di Raffaella VENERANDO
L'intervento - L’Italia puÒ e deve crescere di piÙ - di Carlo Cicala
L'intervento -LO SVILUPPO IN TREDICI PUNTI - di Agostino Gallozzi
L'intervento -Il coraggio di scelte impopolari - di Giovanni Lettieri
L'intervENTO - PiÙ valore
al manifatturiero - di Silvio Sarno
L'intervista -La via per la modernitÀ - di MACCAURo
La via per la modernitÀ
Mauro Maccauro,
Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Campania
Presidente Maccauro, come commenta il decalogo per la politica presentato da Montezemolo?
Oggi viviamo in un Paese che sconta irragionevoli ritardi e che non cresce ormai da troppo tempo, anche a causa della scarsa incisività dei programmi politici succedutisi negli anni. Molto è stato detto, poco quello che si è realizzato. Il risultato evidente è che il nostro è un Paese ingessato dalla troppa burocrazia, inadeguato infrastrutturalmente, debolmente attrattivo e competitivo. è quindi giusto che Confindustria a tutti i livelli - territoriale, regionale, nazionale - faccia sentire la propria voce, pur rimanendo fuori dall’agone politico, ricordando ai candidati premier alle prossime elezioni politiche quali sono le priorità del Paese. Tra le primissime priorità cui Confindustria chiede massima attenzione spicca la riforma dello Stato. In questa tornata elettorale è stato evidente il disamore completo dei cittadini per la politica, un effetto a mio avviso legato a doppio filo alla vigente legge elettorale che tutti criticano ma che nessuno ha voluto cambiare. Pertanto, condivido pienamente la necessità di restituire al Paese una stabilità governativa per realizzare le riforme necessarie, modernizzarsi e mettersi al passo con gli altri paesi. Altro nodo da sciogliere è quello relativo al lavoro. Oggi in Italia il problema forte è la stasi del consumo. È necessario quindi defiscalizzare, ma farlo a tutti i livelli: straordinari, buste paga anche dei nuovi assunti, salari e rinnovi contrattuali. Con una diminuzione a vario titolo del carico fiscale dei nostri lavoratori si aumenterebbero i consumi e di rimando anche le vendite delle nostre aziende e senz’altro si smusserebbe il malcontento che è sia delle imprese sia dei lavoratori. Altro capitolo imprescindibile per la crescita del Paese è senz’altro rappresentato dal Mezzogiorno che, anche in questa ultima campagna elettorale, è stato ai margini sia dei programmi sia delle discussioni. Bisogna riprendere un ragionamento forte sul Sud che non equivalga solo a sterili proclami e a promesse mendaci. Più che la fuga dei cervelli dal Sud, ciò che più dovrebbe preoccupare è il rischio reale che sia l’impresa a lasciare il Mezzogiorno. Oramai il Sud non è più attrattivo non solo per un’azienda del nord o per una multinazionale, ma anche per il piccolo medio imprenditore che comincia a guardare altrove per insediare la propria attività, investendo laddove ha sicuramente un conforto logistico migliore e maggiori convenienze.
Degli imprenditori che scendono in politica cosa ne pensa?
Il parlamento è il luogo dove per definizione devono essere rappresentate tutte le categorie sociali del Paese e in quest’ottica se tra gli imprenditori c’è chi ha voglia di impegnarsi in politica, al di là degli schieramenti, è giusto che lo faccia. Ben vengano quindi gli imprenditori che intendono misurarsi per il benessere e l’interesse di tutti. L’integrazione tra imprenditorialità e politica può infatti consentire all’economia di prosperare, al benessere di diffondersi e, magari, anche di aumentare i livelli di efficienza dello Stato nel difficile adempimento dei suoi compiti. |