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  Dicembre 2012

Articoli n° 8
ottobre 2005
 
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I SISTEMI LOCALI DEL TURISMO IN ITALIA
FATTI STILIZZATI E PROPOSTE DI POLICY

L’economia della conoscenza nell’ue
Politiche e strumenti comunitari

SERVIZI ICT DI QUALITÀ
UTILI INDICAZIONI PER AZIENDE E P.A.

I SISTEMI LOCALI DEL TURISMO IN ITALIA
FATTI STILIZZATI E PROPOSTE DI POLICY
Flessibilità e capacità di interpretare il mercato, fondamentali per essere competitivi

Teresa Vanacore
Dottoressa in Economia e Commercio
randy73@virgilio.it


In Italia i valori assoluti del turismo in quanto fenomeno economico sono fra i più rilevanti dell'intera comunità internazionale: questo grazie alle risorse disponibili, alla notevole dotazione di strutture ricettive, alle infrastrutture in genere ma soprattutto grazie al fatto che il sistema italiano è di tipo "multiprodotto", nel senso che basa la sua ricchezza soprattutto sul presupposto della intercambiabilità dei turismi praticabili, cioè sulla possibilità di ottenere da un solo viaggio emozioni di genere diverso. Nel corso degli anni, infatti, lo sviluppo delle infrastrutture e delle tecnologie di trasporto, l'evoluzione socio-culturale, l'aumento del reddito pro capite, hanno contribuito a creare una domanda più eterogenea. Parallelamente vi è stato un altrettanto continuo sviluppo del prodotto turistico, caratterizzato da un aumento della varietà dei prodotti offerti e della loro articolazione, e da una loro continua e più rapida evoluzione. La globalizzazione, poi, ha giocato un ruolo importante non tanto nell'omologare le diverse situazioni geografiche, quanto piuttosto nel rafforzare la scala regionale rispetto a quella nazionale. Tutto ciò ci fa affermare che lo sviluppo ha bisogno di essere localizzato in un sistema locale territoriale a forte densità relazionale e a elevata organizzazione, e lì conservato per i marcati vantaggi competitivi. L'Italia regionale, un tempo tutta protesa verso un modello manifatturiero, come nel resto delle regioni comunitarie più forti, oggi mostra i segni di una progettualità che vuole trasformare la propria economia in economia del territorio con particolare attenzione alla componente culturale, il che richiede strategie innovative nelle politiche territoriali e di pianificazione, azioni di marketing, dove il territorio e i suoi processi di ricomposizione sono al centro dell'attenzione generale. In questo nuovo contesto è proprio la conoscenza del territorio a costituire il punto di partenza. A tale scopo lo strumento di lettura privilegiato in ambito geografico è costituito dai Sll che rappresentano una griglia di analisi particolarmente significativa atta ad analizzare la geografia economica e sociale del nostro territorio non solo a un dettaglio maggiore di quello consentito dalla griglia amministrativa rappresentata dalle province e dalle regioni, ma anche secondo una suddivisione del territorio che scaturisce dall'autorganizzazione delle dinamiche relazionali, con riferimento specifico agli ambiti di vita riferiti alla residenza e al luogo di lavoro. In definitiva, la dimensione locale assume significato quando essa corrisponde al territorio dove la popolazione svolge la maggior parte della propria vita quotidiana, dove produce e consuma, e dove stabilisce rapporti sociali ed economici. Il sistema locale diventa il risultato delle relazioni umane che si svolgono con riferimento a una base territoriale, e che riguarda sia la produzione di beni che la riproduzione sociale. In base a quanto detto, andiamo a concentrarci sulle differenti performance delle aree territoriali specializzate nell'industria turistica usando come strumento di lettura privilegiato quei 71 STL, i quali anche se hanno un'importanza minore (ma non la minima in assoluto) in termini di numerosità e popolazione, costituiscono una realtà interessante da studiare: l'analisi comparata con i dati dell'economia nazionale evidenzia proprio che il turismo è in Italia tra i primissimi comparti produttivi, in grado di generare occupazione e valore aggiunto.
Da uno studio condotto dalla sottoscritta, in collaborazione con ricercatori del Celpe, e presentato alla conferenza internazionale degli economisti regionali tenutasi ad Amsterdam lo scorso agosto, emerge innanzitutto la scarsa numerosità nel Mezzogiorno di sistemi turistici locali, nonostante la presenza in questa area di notevoli risorse naturali, culturali e paesaggistiche. Ciò sta a dimostrare come la valorizzazione di una realtà turistica dipenda sicuramente dalla propria dotazione di risorse naturali, ma anche e soprattutto da quel complesso di elementi, definiti come "Capitale Sociale", che innescano sentieri virtuosi di sviluppo data la contestuale presenza di attori che credono e investono nel territorio. Sono quindi necessari fattori endogeni, come quei processi atti a favorire meccanismi di accumulazione di capitale, la vitalità imprenditoriale e le complementarietà tra attività e territorio che generano esternalità positive. Un ruolo decisivo per la promozione e lo sviluppo del sistema turistico locale è la stretta connessione tra operatori privati e le imprese: il pubblico pianifica il territorio, crea infrastrutture e servizi adeguati, salvaguarda e valorizza l'ambiente come vera e propria risorsa, vigila sulla sicurezza dei cittadini e degli ospiti, snellisce le procedure; il privato investe per migliorare l'offerta ricettiva e il contesto in cui opera. Nel Mezzogiorno si rileva la presenza diffusa di piccole imprese a conduzione familiare, che hanno dimostrato finora scarsa capacità nel rinnovare le loro strutture e acquisire maggiore concorrenzialità. Risultano ancora assai rare tutte le possibili forme di collaborazione fra imprese che potrebbero concretizzarsi sia nell'adesione a una catena alberghiera, sia soltanto nel risolvere assieme, con forme consortili, i problemi posti dall'espletamento di alcune funzioni aziendali quali, ad esempio, le prenotazioni, gli approvvigionamenti, la comunicazione. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di sviluppare strumenti per mettere "in rete" le risorse del territorio al fine di creare una massa critica idonea ad attrarre un maggior flusso turistico. Urge che i privati trovino forme di aggregazione commerciale che vadano dalla semplice partnership a cooperative, a consorzi, franchising, in grado di comunicare e promuovere, con mezzi moderni come internet, cataloghi, le proprie strutture sotto una comune bandiera di servizi standard con abbattimento dei costi e possibilità di raggiungere un maggior numero di potenziali clienti; per il turista cliente questo può rappresentare la possibilità di verificare la presenza di servizi prima dell'eventuale viaggio, passando da una fase artigianale della comunicazione porta a porta, a una matura della promozione turistica. La sfida che gli operatori si troveranno a fronteggiare è lo sviluppo del "valore" dell'offerta, ovvero il passaggio da un mercato fatto di grandi numeri a uno a "valore aggiunto", da un mercato quantitativo a uno di tipo qualitativo. In pratica si impone un modello di ampliamento dei servizi che permettano al turista di trarre una maggiore soddisfazione dal soggiorno e, agli operatori dell'offerta, di sviluppare nuovi mercati compensando quindi l'inevitabile contrazione dei prezzi che ha interessato il settore. La flessibilità e la capacità di interpretare il mercato sono un presupposto fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo duraturo.

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