ASSENTEISMO PER MALATTIA
UN FENOMENO IN ASCESA
Sintesi e risultati dell'indagine
promossa presso le Aziende di Assindustria Salerno
Laura
Lanzara
Area Relazioni Industriali - Assindustria Salerno
l.lanzara@assindustria.sa.it
Nel corso del mese di marzo, traendo spunto dalle
segnalazioni ricevute, abbiamo avviato un'indagine, che si è conclusa
il luglio scorso, presso la nostra base associativa al fine
di avere una cognizione "documentata" del problema
dell'assenteismo per malattia in Azienda. Il fenomeno, infatti,
noto e sentito dalle Imprese in particolare nell'aspetto
del micro-assenteismo, sta facendo registrare negli ultimi
anni una sua intensificazione e recrudescenza. Imprese appartenenti
a diversi settori, di differenti classi dimensionali e ubicate
in varie aree della provincia, continuano a segnalare, ancorché in
maniera informale, il problema delle ripetute assenze dal
lavoro per malattia dei propri dipendenti e la "facilità" con
cui i medici rilasciano le certificazioni. É del tutto
evidente che le assenze per malattia, in particolar modo
quelle da uno a tre giorni, creano notevoli disagi organizzativi
e incidono fortemente sui costi aziendali. In questi casi
il controllo sullo stato di salute del dipendente attraverso
lo strumento tradizionale della visita domiciliare potrebbe
risultare poco incisivo, oltre che costoso. Dunque, per capirne
le cause e tentare di arginare il fenomeno, abbiamo fatto
appello al consueto senso di collaborazione delle nostre
Aziende associate in grado di trasferirci la dimensione reale
del fenomeno in oggetto e consentirci di intervenire, laddove
possibile, nel modo migliore.
L'indagine è stata promossa
e avviata attraverso l'invio di una lettera di presentazione
con allegata una Scheda di Rilevazione a tutte le Aziende
associate ad Assindustria Salerno cui è stato chiesto
di fornire una serie di valori e indicazioni che interessano
l'anno 2004. Il nostro campione di riferimento abbraccia
il comparto metalmeccanico, il chimico, il terziario avanzato,
il grafico/cartotecnico, l'alimentare, risultando, quindi,
rappresentativo non soltanto rispetto alla totalità delle
imprese associate, ma anche in relazione alla composizione
dell'economia locale. Quanto alle caratteristiche dimensionali
delle Aziende campione, è stata effettuata una suddivisione
per classi: 0-15 dipendenti (classe 1); 16-35 dipendenti
(classe 2); 36-50 dipendenti (classe 3); 51-100 dipendenti
(classe 4); oltre 100 (classe 5).
Valori di Assenteismo
Il calcolo del tasso di assenteismo è espresso come
percentuale tra le ore di assenza per malattia e quelle lavorabili
in un anno. Per micro-assenteismo si è inteso il fenomeno
che concerne le assenze per malattia che vanno da 1 a 3 giorni.
Venendo ai risultati e prendendo in considerazione tutte
le Aziende del campione, è emerso un tasso di assenteismo
medio nel 2004 pari al 4,50% delle ore lavorabili. Il valore
espresso potrebbe apparentemente sembrare contenuto. Una
più attenta riflessione deve, però, indurre
a considerare che oggetto di esame sono le sole assenze per
malattia. Il tasso, infatti, non contempla le assenze dovute
ad altri motivi quali: maternità e allattamento; infortuni
sul lavoro e malattie professionali; permessi retribuiti
e non; congedo matrimoniale. Il dato sul micro-assenteismo
si attesta, invece, sul valore dell'1,80% (v. Grafico 1).
Si tratta di un risultato che merita di essere considerato
non in valore assoluto, ma in stretta correlazione con la
percentuale di assenteismo della quale ne è parte.
Infatti, nell'ambito delle assenze registrate a titolo di
assenteismo per malattia (media del 4,50%) rientrano le assenze,
sempre per malattia, che hanno una durata variabile da uno
a tre giorni. Se si ragiona in termini di percentuali, ci
si rende conto che il micro-assenteismo incide per il 40%
rispetto al totale delle assenze per malattia. Questa conclusione
conferma, dunque, che il fenomeno delle assenze brevi è molto
ricorrente, per non dire esasperante. Restando ancora su
quest'ultimo fenomeno, le assenze da 1 a 3 giorni si registrano
in prevalenza per la categoria degli operai rispetto a quella
degli impiegati. Infatti, dal monitoraggio risulta che di
tutti i dipendenti interessati dalle assenze brevi, il 78%
rientra nel profilo operaio. Per avere una percezione un
po' più completa del fenomeno, potrebbe risultare
interessante leggere qualche dato sull'argomento pubblicato
da Federmeccanica che si riferisce, però, all'anno
2003 e alle sole aziende del comparto che, tuttavia, rappresentano
molto il panorama industriale italiano. Ebbene, il tasso
medio di assenteismo per malattia registrato nel 2003 si
attesta al 4,4%, di cui l'1% è generato da assenze
per malattie inferiori ai tre giorni.
Tornando alla nostra
indagine e aggregando le Aziende campione per settori di
attività, emerge che le percentuali maggiori di assenteismo
si attestano nei settori manifatturieri per eccellenza, ossia
il chimico (v. Grafico 2) - nei suoi comparti gomma/plastica,
vetro, ceramica - dove il tasso medio è pari al 5%
(micro-assenteismo 1,50%), e nel metalmeccanico con un tasso
medio del 4,70% (micro-assenteismo 2%). A seguire si trova
il settore grafico cartotecnico con un valore medio del 3,50%
di assenteismo (micro-assenteismo 1,50%). Esaminando i dati
a seguito di aggregazione delle Aziende per classi dimensionali
come sopra individuate, si segnala che la classe 36-50 dipendenti è quella
che registra i più elevati valori medi di assenteismo
con un tasso del 5% e di micro-assenteismo al 2% (v. Grafico
3). Segue la classe 51-100 dipendenti con tassi medi del
4,7% di assenteismo e 1,70% di micro-assenteismo. Un assenteismo
medio al 4% si trova nella classe 16-35 dipendenti in cui
si attesta, però, un micro-assenteismo all'1%. La
fascia di Aziende che conta oltre 100 dipendenti, invece,
si colloca al terzo posto con una percentuale di assenteismo
pari al 3,8% e micro-assenteismo al 2%. In questa che è la
fascia dove poteva ipotizzarsi il più elevato valore
del fenomeno in esame, notiamo che invece così non è.
Certamente un ruolo non secondario può essere attribuito
alla contrattazione di secondo livello che, notoriamente, è perseguita
proprio dalle Aziende di maggiori dimensioni. Tale strumento,
infatti, contempla spesso misure e iniziative finalizzate
a contenere il fenomeno dell'assenteismo. Inoltre, in tale
tipo di realtà aziendali è da non sottovalutare
l'effetto della valorizzazione delle Risorse Umane che, insieme
all'aspetto della generalmente maggiore attenzione all'ambiente
di lavoro e alla sua vivibilità, determinano un maggiore
grado di fidelizzazione dei dipendenti.
Visite fiscali di controllo e referti
Dall'indagine emerge in maniera chiara che le Aziende richiedono
quasi sistematicamente la visita fiscale di controllo all'INPS
per accertare lo stato di salute del dipendente che si assenta
per malattia. La tendenza, d'altro canto, è in linea
con la situazione registrata a livello nazionale che ha visto
crescere di uno 0,7% le visite di controllo effettuate dall'INPS
rispetto all'anno precedente. In un articolo apparso su IL
SOLE 24 ORE di venerdì 22 aprile 2005, si riporta
che, sempre nell'anno 2004, su 11,1 milione di certificati
medici, per 4,9 milioni è stata confermata la prognosi,
per un milione è stato richiesto l'intervento del
medico di controllo, mentre oltre 5,4 milioni (dato in crescita
rispetto al 2003) non sono riusciti a essere esaminati nei
termini indicati. Le Aziende fanno, dunque, ricorso a quello
che rappresenta uno dei pochi strumenti di controllo a disposizione
sulla cui efficacia, però, qualche dubbio resta. A
cominciare dal fatto che i tempi di attesa del referto dell'Ente
di controllo sono molto variabili, per non dire eccessivamente
lunghi, quando il controllo viene effettuato. Quasi il 30%
delle Aziende del campione hanno dichiarato di ricevere dall'INPS
il referto della visita di controllo a una distanza che supera
il mese e che in alcuni casi arriva anche ai tre mesi. Di
contro, soltanto il 6,5% riceve tale documentazione nell'arco
di una settimana. Ciò evidentemente impedisce all'Azienda
di avere certezza dei fatti oltre che di assumere determinazioni
conseguenti. In qualche caso ci viene segnalato che l'INPS
non è in grado di garantire il servizio di visita
fiscale per mancanza di personale. I dati raccolti ed elaborati
possono rappresentare un valido punto di partenza su cui
iniziare a ragionare per ipotizzare un percorso di interesse
comune per le Aziende. Si potrebbe cominciare da un tavolo
di confronto e di lavoro con le Strutture pubbliche competenti
e con l'Ordine dei medici, oltre che con la partecipazione
delle Aziende interessate, perché soltanto attraverso
una maggiore collaborazione tra Aziende e Strutture, e tra
queste ultime tra loro, si può pensare di affrontare
- e cercare di risolvere - in maniera concreta le problematiche
denunciate.
|