello locale che contrastino con gli
obiettivi di sviluppo del mercato in senso concorrenziale perseguiti a
livello nazionale. Quali sono le principali criticità a suo avviso?
In sintesi, possiamo individuare tre punti nodali:
- "In house providing" e relativi limiti: la carenza di regolazioni
e direttive specifiche determina frequentemente il ricorso all'affidamento
diretto a un'unica società pubblica da parte di una pluralità ampia
di enti locali, ciascuno dei quali detentore di quote minime, con un effetto
a macchia d'olio che riduce progressivamente gli spazi di mercato.
- Partecipazione alle gare dei "monopolisti": se pure la più ampia
partecipazione delle imprese, pubbliche o private o miste, alle procedure
concorrenziali di affidamento di appalto dei servizi è coerente
con l'ordinamento comunitario, non risultano misure efficaci per evitare
le gravi distorsioni concorrenziali che sono connesse al potere di utilizzare
le risorse, anche economiche, e le qualificazioni discendenti dal mercato "in
house".
- Realizzazione degli Ambiti Terri-toriali Ottimali: un'eccessiva concentrazione
della domanda, in termini di dimensioni aziendali e di qualificazioni richieste,
determina restrizioni della concorrenza, come più volte l'Anti-trust
ha rilevato e segnalato. Recenti analisi di mercato condotte dall'Asso-ciazione
dimostrano invece come siano praticamente opportuni sub-bacini per la raccolta
e il trasporto e come la non coincidenza tra gestore degli impianti di
trattamento e gestori delle raccolte, anche differenziate, sia elemento
di economicità e di apertura alla concorrenza, tanto più se
in un quadro di regolazione assicurato dall'ente amministrativo di gestione
dell'Ambito Ottimale.
Le sinergie tra operatori pubblici e privati che tipo di problematiche
presentano e che prospettive aprono per i vostri settori?
Le esperienze di partnership tra pubblico e privato, nell'ambito dei servizi
rappresentati da FISE, sono per lo più riconducibili alle società occupazionali
costituite e promosse da Italia Lavoro e operanti in settori labour intensive,
nonché alle società miste costituite nel settore dell'igiene
ambientale. In linea di principio e di estrema sintesi, due sono i punti
fondamentali: il primo è la necessità di adeguate iniziative
per risolvere le situazioni di concorrenza sleale che si determinano quando
società pubbliche operanti "in house", cioè in
affidamento diretto ed esclusivamente per la P.A. che le ha costituite,
entrano in una fase successiva nel mercato concorrenziale. Secondo punto:
sarebbe opportuno definire in maniera più moderna le possibilità di
sinergie tra soggetti pubblici e imprese private, permettendo partenariati
di tipo societario e/o contrattuale su iniziative specifiche con criteri
flessibili che consentano di valorizzare eventuali peculiarità del
privato. In questo senso lo strumento del "Dialogo competitivo",
previsto dalla nuova direttiva comunitaria n.18/03 sugli appalti pubblici,
rappresenta un'interessante opportunità. Lo snodo delle partnership
pubblico-privato resta, dunque, una questione molto delicata per il possibile
rischio di monopoli e concentrazioni ma, se risolta, potrà essere
un volano straordinario per dare efficacia all'azione della P.A. anche
nella gestione dei servizi relativi ai patrimoni immobiliari pubblici. |